sabato 13 settembre 2025

Michele Bovi - C'ERA UNA VOLTA IL CANTASTAMPA - Coniglio

Michele Bovi
C'ERA UNA VOLTA IL CANTASTAMPA
Quando i giornalisti spodestarono i parolieri

con l'indagine di Pasquale Panella
Coniglio editore
febbraio 2025
pp. 256, euro 23
ISBN 9788860633408


La copertina è un menabò, ovvero il modello per l’impaginazione di un giornale. Il contenuto è un luna park di notizie, fotografie e documenti inediti. Si scopre che neanche il Festival di Sanremo è mai riuscito a radunare tante stelle della canzone e del giornalismo come il Cantastampa, la rassegna musicale più prestigiosa e al tempo stesso più dimenticata dei favolosi anni Sessanta. Aveva l’originale caratteristica di sostituire i parolieri con le grandi firme dei più importanti quotidiani e periodici per confezionare testi musicati dai maggiori compositori e interpretati dalle voci più gettonate dell’epoca. Eppure delle quattro edizioni di quella straordinaria manifestazione trasmessa dalla prima e dalla seconda rete della televisione non esiste più traccia: le teche Rai hanno smarrito i filmati e le canzoni non sono state pubblicate tranne rare eccezioni. C’era una volta il Cantastampa è la ricostruzione esclusiva di quegli eventi, con le foto, tutti i testi inediti e le testimonianze dei protagonisti viventi. È il libro di cui più si scriverà nel 2025 perché occuparsi del Cantastampa significherà per ogni testata ricordare il lavoro dei propri memorabili inviati. E in spazi radiofonici e televisivi già concordati l’autore parlerà della scomparsa dei filmati che la Rai trasmise per le quattro edizioni della rassegna e di quanto altro prezioso materiale non è stato ancora rintracciato negli archivi Tv.
In esclusiva i testi delle canzoni inedite scritte tra gli altri da Maurizio Costanzo, Sandro Ciotti, Gianni Minà, Antonio Lubrano, Joe Marrazzo, Italo Cucci. Tra gli esecutori Gianni Morandi, Enzo Jannacci, Gino Paoli, Giorgio Gaber, Sergio Endrigo, Mia Martini, Iva Zanicchi, Ricky Gianco, Gianni Meccia.

Michele Bovi, giornalista. Alla Rai è stato caporedattore centrale del Tg2, dirigente di Raidue e capostruttura per l’intrattenimento di Raiuno. Ha pubblicato Anche Mozart copiava, Auditorium 2004; Tg2 Mistrà, con Pasquale Panella (Coniglio Editore, 2005); Da Carosone a Cosa Nostra, gli antenati del videoclip (Coniglio Editore, 2007); Cinebox Vs Scopitone, canzoni da guardare (Arcana, 2014); Note segrete, eroi spie e banditi della musica italiana (Graphofeel, 2017 – Iacobelli, 2019); Ladri di canzoni (Hoepli, 2019); Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles (Minerva, 2023).
 
Pasquale Panella (Roma 1950) ha pubblicato romanzi (La corazzata e Oggetto d’amore, Minimum Fax), alcune raccolte poetiche ed è molto noto come paroliere. Hanno cantato i suoi testi, tra gli altri, Lucio Battisti, per cui ha scritto gli ultimi cinque album, Amedeo Minghi, Mietta, Mango, Zucchero, Cocciante, per il quale ha scritto la versione italiana del musical Notre dame de Paris, e Giulietta e Romeo. Parecchie le canzoni di successo, anche al Festival di Sanremo. Panella è stato anche uno degli ideatori del programma Rai di Michele Bovi Techetechetè, coniandone il titolo.

