domenica 2 novembre 2025

Ludwig Tieck - IL SUPERFLUO DELLA VITA - Carbonio

 
Ludwig Tieck
IL SUPERFLUO DELLA VITA
(titolo originale Des Lebens Überfluss, 1839)
traduzione ed introduzione di Paola Capriolo
Carbonio editore
collana Origie
ottobre 2025
pp. 96, euro 15
ISBN ...


La nobile Clara e il borghese Heinrich Brand si sposano in segreto contro la ferma opposizione del padre di lei e si trasferiscono a vivere alla periferia della città, prendendo in affitto un angusto appartamento al primo piano di un vecchio stabile. Mancano quasi di tutto, eppure non mancano di niente perché hanno il loro amore a nutrirli e proteggerli.
A ritmare le giornate della coppia sono le emozioni provocate dalle epifanie inattese della natura e il loro infinito conversare, un flusso di racconti dei reciproci sogni, di letture dal diario di Heinrich, di riflessioni filosofiche circa il rapporto tra lo Stato e l’individuo e circa i doveri di questi ultimi quali membri della società.
Ma un inverno rigidissimo si abbatte sugli sposi novelli. Nella casa si gela e la fine dei risparmi non consente di acquistare altra legna per riscaldarne le due stanzette.
Heinrich, allora, decide di segare la scala che collega l’appartamento dabbasso: i ventidue robusti gradini di quercia diventeranno la scorta di ceppi con cui stare a posto nei mesi freddi che li aspettano. Aiutato da Christine – la fedele balia di Clara –, il giovane porta a termine l’impresa tanto stravagante quanto estrema, sancendo l’isolamento suo e della moglie dal resto del mondo. 
Liberarsi del mondo, però, si rivela più difficile di quanto Heinrich pensasse. 
Quando Il superfluo della vita viene pubblicato, nel 1839, sono passati trentacinque anni dalla fine della leggendaria stagione preromantica di Jena della quale Ludwig Tieck era stato tra i maggiori rappresentanti insieme a Friedrich e August Wilhelm von Schlegel, Schelling, Caroline Michaelis, Novalis, Fichte e Hölderlin.
Tieck è ormai un autore arrivato e benvoluto all’apice della carriera, non ha più nulla da dimostrare ma continua ad assecondare il suo piglio di sperimentatore.
Scrive in prevalenza novelle, una misura letteraria che si rivela particolarmente congeniale alla sua fantasia esuberante e alla propensione poetica, nelle quali si dà l’obiettivo di «porre in chiarissima luce un fatto grande o piccolo, il quale, pur svolgendosi in modo facile e naturale, è pertanto meraviglioso e forse unico».
Esattamente quanto accade nel Superfluo della vita, che costituisce l’esito più brillante delle cosiddette “novelle di Dresda”, una serie di testi destinati a un ampio pubblico, scritti da Tieck tra il 1819 e il 1841, quando era consigliere artistico dell’Hoftheater della città sassone, ravvivata dalle sue seguitissime letture pubbliche e lezioni di teatro.
Il titolo stesso dell’opera risuona come una dichiarazione di poetica pregna di tutto lo slancio idealistico della Frühromantik, insofferente al culto del denaro e ai bisogni materiali, considerati superflui rispetto alla grandiosità dell’amore, dell’amicizia, della poesia.
La novella pare dunque un invito a celebrare l’estro dell’individuo che non intende piegarsi a una realtà mesta, quando non ostile, bensì la contrasta con la forza trasfigurante dell’immaginazione, qui esaltata e vellicata dal personaggio di Heinrich, una combinazione di irruenza, risolutezza ed eccentricità briosa di memorabile simpatia.
Ma cosa succede quando non è più possibile lasciarsi guidare dal credo oraziano del Carpe diem tanto caro a Clara e Heinrich? Che la prosaicità di una miseria implacabile comporti un ripensamento tra ciò che è superfluo e ciò che non lo è?
Ed ecco l’altra parte interpretativa del Superfluo della vita, quella di una satira geniale, fresca e divertente, con sfumature di critica sociale. La gioia di vivere dei due protagonisti resterà di certo inscalfita anche dopo l’epilogo di strepitoso parossismo comico con il quale Tieck mette fine al loro isolamento, in un’atmosfera di beffarda sedizione.
È il graffio di Ludwig Tieck. Anche quando attinge dal realismo intimista di orientamento borghese proprio dello stile Biedermeier, che dilaga nella Germania della Restaurazione, Tieck non riesce a tacitare l’impeto preromantico della giovinezza. Una postura forse inevitabile per chi quel Romanticismo aveva creato e avrebbe contribuito a magnificare per sempre. 
A quarant’anni dalla precedente traduzione, Carbonio Editore ripropone Il superfluo della vita per la nuova e radiosa cura della scrittrice, traduttrice e germanista Paola Capriolo.
Una gemma letteraria dalla struttura impeccabile, lo stile limpido, le immagini smaglianti. 
Una lettura che entusiasma e scalda il cuore.

