mercoledì 27 marzo 2024

Grandi autori da scoprire: Miroslav Krleža con Silvio Ziliotto – Trieste 4 aprile

Silvio Ziliotto
LA SENTINELLA DEL PICCOLO POPOLO
Storia di Miroslav Krleža, l’uomo che visse sette vite
prefazione di Silvio Ferrari 
postfazione di Roberto Borghi
Infinito Edizioni
2019
pp.208, Euro 14
ISBN 9788868613327 

Miroslav Krleža (1893-1981, nella foto in basso) è stato di certo il più grande letterato e intellettuale del Novecento croato. Saggista, critico, drammaturgo, poeta, scrittore, anticipatore di correnti e pensiero, è stato spesso censurato per il suo anti-militarismo e le sue critiche graffianti sia sotto l’Impero austro-ungarico che durante il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. Espulso dal Partito comunista jugoslavo nel 1939, avversato e scampato alla fucilazione del regime ustaša croato alla fine della seconda guerra mondiale, fu perdonato da Tito che lo volle alla guida della politica culturale del nuovo Stato federale socialista di Jugoslavia. Attraverso la sua vicenda umana e la sua incredibile produzione letteraria, Krleža si presenta come figlio e sentinella di un piccolo popolo, ma al contempo intellettuale mitteleuropeo tra i più innovativi e apprezzati.
“Silvio Ziliotto – scrive Silvio Ferrari nella prefazione al libro dal titolo La sentinella del piccolo popolo. Storia di Miroslav Krleža, l’uomo che visse sette vite, firmato dal nostro autore Silvio Ziliotto – ha costruito e scritto un ampio e ben articolato testo sulla storia e il valore del più importante (e straripante) autore della letteratura croata del XX secolo: Krleža il ribelle, il rivoluzionario, l’escluso, il salvato, l’intellettuale ufficiale, il sopravvissuto (a se stesso), il decano di Zagabria”.
Vi invitiamo alla presentazione del libro che si terrà a Trieste giovedì 4 aprile, nell’ambito della Rassegna Trieste. Incroci letterari. Viaggio nell’anima multiculturale della città, organizzata in collaborazione con la libreria Ubik e la Comunità Croata di Trieste. Appuntamento presso la libreria Ubik, Piazza della Borsa 15 (Galleria del Tergesteo), ore 18,00. Con l'autore dialoga Marijana Sutic, responsabile attività culturali della Comunità Croata di Trieste.

Silvio Ziliotto è traduttore, interprete e insegnante della lingua serba, croata e bosniaca. Consulente e autore dei lemmi degli autori e dei profili delle letterature slovena, croata, serba, bosniaca, montenegrina, macedone e albanese della Garzantina della letteratura (2007). Tra i libri tradotti ama ricordare: la monografia Palmižana, La saga della Quintessenza (2005); la raccolta di racconti Gli occhi colmi di terra, di Šimun Šito Coric (2011); Diario da Sarajevo, di Dubravka Ustalic (Infinito edizioni, 2016).

L'AES scrive alla presidente Alessandra Todde: «Rammaricati di mancata collaborazione con la Regione per il Salone del Libro 2024»

 
La presidente dell’Associazione Editori Sardi, Simonetta Castia (nella foto), ha inviato una lettera alla neoeletta presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, per chiedere un incontro e attenzione per il comparto dell’editoria, ricordando l’impegno dell’AES al Salone del Libro di Torino. Nel documento, inoltre, proprio a proposito della prossima partecipazione al Salone (9-13 maggio) la presidente AES sottolinea «il rammarico di non poter agire in armonia con la Regione Sardegna, di cui saremmo naturali interlocutori per queste attività, poiché durante questa delicata fase di passaggio non sono maturate le condizioni per una gestione armonica, efficace e consapevole del ruolo esercitato dagli editori nella più importante fiera editoriale d’Italia. Analogamente a quanto accaduto nel 2019, la Regione Sardegna ha clamorosamente ritenuto di non volerci affidare le mansioni di programmazione culturale e di gestione delle attività previste in seno a una partecipazione istituzionale finalizzata “necessariamente” al sostegno e alla promozione dell’editoria sarda, a Torino».