Dolki Min - IN FORME - add

Dolki Min
IN FORME
traduzione di Lia Iovenitti
add editore
settembre 2025
pp. 156, euro 20
ISBN 9788867835447

Vincitore dell’Otherwise Award 2024

Dolki Min ha scritto un romanzo queer sul sentirsi fuori posto nel proprio corpo e nel mondo, e il godimento con cui ha disegnato il suo personaggio dà vita a un incontro vivace e memorabile con un’alterità che in sostanza è solo apparente.- THE NEW YORK TIMES BOOK REVIEW

Dopo essersi schiantato con la sua astronave nel bel mezzo del nulla, un alieno mutaforma si trova bloccato su un pianeta sconosciuto e per lui inesplorabile a causa della forza di gravità. Per sopravvivere, dovrà imparare a camminare, a nascondere con cura i suoi arti supplementari e i vari orifizi, a procacciarsi cibo, finché un bel giorno scoprirà che gli esseri umani sono un pasto delizioso. Intelligente e astuta, la creatura cambia aspetto e comportamento per adattarsi alle preferenze sessuali delle sue prede, e ucciderle non prima di aver raggiunto l’apice del piacere.
Dalla sua prospettiva mostruosa (almeno secondo i canoni umani), riesce a cogliere l’insensatezza delle convenzioni sessuali, la solitudine dilagante, il desiderio inappagabile dei corpi costretti a muoversi in una società repressa. Creatura lussuriosa e scorretta, ci restituisce un’immagine lucida e ironica dell’umano che di rado riusciamo a scorgere.

Un estratto

56 KM
Oggi vado al lavoro presto. Un evento raro. Ma il tipo dice che ha la casa libera solo di mattina. E vista l’ottima combinazione di requisiti, non posso lasciarmelo scappare. Quando parlo di requisiti, mi riferisco ovviamente a quelli fisici. Per il resto, non ho idea di che persona sia: cosa gli piaccia mangiare, colore preferito, gusti musicali… Di questo non m’importa niente. Il tempo di scambiare qualche parola in chat, e ci siamo dati appuntamento. Maschio, belloccio, 26 anni, 173 cm per 65 kg. E, a quanto dice, un cazzo di 18 cm abbondanti. Ah, dimenticavo: abita al sedicesimo e ultimo piano. Lo sto raggiungendo in metro. Ho trovato un posto libero e me lo godo in pace. Bella fortuna! Mi viene quasi da piangere per la gioia. Perché per quanto mi sforzi di vedere il lato positivo, infilarmi nel formicaio umano, aggrapparmi alle maniglie e oscillare avanti e indietro, mi dà sempre il volta… voltastomaco. Quando poi sono in riserva come oggi, restare in equilibrio su due gambe è ancora più difficile. In ogni caso, la metro è sempre meglio dell’autobus, quelle gabbie di metallo che ti intrappolano e ti scuotono senza pietà, e dove è già un miracolo non finire spiaccicati a terra. Sarà stato un paio d’anni dopo il mio arrivo qui...? Avevo vagato fino a tardi senza meta e senza concludere niente, trascinando sovrappensiero il mio corpo esausto fino a una fermata. Tornare a casa in autobus non rientrava nei miei piani, ma all’epoca ignoravo che di notte la metro chiude. Certo, avevo visto spesso gli umani salire su un taxi, ma tutte le volte che pensavo di farlo la paura prendeva il sopravvento. Troppo stressante. Era il periodo in cui la sola idea che qualcuno potesse restare sconvolto vedendo il mio braccio mi raggelava. È, lo confesso, il motivo per cui ancora oggi non riesco a prendere un taxi. L’unica volta che ho trovato il coraggio, l’autista si è accorto che l’unghia del piede mi sbucava dall’avambraccio, ha strabuzzato gli occhi e ha sterzato di colpo fuggendo come un pazzo. Da allora, i taxi li ho sempre accuratamente evitati. Dunque, dicevo, quei gradini erano un’impresa. All’epoca, autobus accessibili non ce n’erano. Temevo di non farcela: l’alzata era più ardua del previsto. Le scale che avevo usato fin lì per allenarmi erano decisamente più basse e facili. Ma non avevo scelta, e così sfidai la gravità con tutte le mie forze: alla fine ci riuscii. Pensavo che il mio scheletro si sarebbe sbriciolato. Invece no, e una volta dentro provai una punta di orgoglio. (…)
 
DOLKI MIN (they/them) è lo pseudonimo di una figura enigmatica e riservata di artista e scrittorə, che vive in Corea del Sud. Per In forme, il suo romanzo d’esordio, ha realizzato una serie di illustrazioni inedite. Ha ricevuto l’Otherwise Award 2024, in passato vinto anche da Ursula K. Le Guin, premio per opere di fantascienza o fantasy che indagano i temi del genere e dell’intersezionalità.  

