Han Song
OCEANO ROSSO vol. 2
Il passato del nostro passato / Il nostro futuro
(titolo originale 红色海洋, 2018)
traduzione dal cinese di Chiara Cigarini e Martina Renata Prosperi
revisione a cura di Li Yifan
illustrazione di Lucrezia Viperina
add editore, collana Asia
ottobre 2024
pagine: 312, € 22
ISBN 9788867834723
Siamo alla vigilia della guerra contro i Bianchi, il popolo che si è insediato sulla Luna. I terriani, ormai sull’orlo dell’estinzione, scelgono di alterarsi geneticamente per colonizzare l’ecosistema più vasto del pianeta: l’oceano.
Ma la nuova specie degli acquatici e le altre comunità che abitano la terra rifiutano il proprio destino e lo combattono. Che il nemico siano le alghe rosse e allucinogene che invadono l’oceano o i Naviganti con cui concorrere per il poco pesce commestibile rimasto, la lotta in scena è quella dell’umanità contro sé stessa: incapace di imparare dalla storia, cade ricorsivamente in cicli di conflitto e violenza estrema.
L’epopea oceanica aperta nel primo volume dell’opera si chiude con una lettura ucronica in cui l’esploratore cinese del Quattrocento Zheng He “scopre” l’Europa. Nell’inquietante incontro fra Cina e Occidente, dove presente e passato si confondono, il futuro si svelerà come un feroce ritorno alle origini.
OCEANO ROSSO vol. 2
Il passato del nostro passato / Il nostro futuro
(titolo originale 红色海洋, 2018)
traduzione dal cinese di Chiara Cigarini e Martina Renata Prosperi
revisione a cura di Li Yifan
illustrazione di Lucrezia Viperina
add editore, collana Asia
ottobre 2024
pagine: 312, € 22
ISBN 9788867834723
Siamo alla vigilia della guerra contro i Bianchi, il popolo che si è insediato sulla Luna. I terriani, ormai sull’orlo dell’estinzione, scelgono di alterarsi geneticamente per colonizzare l’ecosistema più vasto del pianeta: l’oceano.
Ma la nuova specie degli acquatici e le altre comunità che abitano la terra rifiutano il proprio destino e lo combattono. Che il nemico siano le alghe rosse e allucinogene che invadono l’oceano o i Naviganti con cui concorrere per il poco pesce commestibile rimasto, la lotta in scena è quella dell’umanità contro sé stessa: incapace di imparare dalla storia, cade ricorsivamente in cicli di conflitto e violenza estrema.
L’epopea oceanica aperta nel primo volume dell’opera si chiude con una lettura ucronica in cui l’esploratore cinese del Quattrocento Zheng He “scopre” l’Europa. Nell’inquietante incontro fra Cina e Occidente, dove presente e passato si confondono, il futuro si svelerà come un feroce ritorno alle origini.
L'incipit
L’acquatico nacque un giorno d’autunno, nella stagione in cui le piante terriane brillano come fuoco. Ma lui non poteva godere della loro vista, poiché quando venne al mondo fu subito rinchiuso in un serbatoio d’incubazione. Perlomeno al suo interno poteva muoversi liberamente, una fortuna che non avevano invece i suoi creatori, originari delle terre emerse. Fu un gruppo di scienziati a dare vita a questa creatura mitologica modificando e assemblando diverse migliaia di geni. La corporatura era un terzo più grande di quella degli esseri umani. Tra le dita di mani e piedi aveva spesse e ampie membrane rosa, branchie marrone scuro dietro le orecchie e pinne sotto l’addome. Era privo di peli. Il naso, piccolo e stretto, aveva narici inclinate e a stento visibili, come quelle delle balene: le utilizzava per respirare di tanto in tanto, quando si trovava in superficie, avendo mantenuto intatte le funzionalità polmonari. Nonostante la pelle fosse liscia e grassa come quella di un delfino, si ritrovava con quattro arti per niente adatti a nuotare, una scelta che derivava dal- le controverse considerazioni etiche e culturali che avevano portato gli scienziati a ispirarsi alla forma umana nel progettare l’acquatico: «Se non fosse per gli arti, assomiglierebbe in tutto a una creatura marina!», esclamarono sconfortati. Avvolti nei loro splendenti camici bianchi, sotto i quali si intravedeva occasionalmente l’uniforme militare, lo contemplavano commossi. C’era voluto un intero decennio per realizzarlo: l’acquatico era un’innovazione tecnologica sviluppata allo scopo di salvare il mondo. «Ma si può considerare un essere umano?» Nel laboratorio si diffuse un brusio incerto. «O più precisamente, un essere umano di nazionalità giapponese?» L’atmosfera si fece un po’ tesa, poi qualcuno rispose: «Che assurdità, certo che è umano!». «Ha la carnagione un poco più scura, ma è senza dubbio giapponese.» «E se non fosse umano, che genere di creatura sarebbe?» «Siamo forse simili a Frankenstein?» Frankenstein, un personaggio nato dall’immaginazione della scrittrice inglese Mary Shelley, si era servito della biotecnologia per creare una forma di vita artificiale, un essere né umano né demoniaco, che tuttavia aveva finito per trarre soddisfazione nell’uccidere. «Ah, Frankenstein! Intendi forse dire che abbiamo creato un mostro organico che si tramuterà in un nemico dell’umanità? Ma sentitelo!» «Sentitelo! Ahahah. Questo sarà un problema dei Bianchi. Perché dovrebbe riguardarci?»
HAN SONG 韩松 (1965) è uno dei principali scrittori di fantascienza in Cina e giornalista di lungo corso presso l’agenzia di stampa statale Xinhua. Ha vinto numerosi premi tra cui, per sei volte, il prestigioso Galaxy Award, il Nebula Award per la fantascienza cinese e il Tokyo Literary Award. Oceano rosso è il suo primo romanzo tradotto in italiano.
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