domenica 21 maggio 2023

Sardegna, l’Isola dei festival che cercano un percorso comune. Al Salone del libro tra protogladiatori, stelle e il dibattito sulla lingua

 Da sinistra Emiliano Longobardi, Giacomo Mameli, Simonetta Castia, Francesca Casula e Davide Peddis


Solo un tavolo permanente, con la cabina di regia regionale e un impegno finanziario certo, può consolidare la continuità operativa e progettuale dei festival letterari in Sardegna. La proposta è stata lanciata stamane al Salone internazionale del libro di Torino dai rappresentanti di quattro rassegne riunite dall’Associazione editori sardi nella sala Sardegna, lo stand istituzionale della Regione di cui l’AES cura la gran parte del programma. A discutere sul tema, coordinati dalla presidente degli editori Simonetta Castia, si sono ritrovati Francesca Casula (Entula), Emiliano Longobardi (Florinas in giallo), Giacomo Mameli (SetteSere SettePiazze SetteLibri) e Davide Peddis (Cagliari Festival Scienza). Tutti hanno concordato sulla necessità di fare fronte comune, anno dopo anno, davanti alle difficoltà che comporta l’organizzazione delle iniziative di promozione della lettura. Solo da un attento monitoraggio che premi le professionalità, è stato detto, possono emergere situazioni che qualifichino adeguatamente l’offerta, evitandone la sovraproduzione non sempre calibrata sulle effettive esigenze dei lettori. Tutti gli intervenuti hanno concordato sulla necessità di fare rete, lodando l’intervento pubblico (in Sardegna i festival ricevono circa 1,5 milioni di finanziamento annuo) ma lamentando la mancanza dei privati. La cancellazione dei festival, caso non raro in Sardegna, impoverisce ulteriormente un territorio già gravato da gap culturali rispetto al resto del Paese: l’Isola detiene il triste record dell’abbandono scolastico ed è penultima per numero di laureati in Italia. I festival non possono però fungere da supplenti se la scuola non funziona. Il loro ruolo è un altro, quello di diffondere la cultura dei libri non soltanto nei territori in cui risiedono ma creando collegamenti con altri luoghi, unendo le forze: solo così i festival possono continuare a operare per il bene della cultura.
Proseguono intanto eventi e presentazioni, quest’anno oltre 30, che l’AES - presente anche con un proprio stand grazie alla Fondazione di Sardegna - ha portato al Lingotto nella principale mostra-mercato europea del libro. Tra gli altri temi, oggi si è parlato delle statue di Mont’e Prama, che secondo l’archeologo Alessandro Atzeni, autore di “Gladiatores: combattimenti rituali nella Sardegna nuragica” (NOR) erano dei veri e propri protogladiatori: il libro è stato presentato con Walter Siccardi, leggenda tra gli stuntman italiani, che ha collaborato alla realizzazione di una video-ricostruzione dei combattimenti dei “pugilatori”. Dall’antica terra al cielo degli antichi, con la tesi descritta in “The Nuraghes and the Pleiades” (Condaghes), traduzione in inglese di “In terra come in cielo” di Augusto Mulas e Marco Sanna, che propone una lettura archeoastronomica del sistema insediativo nuragico della valle di Santu Antine. 
Di tutt’altro genere “Controluce” (Condaghes), secondo romanzo di Claudia Aloisi, presentato insieme a Eleonora Carta e Anthony LaMolinara, premio Oscar per gli effetti speciali per “Spiderman 2”: quest’ultimo ha collaborato alla realizzazione di un teaser basato su “Flavia’s end”, precedente romanzo di Aloisi di cui “Controluce” è il seguito, ambientato nella suggestiva Porto Flavia. Spazio poi a “L’infinito in un istante”, terzo libro di Emiliano Deiana e secondo pubblicato da Maxottantotto edizioni, presentato insieme a Matteo Porru e Virginia Saba, viaggio nelle epoche e nelle epopee, alla ricerca della grazia perduta. L’eccidio di Buggerru è stato poi rievocato con “Eva e Petra” (Domus de janas), novella scritta da Gianni Loy, con le illustrazioni di Francesco Del Casino, già autore di diversi murales a Orgosolo, e tradotta in logudorese da Banne Sio. 

La giornata è stata chiusa da “SCHWA: una soluzione senza problema” (Ediuni) di Yasmina Pani, che riaccende il dibattito linguistico sul segno che dovrebbe aiutare a superare le barriere di genere: non tutto quello che si scrive sul tema è supportato dalla scienza, ma piuttosto sostenuto da influencer e sedicenti esperti.
Domani, ultima giornata del Salone, l’AES presenta “Mamma, leggiamo una fiaba” (La Zattera) di Biagio Arixi con Vincenzo Di Dino, “S’intelligèntzia de Elias” (Janus) con Enzo Cugusi, Teresa Geninatti e Giacomo Lombardo, “La Teoria della Mela” di Michela Magliona (Catartica Edizioni) con Paola Demartini, Marco Demurtas e Andrea Pasotto e “Frida in Sardegna” di Matteo Pinna.

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