martedì 5 agosto 2025

sabato 19 luglio 2025

L’architettura della civiltà nuragica nell’ultimo libro di Serena Noemi Cappai. Per “Mediterranea”, la presentazione del libro a Lo Quarter di Alghero il 25 luglio

Uno studio d’insieme del nuraghe, espressione più emblematica dell’architettura nuragica, viene proposto per la prima volta dall’architetta Serena Noemi Cappai in un volume pubblicato da Carlo Delfino editore. La cultura costruttiva nella Sardegna nuragica – Tecniche, processi e artifici costruttivi, sarà presentato venerdì 25 luglio alle 19 nella sala conferenze della struttura di Lo Quarter, ad Alghero, dall’autrice insieme a Bruno Billeci, docente del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari e all’editore Carlo Delfino. L’appuntamento è inserito nel festival “Mediterranea. Culture. Scambi. Passaggi” curata da AES – Associazione Editori Sardi con il sostegno di Regione Sardegna, Fondazione di Sardegna, Camera di commercio di Sassari attraverso il programma Salude&Trigu, Comune di Alghero e Fondazione Alghero, con il patrocinio e in partenariato con l'Azienda Speciale Parco Naturale Regionale di Porto Conte e un ampio parterre di istituzioni e privati.
La Sardegna dell’Età del Bronzo (XVIII-X secolo a.C.) vede lo sviluppo della straordinaria civiltà nuragica, pienamente inserita nei circuiti di scambio culturale, commerciale e di conoscenze tecniche attivi nel Mediterraneo. I nuragici esprimono la loro vocazione costruttiva nell’ideazione e realizzazione di tipologie architettoniche uniche: i nuraghi, le fonti e i pozzi sacri, le tombe di giganti. Nel volume Serena Noemi Cappai illustra, attraverso un ricco apparato di immagini, i risultati raggiunti in due distinti ambiti di indagine: le caratteristiche tecniche e costruttive del monumento nuragico e le sue dinamiche realizzative. Due temi di ricerca che avvicinano alla comprensione di un linguaggio costruttivo sorprendente, codificato nel II millennio a.C.: non un segno scritto, un disegno, un numero ma geometrie complesse realizzate con corde, pali e filo a piombo, pietre collocate in aggetto tra loro con maestria. Ne sono artefici antichi costruttori che riescono a governare le forze agenti sulla struttura così da garantirne le condizioni di equilibrio nel tempo, ad applicare prescrizioni operative, sperimentate e condivise, che oggi si riconoscono come regole geometriche, perfino proporzionali, per dimensionare la costruzione, seppure 3500 anni fa non fossero identificate come tali. Riemerge così una regola dell’arte muraria di carattere empirico e ascientifico secondo i moderni canoni, ma rigorosa, la cui comprensione consente di dare pieno valore alla cultura costruttiva nuragica e di leggere correttamente le sue espressioni.

Laureata In Architettura all’Università di Firenze, Serena Noemi Cappai ha conseguito un Master in Economia e Gestione dei Beni Culturali all’Università Tor Vergata di Roma. Ha svolto la professione di architetto nell’ambito del restauro dei beni architettonici. Nel settore della ricerca sulle caratteristiche tecnico-costruttive e strutturali delle costruzioni nuragiche, ha partecipato a numerosi incontri scientifici, anche a carattere internazionale.

PROSPETTIVA DANTE: «VERSI D’AMORE E PROSE DI ROMANZI». Dal 17 al 21 settembre la XIV edizione del festival che Ravenna dedica al Poeta

 
La grande forza spirituale di Dante si sviluppa attraverso un radicale impegno poetico che può esprimersi solo in una lingua naturale, comprensibile a tutti, dunque potentissima perché capace di coinvolgere uomini e donne: il volgare (la lingua del “sì”), «che i bambini imparano ad usare da chi li circonda quando incominciano ad articolare i suoni; […] quella che riceviamo imitando la nutrice, senza bisogno di alcuna regola». Un’altra lingua volgare “sorella”il provenzale (la lingua d’oc, parlata nel sud della Francia), risuona per otto versi nel canto XXVI del PurgatorioÈ la voce di Arnaut Daniel che, secondo Dante, superò chiunque in tutte le forme della letteratura, in «versi d’amore e prose di romanzi». Proprio questo verso, il 118è stato scelto come titolo della XIV edizione dell’unico festival interamente dedicato al Poeta. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, Prospettiva Dante è in scena a Ravenna dal 17 al 21 settembre per invitarci a scoprire e riscoprire le radici dantesche di un’idea di cultura e letteratura come sede di un’esemplare e tuttora attuale tensione spirituale e morale, che si fa anche linguistica. Per tornare a tessere insieme ricerca, alta divulgazione e arti dello spettacolo, quest’anno le cinque giornate di incontri ed eventi contano su ospiti come Paolo Rumiz, Tosca, Jacopo Veneziani, Gabriele Lavia, Roberto Mercadini, dom Bernardo Gianni, Paolo Squillacioti, Gregorio Nardi, Virginio Gazzolo, Amerigo Fontani, Marcello Prayer, Vincenzo De Angelis, Giovanna Famulari, Massimo De Lorenzi, Luca Scorziello… Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e sono in programma nella “casa” del festival, gli Antichi Chiostri Francescani di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio.
 

«
Conservare, celebrare e rendere accessibili le eredità che compongono l’identità di Ravenna e del suo territorio è parte integrante e preziosa della nostra vocazione di fondazione – sottolinea Mirella Falconi Mazzotti, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna – È una progettualità che riguarda uno straordinario patrimonio materiale e immateriale, come Palazzo Guiccioli, storica scena della passione romantica e civile di Byron e oggi complesso museale che già conta la Regina Camilla fra i suoi illustri visitatori, o come i Chiostri Francescani accanto alla Tomba del Poeta, cuore storico e ideale della Ravenna dantesca. Ma questa progettualità si esprime anche nel promuovere iniziative che ne offrono una rilettura viva, coinvolgente e dinamica e si propongono come spazio di riflessione collettiva. In questo senso, poiché Dante è parte della nostra storia e chiave per comprendere il presente e trasmettere alle nuove generazioni un’idea di cultura come bene comune, condiviso, e necessario, Prospettiva Dante rappresenta uno degli strumenti più efficaci con cui la Fondazione interpreta la propria missione sul territorio, rendendo la Città non solo custode della memoria ma laboratorio di futuro
 

«
Anche quest’anno – sottolinea l’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia – l’impegno culturale della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, accompagnato dall’autorevolezza scientifica dell’Accademia della Crusca, offre alla città un’edizione del festival coinvolgente e stimolante. Prospettiva Dante si conferma capace di rinnovarsi di anno in anno, approfondendo via via aspetti della vicenda umana e poetica dantescama mantenendo un’identità ben definita. Una manifestazione che si inserisce come una tessera preziosa nel mosaico del Settembre Dantesco, rassegna profondamente radicata, partecipata e autentica espressione del legame che unisce Ravenna e Dantefrutto dell’impegno coordinato di istituzioni e numerosissimi attori e operatori della nostra comunità
 
