martedì 27 aprile 2021

David Leavitt - BALLO DI FAMIGLIA - SEM

 

David Leavitt
BALLO DI FAMIGLIA
(Family Dancing. Stories, 1983)
Traduzione di Fabio Cremonesi
SEM
pp. 240, febbraio 2021, Euro 17, brossura


Il libro

Con questo esordio, nel 1984, David Leavitt si afferma poco più che ventenne come scrittore centrale della nuova narrativa americana, testimone di una generazione “scettica e in lutto”, devastata dai divorzi e dalle separazioni, alla disperata ricerca di stabilità e sicurezza. I nove racconti, arricchiti da un testo inedito, da un’introduzione d’autore e dalla nuova traduzione, esplorano emozioni e inquietudini con gli occhi di un giovane saggio e divertente, malinconico ma non sentimentale, con protagonisti in cerca di una felicità perduta che non possono più avere.
Una donna sfrutta la malattia per tenersi legato il marito, una ragazza sceglie una nuova forma di solitudine facendo da compagna a una coppia di amici gay, Mrs Campbell, madre dalla mente illuminata e aperta, scopre quanto sia difficile accettare davvero l’omosessualità di un figlio quando le porta a casa il suo compagno. I membri di una famiglia “allargata”, divisa e ricostruita da molteplici matrimoni, durante una riunione si accorgono di essere indissolubilmente uniti da quegli stessi sentimenti che li hanno separati. Durante la festa del diploma Lynnette piange nel cerchio dei parenti che danzano stringendosi insieme in una intollerabile recita di felicità…
Teneri, spiazzanti, divertenti, questi racconti mettono in scena genitori, figli, figliastri, amici e amanti della middle-class americana degli anni Ottanta, rappresentanti di una generazione delusa, testimoni di conflitti profondi, in lotta per sopravvivere cercando nuove e scintillanti forme di fuga dal senso di vuoto e di precarietà.


L'autore

David Leavitt nato a Pittsburgh nel 1961, è cresciuto in California. Professore di inglese all’Università della Florida, dirige la rivista letteraria “Subtropics”. Tra i suoi romanzi ricordiamo: La lingua perduta delle gruEguali amoriUn luogo dove non sono mai statoMentre l’Inghilterra dorme I due Hotel Francfort. Tutte le sue opere sono in corso di pubblicazione da SEM. L’ultima è Il decoro (2020). 


L'incipit

La madre di Neil, la signora Campbell, è seduta su una sedia a sdraio dietro un tavolo pieghevole fuori dalla cooperativa alimentare. Ogni pochi minuti, man mano che il sole si muove, la donna sposta la sedia e il tavolo di una decina di centietri in modo da restare sempre all'ombra. Fuori ci sono quasi quaranta gradi ed una luce bianca accecante. Ogni volta che qualcuno entra o esce dalla cooperativa, una folata di aria condizionata esce dalle porte automatiche, sollevando polvere dall'asfalto.

Neil è all'interno, appena oltre la soglia, chino su una fontanella, e la osserva. La madre indossa un cappello da sole e una felpa su un competo da tennis; ha le gambe nude, lucide di crema. Di fronte a lei, appoggiato al tavolo, un cartello proclama: MADRI, LOTTATE PER I DIRITTI DEI VOSTRI FIGLI – SOSTENETE UN FUTURO SENZA NUCLEARE.

Alcune donne vestite esattamente come lei le passano accanto, notano il cartello, stanno a sentire la sua breve concione, sfogliano opuscoli, firmano una petizione, non danno mai un centesimo. I suoi occhi affaticati sono nascosti dietro gli occhiali scuri. Nell'epoca di Reagan, ha dichiarato, sostenere la causa della pace e della giustizia è uno sforzo inutile, faticoso e per nulla gratificante; è quindi uno sforzo che solo delle madri possono affrontare. Il sole rimbalza sulla vetrina da cui la sta osservando Neil. Il riflesso del suo volto è allineato con quello di lei.

domenica 25 aprile 2021

Erri De Luca - A GRANDEZZA NATURALE - Feltrinelli

 

Erri De Luca
A GRANDEZZA NATURALE
Feltrinelli
Collana I Narratori
pp. 128, aprile 2021, Euro 13, brossura


Il libro

Ho iniziato queste pagine da un ritratto di Marc Chagall che raffigura suo padre a grandezza naturale, uno a uno. Lo fece a memoria e a distanza.
Tra genitori e figli si apre la frattura di spazio e di tempo. Si allontanano anche abitando sotto lo stesso tetto. Qui passa tra loro la relazione tra due capi della stessa corda.
In matematica esiste una complicata Teoria dei nodi. In narrativa esiste tra genitori e figli l’innumerevole narrativa dei nodi. La più conosciuta, estrema, lega e slega Isacco e Abramo su una cima deserta e desolata.
Da figlio ho praticato lo scioglimento brusco, alla maniera di Alessandro con il nodo di Gordio. Lo aprì con un colpo di spada, che non è la soluzione dell’enigma, ma la sua negazione. Da figlio ho creduto di poter ignorare il vincolo, fare come se i miei fossero degli adottivi occasionali. È stata presunzione da pagare successivamente con il debito a vita.
Si attraversa un’età di rinnegamento degli affetti. Perfino il protagonista dei Vangeli non volle riconoscere in pubblico sua madre. La sua missione comportava l’azzeramento della vita precedente.
Negli atti di libertà presi e tenuti dalla mia generazione politica c’era l’impronta inevitabile dell’ingratitudine.
Nelle tempeste affettive, dentro un bicchiere d’acqua o nell’oceano, non si diventa più grandi né minori di chi ci ha preceduto. Ci si trova alla fine in un ritratto a grandezza naturale.

E.D.L.

Da te, dovevo dirgli, da te ho preso e lasciato, restando figlio tuo, cranio da cranio, libri, vino e montagne.