di seguito la lettera integrale:

Cara Presidente, Onorevole Alessandra Todde
scrivo questa lettera a nome di tutti i colleghi del direttivo e dei 29 editori sardi associati, per formularLe i nostri migliori auguri di buon mandato, con la speranza che la prossima legislatura sia occasione anche di un riscatto economico e culturale per la nostra Isola.
Gli editori sardi, in armonia con i soggetti della filiera locale e nazionale del libro, sono come sempre disponibili a un confronto e a una collaborazione sincera e costruttiva, in vista di una crescita culturale collettiva delle nostre comunità, in nome della lettura e del libro.
Come Presidente della rete locale della filiera del libro più longeva d’Italia, non Le nascondo però le problematiche che affliggono il nostro settore editoriale e l’intero comparto, gravato da limitazioni di mercato e caratterizzato da un ecosistema fragile.
Ciò nonostante AES coordinerà i propri associati e tutti gli editori che vorranno aderire, nella partecipazione alla 36ma edizione del Salone Internazionale del Libro in Italia, in programma dal 9 al 13
maggio.
Resta il rammarico di non poter agire in armonia con la Regione Sardegna, di cui saremmo naturali interlocutori per queste attività, poiché durante questa delicata fase di passaggio non sono maturate le condizioni per una gestione armonica, efficace e consapevole del ruolo esercitato dagli editori nella più importante fiera editoriale d’Italia.
Analogamente a quanto accaduto nel 2019, la Regione Sardegna ha clamorosamente ritenuto di non volerci affidare le mansioni di programmazione culturale e di gestione delle attività previste in seno a una partecipazione istituzionale finalizzata “necessariamente” al sostegno e alla promozione dell’editoria sarda, a Torino.
Grazie anche a un contributo della Fondazione di Sardegna, che aiuta ma non risolve, ci adopereremo comunque per restituire un’immagine consona al prestigio che la nostra editoria merita, con uno stand dedicato e un programma di qualità.
Chiediamo sin da ora che si creino le condizioni per ripristinare lo spirito collaborativo che quest’anno è mancato, nonostante il determinante e meritevole apporto dato da AES sin dalla prima edizione del Salone e in particolare nel 2023, che è valso alla Regione Sardegna il riconoscimento di regione ospite, la realizzazione del programma, la partecipazione di oltre trenta editori e dei propri autori.
Auspichiamo un incontro con Lei per ulteriori approfondimenti.
La Presidente e il Direttivo AES
Simonetta Castia

JOHN MCGAHERN scrittore irlandese protagonista 15° IRISH FILM FESTA : 4/7 aprile Roma, Casa del Cinema