«Nel XXVI canto del PurgatorioDante incontra quello che considera il proprio “padre” quanto alla poesia, il bolognese Guido Guinizelli che, in effetti, il poeta fiorentino conobbe solo attraverso le sue liriche – spiega Domenico De Martino, direttore di Prospettiva Dante – A sua volta, Guinizelli gli addita l’anima di Arnaut Daniel, poeta provenzale, di una generazione ancora precedente (era morto nel 1210). Arnaut viene definito come il “miglior fabbro” (costruttore, forgiatore a fini poetici, espressivi e di conoscenza) della propria lingua. Si manifesta così una catena di poeti qualificati dalla scelta di scrivere in lingua volgare (che per primo Dante definisce “parlar materno”): non solo italiani, ma anche dell’altra grande tradizione romanza. Emerge la definizione di una nuova letteratura europea, che comprende sia testi lirici che in prosa (“Versi d’amore e prose di romanzi”), tanto fortemente affiatata nella scelta del volgare, quanto tesa, attraverso una severa elaborazione tecnica, a una poesia superiore. A questa idea di letteratura e, più ampiamentedi cultura, frutto di condivisione e dialogo, di impegno, di ricerca e di tensione conoscitiva e morale, dedichiamo questa edizione del festival: ancora una esaltante e appassionata proiezione dantesca nella speranza verso il futuro».
 
La manifestazione, posta sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, ha il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ravenna, della Fondazione Enzo Bettiza e degli Amici dell’Accademia della Crusca; media partner media partner «QN Quotidiano Nazionale», «La Nazione», «il Resto del Carlino» «Il Giorno».
 

L’apertura del festival è mercoledì 17 settembre, alle 17.30 con i saluti di Mirella Falconi Mazzotti (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Rosario Coluccia (membro del Consiglio direttivo dell’Accademia della Crusca e fra i coordinatori del comitato di direzione del Vocabolario Dantesco della Crusca) e Domenico De Martino (direttore di Prospettiva Dante). Il confronto serrato con le parole di Dante spetta a un maestro del teatro italiano quale l’attore e regista Gabriele Laviache metterà al servizio del Poeta quel suo approccio al contempo rigoroso e intenso che ne ha fatto un indimenticabile interprete di classici della scena e non
Alle 21  Roberto Mercadini propone Un monologo per Dante: «più nobile è il volgare». L’affabulatore, drammaturgo, scrittore e youtuber cesenate non è certo nuovo al confronto, attraverso la forma del monologo, con figure ed eventi chiave della Storia. Che si tratti di celebrare il genio di Leonardo da Vinci o prestare voce all’Eneidericostruire la storia della bomba atomica o discutere di filosofia, evoluzionismo, felicitàtesti biblici, ingegno e ossessione, Mercadini è sempre un narratore d’eccezione, capace di dosare competenza e ironia, senso critico e meraviglia.
 

Giovedì 18 settembre
alle 21 ci attende un raffinato recital pianistico dal titolo «Donne ch’avete intelletto d’amore». Le donne di Dante nella musica del RomanticismoSi evocano Beatrice, Francesca, Pia e altre figure femminili attraverso il repertorio di compositori come Liszt e Prokof’ev, ma anche pagine meno note come quelle di Hans von Bülow, Hermann Goetz, Antonio Scontrino e Teodulo Mabellini – quest’ultimo compose anche per le celebrazioni del sesto centenario della nascita di Dante nel 1865, tra i primi eventi della Firenze “italiana” post-risorgimentale. A unire virtuosismo e sensibilità filologica, come ideatore del programma e suo interpreteè il pianista Gregorio Nardiche da sempre si dedica alla ricerca di composizioni nuove, inedite o pressoché sconosciute.
Il concerto introduce uno degli appuntamenti diventati una vera e propria tradizione del festival, ovvero il Premio Dante-Ravennaquest’anno destinato al giornalista e scrittore “errante” Paolo RumizCome Dante, Rumiz ha trovato nel viaggio un atto narrativo e uno strumento di interpretazione della nostra realtànei suoi libri e reportage in cui racconta l’Italia, l’Europa e le sue frontiere, Rumiz concilia il passo del pellegrino con quello del cronista, sguardo poetico e coscienza civile, finché la geografia non diventa metafora e la memoria si fa bussola.
 

Venerdì 19 settembre
alle 17.30 dom Bernardo GianniAbate dell’Abbazia di San Miniato al Monte a Firenze, guida la riflessione sul tema Caritas, bellezza e tempo tra Dante e noiper una prospettiva profonda e ispirata sulla dimensione spirituale che ha segnato tanto profondamente l’opera del Poeta, in una visione della fede come viaggio trasformativo, personale e universale. Con dom Gianni, la comunità monastica di San Miniato, da sempre punto di riferimento spirituale e culturale per Firenze (e non solo), si è ulteriormente aperta alla cittàforse proprio perché il monastero, come l’abate ha confidato in un’intervista «desta nel mio cuore una sovrasensibilità alla novitàgenerando la passione per il futuro». 
 

Sabato 20 settembre
alle 17.30 siamo invitati a intraprendere un viaggio drammatico attraverso tre dei personaggi più memorabili della Commediaovvero Ulisse, il consigliere fraudolento, cercatore di conoscenza oltre ogni limite, Ugolino, figura del dolore e della ferocia umana, e Lucifero, il male assoluto nel glaciale cuore dell’abisso: con il suo Pas de trois infernalVirginio Gazzolodecano degli interpreti danteschi, dà corpo e anima a questi archetipi tragici, in un intreccio di poesia e teatro che rinnova l’eco dei versi danteschi.
A seguire un appuntamento pienamente in tema con il titolo di questa XIV edizione: con Luce fuoco ardore. I trovatori nella CommediaPaolo Squillaciotifilologo romanzo ma studioso anche di letteratura contemporanea e direttore dell’Opera del Vocabolario Italiano del CNR, ci accompagna in una viva indagine sul rapporto tra Dante e la lirica provenzale. Un’occasione per confermare una volta ancora quanto Dante sia stato capace di dialogare con le voci del passato per plasmare la lingua del futuro. Esperto in particolare della letteratura galloromanza e italiana medievale, dal 2020 Squillacioti dirige l’impresa del Vocabolario storico della lingua italiana dalle Origini alla morte di Boccaccio (Tesoro della Lingua Italiana delle Origini).
Alle 21 Vincenzo De Angelis, Amerigo Fontani e Marcello Prayer propongono Come in un giuoco di specchi: Dante, Lord Byron e Lorenzo Da Pontedialogo animato attorno alla traduzione che, dalla New York del 1819, il librettista di Mozart propose della Profezia di Dante composta da Byron proprio a Ravenna, ispirato dall’amata Teresa Guiccioli. La performance precede la consegna del Premio Musica e Parole a ToscaCantante e ricercatrice musicale tra le voci più intense e versatili della scena italiana e non solo, in oltre trent’anni di carriera ha saputo portare in scena un raffinato repertorio dove la musica italiana si contamina di altre culture, anche attraverso collaborazioni con artisti come quelli che hanno contribuito al suo disco Morabezacon cui nel 2020 ha ottenuto due Targhe Tenco. Dal 2022 è inoltre supervisore artistico dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, il Laboratorio e HUB culturale della Regione Lazio che dal 2015 ha guidato già come coordinatore e direttore della sezione Canzone. A Ravenna, Tosca sarà in conversazione con Domenico De Martino, direttore di Prospettiva Dante, e regalerà al pubblico alcune delle sue interpretazioni, accompagnata da Giovanna Famulari al violoncelloMassimo De Lorenzi alla chitarra e Luca Scorziello alle percussioni.
 