L'autore

Erri De Luca è nato a Napoli nel 1950. Ha pubblicato con Feltrinelli: Non ora, non qui (1989), Una nuvola come tappeto (1991), Aceto, arcobaleno (1992), In alto a sinistra (1994), Alzaia (1997, 2004), Tu, mio (1998), Tre cavalli (1999), Montedidio (2001), Il contrario di uno (2003), Mestieri all’aria aperta. Pastori e pescatori nell’Antico e nel Nuovo Testamento (con Gennaro Matino; 2004), Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo (2005), In nome della madre (2006), Almeno 5 (con Gennaro Matino; 2008), Il giorno prima della felicità (2009), Il peso della farfalla (2009, ed. illustrata 2020), E disse (2011), I pesci non chiudono gli occhi (2011), Il torto del soldato (2012), La doppia vita dei numeri (2012), Ti sembra il Caso? (con Paolo Sassone-Corsi; 2013), Storia di Irene (2013), La musica provata (2014; il libro nella collana "I Narratori", nella collana "Varia" il dvd del film), La parola contraria (2015), Il più e il meno (2015), il cd La musica insieme (2015; con Stefano Di Battista e Nicky Nicolai), Sulla traccia di Nives (2015), La faccia delle nuvole (2016), La Natura Esposta (2016), Morso di luna nuova. Racconto per voci in tre stanze (2017), Diavoli custodi (2017; con Alessandro Mendini), Pianoterra (2018), Il giro dell'oca (2018), Anni di rame (2019), Impossibile (2019); per la collana “Feltrinelli Comics” L’ora X. Una storia di Lotta Continua (2019; con Paolo Castaldi e Cosimo Damiano Damato) e, nella serie digitale Zoom, Aiuto (2011), Il turno di notte lo fanno le stelle (2012), Il pannello (2012) e Pagine europee (2019). Per i "Classici" dell'Universale Economica ha tradotto l’Esodo, Giona, il Kohèlet, il Libro di Rut, la Vita di Sansone, la Vita di Noè ed Ester; ha curato L'ospite di pietra. L'invito a morte di don Giovanni. Piccola tragedia in versi, di Aleksandr Puškin e Canto del popolo yiddish messo a morte, di Itzhak Katzenelson (2019). Sempre per Feltrinelli ha tradotto e curato L'ultimo capitolo inedito de La famiglia Mushkat. La stazione di Bakhmatch di Isaac B. Singer e Israel J. Singer (2013).

L'incipit

La più severa storia tra padre e figlio si legge nella scrittura sacra. La voce che ha scaraventato Abramo fuori dalla sua terra verso un vagabondaggio senza arrivo torna a visitargli l'ascolto. Stavolta non è all'imperativo secco: “Lekh, lekhà”, vai, vattene, perentorio come un'espulsione. Stavolta è: “Kah na”, prendi, su. Quel “na” è un'esortazione. La divinità vuole verificare se basta anche un invito a scatenare l'obbedienza immediata del suo ascoltatore. Basta. Abramo non percepisce la differenza tra un ordine e un invito. Accetta di eseguire la più snaturata azione, uccidere suo figlio, il solo nato dal lungo amore con sua moglie Sara. Obbedisce sapendo di tradirla, togliendo l'unica benedizione del suo grembo. Gli affetti familiari per lui sono d'intensità minore del fervore dovuto. E' una prova che annienta e lui s'impegna a compierla al meglio delle sue capacità, comprese quelle di dissimulare, fingere, nascondere. La divinità non ha dato istruzioni, limitandosi a stabilire il luogo del sacrificio.

Ted Chiang - RESPIRO - Frassinelli

 

Ted Chiang
RESPIRO
Traduzione di Christian Pastore
Frassinelli
pp. 352, giugno 2019, Euro 18.50, brossura


Il libro

L'universo ha avuto origine da un immenso respiro trattenuto. Perché non si sa, ma quale che ne sia stato il motivo, mi fa davvero piacere sia andata così, se sono vivo lo devo infatti a quel fenomeno. Tutti i miei desideri e le mie riflessioni non sono altro che vortici d'aria generati dalla successiva e graduale espirazione dell'universo. E finché questa grande espirazione non avrà termine, i miei pensieri continueranno a vivere.


Nel racconto che dà il nome alla raccolta, il protagonista è uno scienziato che fa una scoperta impossibile sulla propria esistenza. E chiude proprio con un'esortazione che contiene la poetica dell'autore: «Anche se quando mi leggerai, esploratore, io sarò morto da tempo, mi congedo adesso rivolgendoti un invito: contempla la meraviglia che è l'esistenza e rallegrati di poterlo fare. Mi sento in diritto di dirtelo. Mentre scrivo queste parole, infatti, io sto facendo lo stesso.» In questo uso della fantascienza come contenitore dei sentimenti e dei pensieri umani, Chiang è degno erede di Philip K. Dick. Nelle altre otto storie che compongono la raccolta ci sono sempre personaggi fuori dall'ordinario, che sperimentano la vita in dimensioni diverse dalla nostra. Come nel Mercante e il portale dell'alchimista, il racconto che apre la raccolta, in cui un varco temporale costringe un venditore di stoffe nell'antica Baghdad a fare i conti con i propri errori e gli offre il modo di rimediare. Come in tutte le sue opere, Chiang sfiora la fantascienza immaginando mondi diversi, intelligenze artificiali, forse viaggi nel tempo (sicuramente nella memoria), e in realtà mette sul tavolo temi umanissimi: il valore della vita, l'ineluttabilità, la paura e il dolore della morte, la necessità della memoria, la ricchezza salvifica del sapere, e volere, comunicare.

L'autore

Ted Chiang, pseudonimo di Chiang Fengnan, è uno scrittore statunitense di narrativa fantastico-fantascientifica. Nato a Port Jefferson (1967) nello stato di New York, si è laureato alla Brown University in Informatica. Risiede a Bellevue, vicino Seattle, Washington, dove lavora come technical writer per l'industria del software. Pur non essendo un autore prolifico - ha pubblicato solo 16 racconti e un romanzo breve - Chiang ha vinto una quantità di premi non indifferenti, tra i quali: un Premio Nebula per Torre di Babilonia (Tower of Babylon) nel 1990, il Premio John W. Campbell per miglior nuovo scrittore nel 1992, un Premio Nebula e un Premio Theodore Sturgeon Memorial per Storia della tua vita (Story of Your Life) nel 1998, un Premio Sidewise per Settantadue lettere (Seventy-Two Letters) nel 2000, un Premio Nebula, un Premio Locus e un Premio Hugo per la sua novella L'inferno è l'assenza di Dio (Hell Is the Absence of God) nel 2002, un Premio Nebula e un Premio Hugo per Il mercante e il portale dell'alchimista (The Merchant and the Alchemist's Gate, 2007). Chiang nel 2003 ha rinunciato alla candidatura ad un Premio Hugo del suo racconto breve Il piacere di ciò che vedi: un documentario (Liking What You See: A Documentary), in quanto non pienamente soddisfatto del risultato finale che non riteneva conforme agli standard qualitativi del premio. La rivista scientifica Nature ha pubblicato due suoi brevi racconti nella rubrica Futures: nel numero di giugno 2000 Catching crumbs from the table (pubblicato anche come The Evolution of Human Science nella successiva raccolta Stories of Your Life, and Others) e nel numero di luglio 2005 What's expected of us .

