mercoledì 17 aprile 2024

Novità in libreria: «The Passenger - Sicilia

Vanessa Ambrosecchio, Stefania Auci, Veronica Caprino, Colapesce, Giacomo Di Girolamo, Viola Di Grado, Claudia Durastanti, Davide Enia, Arnon Grunberg, Fabio Lo Verso, Piero Melati, Costanza Quatriglio, Evelina Santangelo, Gaetano Savatteri 
THE PASSENGER – SICILIA
fotografie di Roselena Ramistella e Alterazioni video (Alla ricerca del cemento perduto) 
Illustrazioni di Edoardo Massa
Iperborea
aprile 2024
pp.192, Euro 22
ISBN 9788870917994 

 

Guardando una cartina, un’isola ci dà l’illusione di essere un piccolo mondo a sé. Con i suoi confini ben delineati sembra contenere una società impermeabile al passare del tempo e delle stagioni, più immediata da decifrare perché al riparo dalla mutevole complessità del mondo. Ma si tratta di una mistificazione, a maggior ragione se – come la Sicilia – vive al riparo di uno degli immaginari più prepotenti e inscalfibili che un luogo tanto piccolo sia mai riuscito a creare. Dietro l’isola «costruita e ricostruita dai libri, dai film, dai quadri, dalla fotografia in bianco e nero» oggi ce n’è una nuova, nascosta, ma non per questo meno reale. Quella urbana e metropolitana, quella degli sbarchi, quella del vino e della frutta tropicale. Una Sicilia a volte invisibile come i veleni che il secondo polo petrolchimico d’Europa scarica nel mare e nell’aria. Come i migranti in arrivo a Lampedusa, tenuti a distanza dalle traiettorie dei turisti e dei locali. Come i flussi di popolazione in uscita che le danno il triste primato tra le regioni italiane per emigrazione. Un luogo dove gli estremi convivono, come i quartieri del centro a Palermo, dove vibra la capitale della cultura e vegeta la città invisibile del crack. La Sicilia dove i cambiamenti climatici trasformano il paesaggio agricolo sempre più a rischio di allagamenti e desertificazione, e qualcuno ne approfitta per sostituire la vite con il caffè e l’avocado. Lungi dal provare a spiegarla, le pagine che seguono raccolgono cartoline da questa nuova Sicilia. Sono immagini sfuocate, perché il soggetto è in grande movimento. Perché anche la Sicilia si muove e, sì, cambia


Le fotografie di questo numero sono state realizzate da Roselena Ramistella, fotografa siciliana ambassador e docente Leica. Dopo un percorso di studi in Scienze politiche si dedica alla fotografia indagando temi sociali, ritrattistica e la relazione tra uomo e natura, con una ricerca di taglio socioantropologico. Le sue fotografie sono state pubblicate su numerose testate giornalistiche come D Repubblica, Vogue, L’uomo Vogue, The Guardian, The Times, Vanity fair, Der Spiegel, Süddeutsche zeitung magazine, Internazionale, Corriere della sera, Io donna e altri. I suoi lavori hanno ricevuto riconoscimenti nazionali e internazionali, come il Sony awards nella categoria Natural world & wildlife per il reportage Deepland nel 2018. I suoi progetti sono stati esposti in mostre personali e collettive, nazionali e internazionali.

lunedì 15 aprile 2024

Franco Fortini - LE ROSE DELL'ABISSO - Bordeaux

 
Franco Fortini
LE ROSE DELL'ABISSO
Dialoghi sui classici italiani com Donatello Santarone

Bordeaux Edizioni
Collana Pixel
aprile 2024
pp.128, Euro 14
ISBN 979-12-5963-225-8


 
Nel giugno del 1991 Franco Fortini registra per Radio3 una serie di conversazioni con Donatello Santarone attorno ai padri della nostra letteratura: Dante, Tasso, Leopardi, Manzoni e Pascoli. Ne nasce un dialogo intenso e attuale, nel quale il pensiero di Fortini, in un continuo scambio dialettico con Santarone, fa stridere passato e presente nel tentativo di prefigurare un futuro attraverso quella tradizione letteraria così a lungo frequentata come critico e come poeta. Un “classicismo inquieto” e mai appagato, sensibile alle fratture storico-espressive del Novecento e capace di indagare senza timori il senso contraddittorio della funzione poetica, oscillando (per riprendere un verso di Saba) fra le “rose” e l’“abisso”. Un testo imprescindibile di uno dei più acuti intellettuali del nostro paese.