Domenica 21 settembre
, alle 11 conclude il programma il Premio Dante Webintrodotto nel 2024. Lo riceve quest’anno lo storico dell’arte Jacopo Venezianila cui capacità di rendere accessibile il sapere senza tradirne la complessitàunendo cura scientifica e passione comunicativa, l’ha già reso un beniamino del piccolo schermo – è ospite fisso di In altre parole di Massimo Gramellini – e della rete (solo su Instagram conta oltre centomila followers). Inoltre da giugno è su Rai 3 con il nuovo programma Vita d’artistache “apre” al pubblico le case di Canova, Manzoni, Leopardi, Puccini, Michelangelo, de Chirico, Sordi… Per Prospettiva Dante, Veneziani discuterà de Il cammino di Dante nella storia dell’arte.
 
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero, fino a esaurimento posti disponibili.





martedì 15 luglio 2025

Claudio Sottocornola - A BORDO - Gammarò

 
Claudio Sottocornola
A BORDO
Cronache di navigazione a vista

Gammarò Edizioni
collana Le Bitte (Marchio Oltre Edizioni)
luglio 2025
pp. 354, € 21.00
ISBN 9791280649737

Il nostro quotidiano è un intreccio vibrante di spunti divergenti ed esperienze eterogenee: momenti di intuizione folgorante e improvvisi "black out" mentali, picchi di meraviglia e cadute nell'accidia. È la navigazione di un'esistenza delimitata da precisi confini spazio-temporali. La traduzione letteraria di questa complessità non poteva che assumere la forma di uno zibaldone: una collezione di scritti disparati e occasionali, dettati da urgenze contingenti. Il risultato è un affresco composito della contemporaneità.
L'autore ha costruito quest'opera con l'ostinata volontà di andare controcorrente, esponendosi "anche su questioni che pertengono alle mene dei talk show, cioè al pratico, al quotidiano e al politico". Pur consapevole delle inevitabili conflittualità, rifiuta categoricamente di essere annoverato tra le "coscienze bene ammaestrate". Nonostante il retroterra culturale che affonda le radici in pensatori come Sartre e Marcuse e nelle istanze post-'68, il libro non si tira indietro: empatizza con le ragioni della Destra, osserva con lucidità disincantata l'ideologia bergogliana, denuncia le assurdità di una burocrazia elefantiaca e il declino di periferie malgestite. Ma non solo: smaschera l'illusione di un antifascismo ancorato alla paura di un ritorno del '900, cieco di fronte agli immani pericoli tecnocratico-digitali del nuovo millennio. La polemica con il tardo capitalismo economico-finanziario è un filo rosso che attraversa l'intera opera. Declassare il materialismo storico-dialettico a "mythos fondativo" consente di integrare la sua "pars destruens" nel programma dell'opera. Eppure, la sua bussola, in aperto contrasto con la cultura woke dominante, resta l'attraversamento profondo della propria cultura e tradizione – dall'arte alla spiritualità, dal pensiero alla storia – in un dialogo costante con il presente, nel tentativo di salvare la residua speranza che ci abita.
 
Claudio Sottocornola (Bergamo, 1959) si è laureato all’Università Cattolica di Milano con una tesi in Storia della teologia. Già ordinario di Filosofia e Storia nei licei, è stato anche docente di IRC, Materie letterarie, Scienze dell’educazione e Storia della canzone e dello spettacolo alla Terza Università di Bergamo. Iscritto all’Ordine dei giornalisti dal 1991, ha collaborato con diverse testate, radio e tv. Come filosofo si caratterizza per una forte attenzione alla categoria di interpretazione, alla cui luce indaga il mondo contemporaneo, ed ha spesso utilizzato musica, poesia e immagini per parlare a un pubblico trasversale, nelle scuole, nei teatri e nei più svariati luoghi del quotidiano. È autore di numerose pubblicazioni, che coinvolgono tre aree tematiche prevalenti: l’autobiografia intellettuale, la cultura popular contemporanea, l’attuale crisi del sacro in Occidente e la sua possibile rimodulazione teologico-filosofica. Fra le opere più recenti, Saggi Pop (Marna, 2018), Parole buone (Marna/Velar, 2020), Occhio di bue (Marna, 2021), Tra cielo e terra (Centro Eucaristico, 2023), Così vicino, così lontano (Velar, 2023).

lunedì 14 luglio 2025

Daniele D'Ippolito - MI CHIAMO DANIELE - Armando


Daniele D'Ippolito
MI CHIAMO DANIELE
Armando editore
collana Narrare
agosto 2025
pp 174, euro 15
ISBN  9791259848765
Con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” 


“Nella mia ignoranza di adolescente che vive, senza intralci d’alcun tipo, non avevo ancora fatto esperienza di un luogo che ti ama in quanto malato”. Daniele, a soli quattordici anni, vede con i suoi occhi una “transizione tra due vite”, uno stravolgimento causato da un tumore cerebrale. La lunga degenza all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, in cui si interfaccia con la parte buona dell’animo umano, lo tiene lontano dal mondo reale, osservabile solo attraverso i ricordi e una finestra. Daniele, nel raccontarsi, dialoga con il sé del passato, e si domanda se proprio quel ragazzino ingenuo, condannato a chiudere gli occhi il 10 settembre 2018 per un intervento decisivo, esista ancora, da qualche parte, nei meandri del proprio cuore. Un romanzo di formazione, doloroso e reale, narrato da chi, di fronte alla malattia in giovane età, ha voluto vedere la luce.

Quando la gente mi vede, non vede. Il passato si nasconde dietro le cicatrici, timoroso di presentarsi. Posso solo dirvi che è piuttosto disordinato nella mia testa, viste le cianfrusaglie da risistemare nella mia cronologia. Tra gli scaffali della memoria sono poste emozioni contrastanti, sostenute da delusioni e pentimenti, ma anche da semplici sorrisi rimasti impolverati e lasciati là, per estetica, in quella piccola libreria. Sono bene accorto di quanto Dio si sia divertito a fare da burattinaio con la mia anima, tagliando quei fili che controllavano il mio destino e rischiando di gettarmi in un burrone. Nonostante ciò, mi ritengo il più fortunato tra gli innumerevoli sfortunati, viste le vittorie conquistate: questo è ciò che mi ripeto sempre nella mente, continuando imperterrito a sostenere questa teoria. In particolare, un frammento della mia vita si è danneggiato, alterando irreversibilmente il futuro. Così, in un giorno autunnale, quando le foglie affrontavano la morte con peripezia gettandosi dalle elevate altezze dei rami, provai a raccogliere i miei ricordi e a mischiarli in quel vuoto bianco appartenente ad un foglio preso come bozza. Dopo molteplici tentativi di scrittura, la mia vita, per quanto ancora piccola ma ricca di esperienze, seguiva finalmente la sua logica. (Dall'introduzione dell'autore)