Il grande scrittore irlandese John McGahern (1934 - 2006, nella foto) è il protagonista della 15esima edizione di Irish Film Festa, festival di cinema irlandese che si svolgerà a Roma, presso la Casa del Cinema, da giovedì 4 a domenica 7 aprile 2024. 
Ospite d’onore del Festival sarà il regista irlandese Pat Collins, che sabato 6 aprile, alle 18 presso la Sala Cinecittà, presenterà il suo “That They May Face the Rising Sun”, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di John McGahern (purtroppo non ancora tradotto in Italia).
Il Festival prevede anche una vera e propria sezione “Cinema e letteratura”, dedicata appunto a John McGahern: venerdì 5 aprile, alle 18,30 presso la Sala Cinecittà, si terrà un incontro dedicato al grande autore irlandese, in cui sarà proiettato il film documentario a lui dedicato “John McGahern. A Private World”, sempre di Pat Collins, alla presenza di John McCourt, Rettore dell’Università di Macerata, Docente di Letteratura Inglese e Irlandese e massimo esperto di letteratura irlandese e James Joyce.  
“John McGahern. A Private World”(un fotogramma del film nella foto a destra), girato nel 2005, poco prima della scomparsa di McGahern, offre una visione intima e a tratti persino commovente del processo creativo e della vita di colui che è considerato il più importante scrittore irlandese dell’epoca moderna. Pat Collins ha saputo penetrare nel tempo e nello spazio di McGahern e stabilire con lui una forte e discreta intimità.
John McGahern ha raccontato l’Irlanda rurale come nessun altro: i suoi rituali, la sua durezza, l’incanto della natura ma anche le ipocrisie e le violenze nascoste nelle piccole comunità isolate.
Ha saputo indagare non solo le comunità rurali, con straordinaria capacità di analisi e integerrima onestà intellettuale (pagandome personalmente il prezzo), ma anche i legami famigliari, descrivendoli in tutta la loro complessità e, anche in questo caso, senza fare sconti: i personaggi di McGahern dimostrano una incredibile articolatezza, sono sempre ricchi di sfumature, la capacità dello scrittore di scendere fino all’ultimo gradino nell’animo umano si tocca con mano leggendo le sue storie. 
Nel 1965 il romanzo The Dark venne messo al bando dalla Censorship of Publications Board per "oscenità": McGahern perse il suo lavoro da insegnante e anche la Irish National Teachers’ Organisation gli negò sostegno sindacale.
That They May Face the Rising Sun (un fotogramma del film nella foto a sinistra) di Pat Collins è tratto dall'ultimo romanzo di McGahern, pubblicato nel 2002 in lingua inglese: il film segue un anno nella vita di Joe e Kate Ruttledge, tornati a vivere nel paesino della campagna irlandese dove lui è cresciuto, e di quella dei memorabili personaggi del luogo, assecondando il ritmo del lavoro, la vita quotidiana e il passare delle stagioni. 
Il cast è composto da tanti volti noti del cinema irlandese: Barry Ward (divenuto celebre in Italia nel ruolo di Jimmy Gralton nel film “Jimmy’s Hall” di Ken Loach), Lalor Roddy, Philip Dolan, Seán McGinley, Brendan Conroy, Ruth McCabe, John Olohan, Declan Conlon e l'attrice tedesca Anna Bederke. 
Il film ha appena ricevuto 11 candidature all'edizione 2024 degli IFTA - Irish Film & Television Academy Awards, tra cui quelle come Miglior Film e per la Miglior Regia.
In Italia l’opera di John McGahern è stata tradotta e pubblicata solo parzialmente: Moran tra le donne (Einaudi 1990), Il pornografo (Einaudi 1994), The Dark (Minimum Fax 2016), Cose impossibili di tutti i tipi (Racconti 2020).
Programma completo del Festival su www.irishfilmfesta.org. L’ingresso è sempre gratuito fino a esaurimento posti, possibilità di richiedere posti riservati vincolata ad una piccola donazione a sostegno del festival (sul sito tutti i dettagli).

IRISH FILM FESTA è prodotto dall’Associazione Culturale Archimedia ed è realizzato in collaborazione con Irish Film Institute, con il sostegno di Culture Ireland, Screen Ireland; con il patrocinio dell’Ambasciata d’Irlanda in Italia. Sponsor: Intesa Sanpaolo. Mediapartner: Film Tv, Taxidrivers.

Giulio Sapelli - VERSO LA FINE DEL MONDO - Guerini e Associati

 
Giulio Sapelli
VERSO LA FINE DEL MONDO
Lo sgretolarsi delle relazioni internazionali

Prefazione di Lodovico Festa
Guerini e Associati
marzo 2024
pp.144, € 18
ISBN 9788862509152

«Se il mondo va a rotoli è possibile che dal suo sgomitolarsi sorga un ricomporsi delle fila della storia e che Usa e Russia ritornino a quel dualismo competitivo che è l'ultima speranza prima della fine del mondo».