 

Georges Navel - LAVORI - Bordeaux


Georges Navel
LAVORI
Romanzo proletario
Bordeaux Edizioni
Collana Biblioteca
aprile 2024
pp.144, Euro 22
ISBN 979-12-5963-201-2

 
 
Pubblicato nel 1945, Lavori è diventato subito un classico della letteratura operaia internazionale e non solo. Attraverso venticinque capitoli autobiografici Georges Navel riproduce la provvisorietà delle condizioni lavorative della Francia postbellica e le difficoltà dei salariati dell’epoca a relazionarsi con un mondo in lenta ricostruzione. Accostato spesso a Gor’kij per la scrittura in perfetto equilibrio fra evocazione e descrizione, tensione e dettaglio, desiderio e realtà, Navel testimonia l’orgoglio d’appartenenza alla classe operaia, quella divorata dalla stessa angoscia «dei vagabondi in cerca di riparo al calar del sole, o dei contadini quando persiste la siccità in primavera». È sempre attraverso le sue mansioni che Navel stabilisce con oggetti, persone e pensieri una relazione unica e personale, finalizzata all’elaborazione di un vera e propria filosofia della libertà. Ecco perché, come ha scritto Jean Giono, quella di Navel «è l’opera di un eroe greco: le Opere e i giorni di un Esiodo sindacalista». 

mercoledì 10 aprile 2024

Il Libro dei versi di Arrigo Boito la presentazione della nuova edizione critica a cura di Emanuele d’Angelo, nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice


Arrigo Boito
IL LIBRO DEI VERSI
a cura di Emanuele d'Angelo
Fondazione Giorgio Cini
Edizione Nazionale delle opere di Arrigo Boito, vol.1
Leo S. Olschki, 2023
pp. LXIV + 210 con 11 figure bn f.t.
Euro 28
ISBN 9788822269089



La nuova edizione critica del Libro dei versi di Arrigo Boito, a cura di Emanuele d’Angelo (Leo S. Olschki, 2023), sarà al centro dell’incontro che si svolgerà mercoledì 10 aprile 2024 ore 18.00 nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice. Il volume sarà illustrato dallo stesso curatore, insieme con il musicologo Michele Girardi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Fortunato Ortombina Sovrintendente e direttore artistico della Fondazione Teatro La Fenice. L’appuntamento – che tra l’altro consentirà al pubblico di avvicinarsi e prepararsi alle rappresentazioni del Mefistofele in scena al Teatro La Fenice dal 12 al 23 aprile 2024 – è a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
            Tra i testi fondamentali della scapigliatura milanese, Il libro dei versi, unica raccolta poetica di Arrigo Boito, contiene poesie-manifesto come Dualismo, A Emilio Praga e A Giovanna Camerana. Silloge breve ma fin troppo complessa e stratificata, volutamente oscura e più volte incompresa, è un raffinato diario degli eccitati anni della giovinezza del colto  e malizioso poeta, , tra icone della modernità, orrido, sensualità peccaminosa, victorhughiani quasimodi delle fantasticherie, in una giostra di morti, macerie, rottami, canto di una bellezza alterata, putrescente, imbruttita, aggressiva, in cui riconoscere una diversa concezione estetica, debitrice di Baudelaire ma anche intimamente dantesca.
            Questa nuova edizione critica, che apre l’Edizione nazionale delle opere di Arrigo Boito, offre per la prima volta, insieme a quello della princeps del 1877 (ripubblicata con modifiche nel 1902), l’inedito testo autografo, che fissa al meglio la poetica ribelle e demolitrice, ironica, stravagante e aspra che ha generato quei versi, composti tra il 1862 e il 1869, nel pieno della militanza scapigliata dell’autore.
            L’Edizione nazionale è stata istituita con DM n. 55 del 7 febbraio 2023 e si pone come naturale prosecuzione del lavoro di studio e ricerca intrapreso nell’ambito del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della scomparsa di Arrigo Boito (1918-2018). Il Comitato scientifico, presieduto da Maria Ida Biggi (Fondazione Giorgio Cini, Università Ca’ Foscari di Venezia), è composto da Emanuele d’Angelo (Accademia di Belle Arti di Bari), Michele Girardi (Università Ca’ Foscari di Venezia), Emilio Sala (Università degli Studi di Milano). Segretario tesoriere è Andrea Erri (Fondazione Teatro La Fenice).
            Emanuele d’Angelo, dottore di ricerca in italianistica, insegna Storia dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Bari. Ottocentista e librettologo, si occupa soprattutto di teatro per musica. Specialista di Boito, è autore, tra l’altro, di Arrigo Boito drammaturgo per musica. Idee, visioni, forma e battaglie (Venezia, 2010) e delle edizioni critiche della prima redazione dell’Ero e Leandro (Bari, 2004), del primo Mefistofele (Venezia, 23013) e del Pier Luigi Farnese (Roma, 2014). 

