venerdì 26 agosto 2022

Marc Dugan - LA STANZA DEGLI UFFICIALI - Vertigo

 

Marc Dugan
LA STANZA DEGLI UFFICIALI
(La Chambre des officiers , 1998)
traduzione di Serena Marrocco
Vertigo
pp. 160, gennaio 2008, Euro 14
ISBN 978-88-6206-008-0



Il libro

E' il 1914. Nonostante sia vigilia di guerra, la vita sembra sorridere ad Adrien Fournier. Ventiquattro anni, ingegnere, ufficiale del genio, bellissimo ragazzo che ha appena incontrato l’amore. Tuttavia, subito dopo il suo arrivo al fronte,  durante una ricognizione, viene colpito da una scheggia di granata che lo sfigura, strappandogli la mascella superiore, il palato e parte del naso. Adrien, trasformato in un mostro, non conoscerà mai la durezza delle trincee né delle battaglie condotte nel fango, al gelo, fra ratti e pulci. Passerà in convalescenza i cinque anni del confl itto nella stanza d’ospedale riservata agli uffi ciali. Una stanza senza specchi, perché lì sono ricoverati gli sfregiati, uomini senza volto che non possono più riconoscersi. Incontrerà altri soldati nelle sue stesse condizioni e con loro i valori della vita e dell’amicizia. Dovrà di nuovo imparare a sostenere lo sguardo della gente, ad amare, a desiderare un futuro. In questo suo capolavoro ormai entrato a far parte della cultura e dell’immaginario francesi, Marc Dugain affronta i temi universali del dolore e dell’infermità, della rabbia e dell’accettazione, della fragilità e del coraggio. In assenza di specchi, Adrien stesso diventerà specchio del suo tempo deturpato dalla violenza, nonché del bisogno di ricostruirsi a partire dall’orrore delle proprie macerie.


I giudizi

"Un’impresa straordinaria. Marc Dugain ha scritto un romanzo universale." - Le Figaro

"La forza di una storia senza tempo, la liricità di una prosa che non ha cedimenti... I diciotto premi letterari che si è aggiudicato non bastano a magnificarne la bellezza" - Il Giornale

"Capita sempre più di rado di finire un libro e di non poter fare a meno di sibilare con dignità, a se stessi: questo è un capolavoro... Possiamo assicurare, come vuole lo slogan della stessa casa editrice italiana che ha nobilmente tradotto La stanza degli ufficiali... che siamo dinanzi a un tipo di 'lettura alta'. Universale appunto". - Avvenire


L'autore

Marc Dugain è nato nel 1957 in Senegal, dove ha vissuto fino all’età di sette anni, per poi trasferirsi in Francia. Laureatosi in Scienze Politiche, è diventato capitano di una compagnia d’aviazione. Dal 2001 si è stabilito in Marocco. Il suo primo romanzo, La stanza degli ufficiali (La chambre des officiers, 1998), è stato il suo capolavoro e il suo libro di maggior successo, un best seller vincitore di diciotto premi letterari. Dal libro François Dupeyron ha anche tratto un film, presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes. Gli altri suoi romanzi sono:Campagne anglaise (1999),Heureux comme dieu en France (2002), La Malédiction d'Edgar (2005), Une exécution ordinaire (2007). 

sabato 13 agosto 2022

Nunzia Palmieri - BEPPE FENOGLIO, La scrittura e il corpo - Le Lettere

 

Nunzia Palmieri
BEPPE FENOGLIO – La scrittura 
e il corpo
Le Lettere, collana La Nuova Meridiana, 75
pp. 134, 2012, Euro 14
ISBN 9788860875594



Il libro

Uno studio dedicato al Fenoglio meno noto, autore dei romanzi La malora e La paga del sabato, riletti come una sorprendente messa in scena di corpi in movimento alla ricerca di storie da raccontare. Il motivo del «corpo senziente», di matrice fenomenologica, lega le vicende “civili” al filo dei racconti di guerra, come L’imboscata, storia partigiana che ha come protagonista Milton, un duro modellato sugli eroi del cinema western, nato da una costola del Partigiano Johnny e diretto antenato dell’omonimo personaggio che sarà al centro di Una questione privata: l’ultimo romanzo di Fenoglio, considerato da molti il suo capolavoro, è qui ripercorso come grande costruzione di un polittico della vendetta, sullo sfondo di una percezione lucida dei lati oscuri e insondabili che guidano i percorsi dei destini individuali e gli ingranaggi della storia umana.



L'autrice

Nunzia Palmieri è nata a Milano nel 1964, si è laureata a Bologna e insegna letteratura italiana contemporanea all’università di Bergamo. Ha pubblicato saggi dedicati a Svevo, Calvino, Saba, Celati, Palazzeschi e Fenoglio; ha curato Una vita Senilità di Italo Svevo nei Meridiani Mondadori e Il canzoniere di Saba per i Tascabili Einaudi; ha tradotto e curato Stendhal, Armance (Einaudi) e Vita di Henry Brulard (Garzanti). Lavora a uno studio sull’opera letteraria e cinematografica di Gianni Celati, confluito in parte nel volume Documentari imprevedibili come i sogni, in G.C., Cinema all’aperto, Fandango, 2011 e ha in preparazione, con Marco Belpoliti, il Meridiano dedicato a Celati.





 

giovedì 11 agosto 2022

"Karìbu. Lo Zambia, una donna, una grande avventura" di Cristina Fazzi e Lidia Tilotta, incontro ad Alcamo (TP) il 12 agosto

 

Il fatto che in Zambia ci siano tanti, troppi bambini che soffrono la fame, e che per questo possono arrivare alla morte, mi ha sempre impressionato. E mi colpisce la rassegnazione di chi sta loro accanto e che considera quasi normale vedere il proprio figlio morire di fame, di malaria, di polmonite – racconta Cristina Fazzi nel volume dal titolo Karìbu. Lo Zambia, una donna, una grande avventura, scritto a quattro mani insieme alla giornalista Rai Lidia Tilotta.

