Saša Stanišić
TRAPPOLE E IMBOSCATE
Traduzione di Giovanna Agabio
L'Orma editore
pp. 256, 2020, Euro 18
ISBN 9788831312257
Il libro
Una
donna scopre di essere allergica al marito, mentre una coppia
sgangherata va in giro per l’Europa a rovinare con bonaria
incoscienza vernissage ed eventi benefici; intanto, in un Brasile
incantato, un avvocato fa i conti con una vita divenuta troppo
comoda, e nella provincia tedesca un moderno pifferaio magico dal
cuore animalista sconvolge la quiete di un villaggio. Trappole
e imboscate –
che fin dal titolo promette stupore e sorprese – è un fiume in
piena di eventi quotidiani e improbabili, di avventure sempre
sull’orlo dell’irrealtà.
Grazie a un sapiente uso di richiami
interni e personaggi ricorrenti, con una lingua di gioiosa inventiva,
e senza mai «far torto alla suspense», Saša Stanišić ci trascina
da una pagina all’altra, in un variopinto collage di racconti fitto
di aneddoti, metafore, divagazioni e ritratti: tasselli di quel mondo
di idiosincrasie e miracoli in cui tutti, giorno dopo giorno, ci
troviamo a vivere. Storie dentro storie snocciolate con la generosità
e le astuzie di un geniale chiacchierone, un narratore assai
inaffidabile al quale dobbiamo per forza dar retta perché ha la voce
di un amico che ci conosce da sempre.
L'incipit
Quando Ferdinand Klingenreiter chiese al pubblico – cari amici, cari parenti, cari bambini – di fare silenzio per la sua Grande Illusione alcuni risero, i più continuarono a parlare. Le sorelline Stadelmann interruppero la loro corsa gioiosa e si voltarono verso la scena. La più piccola – Michela o Martina o un altro nome che era stato pensato per un bambino e aveva ricevuto una a in più – gridò con voce acuta e allegra per la sala: «Mammina, chi è quel vecchio?». Klingenreiter fece un cenno di saluto alla bimba che sembrava così dolce con le sue trecce e l’abitino tradizionale; al che lei si precipitò spaventata dalla signora Stadelmann e le si strinse al braccio. «Quello è Freddie, tesoro mio» spiegò la madre. «Freddie… il Fantasmagorico. E adesso ci farà una magia.» «Freddie il Fantastico» era il nome corretto, ma a Klingenreiter non importava, dopotutto era il suo primo spettacolo, come si poteva pensare che qualcuno avesse già imparato il suo nome d’arte? Nel complesso però nella sala del comune s’era fatto un po’ più di silenzio, si udiva gorgogliare la caffettiera. Klingenreiter guardò il tavolo dove era seduto Felix. O per meglio dire, sdraiato, tanto il ragazzo era sprofondato nella sedia, le mani in tasca, la testa nel cappuccio, un occhio coperto dai capelli. Tutto quello che poteva nascondere del proprio corpo, Felix lo nascondeva. L’altro occhio fissava la Coca-Cola o i salatini nel bicchiere di plastica sulla tovaglia di plastica. Non cercava lo sguardo del prozio. Aveva la testa altrove il ragazzo. O comunque zero voglia di esser lì. A Ferdinand Klingenreiter non importava. Per tutta la vita anche nella sua testa i pensieri non avevano avuto piacere a trovarsi proprio là dove lui ne avrebbe avuto bisogno, e con ciò? Andati a raccogliere ciliegie e sogni, invece di fare i compiti. Non ricordavano né formule né versi, e solo con molta fatica come far funzionare i macchinari. O sì, alcuni versi sì, quelli che scriveva la sua Käthe. In compenso, imparava trucchi di magia con la facilità che solo l’inutile può donare.
L'autore
Saša Stanišić è nato a Višegrad nel 1978 da madre bosniaca e padre serbo. A quattordici anni, durante le guerre jugoslave, è fuggito in Germania con la famiglia. Dopo gli studi universitari si è presto affermato come uno dei narratori più originali della sua generazione, decidendo di comporre tutte le proprie opere in tedesco. Tradotto in oltre trenta lingue, ha ricevuto alcuni dei più importanti riconoscimenti letterari tra cui l’Alfred-Döblin-Preis e il Deutscher Buchpreis.
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