Traduzione di Norman Gobetti
ADD Editore
pp. 408, maggio 2019, Euro 18, brossura
Scese ed entrò nello studio, dove trovò il libro mutilato di Massud. Vide che sei delle pagine erano state ricucite insieme con filo d’oro. Osservò il lavoro di restauro, facendo correre la punta delle dita su quelle cicatrici lucenti. Ogni cosa che accadeva in quel luogo, e in tanti altri luoghi come quello, riguardava il potere e l’autorità. Tutto. E i conflitti dei pachistani non riguardavano solo il Pakistan, ma la sopravvivenza dell’intera razza umana. Riguardavano il pianeta nel suo insieme.
Il libro dell’acqua e di altri specchi si apre in una città fittizia chiamata Zamana, in Pakistan. Nargis e Massud sono una coppia di architetti, uniti da un’affinità elettiva con cui hanno sapientemente modulato ogni fase della loro relazione. Eppure Nargis ha nascosto per tutta la vita al marito un elemento fondante e pericoloso della sua identità: è nata cristiana, con il nome di Margaret, ma crescendo si è finta musulmana per sfuggire agli abusi e alle oppressioni. Quando Massud muore in uno scontro a fuoco, la vita di Nargis inizia a sgretolarsi. Intanto qualcuno si serve degli altoparlanti dei minareti per rivelare i segreti e le dissolutezze degli abitanti, diffondendo il terrore in un Paese in cui l’accusa di blasfemia può costare la vita. I misteriosi annunci presto diventano persecuzioni e Nargis sarà costretta a fuggire. In questo mondo al limite della distopia, diverse trame amorose si liberano come fiumi in piena e con la loro poesia fanno da contraltare all’orrore. Questo romanzo è un ritratto rivelatore dello spirito umano, una storia di corruzione e resistenza, di amore e terrore, e delle maschere che a volte è necessario indossare per salvarsi.
Il
libro dell’acqua e di altri specchi è al contempo una storia di
formazione sentimentale, uno studio sulla perdita e un ritratto
lucido dei conflitti che pervadono il Pakistan contemporaneo. È un
romanzo importante dalla prosa cristallina e dai personaggi abilmente
caratterizzati nelle loro sfumature emotive. Seppure crudo nella
rappresentazione del brutale esercizio del potere, è un inno alla
resilienza.
– Laura Garmeson, Financial Times
Aslam
ha costruito un corpus di opere in cui descrive nel dettaglio il
peggio cui gli uomini possono arrivare e ci è riuscito usando una
prosa che suggerisce le possibilità salvifiche dell’arte. Orrore e
bellezza convivono in un equilibrio precario.
– Peter
Parker, The Spectator
Sbalorditivo…
un romanzo magistrale, con una complessa stratificazione di simboli e
una trama puntellata di colpi di scena drammatici fino all’ultima
frase.
– Rebecca Steinitz, The Boston Globe
Nadeem Aslam (Gujranwala, 11 luglio 1966) è uno scrittore pakistano naturalizzato britannico. All'età di 14 anni, dovette abbandonare il Pakistan poiché il Governo di Muhammad Zia-ul-Haq osteggiava i comunisti come il padre. A ciò fa riferimento nella figura fittizia del protagonista di Mappe per amanti smarriti, anch'egli comunista costretto ad emigrare nel Regno Unito. La sua famiglia si trasferì a Huddersfield. Ha studiato Biochimica presso l'Università di Manchester e, come uno dei personaggi di Mappe, anche lui ha abbandonato gli studi, sentendosi più portato per una carriera artistica.
Nel 1993 esce il suo primo romanzo, Season of the Rainbirds, che gli vale il Betty Trask Award come giovane autore (under-35), e il prestigioso Authors' Club First Novel Award, in quanto esordiente.
Solo 11 anni dopo uscirà Mappe per amanti smarriti, il suo secondo romanzo, al quale intenzionalmente lavora per oltre una decade e grazie al quale, oltre a vincere l'Encore Award e il Premio Kiriyama, viene tradotto (in Italia, da Feltrinelli). Questo romanzo è un focus sulla comunità pakistana nel Regno Unito e narra, oltre all'integrazione, della difficile convivenza tra musulmani moderati ed estremisti. Il romanzo è stato pubblicato nel 2004, cioè un anno prima degli attentati a Londra.
Anche i successivi romanzi, concepiti durante la Guerra al terrorismo, (The Wasted Vigil e The Blind Man's Garden, pubblicati rispettivamente nel 2008 e nel 2013) trattano gli anni della difficile connivenza tra Occidente e Islam. Nel 2014, per The Blind, gli è conferito (assieme ad Aminatta Forna e Jim Crace) il prestigioso Windham–Campbell Literature Prize per la categoria "Fiction"
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