giovedì 8 settembre 2022

a cura di Gian Piero De Bellis - LIBERTARIA (vol.1) - D Editore

 

a cura di Gian Piero De Bellis
LIBERTARIA
Una antologia scomoda - vol. 1
D Editore
pp. 585, aprile 2021, Euro 23,90
ISBN 978-8894830644



Il libro

Molti hanno dell’anarchia una idea assai superficiale, se non del tutto distorta. La propaganda martellante da parte dello Stato, e l’approccio passionale e irrazionale di molti auto-proclamati anarchici, hanno minato alla base l’anarchia come concezione e come pratica. Oggi, in una fase storica di profonda crisi dello Stato territoriale, è tempo di riportare alla luce alcuni scritti che, nonostante il passare del tempo, mantengono una freschezza e una lucidità straordinarie, e che per questo costituiranno forse motivo di disturbo per molti anarchici tradizionalisti e anti-anarchici viscerali.

Libertaria è il più ambizioso progetto antologico mai portato avanti sul tema dell’anarchia. I trecento saggi contenuti in questa collezione di cinque volumi mostrano non solo che la concezione e la pratica anarchica sono attualmente più che mai valide, ma ci offrono anche la possibilità di riflettere sulla crisi e sulla degenerazione di un potere dominante che non ha più ragione di essere.


Indice del primo volume:

Introduzione

Documenti

1 – (1871) La Circolare di Sonvilier

2 – (1872) Il Congresso dell’Internazionale Anti-autoritaria (Saint-Imier)

3 – (1883) Dichiarazione degli anarchici davanti al tribunale correzionale di Lyon

4 – (1898) Manifesto sull’educazione integrale

5 – (1915) Manifesto dell’Internazionale Anarchica contro la guerra

Anarchia

6 – (1884) Charlotte Wilson, Anarchia

7 – (1884) Henry Appleton, Anarchia, vera e falsa

8 – (1890) Fernando Tarrida del Mármol, L’anarchia senza aggettivi

9 – (1891) Errico Malatesta, L’anarchia

10 – (1894) Henry Seymour, Le due concezioni anarchiche

11 – (1894) Elisée Reclus, L’anarchia

12 – (1903) Ricardo Mella, L’anarchia nascente

13 – (1904) Joseph Labadie, Anarchia: che cosa è e che cosa non è

14 – (1905) Pëtr Kropotkin, La concezione anarchica

15 – (1905-1910 circa) Lucy Parsons, I principi dell’anarchia

16 – (1910) Emma Goldman, Anarchia: cosa significa e cosa propone davvero

17 – (1918) A.L. e V. L. Gordin, Il Manifesto della Pan-Anarchia

18 – (1923) E. Armand, L’anarchia

19 – (1929) Alexander Berkman, Sull’anarchia

20 – (1938) Rudolf Rocker, Anarchia: propositi e scopi

21 – (1951) Frank Lloyd Wright, Sull’anarchia

22 – (1969) Diego Abad de Santillán, Appunti per una problematica dell’anarchia

23 – (1972) Paul Goodman, Anarchia come Autonomia

24 – (1986) Sam Dolgoff, Fraintendimenti sull’anarchia

Anarchici

25 – (1892) Benjamin Tucker, Perché sono un anarchico

26 – (1896) Louise Michel, Perché sono una anarchica

27 – (1900) Lev Tolstoj, Che cosa ciascuno dovrebbe fare

28 – (1903) Voltairine de Cleyre, Il processo formativo di una anarchica

29 – (1904) Steven T. Byington, Iniziamo a realizzare l’anarchia, adesso

30 – (1911) Anselmo Lorenzo, Anarchici, Anarchia e Anarchismo

31 – (1911) E. Armand, Essere anarchici

32 – (1920) Sébastien Faure, Gli anarchici

33 – (1928) Sébastien Faure, La sintesi anarchica

34 – (1934) Voline, La sintesi anarchica

35 – (1935) Camillo Berneri, Il cretinismo anarchico

36 – (1937) Emmanuel Mounier, Gli anarchici contro il centralismo e l’autoritarismo

