venerdì 22 novembre 2024

Guglielmo Bianchi, Lucia Rodocanachi - CARISSIMO BILLY, DEAR LUCKY | LETTERE (1937-1947) - 8ttovolante

 
Guglielmo Bianchi, Lucia Rodocanachi
CARISSIMO BILLY, DEAR LUCKY
LETTERE (1937-1947)
Selezione delle lettere e note introduttive a cura di Benedetta Vassallo.
Suddivisione tematica a cura di Alessandra Barbero.
Con approfondimenti critici di Alessandra Barbero, Virna Brigatti, Silvia Falcione e Anna Ferrando
8ttovolante editore
novembre 2024
pp. 240, € 18
ISBN 978-88-31263-52-8

Quando Guglielmo Bianchi e Lucia Rodocanachi si conoscono, all’inizio degli anni Trenta, lui vive tra Lavagna, Genova e Parigi, è un poeta e un artista “furibondo di gloria”, un dandy che aspetta la sua consacrazione tra la ville lumière e quella sottile striscia di Liguria. Lei invece è la musa, instancabile motore di ispirazione creativa, degli “amici poeti degli anni Trenta” che si riuniscono nella casa che divide insieme al marito pittore ad Arenzano: tra gli altri Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro, Carlo Bo, Adriano Grande, Gianna Manzini, Henry Furst.
L’amicizia che da subito lega Bianchi e Rodocanachi sfocia in una corrispondenza che copre un decennio fondamentale per la Storia collettiva e la loro storia personale. Le 34 lettere scelte si snodano in un arco temporale che va dal 1937 al 1947: in questi anni Bianchi si consuma in un’esistenza inquieta, causa ed effetto di un successo mai raggiunto, fugge in Sud America, naufrago superstite di un mondo che non riesce più a comprendere. Lucia legge, studia, traduce – spesso su commissione al servizio di penne importanti: Montale, Vittorini, Sbarbaro, Gadda senza che il suo nome venga mai menzionato – attraversa la guerra, viene incarcerata e sfollata. E scrive. Scrive agli amici nel tentativo di illuminare quel buio, di riannodare i fili delle loro vite drammatiche. In pochi hanno conservato quelle lettere, uniche testimoni di una scrittura pulsante e vitale. Guglielmo fu uno di questi.
Questa raccolta mira a ricostruire il sostrato artistico e letterario che contribuì a dare vita a una stagione culturale irripetibile per la Liguria dei primi del Novecento e a conoscere la storia, intellettuale e umana, di due artisti da riscoprire.


Lucia Morpurgo Rodocanachi (1901- 1978), moglie del pittore Paolo Stamaty Rodocanachi, è stata musa di poeti e artisti e traduttrice segreta al servizio di penne importanti: Montale, Vittorini, Sbarbaro, Gadda. L’Olivetta, la casetta rosa che la coppia divideva in Arenzano con gli “amici poeti degli anni Trenta”, è stata rifugio creativo per molti di loro e porto sicuro negli anni tumultuosi della guerra. Lucia ne è stata nume tutelare, ispiratrice e instancabile motore.



Guglielmo Bianchi (1899 - 1966) è stato poeta, pittore, drammaturgo, pensatore, dandy: impossibile imprigionarlo in una defi nizione. Ha consumato un’esistenza irre quieta in un continuo vagabondare tra la sua terra, la Parigi di Borges e il Sud America dove metaforicamente naufragò nel 1939, appena in tempo per non assistere al più grande naufragio, quello bellico, degli amici e del mondo che conosceva.

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