mercoledì 3 aprile 2024

Tatiana Salem Levy - OSCURA FORESTA - La Nuova Frontiera

 
Tatiana Salem Levy
OSCURA FORESTA
(titolo originale Vista Chinesa, 2021)
traduzione di Annabella Campanozzi
La Nuova Frontiera
collana Liberamente
marzo 2024
pp. 128, Euro 16,50
ISBN 9788883734533

Pensandoci meglio, non è proprio una lettera. È più una testimonianza. Una testimonianza, no. Un testamento. Il testamento che non voglio lasciarvi.”
Rio de Janeiro, 2014: sono giorni di grande speranza ed euforia, con i Mondiali di calcio alle porte e la città nel pieno dei preparativi per le Olimpiadi. Júlia è socia di uno studio di architettura che sta lavorando ad alcuni progetti per il futuro Villaggio Olimpico. Un pomeriggio, prima di una riunione, va a correre nei pressi di Vista Chinesa, un belvedere all’interno della Floresta da Tijuca.
Lì, un uomo le punta una pistola alla testa, la porta in un luogo isolato e la violenta. Anni dopo, la protagonista decide di scrivere una lunga lettera ai figli per dare voce alla sua storia, in cui racconta il dolore e la vergogna, i tentativi della polizia di trovare il criminale in una società in cui basta essere poveri per venire sospettati di stupro, le luci e le ombre di una città la cui bellezza mozzafiato convive con le disparità sociali e l’emarginazione.
Con grande abilità letteraria e scongiurando ogni forma di morbosità, Salem Levy riflette sul tema del superamento del trauma, sul senso di giustizia e sul desiderio di vendetta, per restituirci il percorso vivido e struggente di chi lotta per riprendersi il proprio corpo e la propria storia.

L'incipit
Antonia e Martim, amori miei, mentre voi guardate un cartone animato, io mi domando come cominciare questa lettera. Scrivo, cancello, scrivo di nuovo, mi distraggo osservandovi. Mi vengono in mente così tante cose belle che esito a scavare nel passato. Vostro padre, se sapesse che ho preso la decisione di raccontare quanto mi è successo, direbbe lascia perdere. All’inizio, ho pensato che fosse possibile. Più di lui, più di tutti, considerai l’oblio come l’unica maniera per andare avanti. Passavo le ore inventando strategie per cancellare la realtà dei fatti, come se fossi potuta tornare a essere la stessa Júlia di prima. Ma ci sono cose che, anche dopo essere accadute, continuano ad accadere. Non ti permettono di dimenticare, perché si ripetono tutti i giorni. È per questo che non riesco a togliermi dalla testa che voi sapete. Avete abitato la mia pancia, avete succhiato dai miei seni, fate la doccia con me, vi addormentate tra le mie braccia, ci raggomitoliamo insieme sul divano, dunque voi sapete, come lo so io ogni volta che mi guardo allo specchio. Solo, non conoscete le parole. Ieri mi rigiravo insonne nel letto, chiedendomi, e se morissi senza averglielo detto? In un primo momento ho pensato che sarebbe meglio così. Poi mi sono convinta che, se dovesse succedere, un giorno vi arriverà qualche voce, scoprirete una parte della storia, forse un’altra e poi un’altra ancora, ma mancherà sempre un pezzetto. Mancherà la verità, perché così, come sto per raccontarlo ora, non l’ho mai raccontato a nessuno. Posso immaginare il vostro sconcerto se un giorno leggerete questa lettera. Non sarà facile vedere la propria madre in frantumi. Prima di tutto, voglio che comprendiate una cosa che io stessa ho impiegato molto ad accettare: se a un certo punto sembrerà che sia impazzita, sappiate che nessuno è sincero nella lucidità. Nessuno. Nemmeno vostra madre.
 