37 – (1943) Isabel Paterson, L’operatore umanitario con la ghigliottina

38 – (1962) Louis Lecoin, Ai nuovi giovani anarchici

39 – (1966) Paul Goodman, Varietà e attualità degli anarchici

40 – (1972) Amedeo Bertolo, Anarchici … e orgogliosi di esserlo

41 – (1985) Bob Black, Gli “anarchici” come ostacolo per l’anarchia

42 – (2000) David Graeber, Sei un anarchico? La risposta potrebbe sorprenderti

Individualismo – Mutualismo – Collettivismo – Comunismo

43 – (1864) Pierre-Joseph Proudhon, Comunismo e Mutualismo

44 – (1871) Mikhail Bakunin, Contro l’individualismo, per il collettivismo

45 – (1886) Benjamin Tucker, Socialismo di stato e Anarchia. Convergenze e divergenze

46 – (1889) Élisée Reclus, Perché siamo anarchici comunisti?

47 – (1891) Rosa Slobodinsky e Voltairine de Cleyre, Dialogo tra una individualista e una comunista

48 – (1892) Voltairine de Cleyre, Uno sguardo al comunismo

49 – (1895) Gustav Landauer, Anarchia – Socialismo

50 – (1900) Ricardo Mella, La libera cooperazione

51 – (1901) Pëtr Kropotkin, Comunismo e Anarchia

52 – (1902) Pëtr Kropotkin, Dall’individualismo alle individualità

53 – (1910) Manuel Devaldès, Sull’individualismo e le libere associazioni

54 – (1914) Max Nettlau, Anarchia: comunista o individualista? Entrambe

55 – (1926) Errico Malatesta, Comunismo e individualismo

56 – (1927) Clarence Lee Swartz, La pratica del mutualismo

57 – (1940) Emma Goldman, Il posto dell’individuo nella società

 

L'autore

Gian Piero de Bellis gestisce il centro di Documentazione e Ricerca "World Wide Wisdom" a Saint-Imier, nel Jura bernese, il cui sito è: http://www.wwwisdom.net.
Per D Editore ha curato la pubblicazione di "Panarchia" e del progetto "Libertaria.

mercoledì 7 settembre 2022

Gabriella Giannachi - ARCHIVIARE TUTTO - Treccani


Gabriella Giannachi
ARCHIVIARE TUTTO
Una mappatura del quotidiano
(Archive Everything: Mapping the Everyday, 2016)
traduzione di Elisa Dalgo e Flavio Iannelli
Treccani, collana Visioni
pp. 376, settembre 2021, Euro 25
ISBN 9788812009268



Il libro

Tradizionalmente corpus di documenti o sito fisico per la loro conservazione, l’archivio si è evoluto nel corso dei secoli avvalendosi dei continui progressi tecnologici, fino a comprendere una straordinaria molteplicità di piattaforme di visualizzazione per riprodurre il passato, catturare il presente e mappare la nostra presenza: opere d’arte, installazioni, musei, social media. Considerando l’archivio sostanzialmente come un laboratorio di memoria, Gabriella Giannachi ripercorre in queste pagine densissime la storia di pratiche di archiviazione di varia origine, giungendo fino ai più sofisticati archivi digitali di oggi e prendendo in esame una incredibile quantità di emblematici casi studio. Spaziando tra arte, archeologia, antropologia, studi postcoloniali, sottolinea l’importanza dell’archiviazione partecipativa, cita Andy Warhol e Ant Farm, analizza l’estetica dei database e la trasmissione del sapere attraverso il corpo nella performance e nella bioarte, mostrando come l’archivio si sia trasformato in uno strumento globale di produzione, conservazione e circolazione della conoscenza.