Di fronte a un bambino anche gravemente malnutrito c’è spesso un’indifferenza dettata da una povertà e da un’ignoranza profonde che portano perfino a far credere che siano le maledizioni e le magie nere a provocare malattie e sofferenze. Tante volte mi sono ritrovata in ambulatorio bambini portati dai genitori convinti che avessero soltanto una banale tosse e che invece erano gravemente deperiti”.

La vita straordinaria e il lavoro di Cristina Fazzi, mamma, medico, donna fuori dal comune, sospinta da una forza incredibile. Lasciata Enna nel 2000 per trasferirsi momentaneamente nello Zambia, Cristina sarebbe dovuta rientrare in Italia dopo sei mesi, invece non è più tornata e da allora ha realizzato progetti impensabili in un’area vastissima del Paese, portando medicinali, vaccinando e visitando decine di migliaia di bambini; realizzando pozzi e strutture sanitarie; lottando contro la malnutrizione; scontrandosi con pregiudizi e superstizioni per combattere l’ignoranza e malattie come l’Aids.

Vi segnaliamo l’incontro organizzato con Lidia Tilotta il prossimo 12 agosto ad ALCAMO (TP), nell’ambito di Alcart Festival, piazza Ciullo, ore 19,00. Dialoga con Lidia Tilotta Giacalone, modera Fulvio Catalanotto.


Il libro:
Titolo: Karìbu
Autrici: Cristina Fazzi e Lidia Tilotta
(€ 16,00 – pag. 160)
Con il patrocinio di Jatu APS

Le autrici

Cristina Fazzi, medico, dal 2000 vive in Zambia, dove ha fondato la Ong Twafwane association. Gestisce progetti umanitari socio-sanitari in una vasta area del Paese, dai villaggi più remoti alle baraccopoli delle grandi città. Nel 2013 è stata nominata Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana. È la prima single alla quale è stata riconosciuta in Italia, dopo una battaglia durata tre anni, l’idoneità genitoriale accertata all’estero del figlio Joseph. Con lei e Joseph vivono altri sette figli in affido. In Italia, per sostenere i suoi progetti è nata, a Enna, sua città natale, l’associazione Jatu.

Lidia Tilotta, scrittrice e giornalista, è caposervizio della Tgr Sicilia, la testata regionale della Rai. È tra i curatori della rubrica Mediterraneo (Rai3), di cui è stata anche conduttrice e inviata in Tunisia, Marocco, Cipro e Grecia, dove ha realizzato inchieste e reportage. Nel 2016 ha scritto con Pietro Bartolo Lacrime di sale (Mondadori), tradotto in quindici lingue.

A più voci – Nuovi scrittori di lingua italiana

 

 

Giovedì 18 agosto 2022

A più voci
Nuovi scrittori di lingua italiana

Davide Rigiani , Raphaël Scacchi, Sabina Zanini
Partecipano Francesca Alfieri, Mattia Bertoldi
Modera Paola Piffaretti
Ore 18.30
Biblioteca cantonale di Bellinzona
Evento nella piazza esterna
Bellinzona

Davide Rigiani, Raphaël Scacchi, Sabina Zanini, hanno pubblicato i loro romanzi d’esordio tra il 2021 e il 2022. Incontreremo Tullio e l’eolao più stranissimo del Canton Ticino (Roma, minimum fax, 2022), ci immergeremo nei colori presunti o reali di Arancione vendemmia (Locarno, Armando Dadò editore, 2021) e con A una voce (Mendrisio, Gabriele Capelli editore, 2022), ascolteremo l’elogio dell’assenza nella società

dell’apparire. Per conoscere quali percorsi portano alla scrittura e quali aspettative essa comporta, gli autori dialogheranno con Mattia Bertoldi, presidente dell’Associazione svizzera degli scrittori di lingua italiana (ASSI) e con Francesca Alfieri, responsabile della Documentazione regionale ticinese (DRT) e custode del Fondo dell’ASSI.

Alle 17.30 visita guidata alla Documentazione regionale ticinese. Prenotazione possibile a bcb-cultura@ti.ch.




Chilometro zero
è un progetto di promozione della lettura proposto dalle Biblioteche cantonali in collaborazione con le città di Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio durante tutta l’estate, giunto alla sua terza edizione. La rassegna intende dare la possibilità a scrittrici, scrittori e ad altre figure professionali legate alla letteratura e alla produzione di libri di incontrare il pubblico negli spazi aperti adiacenti agli istituti.



lunedì 8 agosto 2022

PREMO CALVINO. Il bando della XXXVI Edizione

 


Premio Italo Calvino
XXXVI edizione
2022-2023

1) L’Associazione per il Premio Italo Calvino, in collaborazione con la rivista “L’Indice”, bandisce la trentaseiesima edizione del concorso letterario per testi inediti di scrittori esordienti.

2) Si concorre inviando un’opera inedita di narrativa in lingua italiana: romanzo, racconto o raccolta di racconti, in ogni caso di lunghezza complessiva superiore alle 60.000 battute, spazi inclusi.

Non è prevista la partecipazione di opere che possano rientrare nella categoria della narrativa per ragazzi o infantile.

Le indicazioni sulla formattazione (caratteri, impaginazione, rilegatura ecc.) si trovano sul sito www.premiocalvino.it, nella sezione Istruzioni per l’iscrizione.

3) L’autore non deve aver pubblicato nessun’altra opera narrativa in forma di libro autonomo, sia cartaceo che e-book. L’autore deve essere in possesso dei diritti sull’opera presentata. Sono ammesse le autopubblicazioni (sia cartacee sia e-book), le pubblicazioni sostenute in qualsiasi forma da un contributo dell’autore, le pubblicazioni su riviste cartacee o online, su antologie, le edizioni a distribuzione locale o a cura di associazioni ed enti locali, le pubblicazioni con basse tirature (inferiori alle 300 copie) o con un ridotto numero di copie vendute (inferiore a 200 se cartacea oppure inferiore a 400 download se digitale), le pubblicazioni tramite crowdfunding. Qualora l’autore abbia pubblicato opere appartenenti alla suddetta tipologia e ne possegga i diritti può partecipare al concorso con queste stesse opere, qualora invece non sia più in possesso dei relativi diritti, può partecipare ma con altro materiale.