Stories of Your Life, and Others, libro del 2002 che raccoglie i suoi primi 8 racconti, è stato pubblicato nel 2008 in Italia con il titolo Storie della tua vita per le edizioni "Stampa Alternativa & Graffiti". Ted Chiang ha pubblicato nel settembre del 2007 un racconto breve dal titolo Il mercante e il portale dell'alchimista che si è aggiudicato i premi Nebula e Hugo per quell'anno. Nel 2009 il suo racconto successivo, Respiro, il 27 giugno dello stesso anno si è aggiudicato il Premio Locus per la sua categoria, seguito il 10 agosto dal Premio Hugo. Nel luglio 2010 ha pubblicato per la casa editrice Subterranean Press un romanzo breve dal titolo Il ciclo di vita degli oggetti software che dopo essersi aggiudicato il Premio Locus per la categoria gli ha valso il suo quarto Premio Hugo.

Ted Chiang è mancino. Si dichiara ateo. Il suo nome cinese è Chiang Feng-nan (姜峯楠).

sabato 24 aprile 2021

David Szalay - PRIMAVERA - Liberilibri

 

David Szalay
PRIMAVERA
(Spring, 2011)
Traduzione dall'inglese di Anna Rusconi
Liberilibri
pp. 312, marzo 2021, Euro 18, brossura


Il libro

James ha vissuto da protagonista i primi anni Due­mila grazie a una startup d’istantaneo successo che, dopo averlo reso milionario per un breve periodo, altrettanto rapidamente è andata in fumo con la bolla dot.com, e ora vive passando da un lavoro all’altro.
Katherine dopo la laurea e un lavoro nell’editoria fa la receptionist in un grande albergo di lusso so­gnan­do un giorno di poterne aprire uno tutto suo in un luogo esotico.
James e Katherine, ancora giovani ma con buona parte delle loro speranze già alle spalle, si incontrano in una Londra livida e invernale.
Con un linguaggio crudo che è la cifra distintiva del­l’autore, Szalay racconta la vicenda di due persone che nella loro malinconica complessità si fanno spec­chio di un’intera gene­ra­zio­ne in cui ogni rapporto appare effimero.

L'autore

David Szalay (1974), nato a Montreal da madre cana­dese e padre ungherese, è autore di best seller come Tutto quello che è un uomo e Turbolenza. Finalista del Man Booker Prize nel 2016, è considerato uno dei grandi narratori contemporanei di lingua inglese. Dopo aver trascor­so un lungo periodo a Londra, oggi vive a Budapest.

Di David Szalay, Liberilibri ha pubblicato nella collana «Narrativa» Primavera (2021).

Alexander Kluge - L'INCURSIONE AEREA SU HALBERSTADT DELL'8 APRILE 1945 - Meltemi

 

Alexander Kluge
L'INCURSIONE AEREA SU HALBERSTADT DELL'8 APRILE 1945
(Der Luftangriff auf Halberstat am 8. April 1945, 2008)
Traduzione dal tedesco di Anna Ruchat con le studentesse della Civica Scuola Interpreti e Traduttori “Altiero Spinelli” di Milano: Ilaria Antonini, Chiara Bonaiti, Stefania Ceraolo, Beatrice Mereghetti

Meltemi
Collana Biblioteca / Culture Visuali 14
pp. 140, marzo 2019, Euro 14, brossura


Il libro

Alexander Kluge aveva undici anni quando ebbe luogo il bombardamento di Halberstadt, l’8 aprile 1945. Il suo non è un libro di testimonianza, bensì una ricostruzione ironica, distaccata e analitica di quella distruzione. Nella descrizione del disastro Kluge ripesca quel resto di razionalità e fiducia che ancora può rendere comprensibili le circostanze della catastrofe, rompendo così l’anatema del silenzio e mostrando possibili future vie d’uscita. Pubblicato per la prima volta nel 1977 e poi nel 2008 in questa forma accresciuta, L’incursione aerea su Halberstadt dell’8 aprile 1945 ci consegna un tassello fondamentale per scoprire la poliedricità del grande regista e uno sguardo illuminante sul possibile significato degli orrori della guerra.

L'autore

Alexander Kluge, nato a Halberstadt nel 1932, è regista e scrittore. Nel 1962 è stato uno dei firmatari del Manifesto di Oberhausen, che ha dato avvio al Nuovo cinema tedesco. Nel 1968 ha vinto il Leone d’oro alla Biennale di Venezia e nel 2002 l’Orso d’oro alla carriera. Dei molti libri pubblicati in Germania ricordiamo, in italiano, Antico come la luce. Storie del cinema (2016).

L'incipit

(Matinée interrotta al cinema Captol, domenica 8 aprile, proiezione del lungometraggio Ritorno a casa con Paula Wessely e Attila Hörbiger) Il cinema Capitol appartiene alla famiglia Lenz. Direttrice, nonché cassiera, è la cognata, la signora Schrader. Le tavole in legno che rivestono i palchi, la galleria e il parquet della platea sono color avorio, le poltrone di velluto rosso. I rivestimenti delle lampade sono in finta pelle di porco marrone. Alla proiezione è arrivata in marcia una compagnia di soldati dalla caserma Klus. Non appena echeggia il suono del gong, alle 10 in punto, nel cinema cala lentamente il buio (la resistenza speciale inserita nell'interruttore l'ha costruita la signora Schrader con il proiezionista). Per quanto riguarda i film, questo cinema ne ha visti di molto emozionanti, introdotti dal suono del gong, dall'atmosfera della casa, dal lento smorzarsi dei faretti di colore marrone-giallastro, dalla musica iniziale, ecc.