Ludwig Tieck (Berlino, 1773-1853) è stata una figura chiave del Romanticismo e della scena letteraria tedesca a cavallo tra XVIII e XIV secolo, che animò in molteplici vesti – poeta, prosatore, filologo, teorico della letteratura, critico teatrale, editore, traduttore di Shakespeare e di Cervantes.
Sostenuto da un dominio amplissimo di scrittura, fu autore di romanzi, commedie, drammi e racconti fantastici. Straordinario risultò il suo lavoro di invenzione e rifacimento delle fiabe popolari, dove Tieck rese l’elemento terrifico inscindibile da quelli del comico e dell’ironia, aprendo di fatto la strada alla fiaba moderna. Noti in tutto il mondo i suoi adattamenti per il teatro delle fiabe Barbablù (1796) e Il gatto con gli stivali (1797).
Tra le sue opere più significative si annoverano anche i romanzi Storia del signor William Lovell (1796) e Le peregrinazioni di Franz Sternbald (1798), il racconto fiabesco Il biondo Eckbert (1797), le novelle Il fidanzamento (1823) e Il superfluo della vita (1839). Quest’ultima ispirò l’omonima pellicola, di matrice tetramente neorealista, del 1950, per la regia di Wolfgang Liebeneiner, ex capo della Reichsfilmkammer.
A Tieck è stato dedicato l’asteroide 8056 “Tieck”, che esiste dal 1999.

Paola Capriolo (Milano, 1962), è autrice di numerosi libri di narrativa, da La grande Eulalia (Feltrinelli 1988) a Irina Nikolaevna o l’arte del romanzo (Bompiani 2023). Le sue opere sono tradotte in molti Paesi. Ha scritto saggi su Benn, Rilke e Thomas Mann e tradotto per diversi editori testi di Goethe, Kleist, Keller, Stifter, Schnitzler, Thomas Mann e Kafka. Dal 2018 fa parte della giuria del Premio italo-tedesco per la traduzione letteraria.


Abraham Verghese - TENNIS PARTNER - Neri Pozza

 
Abraham Verghese
TENNIS PARTNER
(titolo originale The Tennis Partner, 1998)
traduzione di Luigi Maria Sponzilli
Neri Pozza
collana Le Tavole d'Oro
2025
pp. 416, euro 21
ISBN 9788854530584

 
Il medico si è vestito elegante per il primo giorno del suo nuovo lavoro a El Paso, Texas. Una vita nuova lo aspetta in quella città tagliata in due dalla montagna, dove si è appena trasferito con la moglie e i figli ancora piccoli. In ospedale conoscerà i suoi specializzandi, sguardi ansiosi, camici candidi, stetoscopi scintillanti. Futuri medici a cui insegnare il fondamentale rito della rilevazione del polso, il mistero complesso della diagnosi, l’infinita responsabilità della cura. Ma in questo nuovo inizio, il dottor Abraham Verghese ripone la speranza di salvare il suo matrimonio, la speranza che le parole dette e le cose accadute possano essere dimenticate. David Smith ha tante cose da dimenticare, una carriera da tennista abbandonata, una tossicodipendenza annosa punteggiata di dure riabilitazioni e ricadute rovinose, gli studi di medicina da sorvegliato speciale. Una partita di tennis diventa il primo atto di un rituale che coinvolge lo studente e il suo insegnante, con i ruoli che si invertono come in un gioco di specchi. In campo, Abraham guarda a David con ammirazione e stupore, in corsia David ascolta Abraham con rispetto e devozione. Dalla passione per il tennis che li ha avvicinati, nasce un legame cauto ma profondo, in cui due uomini soli liberano le paure, espongono le ferite, trovano sostegno l’uno nell’altro. Ma come due bambini costruiscono un castello di sabbia ignari della marea che arriverà, quando la bestia crudele si risveglia dal suo sonno, tutto ciò in cui Abraham ha creduto e per cui ha lottato rischia di finire travolto. In queste pagine di tennis e di vita, l’autore de Il patto dell’acqua racconta, con la sobrietà e il nitore di sempre, i fallimenti, le speranze, le rinascite. L’eterna battaglia dell’uomo contro la solitudine.