Tatiana Salem Levy è nata in Portogallo nel 1979, figlia di brasiliani in esilio durante la dittatura. Ha conseguito un dottorato di ricerca in letteratura e ha raggiunto la fama internazionale con il romanzo La chiave di casa (Prêmio São Paulo de Literatura, finalista al Premio Jabuti).
The Independent la annovera tra i migliori autori dell’attuale letteratura brasiliana. Ha scritto romanzi, saggi e libri per bambini tradotti in numerose lingue.

Mario Natangelo - CENERE - Rizzoli

 
Mario Natangelo
CENERE
Appunti da un lutto
prefazione di Erri De Luca
Rizzoli, collana Life Style
marzo 2024
pp.144 , Euro 24
ISBN 9788891840943


“Ogni volta che ho disegnato una vignetta satirica su qualche disgrazia in cui siano capitati dei morti arrivava sempre il fesso a sbraitare indignato: ‘e se fosse morto un tuo familiare? Ci avresti fatto una vignetta?’. Ecco, adesso posso rispondere a questa domanda e la risposta è questo libro.” Si può scherzare su uno dei lutti più atroci, quello per un genitore? All’indomani della morte della madre, Natangelo – vignettista satirico conosciuto per l’umorismo feroce e spesso al centro di polemiche per i suoi disegni – rivolge le armi dell’ironia verso se stesso e inizia a pubblicare online un diario a fumetti. Disegna, vuole raccontare, prova a condividere il suo dolore una vignetta alla volta, una tavola alla volta. Ne emergono frammenti che viaggiano avanti e indietro nel tempo, un racconto dolce e doloroso, intimo e quotidiano, che – non rinunciando al sarcasmo e alla comicità – analizza la perdita e la mancanza. Intanto, la sua vita lavorativa viene travolta da un grottesco processo politico che si intreccia al dramma personale in una spassosa girandola tragica. “Non c’è niente di più comico dell’infelicità” scriveva Samuel Beckett e in questo racconto Natangelo lo dimostra trasformando la sua infelicità nella più divertente, spietata, tragica delle poesie. E dimostrandoci che, davvero, il riso è la migliore cura per un cuore che sanguina.


Mario Natangelo è nato a Napoli nel dicembre del 1985. Giornalista professionista, esordisce come vignettista satirico nel 2007 con "l'Unità". Disegna ogni giorno per "il Fatto Quotidiano" dal primo numero, nel settembre del 2009, e ha collaborato per diversi anni con "Linus" e "Smemoranda". Considerato il vignettista satirico più caustico in circolazione, ha ricevuto due volte il Premio Internazionale di Satira Politica Forte dei Marmi. Attualmente vive a Roma, dove a volte va in giro con un cane cattivo. Dopo Ora dove sei?, Somewhere in Italy e Ghiaccio, il suo ultimo webcomic è Ultime dalla Terra. Un vignettista in Patagonia, pubblicato su www.natangelo.it.

martedì 2 aprile 2024

Nagareyama Ryūnosuke e Takeda Rintarō - RIBELLI ALLA NORMA - Luni

 
Nagareyama Ryūnosuke e Takeda Rintarō
RIBELLI ALLA NORMA
Traduzione e curatela di Andrea Pancini
Luni Editrice
2024
pp. 128, Euro 17,00
ISBN: 9788879848831


Due prostituti travestiti nell’oscuro Giappone degli anni Trenta, due esistenze ai margini di ciò che è considerato “norma”. A Tokyo l’avvenente ed elegante Aiko, amante della vita di strada della metropoli e degli alti e bassi che può offrire; a Osaka una misteriosa «lei», alla disperata ricerca di un posto in un mondo squallido e segnato dalla povertà. Quale vita affrontavano le persone non conformi alle aspettative di genere in una società come quella giapponese, sull’orlo della Seconda guerra mondiale, sempre più militarizzata e pronta a sacrificare tutto?
Ribelli alla norma raccoglie due storie recentemente riscoperte.
La prima, creata dalla penna di Nagareyama Ryūnosuke nel 1931 è un intimo diario che racconta delle fugaci notti d’amore di studenti, impiegati, operai e vecchi gentiluomini in fuga dalla difficile realtà della depressione economica di Tokyo. La seconda, del 1933, è dello scrittore militante Takeda Rintarō e tratteggia un efficace ritratto di Kamagasaki, quartiere- baraccopoli di Osaka, dove i ricordi di un lontano passato si fondono con le vivide impressioni visive – e olfattive – di un’umanità variegata e tormentata di prostituti e vagabondi in lotta per la sopravvivenza.
Una doppia prospettiva, in grado di trasportare i lettori nella quotidianità incerta di coloro che si trovano a vivere, appunto, come ribelli alla norma, tra luci al neon di caffè, grandi magazzini e teatri di rivista, e la penombra di malconci vicoli.



