Rebecca Kauffman
LA FAMIGLIA SHAW
(titolo originale Chorus, 2022)
traduzione di Alice Casarini
SUR, collana BigSur
novembre 2022
pp.220, Euro 17,50
ISBN 9788869983313
Il nuovo romanzo di Rebecca Kauffman ruota attorno alle vicende di una famiglia della Virginia rurale, gli Shaw, fra gli inizi del Novecento e la fine degli anni Cinquanta, seguendo i sette fratelli e sorelle e il modo in cui si riverbera nelle loro vite un evento traumatico avvenuto in circostanze poco chiare: la morte prematura della madre. In una serie di capitoli che vanno avanti e indietro nel tempo illuminando ciascuno un piccolo evento carico di suggestioni, l’autrice ricama con sapienza la rete di rapporti, ricordi, incomprensioni e segreti che lega i personaggi: chi rimane nella casa paterna e chi ne fugge, chi trova l’amore e chi combatte una dipendenza, chi prova a dimenticare e chi cerca incessantemente risposte, chi a sua volta mette su famiglia; sullo sfondo, la Grande Depressione, la seconda guerra mondiale, gli albori della controcultura.
Dopo La casa dei Gunner e La casa di Fripp Island, Rebecca Kauffman si conferma una magistrale orchestratrice di romanzi corali, e una scrittrice capace di cogliere con sguardo acutissimo i dettagli e le sfumature attorno a cui costruire personaggi indimenticabili.
L'incipit
Il 2 maggio del 1929 una serie di tornado si abbatté sul Paese in direzione est, colpendo diverse località dall’Oklahoma fino al Maryland. I danni peggiori si ebbero a Rye Cove, in Virginia, dove una scuola fu sradicata da terra mentre gli alunni stavano pranzando. I banchi di ferro e rovere furono lanciati a destra e a manca come caramelle. Si diffuse perfino una stupida voce secondo cui, in una fattoria nelle vicinanze, il vento aveva strappato le piume ai polli e il pelame alle mucche. La terribile realtà era un’altra: erano morti dodici bambini, anche se per confermarlo ci vollero molte ore di ricerche tra le macerie da parte dei tanti padri accorsi sul posto. La famiglia Shaw viveva a circa centocinquanta chilometri da Rye Cove, lontano dalla traiettoria della tempesta, e non subì alcun danno. Jim Shaw venne a sapere del tornado e della tragedia soltanto qualche giorno più tardi, da un vicino che aveva ascoltato un lungo servizio radiofonico in proposito. Jim non ne parlò né con la moglie né con i figli. Si portò dietro il peso della notizia e ci rimuginò per tutto il giorno mentre sbrigava le sue incombenze: rinforzò il recinto del porcile, addestrò la puledra a portare la bardatura e le medicò un’infezione vicino all’occhio. Stava riportando l’animale al box, quando al crepuscolo il figlio più piccolo, Henry, gli venne incontro sconvolto. Piangeva così forte da sbavare. L’unica parola che Jim riuscì a capire fu aggrappata. O forse era strappata o scappata? A Jim si seccò la gola come se fosse piena di sabbia. Rantolò: «Dove?» Henry indicò il boschetto di tulipier dove i bambini amavano giocare. Jim lo prese in braccio e corse in quella direzione. Henry era un ragazzino sensibile, si spaventava per i rumori forti, le ombre lunghe e le ossa di pollo. Magari aveva soltanto trovato uno scoiattolo o un coniglio morto, oppure a uno degli altri bambini era uscito il sangue dal naso. Probabilmente non era nulla di che. Eppure, mentre correva con suo figlio, Jim si sentiva rimbombare il cuore fin dentro le orbite per il terrore. In alto il cielo si scuriva, ma all’orizzonte ardeva ancora, e le fiamme del sole sfioravano la sommità degli alberi. Jim accelerò, mentre il figlio gli abbrancava con forza la pancia e il collo con le ginocchia e i gomiti, mozzandogli il fiato. Quando si avvicinarono ai tulipier, ancor prima di vedere di cosa si trattasse, Jim udì un verso terribile. Smise di correre e rimase immobile per un istante, ansimando. Era uno stridio prolungato, seguiva quasi una melodia. Ricordava il canto di un uccello, ma solo in parte. Poi Jim vide un batter d’ali e in un attimo l’intera composizione chimica del suo organismo cambiò: l’adrenalina evaporò, i muscoli si rilassarono e si allungarono, tutto il suo corpo si afflosciò per l’improvvisa spossatezza di un profondo sollievo.
Rebecca Kauffman è nata nell’Ohio rurale e abita in Virginia. Ha studiato violino alla Manhattan School of Music e scrittura creativa alla New York University. Per edizioni SUR, oltre alla Casa dei Gunner, vincitore del Premio Tribùk dei librai, sono usciti anche La casa di Fripp Island e La famiglia Shaw.
Alice Casarini traduce narrativa e testi sul cinema dall’inglese e dal tedesco. Si occupa di traduzione audiovisiva e videoludica e ha insegnato presso le scuole interpreti di Forlì e Bologna.
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