Il Premio si riserva comunque la facoltà di richiedere ulteriore documentazione e specifica autocertificazione su pubblicazioni, possesso dei diritti e forme di pagamento, qualora lo si ritenesse necessario.

L’accettazione di un testo è in ogni caso prerogativa insindacabile del Premio.

4) Il Premio richiederà ai finalisti tutta la documentazione che riterrà necessaria al fine di comprovare le informazioni dichiarate all’atto di iscrizione.

5) L’autore si assume la responsabilità di fatti e persone citate nell’opera in concorso.

6) La partecipazione al Premio non esclude la possibilità di partecipare anche ad altri concorsi. La vincita di un altro concorso di narrativa, che preveda da bando la pubblicazione dell’opera vincitrice, comporta l’automatica decadenza dal Premio (a meno che non venga presentata documentazione scritta di rinuncia a tale pubblicazione). L’autore mantiene comunque il diritto a ricevere la scheda di valutazione. Si precisa inoltre che il concorrente è sempre tenuto a dare informazione degli eventuali riconoscimenti ottenuti.

7) Qualora intervengano pubblicazioni dopo l’invio del manoscritto, è necessario darne tempestiva comunicazione alla segreteria. La pubblicazione del manoscritto in gara − o di altro eventuale testo di narrativa dello stesso autore − successivamente all’iscrizione comporta l’automatica decadenza dal concorso. Anche in questo caso l’autore mantiene comunque il diritto a ricevere la scheda di valutazione.

8) Per i primi mesi successivi alla premiazione, l’Associazione, in accordo con gli autori, gratuitamente e in esclusiva, potrà rappresentare presso le case editrici le opere finaliste.

9) Gli autori delle opere finaliste pubblicate si dovranno comunque impegnare con gli editori a far comparire sulla quarta di copertina e/o su un’apposita fascetta la loro provenienza dal Premio Calvino.

10) La partecipazione comporta il versamento di una quota di iscrizione.

La quota di iscrizione per testi con numero di battute inferiore o uguale a 600.000, spazi inclusi, è di € 100. Per testi che superino le 600.000 battute, spazi inclusi, la quota di iscrizione è di € 120. Per testi che superino le 900.000 battute, spazi inclusi, la quota di iscrizione è di € 150. Per testi che superino le 1.200.000 battute, spazi inclusi, la quota di iscrizione è di € 180. Per i concorrenti di età inferiore ai 26 anni all’atto dell’iscrizione la quota è di € 50 (€ 70 per opere che superino le 600.000 battute, spazi inclusi; € 90 per opere che superino le 900.000 battute spazi inclusi, € 120 per opere che superino le 1.200.000 battute).

Nel caso in cui vengano inviati due o più volumi di una stessa saga o serie, andrà versata una quota di iscrizione per ogni singolo volume.

Se l’autore partecipa con un’opera conforme alle eccezioni previste dal punto 3, è possibile inviare due copie già precedentemente stampate (ad es. nel caso di testi autopubblicati). Sarà comunque necessario caricare il file in uno dei formati previsti (doc, rtf, odt) nel modulo di iscrizione.

La ricevuta del pagamento della quota di iscrizione dovrà essere inviata in forma cartacea o in formato digitale. Le modalità di versamento e di invio della ricevuta si trovano sul sito www.premiocalvino.it, nella sezione Istruzioni per l’iscrizione.

10 bis) Accanto alla modalità tradizionale di invio del materiale (OPZIONE A: due copie cartacee, per posta) è sempre prevista anche una modalità di invio esclusivamente telematica (OPZIONE B: solo file online). La stampa e la rilegatura delle due copie del manoscritto saranno a cura del Premio e verranno applicate le seguenti tariffe in aggiunta alla quota di iscrizione: fino a 600.000 battute € 25 (per un totale di € 125), fino a 900.000 battute € 40 (per un totale di € 160), fino a 1.200.000 battute € 60 (per un totale di € 210), oltre le 1.200.000 battute € 80 (per un totale di € 260).

11) La partecipazione comporta la compilazione di un modulo di iscrizione.

Il modulo si trova sul sito www.premiocalvino.it, nella sezione Istruzioni per l’iscrizione.

12) Le opere devono essere inviate alla segreteria del Premio a partire dal 14 luglio 2022 ed entro e non oltre il successivo 7 ottobre 2022 (fa fede la data del timbro postale di invio). Le modalità di invio sono indicate sul sito www.premiocalvino.it, nella sezione Istruzioni per l’iscrizione.

13) Il Premio si riserva la facoltà di selezionare a suo insindacabile giudizio e di utilizzare uno o più estratti delle opere finaliste a titolo promozionale nonché di pubblicarli sulla rivista “L’Indice” o sul sito del Premio.

14) La Giuria esterna è composta da 4 o 5 membri, scelti dai promotori del Premio. La Giuria designerà, a partire dalla rosa di opere finaliste selezionate dal Premio, l’opera vincitrice, al cui autore sarà attribuito un premio di € 1.500 e, in linea di massima, individuerà altri due testi per una menzione, a ciascuno dei quali sarà attribuito un premio di € 500.

I nomi dei finalisti verranno resi pubblici non meno di dieci giorni prima della cerimonia di premiazione. L’esito del concorso sarà reso noto in coincidenza con la premiazione stessa mediante un comunicato stampa, la pubblicazione sul sito www.premiocalvino.it e sulla rivista “L’Indice” entro il mese di giugno 2023.

