Reporter e autori da Italia, Polonia, Ucraina e Paesi Bassi per approfondire il reportage nelle sue forme più trasversali e originali, per dialogare sui temi caldi del momento e scoprire aree poco conosciute. Il tutto abbinato a trekking e incontri in quota. Dedicato alle persone curiose, disposte a usare testa e gambe per inseguire le storie.
Ospiti: Roberto Abbiati, Federico Canaccini, Matteo Miavaldi, Valerio Pellizzari, Andrei Kurkov, Wojciech Górecki e Philip Dröge
Quattro giorni (17-20 luglio 2025) dedicati al reportage con ospiti nazionali e internazionali, il tutto in un luogo simbolo come il monte Pasubio (tra le province di Trento e Vicenza): montagna frontiera per secoli tra Impero d'Austria-Ungheria, Repubblica di Venezia prima e Regno d'Italia poi, scenario di aspri scontri nella Grande Guerra.
È l'edizione 2025 di Geografie sul Pasubio che dal 2017 trasforma per alcuni giorni il monte Pasubio da luogo di memoria, confini e battaglie in crocevia di storie e idee sulle molte forme con cui si possono raccontare i territori, i luoghi e ciò che contengono o li attraversano: paesaggi, città, fiumi, persone, memorie, animali, nature, società, fatti politici e storici, esistenze individuali... Un modo per confrontarsi con le vecchie e nuove geografie, quelle delle mappe e quelle impalpabili e poco definibili che non si possono mettere su carta.
Quest’anno ci occupiamo di viaggi immaginari e di fede, di viaggi nel tempo ma anche di alcuni scenari particolarmente caldi e in evoluzione come l’Ucraina, il Caucaso e, ancora più a oriente, l'India e l'Indonesia.
Parleremo anche di diplomazia raccontando la figura importantissima e allo stesso tempo poco conosciuta di un diplomatico italiano che per l’ONU ha mediato in alcune delle più gravi crisi degli ultimi decenni del Novecento: Giandomenico Picco.
Gli incontri sono a partecipazione libera
Info www.geografiesulpasubio.it
Giovedì 17 luglio
Ore 18.30
ROBERTO ABBIATI E FEDERICO CANACCINI
TRENTUN ANIMALI PER 31 STORIE
Circolo operaio Santa Maria, Rovereto
Si comincia il 17 luglio a Rovereto con l’incontro con il disegnatore e artista Roberto Abbiati (nella foto) e il medievista Federico Canaccini (numerosi i libri editi da Laterza) che ci conducono in un viaggio magico tra gli animali fantastici e quotidiani dai bestiari medievali a oggi. I due autori hanno lavorato a lungo sul tema che ha preso forma di libro e sarà disponibile proprio in estate.
I gatti sono gli unici animali che hanno il privilegio di entrare in moschea. Giuda ha i capelli rossi perché è un traditore, così come del resto la volpe. I leoni nascono morti e vengono risuscitati dall’alito del padre. I draghi esistono, vivono in Oriente e proteggono tesori nascosti… Strano a dirsi, ma dal Medioevo e dai bestiari redatti in quell’epoca provengono molti dei pregiudizi o delle convinzioni che abbiamo riguardo alla reputazione di tanti animali, anche di quelli con cui quotidianamente ci relazioniamo. Trentun animali per 31 storie è un dialogo a due che si muove fra il Medioevo e l’attualità per conoscere ciò che i nostri antenati credevano mille anni fa, e per capire meglio quello di cui siamo fermamente convinti al giorno d’oggi.
Venerdì 18 luglio
Ore 17
VALERIO PELLIZZARI
QUANDO LA DIPLOMAZIA LAVORAVA IN SILENZIO
Rifugio Vincenzo Lancia (prato antistante), monte Pasubio
L’ONU negli anni Ottanta del secolo scorso ha condotto una diplomazia solitaria e coraggiosa in Medio Oriente e in Afghanistan, di proposito lontana dai riflettori mediatici. Valerio Pellizzari (nella foto) racconta quella stagione unica in contrasto con il bazar diplomatico attuale di Trump in particolare portandoci alla scoperta di una figura cardine della diplomazia internazionale, l’italiano Giandomenico Picco, noto anche come “il soldato disarmato della diplomazia”, che è stato un alto funzionario italiano delle Nazioni Unite, ricoprendo il ruolo di Assistente Segretario Generale per gli Affari Politici dal 1973 al 1992 e partecipando a numerose missioni di pace e negoziati cruciali dal Libano all'Afghanistan. Una riflessione sull’incrocio tra destini umani e Storia ma anche sul coraggio e la coerenza.
