mercoledì 2 luglio 2025

Silvana Bartoli - LE SCELTE DI CRISTINA TRIVULZIO - Olschki

 
Silvana Bartoli
LE SCELTE DI CRISTINA TRIVULZIO
Storia di un'emancipazione

Olschki
Biblioteca dell'«Archivum Romanicum». Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia, 548
2025
pp. 322, € 29,00
ISBN 9788822269690


Nata nel 1808 in una delle famiglie più facoltose dell’aristocrazia milanese, Cristina Trivulzio sembrava destinata a un’esistenza principesca; eppure, ella scelse di far un uso consapevole dei suoi privilegi per costruirsi una vita autonoma, lottando per la propria emancipazione e battendosi per la giustizia e la solidarietà nei confronti dei più deboli. Ad oggi, abbiamo ancora gran bisogno di una società che consideri il ‘pensiero solidale’ valore edificante: la memoria di Cristina Trivulzio, e della sua indipendenza, costituisce un monito a un mondo tuttora restio a riconoscere il ruolo decisivo delle donne nella storia.
«Con la fuga in Francia però, Cristina si sottraeva a una delle tradizioni più sacre e approdava agli "affari che non competono alla donna", superava la dipendenza dal marito e dal padre e anche il ruolo di ereditiera, ovvero di donna in vetrina per matrimoni strategici: passato il Varo diventava signora di se stessa [...] Il guado del fiume, che allora era la frontiera, fu anche lo spartiacque nella sua vita».

Il tema dell’istruzione rifletteva l’asimmetrica valutazione dei due sessi che improntava tutta la vita di uomini e donne. Al termine della prima infanzia si aprivano infatti due strade, quella maschile, accuratamente scelta e seguita dall’attenzione di tutto il parentado e quella femminile, fatta di attesa: un tempo essenzialmente vuoto, aspettando di essere scelta o collocata, come un oggetto in vetrina.

Questa è la realtà che Cristina vede mentre scrive, per questo ritiene che la rivoluzione di prospettive, sostenuta dal femminismo, sia difficile da far accettare. Curiosamente la scrittura di Cristina era molto più veemente in Rachele, del 1859:
Voi uomini trovate naturale e giusto che una donna capace di eguagliarvi e persino di sorpassarvi diventi vostra schiava volontariamente, vostro strumento, vostra ombra, per lasciarvi godere in pace, senza lotta e senza rimorsi, il vostro illusorio trionfo su lei! Per essere felici avete bisogno di essere obbediti e ammirati, avete bisogno che le donne più sagge e intelligenti si trasformino in macchine per evitare di contrariare o disturbare il signore e padrone!
Il racconto era comunque stato scritto dopo la partecipazione alle battaglie risorgimentali le quali, come tutta la cultura europea dell’Ottocento, prevedevano spazi accuratamente separati: politica, armi, professioni, parola pubblica agli uomini; alle donne la dimensione privata, la casa, i figli. Diventare madre non creava cittadinanza, la potestà maritale faceva di ogni moglie una minore a vita.

Silvana Bartoli si occupa di storia delle donne, con attenzione specifica alle tematiche riguardanti identità, memoria, istruzione – in ambito monastico e non – lungo i secoli XVI-XIX. Oltre ai saggi e alla cura di volumi collettivi, ha pubblicato le seguenti monografie: La felicità di una donna. Émilie du Châtelet tra Voltaire e Newton, 2017; Jacqueline Pascal, “Il coraggio delle fanciulle”, 2013; Le vite di Jacqueline Pascal, 2009; Angélique Arnauld, “Relazione su Port-Royal”, 2003 (Premio “Grazia Deledda”); La Madalena di Novara. Un convento e una città, 1995 (Premio “Il paese delle donne”). I saggi di storia locale hanno ricevuto il “Premio Fondazione BPN per il territorio”. Il primo incontro con la protagonista del presente libro risale alla stesura dell’articolo Cristina di Belgiojoso a Giacomo Giovanetti: lettere inedite dall’Archivio di Stato di Novara, in «La Nuova Antologia», 2009. 

Nessun commento:

Posta un commento