sabato 19 ottobre 2024

Roberta Ferraris - LA VIA FRANCIGENA IN VALLE D'AOSTA E PIEMONTE - Terre di mezzo

 
Roberta Ferraris
LA VIA FRANCIGENA IN VALLE D'AOSTA E PIEMONTE
Terre di mezzo editore
2024
pp. 160, Euro 16
ISBN 9791259962683

I primi passi italiani della Francigena muovono da tre valichi – Gran San Bernardo, Monginevro e Moncenisio – per proseguire in Valle d’Aosta o in Valle di Susa, sui due versanti della Dora Riparia. Lungo antichi sentieri e strade romane si scende fino ai vasti orizzonti della pianura tra imponenti fortificazioni, da Bard a Exilles, e abbazie medievali come Novalesa e la Sacra di San Michele.
Un fascio di itinerari diversi tra cui scegliere, che si riuniscono a Vercelli, centro di diffusione della prima cristianità.
Una guida per esplorare le diverse vie storicamente documentate da cui partivano i pellegrini diretti a Roma, lungo uno dei percorsi più affascinanti e famosi d’Europa.  Il cammino ha inizio ai tre storici valichi alpini, prevale quindi il paesaggio montano, tra foreste, sentieri e antiche mulattiere. Le due direttrici della Valle d'Aosta e della Valle di Susa convergono poi in un ambiente del tutto diverso: la Pianura Padana dei grandi orizzonti.


Mille anni dopo...

Chi percorre oggi la Via Francigena, sulle orme dei pellegrini medievali, talvolta fa fatica a trovare tracce di quell’epopea quando si trova sulle strade consortili tra le risaie del Vercellese, vicino ai capannoni industriali di Rosta o Torino, o cammina fianco a fianco a vie di comunicazione internazionali lungo la valle del Gran San Bernardo o sotto gli altissimi viadotti dell’autostrada del Frejus in Valle di Susa. Mille anni di storia hanno modificato ambiente e paesaggio, e gli ultimi cinquant’anni hanno forse dato il colpo di grazia alle periferie delle nostre città d’arte.
Bisogna fare quindi uno sforzo d’immaginazione, e individuare quelle memorie (chiese, viabilità storica, centri urbani di impianto medievale) in grado di raccontarci una storia dimenticata per molti secoli. E le testimonianze non mancano. Il XII e il XIII secolo furono quelli più fertili: in epoca comunale, e con il rifiorire del commercio, le città italiane si arricchirono di grandiose opere pubbliche. Gli edifici sacri di epoca longobarda e carolingia - quelli che vide Sigerico, anche se non vi fa cenno nel suo Itinerarium - furono abbattuti, perché ormai troppo angusti, ma anche in seguito ai danni di un devastante terremoto che colpì la Pianura Padana da Pavia al Friuli nel 1117, e sostituiti da nuove architetture, più grandi e più riccamente decorate.
L’emozione del viaggio è anche questo, camminare sulle orme di chi è venuto prima di noi, affrontando senz’altro pericoli e disagi minori dei loro, ma con la stessa umana fatica.

Roberta Ferraris


Roberta Ferraris, dagli anni ‘90 è autrice, per vari editori, di guide turistiche, principalmente a piedi e in bici (Piemonte, Valli Occitane, Langhe, Monferrato, Valle d’Aosta, Sardegna), e di opere di cucina e manuali di sostenibilità ambientale (Una zucchina non fa primavera. Guida alla frutta e verdura (e non solo) di stagione, 2009; Vado a vivere in campagna, Dieci regole per passare dal sogno alla realtà, 2011; Verdura e frutta esotica. Se la conosci la cucini, 2012; Pasta madre, lievito vivo, 2014, tutti per Terre di Mezzo). Da oltre una decina d’anni, con un misto di incoscienza e sacro entusiasmo, vive in una solitaria cascina di Langa, dove ha convissuto e convive con animali di varia specie, dall’homo sapiens al pollo, passando per i generi ovicaprino ed equino. Recentemente ha aggiunto al suo percorso formativo la qualifica di guida escursionistica ambientale, grazie alla quale conduce piccoli gruppi alla scoperta della bellezza del mondo, rigorosamente a piedi.

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