venerdì 4 luglio 2025

Isabelle Pandazopoulos - CHIEDETEGLI LA LUNA - La Nuova Frontiera

 
Isabelle Pandazopoulos
CHIEDETEGLI LA LUNA
(titolo originale Demandez-leur la lune © Gallimard Jeunesse, 2020)
traduzione di Nicolò Petruzzella
La Nuova Frontiera
collana Oltre
luglio 2025
pp. 272, euro 17,50
ISBN 9788883734960

 
A volte bisogna lottare per far sentire la propria voce. E soprattutto serve qualcuno che sia disposto ad ascoltare e a rispondere.
Lilou, Samantha, Bastien e Farouk non sono stati ammessi al triennio delle superiori. Ognuno di loro ha una storia difficile alle spalle, ma tutti condividono una grande fragilità e un certo pessimismo riguardo al futuro. Quando Agathe Fortin, una giovane e appassionata insegnante, gli propone l’ambiziosa e inedita sfida di partecipare a un concorso di eloquenza, i quattro ragazzi finiscono per accettare nonostante l’iniziale scetticismo, perché per la prima volta qualcuno crede in loro.
Con questo romanzo Isabelle Pandazopoulos ci fa sperare in un mondo in cui le parole, che spesso marcano le differenze sociali e le cristallizzano, ritrovano il loro potere come strumento di emancipazione.