Daniele D’Ippolito è nato il 20 febbraio 2004 a Roma. All’età di quattordici anni viene ricoverato presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù per via di un tumore cerebrale e a distanza di sei anni avverte l’urgenza di raccontare la propria storia. Oggi studia Lettere Moderne all’Università Roma Tre.












domenica 13 luglio 2025

Il festival Mediterranea chiude alla libreria Cyrano lunedì 14 con la presentazione dell’ultimo libro di Giampaolo Cassitta

Il festival Mediterranea. Culture. Scambi. Passaggi chiude l’edizione 2025 domani, lunedì 14 luglio, alla libreria Cyrano di Alghero. Alle 19 è prevista la presentazione dell’ultimo libro di Giampaolo Cassitta (nella foto a destra), La legge di donna Matilde, in presenza dell’autore, accompagnato da Elias Vacca. Il libro, pubblicato da Arkadia, è una storia d’altri tempi, carica di freschezza, in cui emergono caparbietà, furbizia, voglia di sorridere e ripartire. L’appuntamento, in partenariato con Genera, chiude la cinque giorni del Festival, arrivato alla quinta edizione, che ha portato ad Alghero sedici eventi, tredici autori per altrettanti libri, due concerti e una Summer School in collaborazione con la UCLA di Los Angeles. 

La rassegna, organizzata da AES - Associazione Editori Sardi, dal 10 al 14 luglio si è distribuita, come d’abitudine, in diverse località di Alghero: l’ex Mercato civico per le prime due serate; quindi, il Nuraghe Palmavera, sabato 12, e Villa Mosca domenica 13. Mediterranea è organizzato con il sostegno di Regione Sardegna, Fondazione di Sardegna, Camera di commercio di Sassari attraverso il programma Salude&Trigu, Comune di Alghero e Fondazione Alghero, con il patrocinio e in partenariato con l'Azienda Speciale Parco Naturale Regionale di Porto Conte e un ampio parterre di istituzioni e privati. Il festival proseguirà ad agosto e settembre con appuntamenti svolti anche in collaborazione con il Parco di Porto Conte, con una mostra tematica alla Torre Sulis, in programma a settembre come l’edizione annuale del Forum nazionale sull’editoria regionale.


sabato 12 luglio 2025

Il festival AES Mediterranea prosegue a Villa Mosca tra profumi, fiori e fondali marini


 
La quarta giornata del festival AES Mediterranea. Culture. Scambi. Passaggi ad Alghero, domenica 13 luglio, sarà ospitata a Villa Mosca, in via Gramsci, a un passo dal lungomare, per una serie di appuntamenti dedicati alla sostenibilità, storica, umana e ambientale.
Si parte alle 19 con un viaggio olfattivo in collaborazione con Ilisso e i e i principali vivaisti dell’Isola, attorno alle piante aromatiche della Sardegna a cura di Mauro Ballero, già professore di Biologia Farmaceutica, direttore del Dipartimento di Botanica e dell’orto botanico dell’Università di Cagliari e autore di alcune monografie sull’ambiente e sulla flora sarda e di oltre 200 pubblicazioni. 
Alle 19.30 il giornalista Francesco Bellu, specializzato in Beni archeologici all’Università di Sassari, dialoga con Divina Centore, egittologa del Museo Egizio di Torino e autrice di Faraoni e fiori. La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto (Il Mulino), libro che indaga un aspetto poco conosciuto della civiltà egizia, che restituisce una terra non arida e desertica ma mostra come gli Egizi sapessero creare giardini e orti incantevoli che, oltre a fornire cibo, materie prime e medicine, avevano profondi significati simbolici e tramandavano storie meravigliose. Alle 20.15 il biologo marino Egidio Trainito porterà il pubblico alla scoperta di giardini dei fondali marini, abissi da preservare. 
La chiusura della serata, dalle 21, è affidata al dialogo tra Costantino Cossu e Luca Misculin, tra le più autorevoli firme della testata online Il Post, autore di numerosi podcast e conduttore dell’edizione del weekend di Morning, su Mare aperto. Storia umana del Mediterraneo centrale (Einaudi), nel quale l’autore, al suo esordio come scrittore, condividerà il suo racconto realistico e profondo della storia millennaria del Mediterraneo (in partenariato con Dall’altra parte del mare). Finale all’insegna del verde, tra natura, meraviglia e storia, con la degustazione a base di piante aromatiche proposta da Villa Mosca.


Nella seconda giornata del festival, venerdì 11 luglio, si è parlato di inclusione con il romanzo Brutale(66thand2nd) di Salvatore Falzone, giovane autore e formatore LGBTQ+ presentato da Minerva Uzzau, e poi di sport con la collana “Lo sport si racconta” di Carlo Delfino Editore, insieme agli autori Mario Fadda e Umberto Oppus, in dialogo con il giornalista Mario Mossa e l’ex portiere di Cagliari e Torino Renato Copparoni. La serata è stata conclusa dalla giornalista Maria Francesca Chiappe, autrice di Uguale per tutti, suo terzo romanzo, accompagnata da Raffaele Sari (nella foto, Maria Francesca Chiappe e Raffaele Sari).

venerdì 11 luglio 2025

In ricordo di Goffredo Fofi le parole di Sandro Ferri e di Eva Ferri, Edizioni E/O

 
«Su Goffredo leggeremo tante cose, perché era un uomo dalle tante vite, dalle tante passioni, dalle tante amicizie, dai tanti umori addirittura. Lo voglio ricordare solo per un paio di queste cose straordinarie che erano sue e che ha sempre trasmesso agli altri.
Mi faceva ridere. Negli ultimi anni abbiamo lavorato assieme alla collana Piccola Biblioteca Morale, che lui dirigeva per la nostra casa editrice. Abbiamo trascorso insieme molto tempo e i ricordi più belli sono quelli delle cento storie buffe che mi ha raccontato. Aneddoti con personaggi famosi come Luis Buñuel, Elsa Morante, Bianca Guidetti Serra, Fabrizia Ramondino, Alex Langer, Federico Fellini e moltissimi altri. Sempre divertenti, dissacranti ma con un lato di empatia. Coglieva gli aspetti contraddittori delle persone, i loro difetti e debolezze, ma con umanità. Era così: ti attaccava violentemente, ma poi ti abbracciava. Ti faceva morire dal ridere e, al tempo stesso, morire per una visione tragica che aveva del mondo.
Era un contadino cresciuto nelle campagne povere dell’Umbria ed era anche un intellettuale cosmopolita, capace di confrontarsi con l’immensa varietà del mondo. Non ho mai conosciuto un'altra persona come lui, in grado di tenere insieme tante visioni ed emozioni diverse e di trasmetterle agli altri. Ha sempre pagato il prezzo di questo anticonformismo e di questo coraggio e di questo rifiuto di chiudersi dentro gli asfittici recinti del nostro mondo intellettuale.
Onore a te, Goffredo. Continueremo a ridere della follia e della meschinità del mondo».