Valerio Pellizzari è giornalista e scrittore. È stato inviato speciale de «Il Messaggero» e poi editorialista de «La Stampa». Ha seguito per oltre quarant’anni gli avvenimenti che hanno sconvolto l’Europa dell’Est – compresa la Guerra civile jugoslava, il Maghreb, il Medio Oriente, l’Asia centrale e l’Estremo Oriente. Ha potuto conoscere da vicino molti protagonisti dell’ultimo Novecento e del nuovo secolo. Ha collaborato con numerose testate internazionali tra le quali «International Herald Tribune», «Libération», «El País», BBC, Al Jazeera. Tra i suoi libri più recenti La stanza di Ali Baba. Cronache di un Iraq sconosciuto (Sperling & Kupfer 2004), In battaglia, quando l’uva è matura (Laterza 2012), che riassume quarant’anni di esperienze afgane dirette. La sua produzione precedente ha toccato vari scenari in libri come L’Asia dopo il ping pong (Pan editrice 1973), Vietnam senza memoria (Vallecchi 1985), Kabul Kabul (Vallecchi 1989), scritto assieme all’amico Ettore Mo sull’occupazione sovietica e la guerriglia afgana. Ha ricevuto il premio “Max David” per l’inviato speciale ed è stato tra i fondatori del Premio Terzani.
Ore 18
FEDERICO CANACCINI
SACRE OSSA.
STORIE DI RELIQUIE, SANTI, PELLEGRINI E DEI LORO VIAGGI
Rifugio Vincenzo Lancia (prato antistante), monte Pasubio
Le reliquie non sono solo reliquie. Attorno a loro si addensano il mistero della fede e della sua testimonianza ma anche storie affascinanti e personaggi indimenticabili, avventure e avventurieri per non parlare di furti, fughe e molto altro ancora. Attraverso di loro “possiamo stabilire una connessione diretta con uomini e donne del passato e guardare 2000 anni di storia in modo nuovo”. Un tempo per le reliquie si viaggiava, si attraversavano terre e mari...
“La polvere del mantello di san Martino, il dentino da latte di Gesù Bambino, migliaia e migliaia di frammenti della Vera Croce recuperata da sant’Elena: se scorriamo l’elenco delle innumerevoli reliquie conservate nei nostri santuari e nelle nostre chiese, non possiamo trattenere lo stupore e l’ironia per una ‘tipica’ testimonianza della superstizione e dell’oscurantismo medievale.
Ma se quello delle reliquie può apparire un mondo esclusivamente connesso con l’aspetto devozionale, con la fede e con l’esaltazione del sacro, esplorare le storie a loro legate ci conduce in un inedito mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari”. (dalla quarta di Sacre ossa, volume di F. Canaccini edito recentemente da Laterza).
Federico Canaccini (nella foto) è uno storico del Medioevo. I suoi interessi spaziano dalla Storia comunale alla Storia della guerra, dalla Storia della Chiesa all’Astrologia.
Oltre a numerosi articoli è stato autore di volumi come Ghibellini e Ghibellinismo in Toscana. Da Montaperti a Campaldino (Istituto Storico italiano per il Medio Evo, 2009); Al cuore del primo Giubileo (Lateran University Press, 2016); 1268. La battaglia di Tagliacozzo (2018), 1289. La battaglia di Campaldino (2021), Il Medioevo in 21 battaglie (2023) e Sacre Ossa. Storie di reliquie, santi e pellegrini (2025) tutti pubblicati da Laterza.
Ha insegnato Storia Medievale e Paleografia Latina in molte università, in Italia e all’estero, inoltre da molti anni collabora con la rivista «Medioevo» e si occupa di divulgazione con mostre e allestimenti museali su argomenti storici.
Sabato 19 luglio
Ore 15
ANDREI KURKOV
LA NOSTRA GUERRA QUOTIDIANA
Rifugio Vincenzo Lancia (prato antistante), monte Pasubio
A dieci anni e poco più dall’annessione della Crimea, a oltre tre anni dall’invasione dell’Ucraina, in un momento in cui il destino di questo Paese, ora più che mai, sembra scivolare via dalle mani dei suoi abitanti, Andrei Kurkov ci porta in un viaggio unico e originale che intreccia la propria storia personale con quella dei suoi connazionali e dell’Ucraina intera.
L'incontro con uno dei più importanti autori ucraini di oggi (tradotto in decine di lingue) è anche un modo per guardare al rapporto tra gente comune e grandi tragedie storiche.
Quali sono la vita e i pensieri della popolazione di fronte a un'aggressione militare? Di fronte allo stress costante causato dai raid aerei, alla deportazione dei cittadini dalle regioni occupate... Ma, seppure in guerra, una società vive e discute: quindi ecco le feste, il crowdfunding, la solidarietà, la “ricetta” per una “candela da trincea” ma anche i sospetti sulla corruzione.