Mi bastavano la mia racchetta da tennis e una pallina. Giocavo con avversari immaginari contro il fianco irregolare di un capannone, umiliando Tilden, Laver e Pancho Segura con la mia Slazenger. La pallina poteva rimbalzare in mille modi, ma io li conoscevo tutti. Anche a occhi chiusi ero in grado di prevederne la traiettoria. La terna di rumori che faceva volando fra racchetta, capannone e suolo mi ipnotizzava, mi calmava; desideravo con tutte le mie forze che non finisse.

Abraham Verghese, dopo il diploma allo Iowa Writers’ Workshop, nel 1994, ha esordito con My Own Country, finalista al NBC Award. È scrittore, medico, docente e vicepresidente del Dipartimento di Medicina presso la Stanford School of Medicine. Ha ricevuto la National Humanities Medal, cinque lauree honoris causa ed è membro della National Academy of Medicine e dell’American Academy of Arts & Sciences. Presso Neri Pozza sono apparsi, con gran successo di pubblico e di critica, i romanzi Il patto dell’acqua (2023), scelto da Oprah Winfrey per il suo Bookclub, e La porta delle lacrime (2024). Il memoir Tennis Partner, uscito in America nel 1998, è stato un New York Times Notable Book.

Sara Zanni, Miriam Giovanzana - CAMMINI DI SANTIAGO. L’atlante completo con tutti gli itinerari - Terre di Mezzo

 
Sara Zanni, Miriam Giovanzana
CAMMINI DI SANTIAGO
L’atlante completo con tutti gli itinerari

Terre di Mezzo editore
2025
pp. 264, euro 24,90
ISBN 9791259963802


Pronti a partire per il viaggio che cambia la vita?
Sogno, avventura, ricerca, emozione: il Cammino di Santiago è un’esperienza di rinascita e di pura meraviglia che, dopo dodici secoli, continua ad attrarre da tutto il mondo centinaia di migliaia di camminatori, pellegrini e viandanti.
Per la prima volta in un solo volume, tutti gli itinerari che portano alla cattedrale di San Giacomo: in Spagna, Portogallo, Francia, Italia, fino alle vie meno battute che attraversano ogni altra parte d’Europa.
Un atlante completo con 85 Cammini, dove gli appassionati scopriranno vie inedite e chi si avvicina per la prima volta troverà informazioni pratiche e preziosi consigli. Lasciate da parte ogni dubbio: non vi resta che scegliere la prossima avventura e mettervi – o rimettervi – in cammino!

Sara Zanni, archeologa e guida ambientale escursionistica, ha lavorato come ricercatrice in diverse università europee studiando le antiche strade. Nel 2006 ha percorso il suo primo Cammino di Santiago e, nel 2014 è partita da casa sua a Milano, perraggiungere Santiago e Finisterre a piedi. Da quell’esperienza è nato il libro Cento giorni in cammino. Con più di 10.000 chilometri percorsi in Europa e Medio Oriente, è oggi una dei massimi esperti di cammini giacobei e italiani. Per Terre di mezzo Editore è autrice, tra gli altri, della guida A Santiago lungo il Cammino d’Inverno.