Sandro Ferri, fondatore delle Edizioni E/O


«Quando avevo sette anni ho perso in aeroporto un bastone che con i miei genitori gli avevamo preso in Africa in un banchetto sul ciglio della strada e che mi era stato affidato mentre i Sandri cercavano di recuperare le valigie, e non ho mai smesso di sentirmi in colpa. Lui in cambio quando lo incrociavo in ufficio mi gridava di non essere borghese, apriva porte e tracciava sentieri, ci abbracciava soffocandoci. Lo incrociavo, spessissimo, su qualche soglia. Grazie a Goffredo ho conosciuto tante storture del mondo, tante ridicolaggini e ingiustizie, ma anche tante meraviglie intellettuali, e il mio grande amore. Era così, un mucchio di cose insieme e posso dire che comunque non ha mai avuto bisogno di quel bastone».

Eva Ferri, editrice delle Edizioni E/O


nella foto, Sandro ed Elena Ferri

Ad Alghero il festival Mediterranea per la terza giornata della rassegna letteraria si sposta al Nuraghe Palmavera: Cambiamenti climatici e migrazioni culturali sulla rotta degli “isolari”.




Il viaggio del festival AES Mediterranea. Culture. Scambi. Passaggi prosegue ad Alghero sabato 12 luglio al Nuraghe Palmavera. Un’intensa serata in cui si parlerà di “isolari”, di migrazioni musicali e di cambiamenti climatici in atto.
Alle 19.15 la presidente AES Simonetta Castia, la docente di letteratura italiana alla UCLA di Los Angeles Roberta Morosini, gli storici, docenti e saggisti Giorgio Ieranò (Unitn) e Egidio Ivetic (Unipd) dialogano attorno al tema degli isolari traendo spunto dal libro “Storie fantastiche di isole vere”, ultima fatica di Ernesto Franco, direttore editoriale di Einaudi scomparso nel settembre scorso e autore di diversi libri legati al Mediterraneo e alle isole. Alle 20 Roberta Morosini presenta Una terra per restare (Astarte) di Jadd Hilal (nella foto in alto) insieme all’autore, francese di origini libano-palestinesi, vincitore del Grand Prix du Roman Métis, del Prix du Roman Métis des lycéens, del Festival du Premier Roman de Chambéry, e del Prix de la Première Oeuvre Littéraire Francophone de l’ADELF-AMOPA. Il libro traccia la storia di quattro generazioni di donne della stessa famiglia, le cui vicende si intrecciano attraverso un secolo di storia del Medio Oriente, diverse ma ugualmente tenaci nel difendere la vita dall’oppressione maschile, dalla sofferenza dell’esilio e dalla violenza della guerra. 
Alle 20.45 Gianluca Dessì, con lo storico britannico Iain Chambers, autore di Mediterraneo Blues (Temu) ed esperto di teoria postcoloniale, racconta attraverso i suoni e la musica la storia del mare nostrum in cui il sud del mondo si rivela parte fondamentale della modernità fin dal suo inizio e non elemento estraneo e sempre in ritardo, sempre indietro rispetto al nord. La serata si chiude alle 21.30 con il monologo in musica Tropico mediterraneo. Viaggio in un mare che cambia, dal libro di Stefano Liberti (voce narrante) edito da Laterza, con Pasquale Filastò al violoncello e Alessio Potestà alla fisarmonica: un viaggio multimediale alla scoperta di un Mediterraneo in continua metamorfosi attraverso le voci di chi vive in prima linea questa trasformazione: pescatori diventati scafisti, capitani di petroliere trasformati in attivisti, comunità locali che lottano per adattarsi a un ecosistema in rapido mutamento. 
Sabato 12 luglio si concluderà inoltre la Summer school “Leggere Mediterranea” a Villa Maria Pia, in collaborazione con l’Università L’Orientale di Napoli e il Dipartimento di European Languages and Transcultural Studies (ELTS) della UCLA, il Mediterranean Seminar e l’Istituto di Cultura di San Francisco. Dalle 9.30 sono in programma gli interventi di Giorgio Ieranò (Università di Trento), Giulio Ferroni (Università La Sapienza di Roma) ed Egidio Ivetic (Università di Padova). Il Festival è organizzato da AES – Associazione Editori Sardi con il sostegno di Regione Sardegna, Fondazione di Sardegna, Camera di commercio di Sassari attraverso il programma Salude&Trigu, Comune di Alghero e Fondazione Alghero, con il patrocinio e in partenariato con l'Azienda Speciale Parco Naturale Regionale di Porto Conte, istituzioni e privati.
La rassegna si è aperta giovedì 10 luglio all’ex Mercato con la presentazione di Adesso sì, di Roberto Delogu (Il Maestrale), avvocato e scrittore alla sua quarta opera letteraria, affiancato da Raffaele Sari, l’intervento del giornalista e analista geopolitico Matteo Giusti con il suo Africani brava gente (Paesionline), storia dell’Africa dal 1960 ad oggi, del responsabile di ANSAmed Patrizio Nissirio autore di Lava (Arkadia), romanzo sulla memoria perduta all’ombra del Vesuvio, con il prorettore dell’Università L’Orientale di Napoli Augusto Guarino e il concerto “Musiche della diaspora del Mediterraneo” di Gabriele Coen (clarinetto) ed Emanuele Bultrini (chitarra).

giovedì 10 luglio 2025

Alessandro De Roma - IL PRINCIPE ROSA - Fandango

 
Alessandro De Roma
IL PRINCIPE ROSA
Fandango
giugno 2025
pp. 252, euro 17,50
ISBN 9791256360994
 
Maristella è sempre stata una bambina saggia, innamorata di suo padre, il dottor Spiga, ai suoi occhi privo di difetti, se non una misteriosa malinconia, della quale è senz’altro responsabile il mondo, con le sue ingiustizie e le sue meschinità. Tra le lunghe estati al Poetto e le gite nell’entroterra sardo, l’esempio del padre, medico comunista, e il mito di Madre Teresa di Calcutta hanno fatto nascere in Maristella bambina il desiderio di mettersi al servizio del mondo, per cambiarlo, forse perfino per salvarlo, ma la vita degli adulti spesso non è all’altezza dei sogni dell’infanzia e quella di Maristella Spiga non fa eccezione. Quarantenne scettica e allampanata, insegnante di scienze precaria, dopo la morte del padre, trova finalmente il coraggio di mettersi alla prova in un viaggio a Calcutta, dove nulla sarà come lo era immaginato. Soltanto a Nizza, durante un viaggio con le amiche, troverà invece il modo di fare i conti con i propri sogni e con ciò che le resta, ritrovandosi davanti a una svolta che la sua lettura razionale e quasi disincantata della realtà non avrebbe mai lasciato prevedere. E, usando le parole di Michela Murgia, la scrittura di Alessandro De Roma “ha il potere delle verità taciute, la forza di metterti davanti a quello che ti de intorbisce l’aria, l’acqua e il cuore”, nel Principe rosa lo scandaglio dell’animo umano nell’attimo in cui scopre se stesso e accetta le proprie incertezze racconta qualcosa di ognuno di noi.
 
Alessandro De Roma è nato e vive in Sardegna, dove insegna storia e filosofia. Ha pubblicato i romanzi Vita e morte di Ludovico Lauter (Il Maestrale, 2007), La fine dei giorni (Il Maestrale, 2008), Il primo passo nel bosco (Il Maestrale, 2010), Quando tutto tace (Bompiani, 2011), La mia maledizione (Einaudi, 2014), Nessuno resta solo (Einaudi, 2021) e Grande terra sommersa (Fandango, 2023). È fra gli autori dell’antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi, 2014). I suoi libri sono stati tradotti in Francia dall’editore Gallimard.