Nell'incontro parleremo di molte cose per comprendere meglio la posta in gioco di questo conflitto, ma anche il modo in cui esso viene vissuto, giorno dopo giorno, dalla gente comune.
Andrei Kurkov (nella foto) nasce il 23 aprile 1961 in una località dell’area di Leningrado. Nel 1983 si laurea all’Accademia pedagogica di lingue straniere di Kiev, dove vive tuttora. È autore ucraino che scrive in russo. Kurkov si dedica alla scrittura fin da piccolissimo e ha un hobby particolare, collezionare cactus: a 12 anni possiede la settima collezione di cactus dell’Ucraina. Per un periodo lavora come giornalista, presta il servizio militare a Odessa e poi si occupa di cinema, sceneggiature e libri. È autore di numerosi romanzi e volumi per bambini tradotti in decine di lingue. Per Keller editore ha pubblicato un importante reportage sull’Ucraina, Diari ucraini, e i romanzi Picnic sul ghiaccio, Il vero controllore del popolo, L’indomito pappagallo, La pallottola in cerca dell’eroe, Jimi Hendrix a Leopoli (selezionato per l’International Booker Prize 2023). Sempre per Keller è apparso il reportage Diario di un’invasione, vincitore del Geschwister Scholl Preis, seguito da Api grigie che si è aggiudicato nel 2022 il National Book Critics Circle Award – come miglior traduzione – negli Stati Uniti e il Prix Medicis étranger in Francia, ed é stato anche selezionato per il Prix du Meilleur Livre étranger e per il Prix Femina étranger confermandosi come uno dei romanzi di Kurkov più importanti e di successo sia in termini di critica che di lettori. In questi giorni è in libreria il volume La nostra guerra quotidiana.
Ore 16.30
WOJCIECH GÓRECKI
A EST DEL MAR NERO
Rifugio Vincenzo Lancia (prato antistante), monte Pasubio
Wojciech Górecki (nella foto) è un reporter vecchio stampo e anche uno studioso, un grande esperto soprattutto di Caucaso dove ha trascorso molti anni della sua vita. Ma essere esperti di Caucaso vuol dire anche
lanciare uno sguardo a est nell’Asia centrale in fermento e saper decifrare i segnali della storia che – soprattutto tra mar Nero e mar Caspio – sembra anticipare e attendere allo stesso tempo gli assestamenti di “imperi” decaduti o rinascenti.
In Italia sono recentemente apparsi due suoi volumi, la riedizione di Pianeta Caucaso e la novità di Abcasia.
Su Pianeta Caucaso Ryszard Kapuściński aveva scritto «Un grande reportage su una delle regioni più affascinanti e drammatiche del mondo. Górecki ha superato le enormi difficoltà nelle quali, in quelle regioni, sempre si imbatte un reporter giungendo nei luoghi più inaccessibili e incontrando persone fuori dal comune che ci colpiscono per la loro semplicità e per il loro grande cuore. Sotto la sua penna viva e precisa non soltanto tutto il Caucaso settentrionale, ma anche le differenti popolazioni che lo abitano, ci appaiono come isolati, piccoli satelliti, così che alla fine riusciamo a comprendere tutta la ricchezza e la multinazionalità del “cosmo” Caucaso. La sua passione, il suo sforzo, la sua resistenza ci offrono uno dei libri più preziosi degli ultimi anni».
Mentre su Abcasia ecco le parole di Marcin Meller: «Abcasia è allo stesso tempo un libro di avventure e un inno al giornalismo, ormai sempre più raro, che deve vedere tutto con i propri occhi, specialmente nel Caucaso».
Wojciech Górecki (nato nel 1970 a Łódź) è reporter, analista e storico specializzato nell’area del Caucaso e dell’Asia centrale. Attualmente è Senior Fellow presso il Dipartimento per la Turchia, il Caucaso e l’Asia Centrale del Centro Studi Orientali (OSW) di Varsavia. È tradotto in cinese, ceco, georgiano, slovacco, ucraino e italiano. Nel 2007 è stato insignito del Premio Giuseppe Mazzotti. Nel 2011 è stato finalista del Premio Ryszard Kapuściński ed è stato candidato al Nike Literary Award. Nel 2013 ha ricevuto il Premio Beata Pawlak. Dal 2002 al 2007 è stato prima segretario e poi consigliere presso l’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Baku. Ha partecipato come esperto alla missione dell’Unione Europea che indagava sulle circostanze della guerra in Georgia del 2008. Nel 2014-2015 è stato membro del consiglio di amministrazione del Fondo di solidarietà PL e ha alternato il suo lavoro di ricerca e reportage anche a docenze universitarie. Collabora con numerose riviste polacche: «Nowa Europa Wschodnia», «New Eastern Europe», «Tygiel Kultury» e «Nowe Książki» solo per citarne alcune.
