giovedì 13 ottobre 2022

la recensione di Sergio Albertini: Francesco D'Adamo - LA TRAVERSATA - Il Castoro

 

Francesco D'Adamo
LA TRAVERSATA
Il Castoro
febbraio 2021, pag. 154, Euro 14
età: 10+


valutazione: 4/5


Francesco D'Adamo ha iniziato la sua carriera di scrittore scrivendo noir per adulti. Dopo ha preferito dedicarsi a quelli che lui definisce “adulti, provvisoriamente di 13-14 anni”, ottenendo peraltro un meritato successo (il suo “La storia di Iqbal” è diventato anche un film animato). Il libro nasce dalle immagini di ciò che rimane dai viaggi e nei viaggi dei migranti, siano esse un paio di ciabatte o una felpa col logo taroccato. Inizia in una notte di tempesta in cui una imbarcazione rimane incagliata nei paraggi della costa; i naufraghi, ricchi solo della loro paura, fuggono, e sulla sabbia rimane uno zainetto, appartiene al piccolo Omar. Un pescatore, Ezechiele, in compagnia del nipote Tonino, undicenne, e da un cucciolo, decide di compiere la traversata (che da' titolo al libro) (“Anche senza leggere i giornali, le storie dei barconi abbandonati alla deriva nel Mediterraneo e dei gommoni semiaffondati che aspettavano i soccorsi tra le onde le conosceva qualunque pescatore. E i pescatori sapevano anche altre storie, ma la pietà e il pudore gli impedivano di raccontarle. Ezechiele non aveva mai capito se arrivare in Italia in quel modo fosse legale o no. Se ne dicevano tante. Ma quando scappi dalla fame, pensava lui, mica stai a fare tanto il sofistico.”). Vuol riportare in Africa lo zainetto alla mamma per far sapere che il suo piccolo è giunto salvo sulle coste italiane. C'è in questa bellissima figura di vecchio pescatore il valore della condivisione, l'importanza dei piccoli gesti. I tre, affrontando il mare aperto, arriveranno all'Isola Che Non C'è (un luogo abitato da tutte le persone che hanno perso la vita in mare), imparando a comunicare con gi abitanti di un mondo sconosciuto. (“Dicevano tutti che non ce l’avrei fatta. E invece sì. Ma non è stato facile, sai? Quel posto è così grande, da perderci la testa. L’Africa pensa un po’!  È che noi non siamo abituati al mondo, avremmo dovuto viaggiare quando eravamo giovani, Caterina, andare in giro, ma come facevamo? A un certo punto mi ero scoraggiato. Pensa che mi volevano arrestare! Ma ho tenuto duro. Certe volte essere un caprone ostinato, come dici tu, serve. L’ho trovata e le ho dato lo zainetto. Era contenta, la dovevi vedere Caterina. Certo, ha pianto, ma erano lacrime di gioia.”). Libro poetico, intriso di una pietas che appare spesso latente nel mondo reale, con un personaggio come Ezechiele (e il suo rapporto con la moglie morta) che rimane fortemente impresso anche a chiusura di libro.

Sergio Albertini

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