Miriam Giovanzana (foto di Xaime Cortizo) è tra i fondatori di Terre di mezzo Editore. Nel 1999 ha percorso per la prima volta il Cammino di Santiago e ha realizzato l’omonima guida che da 25 anni accompagna migliaia di camminatori italiani in Spagna. Per la casa editrice ha curato anche il libro fotografico Inconsueti giorni. Vita quotidiana ed eroica sul Cammino di Santiago, il volume Cammini in Europa e Il taccuino di Santiago. Nell’ambito di Fa’ la cosa giusta!, che si tiene ogni anno a Milano, è tra i promotori della Fiera dei Grandi Cammini. Dal 1999 al 2007 ha diretto il mensile Altreconomia.



sabato 1 novembre 2025

Dario Salvatori - JAMES DEAN. Vita e passioni di un mito - Tempesta

 
Dario Salvatori
JAMES DEAN.
Vita e passioni di un mito.

Con due saggi di Renato Marengo e Diomira Cennamo
Tempesta editore
copertina di Roberto Albini
pp. 184, di cui 14 a colori – euro 22
ISBN 9788885798540


Un pomeriggio tra storie, cinema, rock ‘n’ roll e l’anima di un’epoca che non smette di affascinarci. Sabato 1 novembre, alle ore 18:00, il Museo del Rock di Catanzaro ospiterà la presentazione di "James Dean. Vita e passioni di un mito" (Tempesta Editore), il nuovo volume firmato da Dario Salvatori.
Sarà proprio l’autore che ci aprirà il cuore di questo volume in cui ha esplorato con profonda sensibilità la vita di Dean. L’attore, che in soli tre film (La Valle dell'Eden, Gioventù bruciata, Il Gigante) ha incarnato il tormento e la voglia di libertà di un’intera generazione, con i suoi personaggi ha rivoluzionato il concetto di recitazione, portando sullo schermo un realismo emotivo e una vulnerabilità mai viste.
Dean non è stato solo un attore: ancora oggi viene considerato il simbolo della malinconia giovanile, l’immagine perfetta dell’anticonformista che ha lasciato un segno indelebile nel cinema e nella cultura; è l’icona della gioventù perduta, inquieta e incompresa del dopoguerra. La sua morte prematura ha cementato per sempre il suo status di mito immortale, simbolo di libertà e malinconia che risuona ancora oggi.
Da sempre riconosciuto come giornalista, critico e storico musicale di fama nazionale, noto per la sua enciclopedica conoscenza della cultura pop,  Dario Salvatori con il suo libro ha condotto un’indagine appassionata e ricca di dettagli su questa figura fulminea e sulla sua eredità; svela un Dean inaspettato: un artista a tutto tondo con una passione segreta per le percussioni, e regala particolari intimi della sua vita, come la tormentata storia d’amore con Anna Maria Pierangeli e gli scatti inediti con icone come Ursula Andress e Marlon Brando.
In un pomeriggio dedicato alla memoria, alla musica e all’energia inestinguibile di chi non ha mai accettato le regole, a conversare con Dario Salvatori ci saranno due voci competenti. Renato Marengo, storico produttore discografico e giornalista, condividerà la sua esperienza e la sua visione profonda sul legame tra arte, cinema e il mondo che Dean ha ispirato. Inoltre, Piergiorgio Caruso ci guiderà in un ascolto suggestivo, un vero e proprio abbraccio sonoro con i brani che hanno accompagnato l’esistenza e la leggenda di James Dean.

Andrew Meehan - BEST FRIENDS - Elliot

 
Andrew Meehan
BEST FRIENDS
traduzione di Marco Piva
Elliot edizioni
collana Scatti
novembre 2025
pp. 180, € 18.00
ISBN ...
 

A Dun Laoghaire, sobborgo costiero nella contea di Dublino, June fa le pulizie e Ray lavora come custode nei campi da tennis pubblici. Entrambi settantenni, Ray e June ricordano due anziane rockstar: sono stropicciati, imperfetti. Lui non è un tipo romantico, lei a prima vista non è nemmeno amichevole, ed entrambi si comportano, talvolta, in modo meschino. Ma sono, in fondo, solo persone normali che da troppo tempo non vivono un amore. Prima amici improbabili, poi ancor più improbabili compagni. Cosa succede quando ci si innamora da anziani? Come ci si sente a sapere che quello è, molto probabilmente, l’ultimo amore della propria vita? June e Ray, tra ironia e tenerezza, ritrovano lentamente la gioia che era mancata nelle loro vite per tanto tempo. La persona giusta al momento giusto. June e Ray, dovunque voi siate, questo è il vostro momento.