La signora Schrader, scaraventata in un angolo, vide ora, nel punto in cui la galleria destra toccava il soffitto, un pezzo di cielo cinereo: una bomba aveva scoperchiato l'edificio e sfondato il pavimento fino a raggiungere la cantina. La signora Schrader si è voluta sincerare che dopo l'allarme generale la sala e i bagni fossero stati sgomberati completamente. Dietro il muro tagliafuoco della casa vicina, tra le nuvole di fumo, tremolavano le fiamme di un incendio. La devastazione del lato destro del teatro non aveva alcun nesso né logico né drammaturgico con il film in cartellone. Dov'era il proiezionista ? Corse al guardaroba, da dove vide l'atrio di rappresentanza (porte a vento di vetro smerigliato) e i cartelloni, tutto sottosopra. Voleva mettersi a sgomberare le macerie con una pala della protezione antiaerea per lo spettacolo delle quattordici.

venerdì 23 aprile 2021

Gianfranco Perriera - NON HO LA FORZA DI CORRERE - Medinova

 

Gianfranco Perriera
NON HO LA FORZA DI CORRERE
e due altre storie di ordinaria infelicità
Prefazione di Guido Valdini
Medinova
Collana Storie
pp. 84, febbraio 2021, Euro 12, brossura


Il libro

Di scrittura densa eppure scorrevoli in un apparente realismo narrativo, i tre testi sono congegnati come monologhi a più voci ed un solo dialogo. Sospesi in uno spazio-tempo indefinito, il contrasto con la durezza degli avvenimenti vivacemente rivissuti genera uno spaesamento di notevole efficacia drammaturgica.
Non c’è il sangue, ma c’è il suo odore. Perriera usa il monologo interiore in quanto luogo mentale nel quale, con visionarietà quasi cinematografica, riflessione e sperdimento, memoria e realtà, acqua e fuoco, fluttuano dinamicamente come in una coreografia della nudità della coscienza.”


L'autore

Gianfranco Perriera è regista, saggista e autore teatrale.
Dal 1985 ha fatto parte del Teatro Teatés, diretto dal padre Michele. Ha insegnato “Teorie della scena” alla Scuola dei mestieri dello spettacolo del Teatro Biondo di Palermo diretta da Emma Dante.
Collaboratore della rivista “Segno”, ha pubblicato Sparizione e Ritorno (Navarra, 2008) e, con Giuseppe Marsala, Il volume del futuro (Qanat 2013).
Con il Palindromo ha pubblicato il racconto 
Il libro dello scandalo nella raccolta Riflessi a Palermo (2016) e il romanzo L’amore custodito (2017).



Umberto Eco e i libri (da La Repubblica, 23 aprile 2011)

 


Quei 50 mila volumi che non ho mai letto mi regalano la gioia dei futuri godimenti...”

Una biblioteca serve a tenere i libri che non si sono ancora letti. Io, che ho una biblioteca di 50 mila volumi, debbo ancora leggere come minimo 50 mila volumi. Il bello delle biblioteche è che disegnano un futuro di grandi piaceri e deliziose letture. Appena ho letto un libro lo mando all'università per regalarlo agli studenti, anche i miei. Può succedere che qualcuno entrando nella tua biblioteca ti chieda "Li ha letti tutti?". In quel caso bisogna scegliere una risposta stupida. Più è stupida più soddisfa colui che chiede. Quella di Roberto Leydi era: "Ne ho letti molti di più". E l'interlocutore piombava in un abisso di sconforto. La biblioteca è una riserva di sapere a cui si può attingere di continuo. Può capitare che, avendo tenuto un libro non letto per trent'anni, il giorno che lo si prende in mano ci si accorga di averlo già letto. Le spiegazioni possono essere diverse. Per quella occultistica ci sono dei fluidi che passano dal libro alla mano. Poi c'è quella randomica: aver toccato quel libro, anche solo per pulirlo, porta poco a poco ad assorbirlo. Infine c'è una spiegazione più scientifica: in quei tren'anni si son letti altri cento libri, ognuno dei quali faceva riferimento a quello, e alla fine è come se quel libro si fosse letto.

Nella mia biblioteca i libri cambiano di posizione a seconda del mio interesse del momento e ciò ha gettato nella disperazione le mie segretarie che tentavano di mettere ordine. Così se in quel momento ho in mente una certa idea, la 'Divina Commedia' può anche finire vicina a Pellegrino Artusi. Nella mia biblioteca ho libri rarissimi, tra cui vari incunaboli. Il più raro è del 1479 ed è un'etimologia di Isidoro di Siviglia. Possedendo molti libri, gli incidenti sono inevitabili. Può accadere di passare notti e notti a cercare un volume, convinti che abbia la costa gialla per poi accorgersi che invece era verde, e alla fine si è perso un sacco di tempo. La famiglia in questo non aiuta: c'è sempre qualcuno che trovando un libro fuori dagli scaffali lo prende e lo rimette nel posto sbagliato. Così per tutta la vita quel libro non si troverà più.

La Repubblica - 23 aprile 2011


giovedì 22 aprile 2021

Maria Primerano - IL SEGRETO DI PULCINELLA - Helicon

 

Maria Primerano
IL SEGRETO DI PULCINELLA
L'incredibile storia di Leonardo Vinci
Prefazione di Giuseppe Fricelli
Edizioni Helicon
Collana Le Crete
pp. 372, 2021, Euro 18, brossura


Il libro

Un Pulcinella vissuto nel Settecento, dondolandosi a perdigiorno sull’altalena del Tiepolo, ammicca ai presenti, racconta loro storie bellissime e affascina i passanti ricordando l’incredibile storia di Leonardo Vinci il calabrese. E lo fa spaziando tra
piazze e teatri, vagando fra torri e castelli, andando per valli sconfinate, fiumi limacciosi e torrenti vorticosi, percorrendo a piedi nudi lunghe spiagge battute dai Turchi ed estese campagne abbandonate, mentre il signore del luogo, in una Calabria arcaica dove lo ius primae noctis freme e fa paura, compie i suoi gesti efferati in una torre maledetta, la torre di Melissa, che ancora oggi si erge in cima a un dirupo e si affaccia a picco sul mare.

L'autrice

È medico cardiologo presso l’Azienda Ospedaliera di Catanzaro. Pianista classica, si diploma presso il Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria. Giornalista, collabora con il quotidiano «La Gazzetta del Sud», curando le pagine di spettacolo e cultura. Appassionata d’arte, tiene conferenze, concerti, ed è guida all’ascolto delle opere liriche come nel foyer nel teatro di Catanzaro, città  in cui vive. Scrittrice del fortunato libro “L’anello stregato di Mozart Divertissement” Tullio Pironti Editore, vincitore di innumerevoli premi.