IL PRINCIPE ROSA
di e con Alessandro De Roma
in dialogo con Alessandra Menesini
marted' 15 luglio
Fico d’India, Lungomare Poetto 324, ore 19, Cagliari

Entula, il festival letterario diffuso con la Sardegna


AA.VV. - BEATI E IMPERFETTI - Ares

 
AA.VV.
BEATI E IMPERFETTI
Il Discorso della Montagna oggi

a cura di Sergio Destito
invito alla lettura di Luis Cano.
testi di Gianpaolo Catanzariti. Elena Colombetti, Vittoria Lugli, Franco Nembrini, Yvonne Reungoat, Luis Romera, Fabio Rosini, Marco Vanzini
Edizioni Ares
collana Emmaus
2025
pp. 176, euro 16
ISBN 9788892986442
 

Ascoltare prestigiosi relatori parlare del nucleo della dottrina cristiana, ossia il messaggio delle Beatitudini, ci conduce direttamente al cuore del cristianesimo, verso ciò che è più essenziale nel messaggio di Gesù. Ancora una volta, leggendo questi testi, constatiamo che Dio ci ama, ci vuole felici, beati. Dio è dalla nostra parte, non contro di noi! I suoi consigli, i suoi comandamenti sono pensati affinché la nostra vita sia piena, elevata, illuminata e gioiosa.
(Dall’Invito alla lettura di Luis Cano)

Le Beatitudini rappresentano una delle pagine più incisive e insieme audaci del Vangelo, in cui Gesù propone un programma di vita che rovescia le logiche del mondo. Un piano che è necessario abbracciare se si vuole veramente cambiare rotta e puntare alla meta della vita eterna con Dio. Le parole delle Beatitudini sono soppesate con estrema cura nell’esortarci a rifiutare le dialettiche del potere, del successo e della ricchezza che dominano le ideologie terrene di ogni tempo. Per questo, oggi come duemila anni fa, il Discorso della Montagna sprigiona una forza rivoluzionaria capace di trasformare in meglio non soltanto il singolo individuo, ma l’intera umanità.
Il volume ripropone la formula vincente del precedente Paraboliamone, dedicato alle Parabole di Cristo, affidando il commento delle singole Beatitudini a diversi, autorevoli pensatori cristiani a cui è stato chiesto di calare, con stile semplice e diretto, il dettato evangelico nelle situazioni concrete del mondo contemporaneo. Così il lettore è portato a riconoscersi con gli interlocutori del tempo di Gesù e con loro a riflettere sulle sue stesse imperfezioni e fragilità, ma si sente anche invitato a vivere senza “accontentarsi”, aspirando sempre a ciò che è veramente importante e autentico.
 
Sergio Destito (Lamezia Terme) da 16 anni lavora presso la Pontificia Università della Santa Croce, dove è respon­sabile dell’area marketing istituzionale e, attualmente, insegna anche Marketing dei servizi nella Facoltà di Co­municazione sociale istituzionale della stessa università. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università La Sa­pienza di Roma, ha conseguito anche un Executive Master in Business Administration al Politecnico di Milano e un Master in Marketing Management. Formatore ed esperto di soft skills. Collabora con il gruppo San Girolamo63.

Seconda giornata di Mediterranea. Culture. Scambi. Passaggi. All’ex Mercato di Alghero Salvatore Falzone e Maria Francesca Chiappe


Storie di comunità, viaggi omerici nello sport e gialli mediterranei nella seconda giornata del festival Mediterranea. Culture. Scambi. Passaggi ad Alghero. Dopo l’apertura di giovedì 10, venerdì 11 luglio l’ex Mercato ospita anche la seconda giornata della rassegna curata da AES – Associazione Editori Sardi, quest’anno alla quinta edizione. Il tema “Abissi. Storie dal mare”, sarà declinato in particolare nel segno dei diritti civili e dell’inclusione. Ad aprire la serata, alle 19.15, sarà infatti l’incontro con il giovane autore Salvatore Falzone, formatore LGBTQ+, che presenta – in dialogo con Minerva Uzzau – il suo secondo libro, Brutale ( https://labibliotecadisergioalbertini.blogspot.com/2025/04/salvatore-falzone-brutale-66thand2nd.html), pubblicato da 66thand2nd: un romanzo che con sguardo disincantato accende i riflettori sull’omosessualità e affronta temi pressanti come il sesso, il consenso, la violenza e cosa significhi davvero far parte di una comunità. 
Nella seconda giornata di lavori, Mediterranea prevede alle 20 una parentesi sportiva con la presentazione della collana “Lo sport si racconta” edita da Carlo Delfino: a partire dai libri Gigi Riva, 4 maggio 1949. Il grande Torino a Cagliari e Copparoni. Il portiere che fermò Maradona, il giornalista Mario Mossa dialoga con gli autori Mario Fadda e Umberto Oppus e con Renato Copparoni, che fu il primo in Italia a parare un rigore al leggendario “Pibe de oro”. Si torna quindi a parlare di diritti, giustizia e verità con la presentazione del terzo romanzo della giornalista e scrittrice Maria Francesca Chiappe, Uguale per tutti (Castelvecchi), affiancata da Raffaele Sari. Il libro, ambientato ancora una volta a Cagliari, ruota attorno all’urgenza di verità, giustizia sociale ed equità ed è realizzato in partenariato con “Florinas in giallo”. Mediterranea, con la direzione artistica di Simonetta Castia, è organizzato con il sostegno di Regione Sardegna, Fondazione di Sardegna, Camera di commercio di Sassari attraverso il programma Salude&Trigu, Comune di Alghero e Fondazione Alghero, con il patrocinio e in partenariato con l'Azienda Speciale Parco Naturale Regionale di Porto Conte e un ampio parterre di istituzioni e privati.
Nella prima giornata è stata intanto inaugurata la Summer school “Leggere Mediterranea” a Villa Maria Pia. All’apertuta dei lavori è intervenuto, insieme alla presidente AES Simonetta Castia e alla direttrice della scuola, Roberta Morosini, Pasquale Lubinu, in rappresentanza dell’Assessora alla Cultura Ilaria Portas, che ha portato i saluti e ha elogiato il valore delle iniziative di promozione della lettura sostenute con consapevolezza e spirito inclusivo, grazie all’impegno politico e finanziario della Regione Sardegna. La Summer school è organizzata in collaborazione con l’Università L’Orientale di Napoli e il Dipartimento di European Languages and Transcultural Studies (ELTS) della UCLA, con la direzione scientifica della docente Roberta Morosini (UCLA - Los Angeles), in collaborazione con il Mediterranean Seminar e l’Istituto di Cultura di San Francisco. Nella seconda giornata, dalle 9.30 interverranno Iain Chambers (Università L’Orientale di Napoli), Roberta Morosini e Augusto Navone (Fondazione International Marine Centre). 

mercoledì 9 luglio 2025

Cesare Sinatti - ECO - Italo Svevo

 
Cesare Sinatti
ECO
Italo Svevo
collana Incursioni / 14
marzo 2025
pp. n/d, € 22
ISBN 9788899028848