Dalla pandemia globale e dall’aggressione russa in Ucraina al genocidio di Hamas. Quali sono i conflitti che scuotono il mondo, da cosa sono determinati, quali le forze che ne sono il motore? Verso quali scenari drammatici stiamo andando? Che cosa ne sarà della vecchia Europa? È destinata a spegnersi in silenzio, soffocata dal fumo dei conflitti che stanno facendo tremare il mondo? Unica via di speranza un ritorno alla politica «buona», ma anche a una economia regolata e a una finanza che guardi alle comunità e non al profitto del singolo individuo. Perché ciò possa avvenire, i valori dell’Occidente come la democrazia, la libertà, i diritti della persona devono essere oggi ridiscussi, ripensati e non certo rinunciati o dimenticati.
Giulio Sapelli ci guida in un viaggio infernale verso un mondo che si sta sgretolando.

GIULIO SAPELLI (Torino, 1947) ha insegnato Storia economica ed Economia politica nelle università europee e delle due Americhe e ha lavorato come consulente e consigliere d’amministrazione in importanti gruppi industriali e finanziari. Nel 2020 gli è stato assegnato il Premio Fieri (Fincantieri) alla carriera. È presidente della Fondazione Germozzi di Confartigianato. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo Oltre il capitalismo (2018), Nulla è come prima (2019, con Enrico Quintavalle), Perché esistono le imprese e come sono fatte (2019), Pandemia e Resurrezione (2020), Nella storia mondiale (2021), Draghi o il caos (2021, con Lodovico Festa), Ucraina anno zero (2022).

Flavio Fusi - LA BALLATA DELLE FRONTIERE - Exòrma


Flavio Fusi
LA BALLATA DELLE FRONTIERE
Storie dal secolo belva

Exòrma Edizioni
marzo 2024
pp.276, € 16,50
ISBN 9788831461634



Con La ballata delle frontier atterriamo su un pianeta di conflitti a bassa intensità che poi deflagrano, come a Gaza. Dalla dissoluzione del fianco orientale dell’Europa alla gola squarciata tra Nord e Sud del mondo.
Le testimonianze frammentarie degli ultimi, le storie minuscole, si mescolano alla ricostruzione degli eventi e alla descrizione dei luoghi in un racconto periferico e avvolgente.
Veniamo trasportati tramite un’affascinante narrazione a ritroso nell'epicentro di un mondo sconvolto dalle conseguenze della guerra di Putin, ma non solo: l’autore guarda ai milioni di esseri umani spinti oltre le frontiere dal secolo belva: antiche frontiere che esplodono e frontiere nuove che sorgono, frontiere non scritte, terre di mezzo e grandi fiumi-frontiera, tra illusioni, nuove schiavitù e massacri.
La prefazione di Giovanni Floris ci introduce magistralmente a questo viaggio letterario, sottolineando l'importanza della responsabilità nel comprendere le complesse dinamiche delle frontiere e dei conflitti che le attraversano.
La Ballata delle Frontiere è quindi molto più di un semplice libro: è un invito a esplorare le sfide e le speranze di un mondo in continua trasformazione, a riflettere sulle conseguenze dei confini e delle divisioni, e a riscoprire il sostrato umano che ci accomuna al di là delle frontiere geografiche.
 

Flavio Fusi ha imparato il mestiere di giornalista alla vecchia scuola de “L’Unità”. Ha coltivato poi la passione del viaggiatore sulla navicella corsara del Tg3 della Rai. In compagnia delle storie e delle immagini televisive ha consumato suole e scarpe inseguendo come inviato tutte le più importanti crisi internazionali nel passaggio tra il secolo breve e il secolo belva. Le frontiere – l’esplosione delle frontiere, la caduta dei muri, le brevi tregue, i nuovi muri e la transumanza di popoli e comunità – sono state per trent’anni il suo pane quotidiano: dalla Russia al Caucaso e all’Ucraina, dai Balcani alla Cecenia all’Irlanda, in Africa e sui confini incerti tra le due Americhe.
Nelle pause del lungo viaggiare è stato corrispondente Rai a New York e Buenos Aires, e poi conduttore e commentatore del Tg3. Oggi continua a viaggiare e scrivere, muovendo dai luoghi modesti e incantati della sua Maremma.