Ali
Smith
PRIMAVERA
(Spring,
2019)
Traduzione di Federica Aceto
SUR
Collana BigSur
#47
pp. 286, maggio 2020, Euro 17,50, brossura
Il libro
Richard è un regista televisivo ormai anziano; la sua migliore amica, la geniale sceneggiatrice con cui ha lavorato ai suoi film più belli, è morta da poco, e lui è stato ingaggiato per l'adattamento dozzinale di un romanzo di successo; solo e sconfortato, è fuggito da Londra ed è in pieno stallo esistenziale. Brittany è una giovane donna che lavora come agente di sicurezza in un centro di detenzione dove vengono stipati gli immigrati senza documenti in (vana) attesa di rimpatrio; il suo impiego la sta disumanizzando sempre di più: il saluto che fa alle siepi dell'ingresso all'inizio e alla fine di ogni turno sembra il suo unico momento di dolcezza e sollievo. Nella vita di entrambi piomba però Florence, una dodicenne dalle origini misteriose e dall'irresistibile carisma, e l'incontro avrà effetti letteralmente miracolosi – o forse solo profondamente umani. Nel terzo volume della sua tetralogia ispirata alle stagioni, Ali Smith ci regala un'altra storia di confronto fra diversità, di accoglienza e di speranza, che è al tempo stesso una fotografia del presente e una parabola universale.
L’autore
Ali Smith (Inverness, 1962) è autrice di cinque raccolte di racconti e nove romanzi, fra cui compaiono nel catalogo SUR Autunno, L’una e l’altra, Voci fuori campo e Hotel World (quest’ultimo sotto il marchio Beat). Quattro volte finalista al Booker Prize, è una delle voci più originali e influenti della letteratura britannica contemporanea
L'incipit
Ora, quello che non vogliamo sono i Fatti. Quello che vogliamo è lo sconcerto. Quello che vogliamo è la ripetizione. Quello che vogliamo è la ripetizione. Quello che vogliamo è sentire i potenti dire che la verità non è la verità. Quello che vogliamo sono deputati eletti in parlamento che dicono qualcuno prima o poi le ficcherà un bel coltello caldo in pancia e girerà la lama o cose tipo portati il cappio da casa vogliamo sentire membri della maggioranza nella camera dei comuni che gridano ammazzati a un parlamentare dell’opposizione vogliamo potenti che dicono di voler vedere altri potenti fatti a pezzi e conservati in sacchetti nel freezer di casa vogliamo vedere le donne musulmane ridicolizzate da un articolo di giornale vogliamo sentire le risate vogliamo che l’eco di quelle risate le segua ovunque vadano. Vogliamo che quelli che chiamiamo stranieri si sentano stranieri ci serve che sia chiaro che non avranno diritti finché non lo 12 decidiamo noi. Quello che vogliamo è l’indignazione l’infrazione la distrazione. Quello che ci serve è diffondere l’idea che il pensiero sia una cosa elitaria che la conoscenza sia una cosa elitaria quello che ci serve è che la gente si senta trascurata diseredata quello che ci serve è che la gente si senta. Quello che ci serve è il panico vogliamo il panico a livello subcosciente vogliamo il panico anche a livello cosciente. Ci servono le emozioni vogliamo il moralismo vogliamo la rabbia. Ci serve il patriottismo con tutto il suo ambaradan. Quello che vogliamo è il solito vecchio Scandalo delle madri alcolizzate Il pericolo dell’assunzione quotidiana di aspirina ma con maggiore urgenza Nein Nein Nein ci serve un hashtag #adessobasta vogliamo Dateci quello che vogliamo o ce ne andiamo vogliamo la rabbia vogliamo l’indignazione vogliamo parole emotivamente cariche antisemita va bene nazista va benissimo pedofilo va alla grande straniero maniaco clandestino vogliamo reazioni di pancia vogliamo Verifiche accurate sull’età dei migranti «minori» Il 98% vuole uno stop ai nuovi ingressi di migranti Aerei da guerra per fermare i migranti Quanti altri ancora ne possiamo ospitare Chiudete a chiave le porte di casa e nascondete le vostre mogli vogliamo tolleranza zero. Ci serve che le notizie siano a misura di cellulare. Dobbiamo bypassare i media mainstream. Dobbiamo evitare di guardare l’intervistatore e guardare dritto in camera. Dobbiamo mandare un messaggio chiaro forte inequivocabile. Ci servono notizie shock.
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