L'autrice

Gabriella Giannachi è professoressa di Performance e New Media e direttrice del Centre for Intermedia and Creative Technologies alla University of Exeter. Ha sviluppato progetti per musei, istituti, biblioteche e gallerie d’arte e pubblicato moltissimi articoli e saggi, tra i quali ricordiamo Virtual Theatres: An Introduction (Routledge, 2004), The Politics of New Media Theatre (Routledge, 2007), Performing Mixed Reality (con Steve Benford, Mit Press, 2011), Histories of Performance Documentation: Museum, Artistic and Scholarly Practices, (con Jonah Westerman, Routledge, 2017).

Lafcadio Hearn - SPIGOLATURE NEI CAMPI DI BUDDHA - O barra O

 

Lafcadio Hearn
SPIGOLATURE NEI CAMPI DI BUDDHA
Giappone, cultura e spiritualità
(Gleanings in Buddha-Fields: Studies of Hand and Soul in the Far East, 1897)
traduzione di Alessandro Giarda
O barra O edizioni,
collana Saggi Occidente_Oriente
pp. 208, 2022, Euro 16
ISBN 978-88-6968-116-5



Il libro

Pubblicato in origine nel 1897 e riproposto ora in una nuova traduzione, Spigolature nei campi di Buddha raccoglie undici scritti in cui Lafcadio Hearn, spaziando con disinvoltura tra diversi generi e temi, penetra la cultura popolare, la sensibilità estetica e la spiritualità del Giappone, Paese nel quale ha trovato una patria d’adozione.
Il buddhismo con i suoi influssi su ogni aspetto della vita giapponese è il filo conduttore del libro che, attingendo dal patrimonio folclorico e religioso locale, affronta concetti quali il Nirvana, il Karma, le preesistenze e le rinascite successive, ponendoli in un appassionato dialogo con le esperienze personali dell’autore e con il pensiero filosofico e scientifico occidentale dell’epoca.
Agli aspetti teorici si affiancano spunti di riflessione sulla rappresentazione dei volti nelle stampe 
Ukiyo-e, sulle canzoni di strada e sugli interni delle case, insieme a pagine più descrittive in cui Hearn, con raffinato stile impressionistico, racconta i viaggi a Kyōto e Ōsaka, trasportandoci tra i quartieri, i templi, le feste e gli stili di vita delle due città che in quel momento erano rispettivamente l’emblema della tradizione e della modernità del Giappone.



L'autore

Lafcadio Hearn (Lèucade, isole Ionie, 1850 – Tōkyō, 1904), scrittore e giornalista di origine greco-irlandese. A 19 anni si trasferì negli Stati Uniti. Dopo un primo periodo in cui visse in totale povertà, intraprese la carriera giornalistica, dapprima a Cincinnati, poi a New Orleans. Nel 1887 fu inviato come corrispondente nelle Indie Occidentali e nel 1890 si trasferì in Giappone. Qui sposò Setsu Koizumi, figlia di una famiglia di samurai, e nel 1896 prese la cittadinanza giapponese assumendo il nome di Yakumo Koizumi. Imparò la lingua, si convertì al buddhismo e divenne professore di letteratura inglese all’Università Imperiale di Tōkyō. I suoi numerosi scritti e racconti, ricavati dallo studio e dalla rielaborazione dei materiali folclorici locali, hanno fornito un fondamentale contributo alla diffusione e alla conoscenza della cultura giapponese in Occidente. Tra i suoi libri ricordiamo: Kokoro. Il cuore della vita giapponese (Luni editrice), Giappone (Ibis), Ombre giapponesi (Adelphi) e Fiabe giapponesi (Lindau). Ancor oggi in Giappone Hearn gode di grande stima e popolarità.