Un estratto
«In quel momento, Ray Draper e June Wylie stanno pensando la stessa cosa e provando le stesse sensazioni. Si tratta del nervosismo che accompagna lo stringere nuove amicizie, a qualunque età. June spera di non stare guardando l’uomo in maniera troppo intensa. Ray spera di non stare guardando la donna in maniera troppo intensa. Ray nota che lei ha una bella fronte, tanto ampia che ci si potrebbe scrivere la lista della spesa. È chiaro che passa molto tempo al sole. Ha una bella pelle, sembra che brilli. Non riesce a decidere quale parte di quel volto guardare. Anche se gli voltasse le spalle, sarebbe comunque affascinato. Ray vorrebbe vederla anche guardando altrove. June si chiede chi ha i capelli così lunghi a quell’età e se quell’uomo sembra sempre appena uscito dalla doccia. È entrato nel negozio trascinando i piedi, ma ha gambe e braccia coperte di lentiggini e ha un fisico abbastanza tonico da suggerire che si tratta di uno che sa badare a sé stesso. Ha l’aria di qualcuno che passa molto tempo all’aperto, ha qualche graffio sulle ginocchia e sembra un folle con quegli abiti sportivi spaiati. Ecco tutta la scena. Una persona descritta in mezzo secondo. Uno non sa nemmeno che qualcuno esista, finché non lo viene a sapere».

Andrew Meehan insegna Scrittura creativa all'Università di Strathclyde a Glasgow, in Scozia. È stato per molti anni responsabile dell'Irish Film Board. Ha pubblicato tre romanzi – One Star Awake, Istant Fires e The Mystery of Love – tutte storie d’amore accolte entusiasticamente dal pubblico. Scrive anche sceneggiature. 
Best Friends è uscito a maggio 2025 per Muswell Press (UK) ed è già stato opzionato per diventare un film.

Catherine Gore - GLI HAMILTON - Ellliot


Catherine Gore
GLI HAMILTON
(titolo originale The Hamiltons, or The new Era, 1834)
traduzione di Luca Brezzo
Elliot edizioni
collana Raggi
novembre 2025
pp.384, € 20.00
ISBN ...


Quando la giovane e bella Susan accetta la proposta di matrimonio di Augustus Hamilton, un aristocratico affascinante e ambito, tutto sembra condurla verso una vita perfetta. Ben presto, però, Susan si rende conto che lo scenario roseo che aveva sognato è molto lontano dalla realtà. Augustus è un arrivista e un fedifrago, che con superficialità dedica le giornate ai vizi mondani. Inoltre suo padre, Lord Laxington, è un politico di primo piano, e così Susan si ritrova catapultata in un mondo che non desiderava, in giro per l’Europa e al centro della vita di corte durante il tramonto del regno di Giorgio IV. Se vorrà raggiungere la felicità, Susan dovrà superare molte delusioni e sofferenze e soprattutto scoprire quanta forza ci sia nel suo animo.
Prosegue la pubblicazione dei romanzi inediti in Italia di Catherine Gore, regina del genere di costume “Silver Fork”, narratrice di talento che ha preceduto Thackeray nella acuta narrazione dell’alta società inglese e che incarna l’anello letterario mancante tra Jane Austen ed Elizabeth Gaskell. Gli Hamilton riscosse molto successo e riscontrò l'apprezzamento non solo del pubblico, ma anche di autori come Charlotte Brontë, Edward Bulwer-Lytton e Charles Dickens.

«Questo romanzo ha per me il valore particolare di qualcosa di cui ho sentito parlare spesso e che ho a lungo desiderato. Ora l’ho letto: mi ha dato molto piacere, perché trovo nelle sue pagine non l’eco di un’altra mente – il pallido riflesso di un riflesso –, ma il risultato di un’analisi originale e di una delineazione fedele della vita reale. Un libro del genere informa mentre intrattiene. Prima di leggere Gli Hamilton non sapevo nulla dei circoli che descrivete, ora sento di sapere qualcosa a riguardo».
CHARLOTTE BRONTË in una lettera a Gore in occasione della ristampa del 1850

«È una donna eccezionalmente intelligente, e i suoi romanzi hanno un valore che non è mai stato sufficientemente apprezzato. Ha preceduto Thackeray e visto che conosceva l’alta società infinitamente meglio di lui, la sua satira rende quella di lui una caricatura».
EDWARD BULWER-LYTTON

