Agustín García Calvo
37 ADDII AL MONDO
traduzione di Gerardo Gimona
Ortica editrice
collana Le Erbacce / 81
giugno 2025
pp. 138, € 12,00
ISBN 9791281228214
Solo al pensiero che non dovrò entrare più in nessuna Banca, fare una dichiarazione al Fisco, né sapere i soldi che guadagno né quelli che perdo o devo, al solo pensiero che non avrò più bisogno di nascondermi dagli schermi della Televisione del mondo provo un fremito di allegria che mi fa sentire la mia sparizione prossima come un respiro immenso.
Prefazione
Qui raccogliamo gli ADDII AL MONDO, e cioè gli articoli che ogni mercoledì ho pubblicato sul giornale LA RAZÓN, dal 27 Ottobre 1999 al 5 Luglio 2000, considerando che il fato mi ha lasciato vivere e vegetare così tanto tempo che alla fine sono stato io a stufarmi prima di lui di continuare a congedarmi dalle miserie e dai dispiaceri del mondo in generale e dello Stato del Benessere in particolare; e li pubblicavo sulla Stampa con un odio che doveva essere naturalmente amore d’altro. E la Realtà mi offriva tutta una serie di esempi che si vendono come veri e nello stesso tempo, mediante qualsiasi forma di autorità o di paura, per bocca di padri, televisori, reti informatiche, ci fanno credere in Essa; perché se fosse vera non avrebbe bisogno di nessuna fede né di predicarsi con tanto impegno. E la serie sarebbe certamente interminabile così com’è interminabile il vocabolario dei gerghi che costituiscono la Realtà di ogni tribù, della nostra ad esempio; ma penso che non sia una cattiva tattica o astuzia questa di concentrare gli attacchi su punti concreti della Realtà degli ordini più diversi, dai semafori all’Università, dalle signore alla profilassi, a patto che lo si faccia scoprendo in ognuno di essi la menzogna generale, cioè come se uno fosse proprio caduto dalle nuvole o uscito da una grotta segreta dove lo avesse allevato la terra senza avergli fatto sapere quello che stava succedendo in questo mondo, né fatto sentire una sola notizia della Storia Contemporanea, insomma, come se, con gli occhi limpidi di un bimbo non ancora pieno di idee, arrivasse uno, come un viaggiatore perso, dalla terra del buonsenso e cominciasse a guardare uno per uno quei pezzetti della Realtà sentendo in ognuno di essi scintillare la scossa della pazzia generalizzata e ufficiale, l’occhiolino di Nerone, che è pazzo, sì, ma è pur sempre l’Imperatore. Per scoprire in ogni cosa la falsità della Realtà non si può non accorgersi di nulla, non ammettere nessuna informazione, perché questo sarebbe già, nell’ammettere il suo vocabolario, riconoscere l’Impero e sottomettersi, come se fosse naturale o fatale, alla legge della pazzia del Denaro, stabilito come rappresentante della Realtà totale. E, per non scoraggiarci troppo presto di fronte a questa impresa, conviene tenere presente che è in quella Realtà che qui attacchiamo, che troviamo gli alleati per la ribellione. Perché, così come è falso che essa sia totale, non può che essere contraddittoria, e lasciarci quindi tutta una serie di errori e crepe per questo nostro scoprirla.
E quale esempio è più vicino di questo del Giornale LA RAZÓN, visto che molti miei amici mi hanno rimproverato di collaborarci? Perché loro distinguono ancora tra Giornali di un colore o di un altro (magari arrivano a distinguere perfino tra un canale TV e un altro), e mi dicono che è di destra, che è nazionalista, e tutto il resto; e infatti sarà pur così, perché loro me lo dicono (io procuro di non badarci più di tanto, come faccio con qualsiasi altro giornale; io vedo soltanto la mia mezza pagina di collaborazione su cui combattere con gli errori di stampa, che sono gli unici veri peccati che conosco), e ammesso che sia così, il fatto è che le contraddizioni a cui, come ente reale, non può sfuggire hanno fatto sì che mi concedesse un angolino tra le sue pagine, a differenza di altri Organi più critici e più al passo con i Tempi, e io, come cadendo un po’ dalle nuvole, non ho trovato alcun inconveniente, contraddittorio anch’io, nell’accettare l’invito a sbraitare un po’, finché non si apre magari uno spiraglio da cui possa venir fuori un GIORNALE ALL’INCONTRARIO, al quale infatti (questo è un messaggio agli amici che si sono mostrati disposti a provarci) continuo a pensare. Ma questo non era altro che un piccolo esempio delle contraddizioni della Realtà. Non dimentichiamo la questione comune: chi si dedica, al servizio dell’Imperatore, a predicare la Realtà e a sostenerla lo fa perché sa, conosce il Futuro: gli altri che come noi non sono del tutto conformi al mondo e a se stessi fanno quello che fanno proprio per il contrario: perché non si sa.