Kader Abdolah - IL FARAONE D'OLANDA - Iperborea

 



Kader Abdolah
IL FARAONE D'OLANDA
(Farao van de Vliet, 2019)
traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo
Iperborea, Gli Iperborei 355
pp. 288, settembre 2022, Euro 17,50
ISBN 9788870916553



Il libro

L’egittologo olandese Herman Raven sta perdendo la memoria. Di una vita intera scandita da grandi imprese archeologiche ricorda solo un segreto: nella sua cantina, decorata ad arte come una tomba faraonica, nasconde un antico e inestimabile sarcofago, contenente la mummia della regina Merneith, che fu l’eletta di Thoth, il dio egizio della scrittura e della sapienza. Da anni Herman se ne prende cura amorevolmente insieme all’amico Abdolkarim, figlio di un restauratore di libri antichi del Cairo ed ex operaio in una ditta di lavatrici all’Aia, che nella sua casetta olandese sul canale ha ricreato un tipico orto del Nilo. Ma tutto ha una fine, «tutto torna al luogo da dove è venuto», così Abdolkarim desidera ora tornare «a casa», e se riuscirà a riportare in Egitto anche la regina Merneith potrà dare un senso e un valore al suo destino di emigrato, senza sentirsi sconfitto. È questa la missione che i due vecchi idealisti, minacciati in sogno dai coccodrilli del Nilo, devono compiere a ogni costo prima di morire, sfidando le autorità, chi vorrebbe trarre profitto dal prezioso reperto e chi lo considera un falso, una folle invenzione, il capriccio infantile di due confuse menti senili. Del resto qual è la verità quando la memoria ci tradisce? E conta di più la realtà o una fantasia che dia luce e scopo ai nostri giorni? Da rifugiato che non sa se potrà mai rivedere la sua terra d’origine, Kader Abdolah racconta attraverso le avventure di due eroi al crepuscolo della vita una storia piena di humor e nostalgia sul diritto al «ritorno» – ritorno alla libertà dell’infanzia, ritorno alle proprie radici – per portare a compimento un’esistenza.



L'autore

Kader Abdolah, nato in Iran nel 1954, perseguitato dal regime dello scià e poi da quello di Khomeini, rifugiato politico in Olanda dal 1988, è diventato uno dei più importanti scrittori di questo Paese, costantemente nella lista dei best-seller. Con Scrittura cuneiforme conquista il pubblico internazionale. La casa della moschea, votato dai lettori olandesi come la seconda migliore opera mai scritta nella loro lingua, è Premio Grinzane Cavour 2009. Tutti suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Iperborea.

martedì 6 settembre 2022

Marcial Gala - CHIAMATEMI CASSANDRA - Sellerio

 

Marcial Gala
CHIAMATEMI CASSANDRA
(llàmenme Casandra, 2018)
traduzione di Giulia Zavagna
Sellerio, Il Contesto
pp. 236, 2022, Euro 16
ISBN 9788838944093


Il libro

Rauli è un ragazzino di dieci anni che vive in un mondo decisamente ostile. Adora leggere, ha un amore sfrenato per i miti greci, conosce perfettamente l’Iliade, ma a Cuba tra gli anni Settanta e Ottanta questo connubio di passioni fa di lui un bersaglio di derisione e disprezzo. La sua intelligenza e il suo temperamento, così lontano dal machismo che prescrive ruoli e comportamenti, gli rendono la vita difficile con i compagni di scuola, con il padre che non lo capisce, con il fratello maggiore che spesso è violento.
Non solo si riconosce diverso, Rauli, ma è convinto di essere la reincarnazione della profetessa Cassandra, figlia di Priamo re di Troia, a cui il dio Apollo ha donato la facoltà della preveggenza. Come lei, da quando è piccolo avverte il futuro e il de-stino delle persone che gli stanno intorno, ma se li svelasse nessuno gli crederebbe. Ha visto, o ha solo creduto di vedere, quando moriranno il padre, la madre, il fratello. Sa, o crede di sapere, che lui stesso morirà a diciannove anni, nell’esercito cubano inviato in Angola. Per le persone che gli stanno attorno Rauli è un camaleonte che si può trasformare a piacere. La madre lo veste come la sorella scomparsa, il suo capitano lo paragona alla moglie lontana, i soldati del reggimento lo chiamano tutti Marilyn Monroe. Lui si sente Cassandra.
Muovendosi tra l’infanzia e l’adolescenza di Rauli nella città di Cienfuegos, tra i campi di battaglia in Angola e le spiagge dell’antica Troia, questo è il romanzo di un personaggio che scopre la voracità della bellezza e la brama della fantasia, e da questa fame può essere salvato o distrutto. È la ricerca di un desiderio di libertà, la libertà di scoprire se stessi e diventare quello che davvero si vuole essere, contro ogni destino già segnato. È una storia in cui la forza dell’immaginazione è capace di rompere le gabbie che si celano nello sguardo degli altri, e di creare una voce con il potere di raccontarsi fino in fondo. È un romanzo antico e modernissimo, al confine tra il vecchio mondo e un mondo che si accinge a nascere.