Un estratto
Lilou Vauzelles non ha i requisiti per essere ammessa al triennio. Lilou legge e rilegge l’ultima riga della pagella come per convincersi che sia reale. Il verdetto è stato emesso. Il consiglio di classe le ha negato l’accesso al triennio. Eppure la tutor dell’orientamento le aveva assicurato che ce l’aveva in tasca. Lilou aveva fatto la sua parte, restando coi piedi per terra: era realista, voleva soltanto diventare una ragioniera. Dopo il biennio, comune a tutti gli indirizzi, avrebbe scelto l’indirizzo tecnico-commerciale. La coordinatrice di classe le aveva confermato che era un’opzione sensata. Non c’era davvero nessun motivo per dubitare, quindi. Se non fosse che nell’ultimo trimestre la sua media era calata. In alcune materie, drasticamente. Soprattutto in matematica e francese. No, aveva ripetuto Lilou con un’alzata di spalle, non sapeva proprio spiegarsi il crollo del suo andamento scolastico nel terzo trimestre. E poi, di media generale aveva 5,9. È quasi 6, no? Ma quel 5,9 non era bastato. Una sufficienza troppo risicata. Malgrado la buona volontà, l’applicazione costante, malgrado l’onestà con cui aveva affrontato l’orientamento, Lilou non aveva convinto il consiglio. Avevano stabilito che non possedeva i requisiti per frequentare il triennio. E poi era così timida, così terribilmente introversa… Sconvolta, Lilou torna dalla tutor dell’orientamento, che le consiglia di fare ricorso. La ragazza si aggrappa a quella speranza. E con lei i suoi genitori. Così, due settimane dopo aver ricevuto la pagella, si presentano all’appuntamento tutti e tre insieme. È fine giugno. Il provveditorato è a quasi due ore di macchina da casa loro. Entrati nella sala del ricevimento, con loro grande stupore, si trovano davanti un enorme tavolo da riunione con un sacco di gente intorno. Almeno una decina di persone che li squadrano in maniera strana, questo pensa Lilou mentre prende posto tra suo padre e sua madre. Capisce all’istante di essere spacciata. Sembra un tribunale che ha già emesso la sua condanna. A turno, i membri della commissione le ribadiscono quanto sia piena di buona volontà. Glielo ripetono fino alla nausea. Ma per il triennio, aggiungono, la buona volontà purtroppo non basta. Ebbene, ha limitate capacità di analisi, esposizione e approfondimento. Ma questo, deve stare serena, non significa che non potrà essere felice. Né che non troverà la sua strada, prima o poi. Anzi, sono assolutamente certi del contrario. L’importante, adesso, è accettare lo stato delle cose. E non scoraggiarsi. Non darsi per vinta. Il lavoro c’è sempre, per chi è disposto a rimboccarsi le maniche. D’altronde, conoscono un sacco di panettieri e di idraulici che si sentono realizzati e che per giunta guadagnano ben più di loro. «Ma io non voglio fare l’idraulico…» È tutto quello che riesce a dire. E lo dice a voce talmente bassa che non sa nemmeno se l’hanno sentita.
Sua madre si fa rossa come un peperone. È tutta sudata per l’agitazione e ha un’aria sciatta, trasandata. Suo padre non apre bocca. La madre prova a difenderla. Lilou si vergogna. La donna tira fuori dalla borsa tutte le pagelle della f iglia. Persino quelle dell’asilo. E le fa girare tra i presenti. Guardate, è sempre stata bravissima. Mi hanno sempre detto che sarebbe andata lontano, la mia Lilou, che era intelligente, sveglia. E anche l’anno scorso, quando sono andata a ritirare la pagella, ho ricevuto soltanto complimenti. Io e suo padre abbiamo fatto di tutto per lei, capite?, di tutto. E allora spiegatemelo voi, cos’è successo? Scoppia a piangere. Cos’è successo? Dove hanno sbagliato? Cosa gli è sfuggito? Così dicendo, ovviamente, è soprattutto a Kylian che pensa. Il signor Vauzelles si scusa con la commissione. Poi prende la moglie per il braccio. Lei si premura di recuperare pagelle e quaderni. Sono la prova. La sua prova. La testimonianza del tempo in cui erano stati orgogliosi dei loro figli. Lilou è già uscita. E giura che in quella merda di istituto professionale dove vogliono spedirla, a imparare un mestiere di cui non gliene frega nulla, non ci metterà mai piede. All’inizio dell’anno scolastico, per diverse settimane, mantiene la parola, rifiutandosi categoricamente di presentarsi a lezione. Passa intere giornate a girare a vuoto, a rimuginare, con l’amara certezza di avere sbagliato tutto nella vita. Dorme tanto. Si fa le canne. Sua madre, com’è ovvio, prova a impedirglielo, ma Lilou le ride in faccia. Parli proprio tu, che senza pasticche non riesci neanche ad alzarti dal letto la mattina? Lei non le risponde. Suo padre, invece, se ne sta sempre nei boschi. A cacciare di frodo, probabilmente. O a fissare gli alberi. Lilou non lo sa, e non ha il coraggio di chiederglielo. Così, a fine settembre, arriva dal provveditorato un richiamo ufficiale per inosservanza dell’obbligo d’istruzione. I suoi non avevano idea che vale per tutti, finché si è in età scolare. Vanno nel panico più totale. Ancora una volta, hanno la sensazione di avere il dito puntato contro. Di essere stati accusati e giudicati colpevoli. Suo padre, stavolta, si mette il vestito buono. La moglie ha insistito molto. Si fa anche la barba. Rasato di fresco, sembra diverso agli occhi di Lilou. Più giovane. O forse, semplicemente, un’altra persona. Un funzionario gli comunica che le autorità competenti potrebbero avviare una procedura per la sospensione degli assegni famigliari. Ma non ha il tempo di aggiungere altro. Lilou dice che ha già deciso, che vuole accettare. Sì, andrà a studiare dove gli pare a loro. Diventerà qualsiasi cosa vogliono. Imparerà ad abbassare la testa. Per tutto il tempo necessario. A obbedire. Farà la cameriera in sala, o nelle mense, perché all’alberghiero ci sono ancora posti e un lavoro, così, lo troverà di sicuro. Ha capito che le stanno dando una specie di ultima possibilità?, le chiede l’uomo. Lilou manda giù la saliva. Sì, lo ha capito eccome. Andrà a scuola. Righerà dritto. La sua rinnovata umiltà non basta. Il tipo le fa firmare una sorta di contratto. Un impegno scritto. Deve riprendere contatto con la realtà, alzarsi la mattina, smettere di essere assente. E deve anche seguire un corso di recupero con una prof che la aiuterà a mettersi in pari. (…)

Isabelle Pandazopoulos è nata nel 1968 nella periferia parigina. Fin dall’infanzia ha nutrito un inesauribile amore per la lettura ed è diventata insegnante di letteratura per il piacere di condividere questa sua passione. Per molto tempo ha lavorato in contesti difficili, prima di specializzarsi nell’insegnamento agli adolescenti che avevano abbandonato la scuola e poi agli alunni con disabilità. Da qualche anno si dedica completamente alla scrittura.

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