L'incipit

Come un nastro di seta lanciato verso l'alto, un nastro armonioso già si sollevava nell'aria, si dispiegava e, dopo essersi aperto sinuoso in un percorso ondulatorio e aver disegnato un'infinità di chiocciole e di arabeschi, rotolava verso il basso, si distendeva con grazia per via della leggerezza e si adagiava pacatamente per terra aspettando di innalzarsi di nuovo. Come la punta di un pennello dipingeva angeli e comete, astri, stelle, fiori e tutte le ricchezze del creato, solcando mari, sfidando onde, chiamando dolcezza e Amore, respingendo affanni e Morte. Sul basso continuo di un clavicembalo una voce, ebbene, restituiva nell'aria, delicatamente, suoni fascinosi, generando e rigenerando con la ricercata melodia estrema bellezza. Una voce sibillina, astrale. Di una grazia incommensurabile e sconfinata. Adatta a un colloquio con le cerchie più alte. Perfetta, mormoravano i presenti, per rivolgersi alle sfere celesti. E tutto ciò nell’esecuzione di un’aria che fin dalle prime battute aveva trascinato tutti nell’estasi. Farfallino, il castrato più ricercato del tempo, sempre un momento di grazia nel mezzo della drammaturgia musicale, cantava quella sera nei panni di Artaserse ed era come Orfeo che piegava al suono della sua lira gli animali e tutta la natura, avendo finanche persuaso con il suo canto le divinità dell’inferno.


martedì 20 aprile 2021

Ocean Vuong - CIELO NOTTURNO CON FORO D'USCITA - La Nave di Teseo

 

Ocean Vuong
CIELO NOTTURNO CON FORO D'USCITA
(Night Sky with Exit Wounds, 2016)
Prefazione di Michael Cunningham
Traduzioni di Damiano Abeni, Moira Egan
testo inglese a fronte
La Nave di Teseo
Collana I Venti
pp. 188, luglio 2017, Euro 25, brossura


Il libro

Il Vietnam dilaniato dalla guerra e dal comunismo; New York – il simbolo dell’America – ferita dalla violenza e dall’intolleranza; l’omosessualità come condizione di diversità ed emarginazione. Trentacinque poesie, ispirate al vissuto di questo giovanissimo autore vietnamita, emigrato in America ancora bambino e celebrato dalla critica come uno dei poeti più rivoluzionari degli ultimi anni.
Ad animare Cielo notturno con fori d’uscita, la sua prima raccolta poetica, è una lingua nuova, di commistione e creazione, in cui l’amore per il classicismo – il mito, l’estetica, l’armonia, la fede nell’ordine e nella simmetria – si fonde con la ricerca di nuove forme, sempre fedeli al verso libero e a un dialogo fra prosa e lirismo sorprendente e vitale.


L'autore

Ocean Vuong è nato in Vietnam nel 1988 e si è trasferito negli Stati Uniti nel 1990. Con la sua raccolta di debutto, Cielo notturno con fori d’uscita, ha vinto nel 2016 il Whiting Award. Ha ricevuto inoltre il Pushcart Prize e altri riconoscimenti da: Poets House, The Elizabeth George Foundation, Fondazione Civitella Ranieri, The Saltonstall Foundation for the Arts e Academy of American Poets. Le sue opere di poesia e narrativa sono state pubblicate sul “New York Times”, “The New Yorker”, “Kenyon Review”, “The Nation”, “New Republic”, “Poetry”, “The American Poetry Review”, che gli ha conferito lo Stanley Kunitz Prize for Younger Poets. Cielo notturno con fori d’uscita è stato tradotto in albanese, arabo, bulgaro, cantonese, francese, hindi, spagnolo e ucraino. Il suo primo romanzo è Brevemente risplendiamo sulla terra (2020).


Ann & Jeff VanderMeer (a cura di) - LE VISIONARIE - Nero Editions

 

Ann & Jeff VanderMeer (a cura di)
LE VISIONARIE
Fantascienza, fantasy e femminismo: un'antologia
(Sisters of the Revolution, 2015)
Traduzioni di Emmanuela Carbé, Marta Maria Casetti, Gaja Cenciarelli, Silvia Costantin, Claudia Durastanti, Livia Franchini, Tiziana Mancinelli. Sara Marzullo, Francesca Matteoni, Oriana Palusci, Lorenza Pieri, Veronica Raimo, Roberta Rambelli, Chiara Reali, Clara Miranda Scherffig, Nicoletta Vallorani, Cristina Verrienti
Nero Editions
Collana Not
pp. 536, febbraio 2018, Euro 25, brossura


Il libro

Le visionarie raccoglie ventinove racconti che tratteggiano i contorni di un mondo di volta in volta futuristico, inquietante, onirico o semplicemente strano. Sono racconti che spaziano dalla fantascienza al fantasy, dall’horror alla weird fiction, scritti da donne che hanno fatto la storia e il presente della narrativa fantastica, e che incrociano gusto per l’invenzione di mondi altri e riflessione femminista. Il risultato è un caleidoscopio di storie immaginarie che, in maniera imprevista e mai ordinaria, legano letteratura di genere e letteratura sul genere.

Tra le visionarie che si alternano in questa antologia, troviamo tanto nomi classici come Ursula K. Le Guin e Angela Carter quanto nuove protagoniste della speculative fiction come Nnedi Okorafor, tanto firme storiche come Octavia E. Butler e Joanna Russ quanto figure inclassificabili come Leonora Carrington, tanto maestre del fantastico come Tanith Lee e Alice Bradley (in arte James Tiptree Jr.) quanto scrittrici ancora poco conosciute in Italia come l’argentina Angelica Gorodischer, la finlandese Leena Krohn e l’indiana Vandana Singh.

A curare l’antologia, la coppia simbolo della rinascita weird anni 2000: Ann e Jeff VanderMeer. La prima, già direttrice della leggendaria rivista Weird Tales; il secondo, autore tra le altre cose della fortunata Trilogia dell’Area X.

L’edizione italiana del libro è stata coordinata da Claudia Durastanti e Veronica Raimo, che per tradurre i diversi racconti hanno chiamato a raccolta un gruppo di autrici, giornaliste e accademiche provenienti sia dal mondo della narrativa di genere che non: Emmanuela Carbé, Marta Maria Casetti, Gaja Cenciarelli, Silvia Costantino, Livia Franchini, Tiziana Mancinelli, Sara Marzullo, Francesca Matteoni, Oriana Palusci, Lorenza Pieri, Chiara Reali, Clara Miranda Scherffig, Nicoletta Vallorani, Cristina Verrienti.



I curatori

Ann VanderMeer ha fondato la casa editrice Buzzcity Press ed è stata direttrice di Weird Tales, la storica rivista americana dedicata all’horror e al fantastico. Per la sua attività di curatrice editoriale, è stata insignita del premio Hugo e del British Fantasy Award.

Jeff VanderMeer è autore della saga fantasy di
Amebergris e della trilogia composta dai romanzi Annientamento (premio Nebula 2014), Autorità e Accettazione, pubblicati in Italia da Einaudi. Assieme a sua moglie Ann, ha curato antologie dedicate allo steampunk e al new weird, corrente di cui è si esponente che teorico principale.