L'autore

Marcial Gala è nato a L’Avana nel 1965. Poeta, romanziere e architetto, oltre a Chiamatemi Cassandra ha scritto i romanzi RocanrolLa Catedral de los Negros e Sentada en su verde limón, tradotti in molti paesi del mondo. Vive tra Buenos Aires e Cienfuegos

Lidia Yuknavitch - LA CRONOLOGIA DELL'ACQUA - Nottetempo

Lidia Yuknavitch
LA CRONOLOGIA DELL'ACQUA
(The Chronology of Water, 2011)
traduzione di Alessandra Castellazzi
Nottetempo
pp. 336, maggio 2022, Euro 17
ISBN 9788874529582


Il libro

Il nuoto, il corpo che si perde e si ritrova nell’acqua, e la letteratura, il desiderio di scrivere senza compromessi, sono le uniche due certezze di Lidia. La cronologia dell’acqua è così la storia di una vita che “non segue alcun ordine. Gli avvenimenti non rispondono al rapporto di causa ed effetto come vorremmo. È tutta una serie di frammenti e ripetizioni e trame,” perché “questo condividono il linguaggio e l’acqua”. Tutto scorre, nelle parole come nelle corsie di una piscina, in questo romanzo che rinnova radicalmente la tradizione del memoir, raccontando senza ipocrisie il genere, la sessualità, l’abuso, l’elaborazione del lutto, il superamento della sofferenza. Lidia cresce con un padre violento e una madre incapace di proteggerla, in una famiglia che la condizionerà anche quando, proprio grazie a una borsa di studio per il nuoto, riuscirà ad allontanarsi. Colpita da una perdita straziante, si trova a fare i conti con un dolore estremo: Lidia reagisce, sbaglia, cerca nell’alcol e nel sesso una via di fuga, tocca il fondo, reagisce ancora, riprende a nuotare. Dentro la muove un desiderio di vita e di creazione – e attraverso incontri decisivi con autori come Ken Kesey e Kathy Acker prende forma il suo cammino di scrittrice. Il viaggio che Lidia affronta, e nel quale trascina con passione e levità struggente il lettore, è un viaggio di dipendenza e autodistruzione, e poi di sopravvivenza. Un viaggio che trova una conciliazione finale in un amore sincero, in un figlio che nuota felice anche se malissimo, e in un libro, questo, che testimonia una nuova profonda consapevolezza di sé nel proprio mondo.