Vittoria Bosna - FRATTURA - Les Flâneurs

 
Vittoria Bosna
FRATTURA
Les Flâneurs edizioni
settembre 2025
pp. 200, euro 16
ISBN 9791254512227
 

Dyl, uomo inquieto e diviso, vive da anni intrappolato tra due vite: quella ordinata e sterile del matrimonio con Mela e quella carnale e vorace dell’amante Viola. Ma il tempo delle menzogne è finito. In una sera d’autunno a Tolosa, con il fiume come testimone, Dyl decide di confessare. Crede di poter scegliere, di spezzare finalmente la sua prigione. Ma il destino ha altri piani. Un gesto, una parola, una verità possono cambiare tutto. 
In un gioco di specchi tra tradimento e redenzione, Frattura racconta il crollo di una vita ordinaria, mettendo a nudo la fragilità degli affetti, l’ambiguità delle scelte e il dolore necessario per diventare liberi.

Vittoria Bosna è nata a Bari. Ha studiato lingue e letterature straniere e si è trasferita in Francia, dove ha completato il suo percorso di studi. Appassionata di musica e pittura, ha collaborato con diverse associazioni culturali all’organizzazione di concerti e mostre. Attualmente insegna francese nella scuola pubblica. Ha pubblicato i romanzi Blue words  (Wip Edizioni, 2024) e Irma (Adda Editore, 2024).

Ravenna, Prospettiva Dante a “L’ora che volge il disìo” con Daniele Olschki, Roberto Riccardi e Margherita Ghinassi

 

Il percorso di Prospettiva Dante, il festival promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, si intreccia anche quest’anno a L’ora che volge il disìo, la lettura perpetua della Commedia alla Tomba di Dante. In occasione della XIV edizione del solo festival interamente dedicato al Poeta, quest’anno in programma dal 17 al 21 settembre nei Chiostri Danteschi accanto alla Tomba, le letture dei canti di giovedì 18, venerdì 19 e sabato 20 settembre sono organizzate in collaborazione con il festival.
Il primo dei lettori, per il canto XIII dell’Inferno, quello di Pier delle Vigne, sarà Daniele Olschki (giovedì 18 - nella foto a destra), editore e discendente di Leo Olschki, la cui importantissima collezione dantesca è custodita nella Biblioteca Classense. . Venerdì il canto di Ulisse, il XXVI dell’Inferno, sarà letto da Roberto Riccardi (venerdì 19), scrittore e generale di brigata dei Carabinieri, che dal 2019 al 2022 ha diretto il Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e oggi dirige il Dipartimento Audit e Innovazione presso il Comando generale. Sabato 20 il canto di Paolo e Francesca è invece affidato a Margherita Ghinassi (sabato 20), giornalista RAI per molti anni conduttrice del Tg1, giornalista parlamentare e corrispondente diplomatico.

venerdì 12 settembre 2025

NEI LUOGHI DELL’ORRORE CON IL NUOVO NUMERO DI «CALIBANO»

 
Storie di spettri, possessioni e inquietudini profonde: dal film L’esorcista agli incubi famelici della pittura di Goya, dagli ologrammi delle star defunte del pop al racconto dei casi di cronaca nera sui media di oggi, passando per il body horror femminista nel cinema di genere e il mito del fantasma dell’opera. Nel suo settimo numero, «Calibano», la rivista monografica di attualità culturale dell’Opera di Roma realizzata in collaborazione con la casa editrice effequ, scende nei meandri dell’orrore, componendo una mappa del perturbante che attraversa generi, epoche, linguaggi per parlare dell’oggi. Il nuovo volume – che ospita, fra i suoi contributi, un’intervista allo scrittore statunitense George Saunders, un racconto inedito di Letizia Muratori e una testimonianza del giornalista del Post e autore del podcast Indagini Stefano Nazzi – esce in occasione del nuovo allestimento di The Turn of the Screw di Benjamin Britten che Deborah Warner firma al Teatro Costanzi dal 19 al 28 settembre. La rivista sarà presentata insieme allo spettacolo mercoledì 17 settembre, ore 17.00, al Teatro dell’Opera di Roma (Sala Grigia). L’incontro, a ingresso libero, è introdotto dalla scrittrice Giulia Caminito, Premio Campiello 2021. Intervengono la regista dello spettacolo Deborah Warner, gli autori Claudio Strinati, Fabiana Giacomotti e Carmen Gallo, l’anglista Andrea Peghinelli e il direttore di «Calibano» Paolo Cairoli. In vendita in anteprima presso lo shop del Teatro dal 17 settembre, «Calibano. The turn of the screw/dove abita la paura» sarà disponibile in tutte le librerie e sul sito di effequ dal 26 settembre.
 