Eco è la storia di una ragazza che sogna, e del suo sogno che riceve un’interpretazione diversa da ciascuno dei personaggi a cui lei lo racconta. Il fluire dei loro pensieri porta con sé altre storie, le trame delle loro esistenze, che appaiono a noi che leggiamo come frammenti di uno specchio infranto. E le vicende di questi amici, parenti, amanti s’intrecciano con quelle della protagonista: dalla provincia in cui è cresciuta nelle Marche a una Toronto gelida ed estranea, Resi attraversa la vita di tutti loro come uno spirito sottile, rimanendo indecifrabile anche a sé stessa. Con una composizione polifonica rigorosa e altrettanto sorprendente, e con richiami a Cavalcanti, Nabokov e Joyce, Sinatti propone una riflessione sull’amore e sulle trasformazioni che seguono l’esperienza amorosa, mentre ci spinge a interrogarci non solo sull’identità della protagonista ma anche sulla nostra: quanto di ciò che siamo e di ciò che crediamo appartenerci è solo eco?

Un estratto

Io sono qui: nella stanza accanto a quella in cui sono cresciuta e dove adesso stanno chiusi negli armadi i cappotti per l’inverno e i libri che non troviamo ancora il coraggio di buttare. Se accendessi la luce mi rivedrei, lì con Orfeo, il pomeriggio in cui mi sono decisa a lasciarlo entrare in casa. Lo guardavo guardarmi e pensavo: avrà guardato così anche la mia faccia sbiadita, sbattuta, gonfia di sorrisi, nelle foto di classe in cui scivolava apposta tra le altre per venirmi vicino? Così: come se volesse tutta intera prendermi per sé e soffiarmi dentro per farmi vibrare; così: mentre mi parlava, e intanto con il corpo, con le mani e le labbra, diceva altro. Se accendessi la luce ci rivedrei, nascosti lì, mentre ci catturiamo in quelle prime parole che non significano nulla, mai. Lui, però, non l’ha detto a nessuno che con quelle parole ci avrebbe riempito i suoi quaderni. Me li ha dati il mese scorso, per i miei diciannove anni. Li ho letti, li ho chiusi. Resto distesa e li vedo, sulle coperte: sprofondano nei riquadri verdi e blu del piumone, deformano il letto, il materasso, il parquet. Li credevo diversi, i quaderni dei Poeti, non con queste copertine rosso scuro, i contorni smussati, righe e margini su carta bianca. Brutti. Da studente delle medie. Scelti perché costavano poco. Li avrà trovati scendendo al piano sotterraneo di una cartolibreria, scartando quelli pacchiani, quelli barocchi, quelli dalla carta ruvida, scegliendo invece i più banali; poi avrà guardato le penne infilzate nei barattoli o stese in minuscole bare di plastica, le penne a sfera e quelle che imitano piume di corvo, oppure penne colorate dall’inchiostro profumato, e avrà fatto anche in quel caso la scelta più prosaica. I Poeti con la p maiuscola, come dice zia Greta, dovrebbero scrivere in grafie eleganti su grandi quaderni dalle copertine di pelle nera e dalle pagine lievemente ingiallite, senza quadretti né righe a determinare l’andamento della loro ispirazione; pagine su cui anche le cancellature, le imprecisioni, le sbavature e le macchie d’inchiostro dovrebbero essere Segni: artifici volontari per rendere i quaderni più belli da vedere, quando poi li mostreranno alle loro Muse. E invece i suoi quaderni da Poeta non solo non sono belli, ma non contengono neanche versi: sono pieni di date e parole scritte in una grafia minuta che non ha nulla delle volute che dovrebbero tracciare le dita affusolate dei Poeti; parole solide come pietre e palpitanti come viscere, spesse come le cose toccate e viste e udite; parole che descrivono sentimenti che non appartengono a lui ma a me; parole che traspirano dalle pagine, che germinano nella penombra circostante.

Cesare Sinatti, nato a Fano nel 1991, è laureato in Scienze Filosofiche all’Università di Bologna, dove si è occupato principalmente di platonismo. Attualmente è dottorando in filosofia antica presso l’Università di Durham. Con Feltrinelli ha pubblicato La Splendente (2018).

Il Festival Culturale LiberEvento 2025: programma dal 10 al 19 luglio

 
Dopo gli appuntamenti di Iglesias, il Festival Culturale LiberEvento 2025, manifestazione organizzata dall’Associazione Culturale ContraMilonga ETS approda in nuovi suggestivi scenari del Sud Sardegna e non solo.
Infatti, entra per la prima volta nel circuito di LiberEvento il comune di Sarroch, che giovedì 10 luglio a partire dalle 21.30, ospiterà nel panoramico Parco di Villa Siotto Nico Acampora, fondatore del progetto PizzAut. In occasione della presentazione del libro Vietato calpestare i sogni (Solferino, 2024), Acampora racconterà in dialogo col giornalista Vito Biolchini, la genesi e l’evoluzione della prima pizzeria in Italia – e in Europa – interamente gestita da giovani con disturbi dello spettro autistico. “Un sogno nato da una notte insonne e trasformato in un’impresa sociale d’esempio, che oggi impiega oltre 40 ragazzi e che ha ricevuto il plauso di personalità come il Presidente Sergio Mattarella e Papa Francesco”.
La carovana letteraria si sposterà sabato 12 luglio a Masainas dove nell’affascinante Piazza Belvedere, il giornalista d’inchiesta e volto televisivo Pino Rinaldi, presenterà dalle ore 21.30, il suo libro “Il mostro di Firenze (La verità nascosta)”, (Typimedia Editore 2024). L’evento offrirà al pubblico un’occasione unica di riflessione critica su verità ufficiali, piste marginali e narrazione mediatica. Modera la serata il giornalista Carlo Floris.
Prima della presentazione sarà possibile effettuare un’escursione (a pagamento) ad Is Solinas a cura di Janas Escursioni. Per info e prenotazioni (3519667593).
Pino Rinaldi replicherà la presentazione della sua opera incontrando il pubblico anche il giorno seguente a Sarroch, presso il Parco Villa Siotto alle 21.30, in dialogo con il giornalista Carlo Floris.
 
Dopo un giorno di pausa, l’appuntamento letterario “a tu per tu con l’autore” ritorna protagonista il 15 luglio a Gonnesa, presso l’incantevole Parco S’Olivariu che ospiterà Soumaila Diawara. Attivista politico maliano rifugiato in Italia e autore di poesie, Diawara presenterà a partire dalle 21.30 il suo libro “L'Africa Martoriata", (Abra Books Saggistica 2025) “un’opera che esplora in profondità l’intreccio complesso di storia, geopolitica e cultura dell’Africa e − grazie a un’analisi rigorosa − offre una panoramica sul passato e sul presente del Continente, mettendo in luce le sue sfide e le sue straordinarie potenzialità”. La serata sarà moderata dalla giornalista e socia fondatrice dell'Associazione Elda Mazzocchi Scarzella, Maria Giovanna Dessì.
 
