LA FIGLIA DEL SAMURAI
Traduzione di Giulia Masperi
Prefazione di Carmen Covito
O barra O edizioni
Collana: in-Asia/Giappone
pp. 352, euro 18,50
settembre 2024
ISBN 978-88-6968-144-8
Pubblicato nel 1925, tradotto in
molteplici lingue e incessantemente ristampato dalle principali case
editrici anglo-americane, il memoir di Etsu Inagaki Sugimoto è il
coinvolgente racconto autobiografico di una donna giapponese forte e
indipendente, nata in una famiglia decaduta di samurai negli anni
successivi alla Restaurazione Meiji.
Il Giappone dell’infanzia
di Etsu non è quello dei ciliegi in fiore, ma la terra inospitale e
isolata della provincia di Echigo, il “paese delle nevi” reso
celebre da Kawabata. Quando, dopo la morte del padre, viene promessa
in sposa a Matsuo, un amico del fratello che vive a Cincinnati, la
sua vita prende un corso inatteso. La sua curiosità e il suo afflato
di libertà le permetteranno di conciliare le culture e i costumi di
due mondi tanto distanti: il Giappone feudale delle sue origini e
l’America progressista.
I ricordi di Etsu sono una fonte
inesauribile di storie e tradizioni dell’antico Giappone, ma
altresì una finestra privilegiata attraverso cui osservare le
trasformazioni sociali indotte dalla modernizzazione, la condizione
femminile nel Paese del Sol Levante e negli Stati Uniti agli inizi
del XX secolo, i pregiudizi, i fraintendimenti e i punti d’incontro
tra Oriente e Occidente.
«Ho tratto un piacere immenso a
immergermi nella prosa delicata e minuziosa di Etsu. È
irresistibile.»
Amélie Nothomb
Etsu Inagaki Sugimoto (1873-1950). Scrittrice nippo-americana nata a Nagaoka, nella provincia di Echigo, pochi anni dopo la Restaurazione Meiji che pose fine al sistema feudale del Giappone. Destinata a diventare sacerdotessa buddhista, poco dopo la morte del padre, ex consigliere di alto rango di un potente signore locale, entra in una scuola metodista a Tōkyō in vista del matrimonio combinato con Matsunosuke Sugimoto, un commerciante giapponese di Cincinnati, e si converte al cristianesimo. Lascia il Giappone nel 1898. Presto rimane vedova con due figlie. Torna inizialmente in Giappone, ma poi si trasferisce a New York, dove si dedica alla letteratura, insegna lingua, cultura e storia giapponese alla Columbia University e scrive per giornali e riviste.
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