Il Premio si riserva la facoltà, qualora ne ravvisi il caso, di assegnare altre menzioni speciali su proposta del Direttivo o del Comitato di Lettura.

15) Ogni concorrente riceverà via e-mail, entro metà agosto 2023  (e comunque dopo la cerimonia di premiazione), un giudizio sull’opera presentata. Qualora nel frattempo il concorrente avesse cambiato l’indirizzo elettronico, è pregato di informarne la segreteria del Premio.

16) Ogni concorrente riceverà in omaggio un abbonamento digitale alla rivista “L’Indice” per un anno. Entro la fine del mese di novembre 2022 verrà inviata, all’indirizzo e-mail fornito all’atto di iscrizione, una comunicazione con il codice e le istruzioni per procedere all’attivazione. NB: il codice ha una validità limitata, si prega perciò di prestare attenzione alla scadenza e alle indicazioni fornite in tale sede.

17) I manoscritti non verranno restituiti.

18) I diritti delle opere restano di proprietà dei rispettivi autori.

19) Nel caso in cui, per cause tecniche, organizzative o di forza maggiore, non fosse possibile, in tutto o in parte, uno svolgimento del Premio secondo le modalità previste, l’associazione per il Premio Italo Calvino prenderà gli opportuni provvedimenti e ne darà comunicazione attraverso il sito www.premiocalvino.it e i consueti canali di comunicazione (Facebook, Twitter, “L’Indice”).

20) La partecipazione al Premio comporta l’accettazione e l’osservanza di tutte le norme del presente bando.

domenica 7 agosto 2022

I POETI DI VENT'ANNI: I FINALISTI 2022

 


Marilina Ciaco, Giorgiomaria Cornelio e Riccardo Frolloni si contenderanno la 4^ edizione del Premio Pordenonelegge Poesia. Proclamazione e premiazione in occasione della 23^ edizione di pordenonelegge

Marilina Ciaco con Ghost track (Zacinto), Giorgiomaria Cornelio con La consegna delle braci (Luca Sossella Editore) e Riccardo Frolloni con Corpo striato (Industria e Letteratura) sono i tre finalisti della quarta edizione de I poeti di vent’anni. Premio Pordenonelegge Poesia.
Con questo premio, dedicato ai poeti nati dal primo gennaio 1992 al 31 dicembre 2001, Fondazione Pordenonelegge.it rinnova la forte attenzione per la poesia attraverso azioni che nel tempo hanno saputo sia porre questioni sull’orizzonte di un genere che muta pelle tra le generazioni, sia coinvolgere chi scrive e legge poesia in iniziative di rilievo.

I finalisti sono stati scelti dalla giuria, composta da Roberto Cescon, Azzurra D’Agostino, Tommaso Di Dio, Massimo Gezzi e Franca Mancinelli.
Il Premio Pordenonelegge Poesia è promosso da Fondazione Pordenonelegge.it in collaborazione con Camera di Commercio di Pordenone-Udine, Crédit Agricole FriulAdria, Teatro Comunale Giuseppe Verdi Pordenone e Best Western Plus Park Hotel Pordenone. Vincitrice della terza edizione del Premio era stata Silvia Righi con Demi-monde (NEM).

La cerimonia di proclamazione e premiazione in occasione della 23^ edizione di pordenonelegge - Festa del Libro con gli Autori, in programma dal 14 al 18 settembre.

Ghost track di Marilina Ciaco riflette sulle lacune del linguaggio, sui buchi e sui margini inespressi che percorrono i nostri discorsi più quotidiani. Mediante un libro-dispositivo, che alterna quasi-prose a simil-versi (e per di più accoglie anche un vero e proprio Test da svolgere con l’ausilio del timer), Ghost track cerca di portare all’attenzione del lettore tutti gli automatismi, i tic e gli impliciti conversazionali in cui siamo immersi; e lo fa grazie ad una sottile, ma sistematica distorsione dei regimi discorsivi abituali. È il tentativo di entrare nella lingua per smottamenti, portando la poesia dentro l’esistenza e le sue zone meno confortevoli.

La consegna delle braci di Giorgiomaria Cornelio appare un nuovo battesimo del mondo celebrato mentre se ne annuncia l’estinzione. La parola è una ferita aperta, che inciampa ad ogni incedere sui resti sospesi tra il nulla e il passo successivo. La partitura dei testi scioglie i versi e li fa diventare ceneri da cui scaturiscono immagini preziose, le quali affondando nel pensiero giudaico-cristiano e in un forte tessuto simbolico. La poesia di Cornelio venera la parola e la “stortura”, sapendola incompiuta, in una dimensione misterica e mistica che fa della pagina un tempio portabile, in cui le trasparenze e le figure che vi si intravedono in ogni punto invocano la vita di un lettore che possa avverarle.

Corpo striato di Frolloni allude alla parte del cervello che controlla i movimenti volontari e involontari del nostro corpo. Il libro, composto di trentaquattro componimenti, di un apparato fotografico e di due note finali, è un percorso tra il corpo senza vita del padre e il corpo di Nilla, una donna malata di Parkinson, la quale non riesce più a fermarsi. La memoria personale si sposta nella finzione, alternando “materiali” a “sogni” per circoscrivere la malattia e la morte come due esperienze capaci di privilegiare la parte corporea dell’essere umano e di attivare le funzioni sensoriali in un sistema di percezione poroso e permeabile, raccontato tramite prose e versi che si allungano, ma trattenuti da cesure che, nella sospensione momentanea del ritmo, mimano le sincopi, le fratture dei significati in cui viviamo.