Catherine Gore, figlia di un mercante di vini del Nottinghamshire, fu un’autrice molto prolifica durante l'età vittoriana. Nel 1823 sposò il Capitano Charles Arthur Gore. Ebbero dieci figli, di cui soltanto due sopravvissero fino all'età adulta. Gli Hamilton uscì per la prima volta nel 1834 e poi ristampato in una nuova edizione nel 1850. Dopo un lungo periodo trascorso prima a Bruxelles e poi a Parigi, Catherine Gore, rimasta vedova, rientrò in Inghilterra, dove morì nel 1861. Dell’autrice, Elliot ha già pubblicato La bufera di neve (2024), ottenendo un grande successo presso i lettori.

Laura Antonietti - NATALIA GINZBURG LETTERATA EDITRICE (1937 -1991) - Biblion

 
Laura Antonietti
NATALIA GINZBURG
LETTERATA EDITRICE
(1937 -1991)

Biblion edizioni
collana Civiltà del libro
2025
pp. 340, euro 25
ISBN 9788833834986

 
Questo libro analizza il ruolo centrale assunto da Natalia Ginzburg nell’attività della casa editrice Einaudi, con la quale collaborò assiduamente dagli anni Trenta fino alla sua morte nel 1991. Attraverso i documenti d’archivio, lo studio ricostruisce le tappe di questo lungo e fondamentale sodalizio e mette in luce il contributo decisivo di Ginzburg nella definizione del catalogo e dell’identità culturale della casa editrice, con una particolare attenzione dedicata alla narrativa contemporanea. Sono inoltre approfondite le connessioni tra la sua attività editoriale e le altre dimensioni della sua fisionomia intellettuale: la produzione letteraria, il lavoro di traduzione e la riflessione politica.
 
Laura Antonietti, dottore di ricerca in italianistica (Université Grenoble Alpes – Università degli Studi di Milano), è postdoctoral fellow presso l’Université de Versailles Saint Quentin en Yvelines – Université Paris-Saclay e cultrice della materia in Storia del libro e dei sistemi editoriali all’Università degli Studi di Milano. È stata borsista all’IMEC (Institut mémoires de l’édition contemporaine) e assegnista di ricerca all’Università degli Studi di Siena. I suoi studi si concentrano sui rapporti tra sistema letterario e sistema editoriale nel Novecento, sugli archivi culturali, sulla codifica dei testi e l’edizione digitale scientifica.

Noel Streatfeild - SCARPETTE DA BALLO - Blackie

 
Noel Streatfeild
SCARPETTE DA BALLO
(titolo originale Ballet Shoes: A Story of Three Children on the Stage, 1936)
traduzione di Angela Ricci
Blackie edizioni
ottobre 2025
pp. 240, euro 19,90
ISBN 9791281631519


Pauline, Posy e Petrova Fossile sono tre orfane che, adottate da un misterioso benefattore, vivono insieme in una grande casa londinese. Sono come sorelle, ma non potrebbero essere più diverse tra loro: Pauline è bionda, ha gli occhi azzurri e adora il teatro. Posy ha una folta chioma rossa e la sua passione è la danza. Petrova è pallida e minuta, e pensa solo agli aerei e alla meccanica che li fa volare: odia sopra ogni cosa l’idea di dover salire su un palcoscenico.
Quando all’orizzonte delle sorelle Fossile compaiono problemi economici, non resta loro altra scelta che unirsi per trovare una soluzione. E la soluzione, a quanto pare, non consiste solo nell’affittare alcune stanze della loro casa, ma nel diventare le nuove stelle del mondo teatrale londinese. Non sanno da dove cominciare, e hanno senz’altro un po’ di paura. Ma se c’è una cosa che le caratterizza, è che sono più agguerrite della loro stessa fame. E sono pronte a tutto pur di farcela insieme.
Scarpette da ballo è un classico imprescindibile della letteratura inglese, sui quei legami familiari così forti da superare anche i vincoli di sangue.