Nash-Marshall Siobhan - I PECCATI DEI PADRI - Guerini e Associati

 

Nash-Marshall Siobhan
I PECCATI DEI PADRI
Negazionismo turco e genocidio armeno
Traduzione di Vittorio Robiato Bendaud e Stephanie Pambakian
Guerini e Associati
Collana Frammenti di un discorso mediorientale
pp. 274, ottobre 2018, Euro 18.50, brossura


Il libro
«I filosofi evitano di parlare di genocidi. Ed è per questo
che I peccati dei padri è un libro di cui molto
si sentiva il bisogno. Un contributo essenziale
nel campo degli studi sul genocidio armeno
».
Taner Akҫam


Nel 1915 il governo dell’Impero Ottomano cominciò a scacciare gli armeni dalle terre dove i loro antenati avevano vissuto da tempi immemorabili. Gli uomini furono uccisi; donne, vecchi e bambini furono deportati nella parte più inospitale del deserto siriano, del tutto inadatta al vivere umano.
Ma la pulizia etnica nell’Armenia occidentale era solo una parte del progetto dei Giovani Turchi per l’intera Anatolia. Lo scopo finale era in realtà di trasformare quelle terre nella «terra avita del popolo turco» (il cosiddetto vatan), un luogo dove la cultura, l’economia e la gente fossero tutti turchi. Questo progetto fu attuato su larga scala in ogni direzione, con impressionante determinazione e violenza.
La Turchia odierna sta ancora cercando di costruire il suo vatan, proseguendo così il genocidio iniziato dai turchi ottomani, e continuando a negare, di fatto, che questo abbia avuto luogo. Coprire un crimine vuol dire prolungarne gli effetti.
In I peccati dei padri Nash-Marshall mette in rapporto l’assoluto disprezzo dei fatti e delle genti, del territorio e della storia che è caratteristica comune sia del genocidio nel 1915 che dell’attuale negazionismo turco, con la vacua sprezzante indifferenza alla realtà fattuale che si diffonde sempre di più nel mondo moderno.


L'autore

Siobhan Nash-Marshall è titolare della Mary T. Clark Chair of Christian Philosophy al Manhattanville College di New York. Autrice di libri e articoli accademici di filosofia teoretica (come il fondamentale testo su Severino Boezio), negli ultimi anni ha dedicato particolare attenzione, con articoli e conferenze in tutto il mondo, allo studio dei genocidi e del negazionismo

Rodrigo Fresán - LA PARTE INVENTATA - LiberAria

 

Rodrigo Fresán
LA PARTE INVENTATA
(La parte inventada, 2014)
Traduzione di Giulia Zavagna
Prefazione di Vanni Santoni
LiberAria
Collana Phileas Fogg 8
pp. 702, ottobre 2019, Euro 25, brossura


Il libro
In un mondo impazzito, dove gli autori non contano più molto, uno scrittore anziano e disilluso tenta di scomparire nel modo più definitivo possibile: viaggiando verso l’Hadron Collider, per fondersi con la particella di Dio e trasformarsi in una divinità onnipresente – quasi un Meta-Scrittore – capace di Riscrivere Tutto, la sua vita, i suoi ricordi. 
Con umorismo pungente e uno stile brillante e ricercato, mescolando romanzo, autofiction e saggio pop, Rodrigo Fresán conduce il lettore in un viaggio fantasmagorico tra le sue ossessioni, in un frenetico tour de force tra genio e follia, famiglie spezzate e realtà parallele, esplorando i temi, a lui cari, dell’infanzia, della perdita e della memoria.

La parte inventata è la nuova, affascinante sfida letteraria della nostra contemporaneità, al pari di Infinite Jest, 2666 e L’arcobaleno della gravità. Dotato di una maestria che ricorda Nabokov, Pynchon, Gaddis e i maestri del postmodernismo, lo scrittore argentino offre al lettore una potente difesa della letteratura, ma soprattutto una celebrazione gioiosa della lettura e della scrittura, e di quelle parti inventate delle nostre vite, le storie che ci raccontiamo per dare forma al mondo. 


I giudizi

«Rodrigo Fresán è uno scrittore meraviglioso».
John Banville

«La parte inventata è un romanzo magnifico, una grande vittoria dell’immaginazione».
Enrique Vila-Matas, El País

L'autore

Rodrigo Fresán (Buenos Aires, 18 luglio 1963) è uno scrittore e giornalista argentino che vive e lavora a Barcellona dal 1999. Giornalista dal 1984, il suo esordio nella narrativa è avvenuto nel 1991 con la raccolta di racconti Historia argentina, bestseller in Argentina. In seguito ha pubblicato 8 romanzi e numerosi racconti presenti in antologie e tradotti in varie lingue e ha trattato temi differenti quali la fantascienza, la guerra sporca, la religione e la sindrome di Peter Pan avvicinandosi alla corrente letteraria denominata McOndo. Nel 2019 è stata pubblicata la prima parte della trilogia romanzesca La parte contada per la collana Phileas Fogg di LiberAria editrice. Ha interpretato se stesso in alcuni programmi televisivi e nel film Martín (Hache) di Adolfo Aristarain.

Elizabeth Hardwick - NOTTI INSONNI - Blackie Edizioni

 

Elizabeth Hardwick
NOTTI INSONNI
(Sleepless Nights, 1979)
Traduzione e postfazione di Claudia Durastanti
Prefazione di Joan Didion
Blackie Edizioni
pp. 176, aprile 2021, Euro 19, cartonato


Il libro

Ubriachi, attori, giocatori d’azzardo, «amore e alcol e tutti i vestiti sul pavimento». La musica di Billie Holiday nei night club, gli incontri erotici e le feste, le delusioni, le amicizie e «le persone che ho sepolto». Da un alberghetto bohémien di Manhattan, una giovane donna scappata dalla casa d’infanzia nel Kentucky osserva New York e il mondo, iniziando a diventare sé stessa attraverso i ricordi, le esperienze, gli incontri che gettano luce sul razzismo, il sessismo, le miserie e le grandezze dell’epoca. Quella giovane donna sarebbe diventata la più influente critica letteraria americana, un’intellettuale capace di plasmare la cultura del suo tempo. "Notti insonni", pubblicato per la prima volta nel 1979, è la storia della sua vita e la storia di un secolo, il Novecento. Un collage di romanzo, memoir, saggio, lettera, poesia e sogno. Un linguaggio in cui perdersi e, infine, ritrovarsi. 