L'incipit

Il giorno in cui mia figlia nacque morta, dopo aver stretto il futuro rosa dalle labbra di bocciolo tra le mie braccia tremanti, tenera inanimata, e aver ricoperto di baci e lacrime il suo volto, dopo che ebbero passato la mia defunta bambina a mia sorella che la baciò, poi al mio primo marito che la baciò, poi a mia madre che non sopportò di tenerla, dopo che l’ebbero portata fuori dalla mia stanza d’ospedale, minuscola cosetta inanimata in fasce, l’infermiera mi diede dei tranquillanti e una saponetta e una spugna. Mi accompagnò in una doccia speciale. La doccia aveva un sedile e il getto scendeva leggero, caldo. Disse: è una bella sensazione, vero. L’acqua. Disse: sanguini ancora un po’. Lascia scorrere. Lacerata dalla vagina al retto, ricucita. Acqua su un corpo. Mi sedetti sullo sgabello e chiusi la tenda di plastica. La sentivo canticchiare. Sanguinai, piansi, pisciai, vomitai. Diventai acqua. Alla fine dovette rientrare “per evitare che annegassi”. Era una battuta. Mi fece sorridere. Le piccole tragedie sono complicate da processare. Si ingrossano e sguazzano tra le grandi doline del cervello. È difficile sapere cosa pensare di una vita quando ci sei immersa fino alle ginocchia. Vuoi tirartene fuori, vuoi spiegare che dev’esserci un errore. Tu sei la nuotatrice, dopotutto. Poi vedi le onde abbattersi irregolari, travolgere tutti, scaraventarli come tante testoline galleggianti ovunque e non puoi che ridere tra i singhiozzi di quelle stupide teste di boa. La risata può riscuoterti dal delirio del lutto. Quando scoprimmo che la vita dentro di me era morta, dissero che il parto vaginale era comunque la soluzione migliore. Avrebbe mantenuto, per quanto possibile, il mio corpo sano e forte per il futuro. Il mio grembo, il mio utero, il mio canale vaginale. Siccome ero stordita dal lutto, feci come dicevano. Il travaglio durò trentotto ore. Quando il feto non si muove, il processo normale è rallentato. Niente muoveva mia figlia là dentro. Né ore e ore di flebo di Pitocin. Né il mio primo marito che si addormentò durante il suo turno al mio capezzale – né mia sorella che, entrando, ci mancò poco lo sbattesse fuori per i capelli. Al clou ero seduta sul bordo del letto, mia sorella mi teneva le spalle e mi trascinava nel suo corpo a ogni fitta di dolore dicendo: “Sì, respira”. Sentii una forza che non ritrovai mai più in lei. Sentii l’ondata di forza materna di mia sorella. Un simile dolore protratto a lungo è estenuante. Nemmeno venticinque anni di nuoto bastarono al mio corpo. Quando infine arrivò, pesciolina morta, me l’appoggiarono sul petto proprio come una bambina viva.


L'autrice

Lidia Yuknavitch ha insegnato Scrittura creativa, Letteratura e Studi femminili alla Eastern Oregon University. In italiano sono stati pubblicati i suoi due romanzi Dora (Indiana, 2011) e Il libro di Joan (Einaudi, 2019). Con La cronologia dell’acqua ha raccolto negli anni un successo di culto, conquistando sempre più lettori e lettrici in molti paesi.

lunedì 5 settembre 2022

Diamela Eltit in Italia

 



Dal 9 al 14settembre il tour italiano di una delle voci più significative del panorama letterario latinoamericano


- 9 settembre ore 21:15 Mantova Festivaletteratura con Lella Costa

(Basilica Palatina di Santa Barbara);

- 11 settembre ore 17:30 Monza

Elsa Libreria Creativa con Ana María González Luna, Laura Scarabelli e Paola Zoppi;

- 12 settembre ore 19:00 Milano

Libreria Del Convegno con Emilia Perassi e Laura Pezzino;

- 13 settembre Università degli Studi di Milano con Laura Scarabelli;

- 14 settembre ore 18:00 Roma

IILA - Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana con Laura Scarabelli e Vittorio Giacopini;


Il tour è organizzato da: Ambasciata cilena in Italia, Polidoro Editore, gran vía edizioni e Mimesis Edizioni;

In collaborazione con: Festivaletteratura, Elsa Libreria Creativa, Libreria del Convegno di Milano, Università degli Studi di Milano, IILA, Segreteria Culturale IILA

Federico Campbell - LA MEMORIA DI SCIASCIA - Krillbooks

 

Federico Campbell
LA MEMORIA DI SCIASCIA
(A Constellation of Vital Phenomena, 2013)
a cura di Elena Trapanese
editor Margherita Macrì
Krillbooks, collana Shibuya
pp. 294, 2022, Euro 22
ISBN 9788894477740




Il libro

A cento anni dalla nascita di Leonardo Sciascia, la sua letteratura civile non ci ha mai abbandonato. È riuscita a oltrepassare i confini della penisola, e addirittura l’Atlantico, trovando un luogo speciale tra le pagine dello scrittore Federico Campbell. «Sin dall’inizio Sciascia mi sembrò un autore messicano che scriveva sul Messico senza essere mai stato in Messico», rivelerà in un’intervista.