Un estratto
Lo zio Matthew e i suoi fossili 
Le sorelle Fossile vivevano in Cromwell Road, e precisamente all’estremità opposta rispetto a Brompton Road. Ma erano comunque abbastanza vicine alla casa delle bambole del Victoria and Albert Museum da poterci andare ogni volta che capitava una giornata piovosa. Anzi, se non pioveva troppo, era normale che risparmiassero i soldi dei mezzi pubblici e ci andassero a piedi. Risparmiare e andare a piedi era una componente fondamentale delle loro vite. «Zim» diceva sempre Pauline, la maggiore, «dev’essere stato per forza un tipo da taxi. Probabilmente andare a piedi non gli passava neanche per la testa, altrimenti non avrebbe mai comprato una casa all’estremità più lontana della strada più lunga di tutta Londra.» «Secondo me» ribatteva Petrova, la sorella di mezzo, «aveva una macchina tutta sua e il taxi non lo ha mai preso.» Zim era un modo rapido per dire «Zio Matthew», una figura leggendaria per le bambine. Quando ancora nessuna delle tre aveva l’età per ricordarlo chiaramente, era partito per un viaggio e non era mai più tornato. Eppure era stato estremamente importante per le loro vite. Una volta Pauline aveva detto: «È stato un po’ come la cicogna delle storie. Praticamente ci ha portate nel becco». Da quel momento in avanti, le sorelle Fossile avevano cominciato a chiamare «zime» le cicogne della loro stanza dei giochi. Zim era stato una persona piuttosto importante. Aveva collezionato alcuni dei più bei fossili esistenti al mondo, e anche se molti potrebbero pensare che i fossili non siano granché interessanti, c’è chi invece ci si appassiona esattamente come accade con collezioni più normali, come per esempio quelle di francobolli. Dal momento che li collezionava, Zim aveva bisogno di un posto dove tenere i suoi fossili, e fu dunque per questo motivo che comprò la casa di Cromwell Road. L’abitazione aveva stanze molto grandi ed era composta da quasi sei piani, compresa la cantina. E ogni piano e quasi ogni stanza ospitavano fossili. Naturalmente una casa del genere aveva bisogno di qualcuno che se ne prendesse cura, e Zim trovò proprio la persona giusta. Un suo nipote era morto lasciando la moglie e una figlia piccola. Perché non invitare la vedova – insieme alla bambina e alla sua tata Nana – ad abitare lì, in modo che badasse alla casa? Circa dieci anni dopo, però, anche lei morì, ma a quel punto Sylvia, pronipote di Zim, aveva ormai sedici anni e dunque, con l’aiuto di Nana, prese il posto di sua madre e cominciò a occuparsi della casa e dei fossili. Ogni tanto, quando la casa si riempiva troppo, Nana diceva: «Miss Sylvia, mia cara, comunicate a vostro zio di non portare più nuovi fossili in casa finché non si sarà sbarazzato di qualcuno tra quelli vecchi». Sylvia detestava riferire messaggi del genere, ma provava troppa soggezione nei confronti di Nana per contraddirla. Il risultato erano terribili discussioni. Zim cominciava col dire che i fossili avrebbero lasciato quella casa solo passando sopra il suo cadavere. Poi si placava un po’, si rendeva conto che doveva per forza disfarsi di qualcosa senza passare sopra il cadavere di nessuno, e infine sceglieva alcuni esemplari piccoli e malconci da dare via. Dopo un paio di giorni, che lui trascorreva aggirandosi con il muso lungo per tutta la casa, sotto gli occhi severi di Nana e quelli piuttosto dispiaciuti di Sylvia, un articoletto sul Times annunciava che il professor Matthew Brown aveva fatto un’altra delle sue generose donazioni di fossili al museo. Voleva dire che a breve qualcuno, armato di apposite valigette, sarebbe venuto a portare via alcuni dei pezzi più importanti della collezione (spesso quelli più grandi). A quel punto Nana, con un sospiro soddisfatto, si metteva a pulire i punti della stanza che si erano liberati, mentre Sylvia consolava Zim, ascoltando i racconti dettagliati dei posti dove sarebbe andato a cercare nuovi fossili. E fu proprio durante uno di questi viaggi che avvenne l’incidente destinato a porre fine per sempre alla caccia ai fossili di Zim. Il professore era salito in cima a una montagna, alla ricerca di un particolare esemplare, ma a un certo punto era scivolato ed era precipitato giù per decine e decine di metri, finendo per farsi così male a una gamba che dovettero tagliargliela. Qualcuno potrebbe forse pensare che un uomo che viveva solo ed esclusivamente per i fossili sentisse di non avere più granché da fare ora che non poteva più andarli a cercare. Ma Zim non era quel genere di persona. (...)