L'autore

Elizabeth Hardwick (Lexington. Kentucky 1916-200) è stata un personaggio di rilievo della vita letteraria e culturale statunitense per quasi mezzo secolo. Insieme al marito, il poeta Robert Lowell, fece parte del gruppo di intellettuali che nel 1963 fondò la New York Review of Books. Tra i suoi amici figuravano scrittori come Mary McCarthy, Elizabeth Bishop, Philip Roth, e personalità di spicco del mondo editoriale come Philip Rahv e Jason Epstein. Nacque in Kentucky, da una famiglia numerosa. Il padre aveva simpatie di sinistra e gestiva una piccola attività come idraulico. Ad alienare Hardwick dall’ambiente letterario sudista contribuì sicuramente il fatto di essere cresciuta in una grande città come Lexington. Dopo essersi laureata all’Università del Kentucky ed essersi specializzata in Inglese, si trasferì a New York per studiare alla Columbia e iniziare la carriera di scrittrice freelance. All’inizio degli anni quaranta scrisse il suo primo romanzo, The Ghostly Lover (1945), che catturò l’attenzione di Rahv, direttore della Partisan Review. Nel 1946 Hardwick incontrò Lowell a una festa nel Greenwich Village. Si sposarono nel 1949. Dalla coppia nacque un’unica figlia, Harriet. Insieme vissero in giro per il mondo: nel Midwest, dove, mentre Lowell insegnava all’Università dell’Iowa, Hardwick assistette a un processo per omicidio, motore narrativo del suo secondo romanzo, The Simple Truth (1959); a Firenze e ad Amsterdam, per qualche soggiorno prolungato; a Boston, dove vivevano i genitori di Lowell, aristocratici; e nel Maine, dove trascorrevano spesso l’estate. Nel 1960 tornarono a New York e si sistemarono in un appartamento sulla 67th. Hardwick insegnò anche scrittura, per ritirarsi poi nel 1985. La sua ultima recensione per la New York Review of Books, su Nathanael West, venne pubblicata nel 2003. La sua biografia di Herman Melville apparve invece nel 2000. Ciò da cui più traeva conforto erano i suoi ricordi e il lavoro, come testimoniano Notti insonni (Sleepless Nights) e Seduction and Betrayal: Women and Literature, entrambi pubblicati in Italia da Blackie Edizioni.

Nicanor Parra - L'ULTIMO SPEGNE LA LUCE - Bompiani

 

Nicanor Parra
L'ULTIMO SPEGNE LA LUCE
(El último apaga la luz, 2017)
a cura di Matteo Lefèvre
testo spagnolo a fronte
Bompiani
Collana Capoversi
pp. 432, settembre 2019, Euro 20, brossura con bandelle


Il libro

Se c’è un poeta latinoamericano che gode di un credito indiscusso per l’originalità, la qualità e l’irriverente costanza del suo impegno letterario, è senz’altro Nicanor Parra. Nei suoi ottant’anni di scrittura questo fondamentale autore cileno ha saputo condurre agli estremi le possibilità della creatività in versi, inaugurando il genere dell’antipoesia e riuscendo a scardinare dall’interno il sistema delle lettere sudamericane grazie a una beffarda, ostinata azione corrosiva. Tradotto da Allen Ginsberg e Lawrence Ferlinghetti, amatissimo dal conterraneo Bolaño, considerato in America “essenziale come Walt Whitman”, vincitore dei principali premi letterari in lingua spagnola, Parra è ancora poco noto al pubblico italiano. La presente antologia, la più ampia mai apparsa in Italia, vuole colmare questa lacuna.


L'autore

Nicanor Parra (1914-2018), dopo l’esordio negli anni trenta, si laureò negli Stati Uniti in meccanica razionale e insegnò all'università di Santiago del Cile. A partire dal 1954 elaborò un’antipoesia venata di umorismo, concisa, che si rifà a metri e linguaggi colloquiali, grazie alla quale divenne in breve tempo una delle maggiori voci della poesia in lingua spagnola. Candidato più volte al premio Nobel, ricevette i più importanti riconoscimenti letterari ispanici, tra cui il premio Cervantes nel 2011 e il Neruda nel 2012.


Rowan Hisayo Buchanan - IL VOLO DELLO STORNO - Codice Edizioni

 

Rowan Hisayo Buchanan
IL VOLO DELLO STORNO
(Starling Days, 2019)
Traduzione di Piernicola D'Ortona
Codice Edizioni
pp. 336, marzo 2021, Euro 21, brossura


Il libro

Mina ha un lavoro che le piace e un marito che la ama, è in buona salute e ha tutta la vita davanti. Perché allora si ritrova in piedi sulla balaustra del George Washington Bridge di New York, di notte, a fissare il fiume nero da cui vorrebbe farsi inghiottire? La possibilità di trasferirsi per qualche mese a Londra insieme al marito Oscar le dà l’occasione di conoscere Phoebe, una blogger attraente e squattrinata che sembra la risposta a tutte le sue domande. In particolare, a quella che assilla Mina fin dall’adolescenza: come si può sopravvivere quando una vocina nel cervello ti mormora di continuo che senza di te il mondo sarebbe migliore? Come le eroine della mitologia che studia e da cui è ossessionata, Mina sarà costretta a fronteggiare un nemico più grande di lei, un dio oscuro che la spingerà fino al confine tra la vita e la morte.

L'autore

Rowan Hisayo Buchanan, crittrice e saggista americana, di padre inglese e madre giapponese. I suoi racconti sono usciti su “Granta”, “Guernica”, “The Guardian” e “The Harvard Review”. Nel 2018 ha curato Go Home!, un’antologia di scrittori asiatico-americani. Innocua come te ha vinto nel 2017 il Betty Trask Award e l’Authors’ Club Best First Novel Award.


L'incipit

Non se l'aspettava che il ponte vibrasse. Era troppo grande per mettersi a tremare. Sopra quel dorso enorme le auto sfrecciavano da New York al New Jersey. Era stato un agosto bollente, sui trentacinque gradi. Un caldo tale da afflosciare le banconote e incollarsi agli spiccioli che passavano da una mano sudaticcia all'altra.

Al calare della sera era arrivato un po' di fresco, ma nei polmoni di Mina l'afa era ancora sospesa in una nebbia rossa. Il vento galoppava sopra l'Hudson, colpendo la città coi suoi zoccoli d'aria. Il ponte si muoveva, i piloni dondolavano, e Mina chiuse gli occhi per sentire meglio il fremito delle sue ossa. Le battevano pure i denti. Il sudore del giorno le tremava in mezzo alle scapole nude. La canotta era troppo leggera e le si drizzava la peluria sulle braccia.