Come preannuncia il titolo del libro, La memoria di Sciascia è un invito alla rilettura in chiave italo-messicana, e al ricordo di Leonardo Sciascia. Campbell ci offre il racconto di un incontro, letterario e reale, un interessantissimo dialogo con i temi e le scelte formali dell’opera sciasciana, e con il mare colore del vino della Sicilia. Ma non solo: ci invita anche a riflettere sull’importanza della memoria all’interno della produzione sciasciana, intesa come strumento per raccontare le ingiustizie, per non dimenticarle. Ed è proprio il filo rosso della memoria a unire e avvicinare Sciascia e Campbell in questo libro, scritto – direbbe il maestro siciliano – «a futura memoria».

Pubblicato per la prima volta nel 2014 da Associazione Ipermedium libri, La memoria di Sciascia viene riproposto con un intervento inedito di Carmen Gaitán, vedova dell’autore, Direttrice del Museo Nacional de Arte (MUNAL) di Città del Messico.



Gli autori

FEDERICO CAMPBELL (Tijuana 1941- Città del Messico 2014), scrittore e giornalista, è stato una figura emblematica della vita culturale messicana degli ultimi decenni. Dopo aver realizzato studi (inconclusi) in diritto e filosofia presso la UNAM (Universidad Nacional Autónoma de México), ha partecipato nel Sistema Nacional de Creadores e ricevuto numerosi riconoscimenti: tra di essi, la borsa di studio J.S. Guggenheim el il Premio di Narrativa Colima, concessogli dall’Instituto Nacional de Bellas Artes e dall’Università di Colima. Come giornalista, ha scritto per oltre trent’anni in importanti riviste del paese, quali Milenio, ed  è stato un pioniere in Messico nelle indagini tra mafia e potere. Seguendo il modello del Diario in pubblico di Elio Vittorini, ha creato due colonne giornalistiche, “Mascara Negra” e “La hora del lobo”, evidenti esempi –secondo lo scrittore Vicente Alfonso– “di come nell’esercizio del giornalismo può forgiarsi la migliore letteratura”. Ha tradotto teatro di Harold Pinter e Leonardo Sciascia e sempre riconosciuto l’importanza che lo scrittore siciliano ha avuto per la sua traiettoria di scrittore. È autore di quattro romanzi –Todo lo de las focas, Pretexta o el cronista enmascarado, Transpeninsular y La clave Morse– di racconti e di numerosi saggi –Post scriptum triste, La inveción del poder, La ficción de la memoria. In Italia, per Ipermedium libri, sono apparse due delle sue opere più significative, Padre e memoria (2011) e La memoria de Sciascia (2014). 

ELENA TRAPANESE (Roma, 1985) è Dottoressa di Ricerca presso l’Universidad Autónoma di Madrid e l’Università degli Studi di Napoli Federico II. È stata Cultrice della materia in Sociologia della conoscenza e Comunicazione e processi culturali presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’ateneo partenopeo e borsista residente della Real Accademia di Spagna a Roma (2017-2018), nonché borsista post-doc presso l’Universidad Nacional Autónoma de México. Le sue ricerche vertono sulle relazioni tra filosofia, letteratura e scienze sociali, in particolare sul mondo iberoamericano e l’esilio spagnolo del 1939. Autrice di saggi ed articoli in lingua italiana e spagnola, ha pubblicato due monografie dedicate all’esule María Zambrano: Memoria e entrañamiento. La parola in María Zambrano (2010) e Sueños, tiempos y destiempos. El exilio romano de María Zambrano (2018). Ha tradotto in italiano La memoria di Sciascia di Federico Campbell ed alcune lettere di María Zambrano a Pablo de Andrés Cobos per la rivista Humanitas. Sue sono le traduzioni in spagnolo del romanzo Ser Ricardo Montero e del racconto “Kafka Kafta” di Gianfranco Pecchinenda.