Il Festival letterario quest’anno ritorna anche nel comune di Carbonia, nelle frazioni di Cortoghiana e Bacu Abis. Infatti, mercoledì 16 luglio alle 21.30 presso Piazza della Chiesa a Cortoghiana, Nando Mura, cronista sportivo presenterà “Lo Sport sardo Racconta” (GIA Editore 2025), un’opera avvincente che raccoglie storie, ritratti e testimonianze di oltre 70 protagonisti dello sport in Sardegna: un viaggio corale attraverso discipline, epoche e territori, in cui lo sport diventa racconto civile, memoria collettiva e identità. Modera la serata Giorgio Ariu.
 
Il giorno seguente invece, sempre alle 21.30, sarà la volta dello scrittore Antonio Boggio, che nell’accogliente Piazza della Chiesa di Bacu Abis incontrerà il pubblico, in dialogo con Manuela Perria, per presentare il suo libro “Assassinio all’Isola di San Pietro. Un’indagine di Alvise Terranova” (Mondadori 2025), un romanzo che presenta un nuovo caso per il commissario Alvise Terranova. (Mondadori 2025).
 
Entra per la prima volta nel circuito di LiberEvento anche il comune di Sant’Anna Arresi che farà il suo debutto al festival venerdì 18 luglio. Nel suggestivo scenario di Piazza del Nuraghe, il giornalista, saggista, opinionista e conduttore televisivo italiano Beppe Severgnini presenterà in dialogo col giornalista e storico d’arte Marco Loi, “Socrate, Agata e il Futuro. L’arte di invecchiare con filosofia” (Rizzoli 2025). Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando. “Le cose per cui verremo ricordati – scrive – non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste”. L’autore replicherà la presentazione il giorno dopo a Gonnesa nel panoramico e suggestivo Villaggio Minerario Normann.
Prima della presentazione sarà possibile effettuare un’escursione (a pagamento): “I sentieri della memoria di Normann” a cura di Janas Escursioni. Per info e prenotazioni (3519667593).
Sempre a Sant’Anna Arresi sarà ospite Andrea Negro che presenterà il 16 luglio alle 21.30, sempre in Piazza del Nuraghe, “L’isola muta. Viaggio nei silenzi della Sardegna” – (Edizioni della goccia). L’autore replicherà la presentazione anche il 18 luglio a partire dalle 17.30 presso la biblioteca comunale di Carbonia. Si precisa che l’evento in oggetto non è organizzato dal Festival Culturale LiberEvento.
 
Il 18 luglio LiberEvento sarà protagonista con un doppio appuntamento. Infatti, mentre Severgnini sarà ospite a Sant’Anna Arresi, a Villamassargia presso il Giardino di Casa Scarpa, sarà presente la giornalista Agnese Pini con il suo “La verità è un fuoco” (Chiarelettere 2025). In questo memoir Agnese Pini “intraprende un’indagine faticosa ma implacabile, scrivendo pagine emozionanti in cui rivivono gli oggetti e i ricordi di famiglia, si animano i volti di chi ha conosciuto don Pini prima della svolta avvenuta a fine anni Settanta, il passato restituisce i luoghi di un’Italia recentissima eppure già lontana. E si compie la riconciliazione di una donna con il passato suo e delle persone amate che le hanno dato la vita”. Modera la serata la giornalista Sara Vigorita.
 
Il giorno dopo, sempre a Villamassargia sarà la volta di Paolo Desogus, Maître de conférences presso la Sorbona di Parigi, che presenterà in dialogo con il giornalista Carlo Floris, “In difesa dell’umano. Pasolini tra passione e ideologia” (La Nave di Teseo 2025). Seguendo la particolare bussola della contraddizione, questo libro “ripercorre le tappe poetiche, politiche e intellettuali del lavoro pasoliniano. Attraverso alcune significative scoperte d’archivio e numerosi confronti, queste pagine cercano nell’intreccio di parole e immagini quella trama che lega il suo lascito al nostro presente, le sue inquietudini alle nostre domande”.


Giovedì 17 luglio alle ore 19.00 si terrà la Seconda edizione del Premio Porta Magica, organizzata e presentata dalla Libreria Rotondi


Il Premio Porta Magica è la manifestazione con la quale ogni anno la Libreria Rotondi premia autori e studiosi che si sono distinti per l’originalità e il valore delle loro ricerche.  

Le personalità insignite del Premio Porta Magica appartengono al mondo della cultura e sono scelte per aver fornito un significativo contributo all’approfondimento ed alla divulgazione di nuovi orizzonti di conoscenza. L’obiettivo del Premio Porta Magica è proprio quello di conferire un riconoscimento agli intellettuali che hanno saputo, attraverso i loro studi, guidare i lettori in un percorso di consapevolezza e crescita culturale, dando forma ad idee innovative e feconde, in grado di stimolare mente, anima e coscienza verso nuove forme di pensiero e comprensione. Nel 2025 il tema del premio è “Visioni”.
Perché Visioni? Perché nei momenti di crisi, di cambiamento o di risveglio, è proprio attraverso una visione che si apre un varco nella coscienza. Le visioni sono immagini interiori, rivelazioni improvvise, intuizioni che rompono lo schema della realtà ordinaria. Sono esperienze che segnano i percorsi iniziatici, le pratiche magiche, i sogni profetici, ma anche i cammini psicologici più profondi. “Visioni” è dunque un invito a vedere con altri occhi, ad oltrepassare il visibile, a cogliere ciò che la ragione da sola non sa nominare. E gli studiosi premiati, appartengono proprio alla categoria dei suscitatori di “visioni”.
In ogni appuntamento del Premio il relatore dialogherà con uno o più interlocutori in modo da valorizzare la tematica trattata e renderla più stimolante per il pubblico, in un continuo scambio di suggestioni e spunti volto a costituire una sorta di dinamica circolare della conoscenza. Gli incontri si svolgeranno all’aperto, nei giardini di piazza Vittorio Emanuele II, spazio Arena Cinema, con inizio alle ore 19:00 e ad ingresso libero.
Gli autori che riceveranno il Premio Porta Magica 2025 saranno, in ordine di assegnazione, Alessandro Orlandi, Marianna Massimello, Lidia Fassio, Michela Pereira, Angelo Tonelli.
 
Il programma completo della manifestazione è il seguente:
13/07 ore 19: Apertura con Igor Sibaldi – L’Io e il nulla – con Gianluca De Martino e Francesco Palmieri
17/07 ore 19: Alessandro Orlandi (nella foto a destra) – Il mito di Psiche – con Adriano Ercolani
24/07 ore 19: Marianna Massimello – ”Il mio è un sentiero di luce”: viaggio alchemico dell’anima nel Libro Rosso di Carl Gustav Jung – con Giovanna Gay
31/07 ore 19: Lidia Fassio – Simbologia della Luna – con Marina Ciaffoncini
07/08 ore 19: Michela Pereira – Conoscenza profetica e sapienza olistica in Ildegarda di Bingen – con Gianluca De Martino
03/09 ore 19: Angelo Tonelli – Pitagora: il maestro segreto
11/09 ore 19: Chiusura con Carlo Bozzelli – I Tarocchi: la visione di un nuovo mondo
 
La manifestazione è stata organizzata con il sostegno di Piazza Vittorio APS e Blu Banca