Fece un passo avanti sul ponte. Dopo troppi giorni passati con gli infradito, sentiva male nell'icavo dell'alluce. Si tolse i sandali e camminò facendoli penzolare dalle dita. Sotto i piedi il cemento scabro era caldo. Si interrogò sulle persone che guidavano le loro macchine buie. Venivano da uffici dove l'aria condizionata era troppo alta o da bar dove si faceva un po' di fresco con le pale di un ventilatore da soffitto ? Se ne tornavano in un appartamento vuoto o da una figlia che dormiva sotto una coperta con i dinosauri ?

Paul Mendez - LATTE ARCOBALENO - Blu Atlantide

 

Paul Mendez
LATTE ARCOBALENO
(Rainbow Milk, 2020)
Traduzione di Clara Nubile
Blu Atlantide
pp. 416, febbraio 2021, Euro 18, rilegato in brossura


Il libro

Nell’Inghilterra degli anni Cinquanta, l’ex boxeur giamaicano Norman Alonso cerca, tra mille difficoltà e diffuso razzismo, una nuova vita insieme a sua moglie e ai suoi bambini. Nella stessa regione (la cosiddetta Black Country, nelle Midlands) all’inizio dei Duemila suo nipote, Jesse McCarthy, è alla ricerca del proprio posto nel mondo, e di una vita più vera in cui riconoscersi. Jesse è stato cresciuto senza il padre naturale nella locale comunità dei Testimoni di Geova, un ambiente rigido e chiuso dal quale ancora adolescente viene espulso per aver timidamente manifestato le proprie tendenze omosessuali. Biasimato anche da sua madre e dal nuovo marito di lei, Jesse si trasferisce così a Londra e inizia a frequentare uomini più grandi (soprattutto bianchi) a pagamento. In ognuno di loro, non importa quanto possano essere squallidi e violenti, non importa cosa gli chiedano di fare, Jesse cerca un po’ di amore, qualcuno che lo accetti e gli voglia bene per quello che è. Presto però Jesse si trova a rischiare la propria vita per un incontro sessuale più pericoloso ed estremo del solito, ma nel momento peggiore della sua vita conosce un uomo, uno scrittore, con cui nasce una forte amicizia e una grande attrazione reciproca, anche se questi è tuttora sposato con una donna…

I giudizi

Quando mai ci è capitato di leggere un romanzo su un giovane di colore, gay e Testimone di Geova di Wolverhampton che abbandona a forza la propria comunità per cercare la propria strada a Londra come prostituto? Mendez è uno scrittore eccezionale, coraggioso ed eccitante. In più scrive di sesso in modo straordinariamente esplicito e potente”. Bernardine Evaristo

Sorprendente…il tipo di libro che non sapevi di aspettare. Un romanzo esplosivo che passa dal sesso alla colpa, alla salvezza, il tutto mentre tratta di cosa significhi essere neri, gay, figli, padri, amanti, in una parola cosa significhi essere uomini”. Marlon James

Un romanzo che fa quello che solo i grandi esordi fanno: portare originalità di visione, rinnovare la nostra idea di cosa sia possibile fare in narrativa…un libro di incredibile potenza e grandissimo impatto emotivo”. Alex Preston

Uno dei romanzi di debutto più eccitanti di questi anni”. The Times

L'autore

Paul Mendez è nato nella Black Country, in Inghilterra, nel 1982 e vive a Londra. Latte arcobaleno, suo primo romanzo, è stato accolto dalla critica e dai lettori come una delle opere di esordio più coraggiose e originali della narrativa inglese contemporanea.




L'incipit

20 luglio 1959

Questa è la meglio estate da quando siamo venuti in Inghilterra tre anni fa. Fa caldo, non caldo caldo come in Giamaica, ma oggi non sento una sola nuvola che sorpassa il sole, ed è un sacco di tempo che non cade pioggia. Sto sul prato davanti casa, e respiro. Il cespuglio è gorgoglioso di rose profumate. Mio figlio Robert, gli piace gironzolare qua attorno con l’annaffiatoio, che è grande quasi come lui. Io riesco a sentire quanta acqua butta sopra ogni radice, non so come fa lui a non sentire l’acqua fredda che gli piangiucchia sul piede. È un ometto forte. Si farà alto, già mi arriva quasi al ginocchio. Anche Glorie vuole dare aiuto, ma è troppo piccola e devo stare con l’orecchio teso tutto il tempo casomai le inciampo addosso, o si graffia con le spine. «Non troppa, figliolo», dico a Robert quando sento che l’acqua si piscia a terra in una pozza. «Passa alla prossima». «Ciao, ometto, stai aiutando il tuo papà a innaffiare il giardino?». Il signor Pearce, il mio vicino, mi fa sfantasmare quando s’incammina verso casa sua, sul vialetto. «Di’ ciao al signor Pearce, Robert». «Ciao», gli fa, tutto ometto. Io gli dico: «Buon pomeriggio, signor Pearce, come andiamo oggi?», sapendo che comincerà a parlare, parlare e parlare della sua malattia. «Oh, non butta troppo male, sai. I soliti vecchi acciacchi, i dolori. L’artrite mi sta riducendo a uno straccio, ma non mi lamento. Pure Ethel non sta bene, con le gambe. To’, aspettiamo che il tuo ragazzo si faccia grande così va a farci lui la spesa. Comunque è un po’ soffocante per me, in questa calura. Va bene per voi che venite dalle Indie Occidentali». «Mica tanto», faccio io. «Il mio corpo si è fatto l’abitudine al freddo». Quasi non ci vedo più ormai, ma so che il signor Pearce non esce mai di casa senza il basco, il vecchio giaccone da lavoro e gli stivali, anche se si dev’essere impensionato dalla fabbrica del gas una decina d’anni fa. «Di sicuro hai sentito che sta succedendo giù a Londra con tutte quelle manifestazioni della White Defence League, l’estrema destra, no? Ci siamo dispiaciuti proprio tanto a vedere che sulla vostra porta hanno scritto con la vernice “L’Inghilterra deve restare bianca”, o una roba del genere. Io ed Ethel ne stavamo parlando l’altra sera, e tutti e due siamo d’accordo sul fatto che non ci dispiace assolutamente che state qui. Che siamo tutti uguali, giusto, bianchi e neri, o no?». Non dovrei starmene impiantato sotto il sole, come mi ha detto il dottore, perché mi comincia a pulsare la testa e mi cala il buio sugli occhi, allora mi avvicino di più a casa, verso l’ombra.