“Siamo tutti perseguitati dal passato, ma ne siamo anche posseduti?” È la domanda che si pone David Bering-Porter, docente di Cultura e Media presso la New School di New York, nel saggio intitolato Prede del passato che apre questo nuovo volume di «Calibano». Partendo da un film cult sulla possessione come L’esorcista, Porter assurge il genere cinematografico dell’horror a chiave di lettura per interrogarsi sulla logica di ripetizione e perdita di individualità che caratterizza la produzione culturale contemporanea. Dell’orrore e della paura come strumento di espressione e trasgressione dell’agire femminile nel romanzo gotico inglese di metà Settecento scrive invece la ricercatrice Carmen Gallo, mentre Daniele Cassandro, giornalista musicale, ci conduce fra gli spettri della musica pop tra inedite pubblicazioni post-mortem, intelligenze artificiali che fanno duettare vivi e morti e ologrammi di star defunte in concerto. E se la storica del costume e giornalista Fabiana Giacomotti esplora gli aspetti morbosi della moda del lutto ottocentesca, un culto fatto di gioielli custodi di ciocche di capelli dei defunti, abiti di pizzo nero e pietre apotropaiche, Sergio Pace ci parla invece di spazi fisici dell’inquietudine in un saggio sull’architettura. Si torna poi a parlare di cinema, prima con la ricercatrice Elvira del Guercio, che riflette di riappropriazione del corpo femminile nel body horror delle registe contemporanee, e poi con Filippo Cerri, scrittore e qui autore di un saggio sulle pellicole del folk horror italiano. Di non morti, necromanzie e ghost stories nel mondo dell’antichità classica scrive infine Flaminia Beneventano, esperta di antropologia del mondo antico, mentre Claudio Strinati dialoga con le forme dell’incubo nella storia dell’arte. Al mito del Fantasma dell’Opera, a partire proprio dalle pagine del celebre libro di Leroux, è dedicato invece il saggio del musicologo Nicolò Palazzetti.
 
Le rubriche di questo numero sono dello studioso e scrittore Marco Malvestio e del musicologo Giuliano Danieli. «Calibano. The turn of the screw/dove abita la paura» ospita infine un racconto inedito di Letizia Muratori e una testimonianza del ben noto giornalista Stefano Nazzi, che ci guida nel lato più oscuro del reale raccontando la costruzione della cronaca dell’orrore sui media di oggi. Per la prima volta, inoltre, sulle pagine di «Calibano» trova spazio anche un’intervista: a dialogare con il direttore della rivista Paolo Cairoli è lo scrittore statunitense George Saunders, autore di storie, come Lincoln nel Bardo (per il quale ha vinto il Booker Prize 2017), in cui ricorrono elementi spettrali, surreali e inquietanti.
 
Tutte le illustrazioni del numero, compresa l’immagine di copertina, sono state realizzate dall’artista canadese Oona Ode con un software di intelligenza artificiale.
 
Nata come spazio di approfondimento di temi di attualità ispirati agli spettacoli in scena al Teatro dell’Opera di Roma, «Calibano» esce in libreria ogni quattro mesi con un volume monografico legato a un’opera e a un tema ad essa correlata. Dal numero 0, pubblicato a gennaio 2023, su Aida e il razzismo, la rivista ha poi esplorato il femminismo con Madama Butterfly, il postumano con Mefistofele, il proibito con Salome, l’outsider con Peter Grimes, il potere con Simon Boccanegra e la magia a partire dall’Alcina di Händel. Per ogni numero, è possibile leggere gratuitamente una selezione di saggi, in italiano e in inglese, nella sezione “Calibano online” del sito dell’Opera di Roma. I volumi sono disponibili negli store fisici e online di tutta Italia, e sul sito di effequ (www.effequ.it).
 
Alissa Balocco per effequ