valutazione: 2/5
L'Italiana che da' il titolo a questo libro è una figura femminile (nata nel 1841) dalla vita a dir poco avventurosa; Maria Oliverio, detta Ciccilla, sposa a 17 anni di un brigante, uccide la sorella con 48 colpi di scure. Autrice di numerosi sequestri, la sera prima della Vigilia di Natale suo marito venne ucciso dal suo braccio destro e lei ferita che, dopo l'inseguimento vano degli assassini torna dal marito, ormai cadavere, decapitandolo. Dopo quasi due mesi di caccia spietata la Oliverio viene catturata, condannata a morte, ma re Vittorio Emauele II le concesse la grazia commutando la pena in lavori forzati a vita, spegnendosi (forse al Forte di Fenestrelle) 15 anni dopo. Giuseppe Catozzella, con una scrittura appassionata e fremente (dieci anni consulente editoriale alla Mondadori, cinque anni editor della narrativa italiana da Feltrinelli, dpcente alla Scuola Holden, Premio Strega Giovani nel 2014), attinge a documenti d'epoca e ne racconta la storia. C'è un ma, però: il libro di Peppino Curcio (“Ciccilla. la storia della brigantessa Maria Oliverio, del brigante Pietro Monaco e della sua comitiva”, che peraltro contiene in appendice anche il racconto storico di Alexandre Dumas su Ciccilla) uscito da Pellegrini nel 2010 e da cui è stato tratto anche un film (2019) di Andrea Bonanno. Niente di nuovo, quindi. Come una cover musicale o un remake filmico, una elegante riscrittura di una storia che possiede già una nutrita bibliografia.
Sergio Albertini
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