Agustín García Calvo [1926-2012]
Scrittore, linguista, poeta e pensatore spagnolo. Autore di una vasta
ed eterogenea opera: poesie, traduzioni, opere teatrali, numerosi
libri di politica, logica, fisica, grammatica, teologia, ritmica e
metrica e di articoli sui più importanti quotidiani spagnoli (El
País, La Vanguardia, La Razón) e su riviste, in cui manifestò la
sua lucida e ostinata critica alla società.
Qui raccogliamo gli ADDII AL MONDO, e cioè gli articoli che ogni mercoledì ho pubblicato sul giornale LA RAZÓN, dal 27 Ottobre 1999 al 5 Luglio 2000, considerando che il fato mi ha lasciato vivere e vegetare così tanto tempo che alla fine sono stato io a stufarmi prima di lui di continuare a congedarmi dalle miserie e dai dispiaceri del mondo in generale e dello Stato del Benessere in particolare; e li pubblicavo sulla Stampa con un odio che doveva essere naturalmente amore d’altro. E la Realtà mi offriva tutta una serie di esempi che si vendono come veri e nello stesso tempo, mediante qualsiasi forma di autorità o di paura, per bocca di padri, televisori, reti informatiche, ci fanno credere in Essa; perché se fosse vera non avrebbe bisogno di nessuna fede né di predicarsi con tanto impegno. E la serie sarebbe certamente interminabile così com’è interminabile il vocabolario dei gerghi che costituiscono la Realtà di ogni tribù, della nostra ad esempio; ma penso che non sia una cattiva tattica o astuzia questa di concentrare gli attacchi su punti concreti della Realtà degli ordini più diversi, dai semafori all’Università, dalle signore alla profilassi, a patto che lo si faccia scoprendo in ognuno di essi la menzogna generale, cioè come se uno fosse proprio caduto dalle nuvole o uscito da una grotta segreta dove lo avesse allevato la terra senza avergli fatto sapere quello che stava succedendo in questo mondo, né fatto sentire una sola notizia della Storia Contemporanea, insomma, come se, con gli occhi limpidi di un bimbo non ancora pieno di idee, arrivasse uno, come un viaggiatore perso, dalla terra del buonsenso e cominciasse a guardare uno per uno quei pezzetti della Realtà sentendo in ognuno di essi scintillare la scossa della pazzia generalizzata e ufficiale, l’occhiolino di Nerone, che è pazzo, sì, ma è pur sempre l’Imperatore. Per scoprire in ogni cosa la falsità della Realtà non si può non accorgersi di nulla, non ammettere nessuna informazione, perché questo sarebbe già, nell’ammettere il suo vocabolario, riconoscere l’Impero e sottomettersi, come se fosse naturale o fatale, alla legge della pazzia del Denaro, stabilito come rappresentante della Realtà totale. E, per non scoraggiarci troppo presto di fronte a questa impresa, conviene tenere presente che è in quella Realtà che qui attacchiamo, che troviamo gli alleati per la ribellione. Perché, così come è falso che essa sia totale, non può che essere contraddittoria, e lasciarci quindi tutta una serie di errori e crepe per questo nostro scoprirla.
E quale esempio è più vicino di questo del Giornale LA RAZÓN, visto che molti miei amici mi hanno rimproverato di collaborarci? Perché loro distinguono ancora tra Giornali di un colore o di un altro (magari arrivano a distinguere perfino tra un canale TV e un altro), e mi dicono che è di destra, che è nazionalista, e tutto il resto; e infatti sarà pur così, perché loro me lo dicono (io procuro di non badarci più di tanto, come faccio con qualsiasi altro giornale; io vedo soltanto la mia mezza pagina di collaborazione su cui combattere con gli errori di stampa, che sono gli unici veri peccati che conosco), e ammesso che sia così, il fatto è che le contraddizioni a cui, come ente reale, non può sfuggire hanno fatto sì che mi concedesse un angolino tra le sue pagine, a differenza di altri Organi più critici e più al passo con i Tempi, e io, come cadendo un po’ dalle nuvole, non ho trovato alcun inconveniente, contraddittorio anch’io, nell’accettare l’invito a sbraitare un po’, finché non si apre magari uno spiraglio da cui possa venir fuori un GIORNALE ALL’INCONTRARIO, al quale infatti (questo è un messaggio agli amici che si sono mostrati disposti a provarci) continuo a pensare. Ma questo non era altro che un piccolo esempio delle contraddizioni della Realtà. Non dimentichiamo la questione comune: chi si dedica, al servizio dell’Imperatore, a predicare la Realtà e a sostenerla lo fa perché sa, conosce il Futuro: gli altri che come noi non sono del tutto conformi al mondo e a se stessi fanno quello che fanno proprio per il contrario: perché non si sa.
Madrid, Luglio 2000
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