Marilina Ciaco è nata nel 1993 a Potenza. Si è laureata in Italianistica, culture letterarie europee e scienze linguistiche discutendo la tesi Trauma storico e sperimentalismo linguistico in Andrea Zanzotto, con la relazione della prof.ssa Niva Lorenzini e la correlazione del prof. Francesco Carbognin. Scrive poesie sin dalla prima adolescenza e ha partecipato all’edizione 2017 di RicercaBo – Laboratorio di nuove scritture, selezionata fra gli autori emergenti dal comitato formato da Renato Barilli, Niva Lorenzini e Gabriele Pedullà. La sua raccolta inedita Verbosinapsi è stata segnalata al Premio Lorenzo Montano indetto dalla rivista “Anterem” e al concorso relativo al festival letterario Bologna in Lettere. Suoi testi e articoli di critica letteraria sono apparsi su diverse riviste online come “Argo”, “Formavera”, “Critica Impura” e sul sito ufficiale del festival Bologna in Lettere.

Giorgiomaria Cornelio (1997) ha fondato insieme a Lucamatteo Rossi l’atlante Navegasión, inaugurato con il film Ogni roveto un dio che arde durante la 52a edizione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. La loro Trilogia dei viandanti (2016-2020) è stata presentata in festival e spazi espositivi internazionali. Cornelio è redattore di “Nazione Indiana”. Suoi interventi sono apparsi su “Le parole e le cose”, “Doppiozero”, “Il tascabile”, “Antinomie”, “Il manifesto”. Ha vinto il Premio Opera prima con la raccolta La Promessa Focaia (Anterem, 2019). Per Argolibri, ha curato La radice dell’inchiostro – dialoghi sulla poesia. Insieme a Giuditta Chiaraluce ha ideato il progetto Edizioni Volatili. Ha studiato al Trinity College di Dublino.

Riccardo Frolloni. Nato nel 1993 a Macerata, laureato in Italianistica, pubblica la sua prima raccolta di poesie Languide istantanee Polaroid (Affinità Elettive Edizioni, vincitore del Premio “Le Stanze del Tempo” 2014 e finalista al Premio “Elena Violani-Landi” 2015). Ha tradotto l’ultimo libro del canadese Richard Harrison Sul non perdere le ceneri di mio padre (’roundmidnight edizioni 2018); e diversi altri autori come Ron Padgett e Frank O’Hara per alcune riviste. Dal 2018 al 2020 è stato direttore del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna. Ha lavorato per la School of Continuing Studies dell’Università di Toronto come lettore e assistente. Insegna italiano e latino al liceo.

sabato 6 agosto 2022

Sylvie Richterová - TOPOGRAFIA - Rina

 

Sylvie Richterová
TOPOGRAFIA
(Místopis, 1981)
traduzione di Sylvie Richterová e Caterina Graziadei
prefazione di Massimo Rizzante
Rina Edizioni
pp. 200, giugno 2021, Euro 20
ISBN 9791280251084



Il libro

Era il 1981 quando Topografia venne pubblicato a Praga nell’ambito del samizdat, il sistema clandestino di stampa e diffusione messo a punto per sfuggire alla censura sovietica. La storia di quest’opera irrequieta non poteva che iniziare in clandestinità. Fedele alla propria natura, per quarant’anni Topografia si è preoccupato, quasi non potesse farne a meno, di scomparire nel nulla e dal nulla riapparire: a Colonia nel 1983, in Italia nella «Collana praghese» di e/o diretta da Milan Kundera nel 1986, in Francia per Gallimard nel 1995. Una famiglia ceca alle prese con una sgangherata vacanza in Jugoslavia, un bambino nato «nero come un’ombra, immateriale come uno spettro», un uomo che, per salvare il bilancio familiare, da Praga va a Parigi per tentare di vendere un’incisione di Dürer, un giovane fuoriuscito che un sabato arriva a Roma con l’intenzione di raccontare a tutti cosa sta succedendo oltrecortina. E ancora mille individui, città, strade e notti bianche, una festa melancolica, colma di umorismo. Con una lingua che sembra non avere origine che da sé stessa Sylvie Richterová modella la materia della memoria e dell’esilio, e regala al lettore un racconto dalle coordinate evanescenti in cui ogni elemento sfugge a sé stesso e che sembra rispondere al proclama di Lautréamont: «Io, come i cani, provo il bisogno dell’infinito». Corredato da alcuni collages di Jiří Kolář, da un testo critico di Massimo Rizzante, da due note inedite dell’autrice e in traduzione aggiornata, Topografia riappare nell’anniversario della sua prima pubblicazione per ribadire ancora una volta la propria essenza di opera mutevole, impossibile da catalogare, ostinatamente viva.


L'autrice

Sylvie Richterová (Brno, 20 agosto 1945) è nata e cresciuta in Moravia, nella città di Brno nell'ex Cecoslovacchia. Dal 1963 ha vissuto a Praga, studiando lingue all’Università 17 novembre. Terminati gli studi nel 1967, ha conseguito, nel 1971, il dottorato in filosofia all’Università Carolina di Praga. Nel 1967 ha sposato il boemista italiano Sergio Corduas; nel 1968 è nata la figlia Milena. La famiglia ho vissuto a Brno, a Bratislava e a Praga. L’occupazione della Cecoslovacchia da parte del Patto di Varsavia nell’agosto 1968, la volontà di indipendenza e l’esilio rimandarono la sua entrata nella vita letteraria pubblica. Fino al 1971 ha lavorato come traduttrice, approfondendo gli studi di letteratura e l’estetica fuori dalle istituzioni, aiutata amichevolmente dal filosofo Robert Kalivoda e dal professor Oleg Sus. Verso la fine del 1971 si è trasferita a Roma insieme al marito e alla figlia. Si è iscritta alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi La Sapienza mettendo al centro dei suoi studi letterature slave, in particolare quella ceca. Lì insegnava Angelo Maria Ripellino, poeta, critico teatrale e slavista il quale l’invitò, nel 1974, a collaborare all’insegnamento della lingua e letteratura ceca e slovacca.