Nagareyama Ryūnosuke scriveva sotto pseudonimo e la sua identità non è mai stata accertata. La sua unica opera, Ero-guro danshō nikki (1933), fu censurata e ritirata dal commercio appena un giorno dopo la sua pubblicazione.

Takeda Rintarō 
(1904-1946) si fece notare per i libri di denuncia sulle condizioni svantaggiate dei lavoratori delle grandi città come Osaka, dove nacque, e Tokyo.
Aderì all’unico gruppo di romanzieri che osò alzare la voce contro il mondo letterario giapponese per la scarsa coscienza politica mostrata tra gli anni Venti e Trenta, quello dei cosiddetti “scrittori proletari”. In seguito alla repressione del movimento nel 1934, abiurò finendo per trascorrere gli ultimi anni di vita come giornalista di regime in Indonesia. È noto anche per le sue traduzioni in giapponese moderno delle opere di Ihara Saikaku (1642-1693) e per aver rifondato la rivista letteraria Bungakukai nel 1933 assieme, tra gli altri, al premio Nobel Kawabata Yasunari (1899-1972).
 
 
Andrea Pancini
si è laureato in Scienze Storiche e Orientalistiche presso l’Università di Bologna e insegna lingua e storia del Giappone presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia. Oltre alla didattica del giapponese si interessa di storia sociale e di genere.


Alberto Bertoni - UNA CORSA AL TROTTO NON ABOLIRA' L'AZZARDO - Les Flaneurs

 
Alberto Bertoni
UNA CORSA AL TROTTO NON 
ABOLIRA' L'AZZARDO
Les Flaneurs Edizioni
Collana Icone
pp.202, Euro 15
EAN 9791254511725
aprile 2024



Nel contesto storico-sociale di oggi, la poesia è più importante leggerla che scriverla. Più importante ancora sarebbe imparare a leggerla, impresa difficilissima perfino per gli addetti ai lavori: infatti, se ognuno di noi conducesse un vero esame di coscienza, si accorgerebbe che nella suddivisione attuale del tempo quotidiano l’occasione per una lettura piena e davvero concentrata risulta sempre più ristretta e difficile. La lettura infatti è spesso più ostacolata che favorita dalla società nella quale ci si trova anche professionalmente ad agire: a maggior ragione se si svolge il mestiere di insegnante. Questo libro si propone, prendendo le mosse dal processo formativo e dall’esperienza di vita dell’autore, di riequilibrare il rapporto fra lo scrivere e il leggere poesia, entro l’attuale, difficilissima situazione dell’arte, nel mondo contemporaneo.

Alberto Bertoni è nato a Modena nel 1955 e insegna Letteratura italiana contemporanea e Poesia italiana del Novecento nell’Università di Bologna. A lui si devono diversi saggi e volumi di argomento novecentesco. In particolare, conviene ricordare i cinque libri curati per le edizioni del Mulino fra il 1987 e il 2023. Per i “Meridiani” Mondadori ha curato nel 2010 l’edizione dei Romanzi di Alberto Bevilacqua. In poesia è autore fra l’altro dell’Isola dei topi, pubblicato da Einaudi nel 2021 e vincitore del Premio Carducci 2021 e del Premio Pontedilegno 2022.

lunedì 1 aprile 2024

Sergio Trombetta - RUDOLF NUREYEV - Lindau

 
Sergio Trombetta
RUDOLF NUREYEV
prefazione di Carla Fracci
Lindau
luglio 2023
pp. 148, € 16,00
ISBN 9788833539867

 
Rudolf Nureyev non ha bisogno di presentazioni, perché è forse il danzatore più talentuoso e conosciuto di tutti i tempi. Nato in una famiglia umile, contraddistinto da un carattere forte, spesso non facile per chi gli stava intorno, perfezionista nel lavoro, Nureyev è una delle icone inevitabili quando pensiamo al panorama artistico del Novecento. 
In questa biografia agile, che si legge come un romanzo per la scorrevolezza dello stile e le emozioni che lascia filtrare, Sergio Trombetta, penna storica della «Stampa» per quanto riguarda la danza classica e grande conoscitore in particolare della scena russa, traccia un rittratto molto personale, intimo e allo stesso tempo rigoroso di Nureyev, dagli esordi alla fuga in Europa, ai grandi successi come danzatore e come regista, fino alla battaglia contro l'AIDS che lo portò alla morte.
Un libro che trasmette appieno tutto l'amore per la danza del suo protagonista e del suo autore. 