Noel Streatfeild nacque nel Regno Unito nel 1895 e visse ben novantuno lunghi anni. E poiché visse così a lungo, scrisse moltissimo: decine di romanzi per ragazzi e adolescenti, per adulti, per bambini così seriosi da sembrare adulti e per adulti che in fondo erano rimasti bambini. Di tutta la sua bibliografia, Scarpette da ballo è probabilmente la sua opera più conosciuta e acclamata. L’autrice conosceva bene la pressione e le esigenze a cui sono sottoposte le tre protagoniste di questo straordinario romanzo, poiché per alcuni anni fu lei stessa un’attrice. Per questo i suoi libri sono pieni di giovani artiste. Ed è per questo che le sue giovani artiste, con quella forza impetuosa e quel desiderio di dare il meglio di sé che le caratterizzano, le assomigliano così tanto.

Bruno Surace - CINEMA LIMINALE - Infinito

 
Bruno Surace
CINEMA LIMINALE
Etiche ed estetiche mediali di un tempo sospeso

Infinito edizioni
2025
pp. 348, euro 25
ISBN 9788831267144

 
“Negli ultimi anni il mondo online si è particolarmente legato all’estetica dei cosiddetti “spazi liminali” – scrive Bruno Surace nel suo saggio dal titolo Cinema liminale. Etiche ed estetiche mediali di un tempo sospeso. Attorno alla definizione della locuzione aleggia un certo mistero. Io stesso, nella stesura di questo libro, mi sono trovato più volte a discutere con amici e conoscenti provando a sondare quale tipo di semantica vi fosse sottintesa, trovando una serie di similitudini ma anche alcune discrasie di fondo”.
Cinema liminale. Etiche ed estetiche mediali di un tempo sospeso è un saggio assolutamente unico e originale che, attraverso un percorso esclusivamente cinematografico, ci accompagna verso una riscoperta estetica ed etica del nostro tempo, con il coraggio di non scendere a patti con alcun cliché, calandoci nell’abisso dei nervi più scoperti dell’oggi, che gli spazi liminali – espressione enigmatica nata su Internet e divenuta un’ossessione culturale – intercettano e coagulano, e di proporre una via per ripensare noi stessi, partendo dal disperato presupposto di mettere in gioco le nostre più profonde incertezze.

L’autore presenta il libro giovedì 7 novembre a Torino, presso la libreria del Golem, via Rossini 21/c, ore 18,30. Continuano gli appuntamenti di un itinerario cinematografico che si terrà a Torino, in collaborazione con il Cinema Massimo, secondo questo calendario:
– martedì 4 novembre, TORINO, presso il Cinema Massimo, via Giuseppe Verdi 18, ore 18,00. Proiezione di Avalon, con introduzione di Bruno Surace e Gianmarco Giuliana. 
– martedì 11 novembre, TORINO, presso il Cinema Massimo, via Giuseppe Verdi 18, ore 18,00. Proiezione di You, the Living, con introduzione di Bruno Surace e Paolo Furia. 
– martedì 18 novembre, TORINO, presso il Cinema Massimo, via Giuseppe Verdi 18, ore 18,00. Proiezione di The Double, con introduzione di Bruno Surace e Alessandra Richetto.

Bruno Surace, Ph.D in Semiotica e Media, è docente di Cinema e Comunicazione audiovisiva all’Università di Torino e di Storia e analisi del film al Centro Sperimentale di Cinematografia. È autore delle monografie I volti dell’infanzia nelle culture audiovisive. Cinema, immagini, nuovi media (2022) e Il destino impresso. Per una teoria della destinalità nel cinema (2019). Ha pubblicato oltre ottanta saggi scientifici, tenuto oltre cento conferenze fra l’Italia, l’Europa, la Cina e gli Usa, e ideato il ciclo di seminari La Wanda Gastrica – Tutte le lezioni universitarie che avreste voluto frequentare* (*ma che nessun prof ha mai osato fare).