Nel 1974 ha divorziato, ma ha deciso di rimanere in Italia, vista la durezza e la limitatezza del regime totalitario in Cecoslovacchia. Ogni manifestazione di libertà veniva repressa nel paese, in prigione si è trovata anche sua sorella Zuzana Richterová e, nel corso degli anni, diversi amici. A Roma è vissuta di traduzioni, ha ottenuto una borsa di studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e ha lavorato all’Istituto di Filologia Slava della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza. Ha lavorato saltuariamente anche per la televisione italiana, soprattutto a documentari sul dissenso nell'Europa dell'Est. Insieme al poeta e collega Enzo De Filippis ha scritto per alcuni programmi radiofonici sulla letteratura ceca.

Avendo acquisito fin dal 1967 la doppia cittadinanza, non ha perso il diritto (negato allora agli esuli), di rientrare in Cecoslovacchia. Grazie a questa libertà è diventata, negli anni settanta e ottanta, mediatrice tra esuli e dissidenti cecoslovacchi, collaborando in particolare con il giornalista e uomo politico Jiří Pelikán, direttore della rivista ceca in esilio Listy, la cui redazione si trovava a Roma e sulle cui pagine pubblicava con diversi pseudonimi. Col suo nome scriveva per altre riviste ceche in esilio: Svědectví/Témoignage diretta da Pavel Tigrid e Lettera Internazionale, diretta da Antonín Jaroslav Liehm, entrambe pubblicate a Parigi, e altri periodici cechi dell’emigrazione. Ha collaborato inoltre con diversi scrittori della diaspora ceca nell’Europa occidentale, tenendo i legami stretti e amichevoli con Jiří Kolář, Milan Kundera, Věra Linhartová, Antonín Brousek, Jiří Gruša, Jan Vladislav a Petr Král. La polizia dello Stato cecoslovacca non ha mai smesso di seguirla, sottoponendola a vari interrogatori e minacciandola.

I suoi libri scritti prima del 1989 sono tutti usciti in samizdat e in case editrici dell’emigrazione. Tra i suoi amici più vicini a Praga e a Brno si annoverano Sergej Machonin, Ludvík Vaculík, Jan Skácel, Miroslav Červenka, Josef Hiršal a Bohumila Grögerová. Nel 1987 Sylvie Richterová è riuscita a prendere parte a una riunione di scrittori cechi e slovacchi del dissenso organizzata nella casa di campagna di Václav Havel, a Hrádeček. L’importante obiettivo di riunire sul piano culturale e spirituale l’Europa tragicamente divisa costituisce il denominatore comune del suo lavoro di scrittrice e di docente, non solo nella la sua opera letteraria ma anche nella partecipazione a numerosi eventi. A partire dagli anni novanta, dopo la caduta dei regimi totalitari nell’est Europeo, Sylvie Richterová vive una parte dell’anno a Praga e una a Roma (a Trevignano Romano). Scrive in ceco e in italiano (in particolare la saggistica). Negli 1974 – 2009 ha lavorato come docente nelle Università di Roma, Padova, Viterbo e ancora di Roma, in qualità di borsista, ricercatrice, professore associato e ordinario. I primi saggi letterari risalgono agli anni settanta (sulla poesia di J. Prévert, su Věra Linhartová), pubblicati sulle riviste Strumenti critici e Ricerche slavistiche. I suoi studi sulla letteratura ceca si trovano su periodici italiani, francesi, tedeschi ecc. Ha partecipato a colloqui e conferenze organizzati da diverse università (Padova, Napoli, Trento, Pisa, Firenze, Parigi, Berlino, Bruxelles e, a partire dagli anni novanta, da università ceche e slovacche.


giovedì 4 agosto 2022

Ana Blandiana - APPLAUSI NEL CASSETTO - Elliot

 

Ana Blandiana
APPLAUSI NEL CASSETTO
(Sertarul cu aplauze, 1992)
traduzione dal romeno di Luisa Valmarin
Elliot Edizioni, collana Scatti
pp. 400, aprile 2021, Euro 18,50
ISBN 9788892760752
Questo libro è pubblicato grazie al supporto finanziario dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest



Il libro

Sorvegliato dai servizi segreti, lo scrittore Alexandru Serban si ritira in un luogo remoto sulle rive del Danubio per raccontare le sue vicende di perseguitato politico, costretto al ricovero coatto e al progressivo abbandono dei rapporti sociali. Scrivere è il suo atto di ribellione e di libertà, un gesto simbolico compiuto anche dall’autrice di questa opera straordinaria. Miracoloso intreccio tra finzione e realtà, Applausi nel cassetto è il primo romanzo della poetessa romena Ana Blandiana. Frutto di anni di lavoro – e non poteva essere altrimenti – è la trasposizione creativa del vissuto di un’artista che negli anni Ottanta subì la censura e l’isolamento da parte del regime di Ceausescu. Pedinata dalla Securitate, isolata dagli affetti e impossibilitata a pubblicare, Blandiana mette in atto la propria resistenza all’annientamento continuando a scrivere, come il protagonista del suo romanzo. Con una prosa dal fraseggio ampio, che ci conduce attraverso molteplici piani narrativi e luoghi diversi – una città in continuo rifacimento, lo scavo archeologico di un sito bizantino, un ospedale psichiatrico, il fiume e la sua forza inarrestabile -, l’autrice dà vita a un’opera-mondo appassionante, ricca di simboli e profondità, che evidenzia la tensione tra individuo e Storia, tra libertà/prigionia e creazione artistica, da sempre in lotta contro la follia lucida della dittatura.


Un estratto

La macchina è comparsa, sembra, proprio fin dall’inizio dell’interdizione, ma non l’abbiamo notata che dopo parecchi giorni e ci siamo convinti dell’inequivocabilità del suo significato solo dopo che hanno cominciato ad allarmarsi anche i vicini.