Un estratto
La limousine nera, con i finestrini oscurati, attende in Place Diaghilev, alla «entrée des artistes» dell’Opéra di Parigi. È tardi e il rumore del traffico ancora intenso dei boulevard, che si incrociano davanti alla sontuosa facciata di Palais Garnier, qui giunge attutito. Dalla porta degli artisti esce un uomo stanco, evidentemente malato. Cammina sorretto da due persone che lo aiutano a salire sull’auto. È elegantissimo, porta un frac nero e, gettato su una spalla, uno scialle rosso a decorazioni cachemire. Stona solamente quel ridicolo berretto di lana di diversi colori che gli copre il capo.
Non è mai stato un modello di eleganza Rudolf Nureyev. Ma in questa sera di ottobre del 1992, berrettino a parte, è impeccabile. Così, con il suo perfetto frac nero, magrissimo, il volto scheletrico, gli occhi ancora pieni di fuoco, la bocca atteggiata in un sorriso di ringraziamento che sembra una smorfia di dolore, poche ore prima è apparso sul palcoscenico dell’Opéra. Aiutato da
due ballerini, era venuto a ringraziare il pubblico al termine della Bayadera.
Per uscire dalla quinta e raggiungere il centro del palcoscenico aveva chiesto che calassero il sipario, perché nessuno si accorgesse che non era più in grado di camminare da solo. Quando il velario si era rialzato su quel viso martoriato dalla malattia, su quel corpo che in tempi neanche tanto lontani aveva trionfato proprio in quel tempio della danza, tutto il pubblico si era alzato in piedi e, compatto, si era abbandonato ad un applauso fragoroso, affettuoso, interminabile, durato oltre dieci minuti.
Mentre la limousine si allontana dall’Opéra e scivola per il boulevard verso la Senna, sfinito dalla stanchezza, privo di forze, Nureyev si abbandona al ricordo delle ore appena trascorse. Sa che quella è stata la sua ultima serata, il suo ultimo applauso.
A 54 anni, il grande ballerino, il più grande della danza di questa seconda metà del secolo, è malato. Sino a ora ha voluto tenere nascosta la sua malattia, l’ha negata. Ma tutti sanno e dicono apertamente che è l’Aids la causa del suo stato e che il male ormai non gli concede che poche settimane di vita.
Ufficialmente l’aggravarsi della sua condizione fisica è attribuito ai postumi di una operazione al cuore, subita per curare una pericardite. Una malattia alla cui origine, hanno fatto notare cronisti pettegoli, c’è sempre un’infezione.
Tutti i grandi protagonisti del mondo della danza si sono resi conto che quella avrebbe potuto essere l’ultima occasione di incontrarlo. Danzatori, coreografi, manager, impresari sono venuti a Palais Garnier per dargli un saluto affettuoso, un ultimo bacio sulle guance incavate, per stringergli la mano ancora una volta.
Al primo intervallo è stata una vera processione verso il palco di proscenio dove il grande danzatore se ne sta disteso su una poltrona, il capo coperto dal berretto di lana, il corpo avvolto nello scialle. Il coreografo francese Roland Petit, che con Nureyev in passato aveva avuto dure polemiche, esce dal palco visibilmente commosso. Il direttore del Bol’šoj, Jurij Grigorovič, che un tempo come tutti i sovietici aveva considerato Rudolf un traditore della patria, è venuto da Mosca: lo commuove
il fatto che entrambi, a poche settimane di distanza, abbiano messo in scena lo stesso balletto, Bayadera, lui a Mosca e Rudy a Parigi. Anthony Dowell, un tempo ballerino di grande eleganza e bellezza e oggi, capelli grigi e viso ancora nobile, direttore del Royal Ballet, esce dal palco mantenendo un imperturbabile «aplomb». Poi si fanno avanti Carolyn Carlson, Marika Besobrasova, Patrick Dupond allora direttore dell’Opéra.


Sergio Trombetta è nato a Torino. Laureato in Giurisprudenza e Letteratura russa, ha svolto la propria attività nel settore della cultura, sviluppando presto uno specifico interesse verso il mondo della danza, soprattutto russa e sovietica. Ha scritto sia di danza che contemporanea per i principali teatri italiani. Collabora da tempo con «La Stampa» e «Danza&Danza».