Ore 18
PHILIP DRÖGE
CITTÀ MADRE
DA BATAVIA A GIACARTA…
Tra reportage, viaggio, cronaca famigliare e storia coloniale
Rifugio Vincenzo Lancia (prato antistante), monte Pasubio
Philip Dröge (nella foto) ha un legame speciale con l’Indonesia, un legame di sangue, come d’altronde lo hanno numerosi olandesi: lì sorgevano infatti colonie in cui molti dei loro antenati sono approdati sfidando la sorte in leggendarie ed estenuanti traversate oceaniche da cui non sempre sono tornati.
Lussureggiante e severa allo stesso tempo, questa terra ha accolto nei secoli non solo europei ma anche cinesi in cerca di fortuna e un crogiolo di popoli del Sudest asiatico, rendendola tanto misteriosa quanto affascinante.
E nella sua capitale, Giacarta, la Batavia delle Indie orientali olandesi, Dröge si muove alla ricerca del passato di un Paese e di quello della sua famiglia. Un passato dal quale emergono una schiava di Sumbawa, un soldato tedesco coinvolto in un massacro, un olandese con tanto di harem, una “zia” cinese dai lobi molto grandi…
Città madre è altresì la biografia intima di una megalopoli – dalle umili origini all’attuale città di trenta milioni di abitanti –, è una cronaca di quattro secoli di amore, violenza, schiavitù, sesso, repressione e speranza. Un appassionante reportage che è anche libro di viaggio, cronaca famigliare e storia coloniale.
Città madre è anche un libro in uscita in estate.
Nato a Groningen (Paesi Bassi) nel 1967, Philip Dröge è autore di libri storici e giornalista. Ha collaborato tra gli altri con «National Geographic», «Forbes», «NRC Handelsblad» e «De Morgen» e ha presentato per anni una rubrica settimanale di informazione scientifica su BNR Nieuwsradio.
È fondatore di FAQT, un’agenzia stampa di divulgazione scientifica. Ha pubblicato il bestseller Meesterspion (2002) sui legami tra il principe Bernhard dei Paesi Bassi e vari servizi segreti, De Schaduw van Tambora, Pilgrim e Terra di nessuno (Keller, 2020).
Domenica 20 luglio
Ore 13.30
MATTEO MIAVALDI
UN’ALTRA IDEA DELL’INDIA
Malga Monticello (vicinanze), monte Pasubio
Scardinare la narrazione che negli anni si è cristallizzata attorno all’India non è un’impresa semplice. Celebrato come culla di spiritualità e nonviolenza, terra di rinascita e misticismo, complice il fascino di illustri testimonial come i Beatles, il Paese resta spesso ingabbiato in un’immagine preconfezionata. Ispirandosi al disincanto analitico che guidò Alberto Moravia nel suo viaggio in India del 1961, Matteo Miavaldi (nella foto) ci accompagna in un percorso che smonta questa lettura.
Con il ritmo vivace di un’indagine sul campo, punteggiata di incontri e aneddoti, l’autore si addentra nei meccanismi più subdoli della propaganda orchestrata dal primo ministro Narendra Modi, al potere da oltre un decennio. Ci svela così il lato più oscuro dell’universo indiano, un’ombra lunga nata assieme alle riflessioni sul destino di un’India ancora coloniale, che alla molteplicità di culture, lingue e religioni oppone la supremazia di un gruppo solo, quello hindu.
Oggi che la democrazia più popolosa del mondo, e la quinta economia a livello globale, mostra la sua faccia meno rassicurante, questo reportage getta uno sguardo acuto su come la potenza indiana si prepara a tracciare la sua strada per il futuro, in campo politico, economico e tecnologico.
(Dalla quarta del volume Un'altra idea dell'India che Miavaldi ha pubblicato con ADD).
Matteo Miavaldi scrive di India e Asia meridionale per testate come «Il manifesto» e «Lucy». Ha lavorato come producer con Chora Media ed è stato coautore del podcast Altri Orienti. Dal 2010 collabora con il collettivo di giornalisti e sinologi China Files. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo anche I due marò, tutto quello che non vi hanno detto (Edizioni Alegre, 2013).
Geografie sul Pasubio è un progetto ideato e realizzato da Keller editore.
Si ringrazia la Provincia Autonoma di Trento per il sostegno all'iniziativa e i Comuni del Pasubio per la collaborazione.
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