La macchina arriva alle ore otto-nove della mattina e si parcheggia a distanza di qualche metro dal nostro portone. L’uomo al volante scende e si allontana ogni volta nella stessa direzione, mentre la donna seduta a fianco resta in macchina immobile, senza far nulla per ore intere. È la stessa donna quasi giovane, bella secondo il gusto dei piccoli arazzi con il ratto dal serraglio, dai capelli lunghi, gli occhi grandi con sopracciglia molto arcuate e la bocca disegnata con un rosso violento. Molto raramente le fa compagnia anche un giovane quasi obeso, che resiste con minore stoicismo all’immobilità richiesta dal mestiere: scende continuamente, sistema i tergicristalli, pulisce il parabrezza, verifica le gomme. La donna, al contrario, sembra avere inesauribili risorse di pazienza. Non legge mai nulla, non lavora a maglia, non fa parole crociate. Resta immobile, guardando dritto avanti, immobile come una statua di cera. Alle tre l’autista ritorna, saluta con un gesto di rispetto subalterno la compagna, si siede al volante e va via. Le sette ore di immobilità passate davanti al nostro portone, al gelo più rigido o con la più insopportabile canicola, sono tanto più assurde in quanto sembrano prive di qualsiasi scopo. Solo da noi dipende decidere se il secondo e il terzo cambio della donna nella macchina si trovano nascosti in una delle case vicine o se si ritiene semplicemente che la sorveglianza della prima mezza giornata ci spaventi abbastanza perché non ci sia più bisogno di continuare. O forse si tratta semplicemente di una pazza? Ho pensato anche a questo. Del resto, l’antipatia violenta che le si legge negli occhi quando, raramente, i nostri occhi si incrociano, potrebbe avvalorare quest’ultima e tanto improbabile variante. Che del resto, a parte me, nessuno prende in considerazione. Comunque, le conseguenze dello strano stazionamento – qualunque ne sia la spiegazione – sono state sollecite ed evidenti: pian piano, nessuno ha più avuto il coraggio di entrare nel nostro cortile sotto gli occhi fissi e fortemente truccati della sorvegliante o dei suoi invisibili sostituti, mentre noi abbiamo cominciato a parlare in casa solo bisbigliando. Credo che questa, del resto, sia stata la più difficile da sopportare tra le conseguenze dell’interdizione.



L'autrice

Ana Blandiana, nata Otilia Valeria Coman a Timisoara, è una poetessa e scrittrice, attiva sostenitrice dei diritti civili in Romania. Tra le molte iniziative di cui è stata promotrice, nel 1990 ha rifondato il PEN Club romeno, ha dato vita al movimento “Alleanza Civica” e ha creato, insieme al marito Romulus Rusan, giornalista e scrittore, il “Memoriale delle vittime del Comunismo e della Resistenza”. È membro dell’Accademia Europea di Poesia, dell’Accademia di poesia “Stéphane Mallarmé” e dell’Accademia Mondiale della Poesia (Unesco). Tra i numerosi premi e onorificenze di cui è stata insignita, si è aggiudicata in Italia il Premio Acerbi e il Premio Camaiore. Applausi nel cassetto è apparso per la prima volta nel 1992, dopo la rivoluzione, ed è stato tradotto in Germania e in Bulgaria. Elliot ha pubblicato la raccolta di poesie dal titolo L’orologio senza ore (2018).

Edward P.Jones - TUTTI I FIGLI DI ZIA AGAR - Bompiani

 

Edward P.Jones
TUTTI I FIGLI DI ZIA AGAR
(All Aunt Hagar's Children, 2006)
traduzione di Andrea Silvestri
Bompiani
pp. 544, marzo 2008, Euro 20
ISBN 9788845260070



Il libro

Un reduce della Corea indaga sull'assassinio del figlio tossicodipendente di un'amica di famiglia, scoprendo che a ucciderlo è stata la moglie incinta, che adesso vive serenamente con la madre del defunto. Un assassino esce di prigione e incontra casualmente una vecchia fiamma, diventata prostituta, che non lo riconosce e si suicida qualche tempo dopo, mentre lui decide di tornare dopo vent'anni a trovare il padre con cui i rapporti sono sempre stati tesissimi. Una ragazza miracolosamente scampata alla tragedia in cui ha perso la sua famiglia e ad altri strani incidenti incontra una bambina, unica superstite della strage, e tra le due si crea un misterioso legame. Tre bambine fuggite dalla Georgia dopo aver lasciato in stato comatoso il bianco che aveva tentato di stuprarle cominciano una nuova vita a Washington. Un sergente di stanza a Okinawa si ammala di tumore al seno e torna a rivedere la moglie e la figlia a Washington D.C....


L'autore

Edward P. Jones, nato a Washington nel 1950, ha insegnato scrittura creativa in varie università, compresa Princeton, e dopo la raccolta di racconti Lost in the City, per la quale ha ricevuto il PEN/Hemingway Award, ha pubblicato Il mondo conosciuto (Bompiani 2005), vincitore del Premio Pulitzer 2004, del National Book Critics Circle Award, dell’IMPAC Dublin Literary Award e del Lannan Literary Award. Tutti i figli della zia Agar è stato selezionato tra i cinque finalisti del PEN/Faulkner Award e ha ottenuto il Premio O. Henry per il racconto Vecchi amici, vecchie amiche.

Tobias Wolff - LA NOSTRA STORIA COMINCIA - Einaudi

 

Tobias Wolff
LA NOSTRA STORIA COMINCIA
(Our story begins: new and selected stories, 2008)
traduzione di Grazia Giua
Piemme
pp. 312, 2014, Euro 21
ISBN 9788806199180



Il libro

Da oltre trent'anni Tobias Wolff imprime il proprio marchio d'eccellenza nel canone della narrativa breve americana che, passando per Carver, risale fino a Poe e Hawthorne. Di tale magistero ci offre prova in questo compendio di diciannove storie perfette su uomini e donne imperfetti. Che ci parlino dell'artista fallito che spera di dare una svolta a vita e carriera abbandonando moglie e figlio nel deserto, o del padre di famiglia che viene a sapere della morte improvvisa del suo grande amore immaginario, è la nostra storia a cominciare in ciascuna di esse. È la nostra storia a illuminarle, a parlarci dalle loro pagine. Tobias Wolff sa prestarci le parole per raccontarci la nostra storia, e per declinarla infinitamente, dentro ogni piccola storia finita.


Trent’anni, tanto separa i primi racconti di questa raccolta, risalenti all’inizio degli anni Ottanta, dagli ultimi: una cartografia letteraria di lungo sguardo e grande varietà, eppure sorprendentemente unitaria. «I protagonisti delle mie storie – dichiarava Wolff – abitano tutti quanti un mondo comune. È evidente che sono assillati dalle stesse preoccupazioni etiche e spirituali, e tali preoccupazioni sono il soggetto tematico dei racconti». Il furto, l’adulterio, la morte, l’ambizione, la paura: queste le preoccupazioni che mettono alla prova l’impianto morale dei personaggi, ma nel dar conto dell’esito, pur esposto con spassionata lucidità, Wolff rifugge ogni deriva censoria. A proteggerlo è il potente antidoto dell’investimento personale. Il complesso dei racconti forma infatti una specie di autobiografia obliqua i cui elementi rimbalzano, rifratti, tra la finzione e la memoria e ritorno. Il milieu accademico, la cui ipocrisia cosí implacabilmente Wolff sferza nella raccolta, è il medesimo a cui lui stesso, docente di scrittura creativa presso la prestigiosa università di Stanford, appartiene. I protagonisti di ben sei dei diciannove racconti sono o sono stati soldati, e si muovono in un ambiente che l’autore, membro delle Special Forces dell’esercito americano durante la guerra del Vietnam, ben conosce. E certo dall’autobiografia origina il vero filo rosso che cuce, apparentandoli, tutti i racconti: impostura e illusione, menzogna e vagheggiamento, inganno e autoinganno. Fingono i tre protagonisti di Cacciatori nella neve, in uscita per una battuta di caccia fra amici tra i ghiacci del Midwest; simula il sergente Morse di In attesa di ordini pur di nascondere la propria omosessualità in un ambiente ancora largamente machista; s’illude di poter ottenere il posto sulla East Coast la docente di storia del Giardino dei martiri nordamericani; confonde le proprie vere intenzioni l’avvocato di La deposizione; vive un’intera vita di pura immaginazione il protagonista di Bacio vero. L’impostura patente abita le pagine di Il beneficio del dubbio, mentre una tragica menzogna conclude la vicenda di Gioia da soldato. E infine mente, in modo smaccato, compulsivo, forse perfino patologico, il bugiardo della storia omonima. Molte le bugie bianche, quelle che placano, consolano, leniscono, quelle pronunciate per umanità. La consonanza umana, sembra suggerire Tobias Wolff, è in grado di strappare il bugiardo alla solitudine che la menzogna procura. Se è menzogna letteraria, ripaga con la stessa moneta.

***

«Uno scrittore della lega piú pura: in parte narratore, in parte filosofo, un artista impegnato a sollevare domande profonde e difficili per le cui risposte è necessario il tempo di una vita intera».

«Los Angeles Times»



L'autore

Tobias Wolff è nato nel 1945, in Alabama, negli Stati Uniti. È considerato da molti il piú accreditato erede di quella tradizione del realismo americano che parte da Hemingway e arriva a Carver; tre dei racconti di Proprio quella notte (« Stile libero») sono stati inseriti nelle antologie della serie Best American Short Stories. Vive tra New York e la California, insegnando scrittura creativa e letteratura. Di lui Einaudi ha anche pubblicato Nell'esercito del Faraone («I coralli»), un memoir sulla guerra del Vietnam, Il colpevole (« Stile libero»), Un vero bugiardo («Stile libero»), Quell'anno a scuola («Stile libero») e La nostra storia comincia («Supercoralli»).

Atticus Lish - PREPARATIVI PER LA PROSSIMA VITA - Rizzoli

 


Atticus Lish
PREPARATIVI PER LA PROSSIMA VITA
(Preparation for the Next Life, 2014)
traduzione di Alberto Cristofori
Rizzoli, collana La Scala
pp. 560, marzo 2016, Euro 20
ISBN 9788817085861



Il libro

Questa è una lunga sequenza fotografica del ventre di New York. In primo piano sono in due: Zou Lei, immigrata clandestina entrata in America dal confine messicano, musulmana, per metà cinese-han, per metà di etnia uigura, giovane donna determinata a sopravvivere cercando libertà in una terra prodiga di schiaffi; e Brad Skinner, reduce rabbioso della guerra d’Iraq, giovane uomo ferito, carico dei fantasmi partoriti nel deserto. Due solitudini che quando si incontrano, nel retro squallido di uno dei tanti ristoranti annidati nel Queens, seguono l’istinto di stare insieme. Sul fondo, mentre questa storia si abbozza, ci sono i colori delle strade post 11 settembre, sporchi e ripetitivi, i rumori rauchi delle metropolitane sopraelevate, il brusio insistente delle decine di lingue, silenzi, accenti che danno forma alla città. Aspro, a suo modo vitale, Preparativi per la prossima vita ci racconta l’America che resiste e che, al di qua di ogni rassicurante immagine da cartolina, brulica lungo i muri coperti di graffiti; un’America non schermata dalla facile velocità del cinema, che ogni giorno lotta per vedere l’alba, come Zou Lei e Skinner, due personaggi memorabili, tra i più reali e riconoscibili che la narrativa contemporanea abbia prodotto. L’esordio di Atticus Lish ha conquistato la critica più severa: un romanzo unico e importante che il New York Times ha definito «necessario».


L'autore

Atticus Lish esordisce nella narrativa con Preparativi per la prossima vita (Pen Faulkner Award for Fiction 2015 e Grand Prix de Littérature Américaine 2016). Cresciuto nel mondo della letteratura grazie al padre, Gordon Lish, editor leggendario di Raymond Carver, ha lavorato per molti anni come traduttore dal cinese mandarino. Vive in Kentucky.