Ananda Devi
IL SARI VERDE
(titolo originale Le sari vert, 2009)
traduzione di Giuseppe Giovanni Allegri
Utopia
Collana Letteraria Straniera
febbraio 2025
pp. 192, euro 19
ISBN 979-1280084934
Cara lettrice, caro lettore,
se un errore fosse sempre percepito come tale da chi lo commette, se esistesse un confine invalicabile al di là del quale la virtù diventa vizio, il male correrebbe un serio rischio di
estinguersi. Invece ogni spirale di violenza si avvolge intorno a un senso di legittimità, fosse anche la rivalsa. E così chi umilia, sevizia, distrugge, ossia il carnefice, può sentirsi vittima della propria vittima, e trovare la grazia nel torto. Ha sempre ragione, nessuno riesce a giudicarlo.
È esattamente quel che accade al protagonista di questo romanzo, un vecchio mauriziano che, costretto al riposo da una malattia inguaribile, tra l’immanenza del suo letto di morte e autentiche allucinazioni che lo riconducono a un passato torbido, si abbandona a un vigile delirio, rievocando memorie lontane che sembrano perseguitarlo, senza però indurlo al pentimento. Ad assisterlo sono rimaste soltanto la figlia e la nipote, due donne che per tutta la vita hanno affrontato la ruvidità di quest’uomo all’apparenza specchiato, un medico, un cittadino modello, che però, nell’intimità della casa, è stato un capofamiglia spietato e manipolatore, misogino e perverso, e ha custodito più di un segreto, per esempio a proposito della morte prematura e violenta della moglie.
Con un vortice di ferocia che dilata il tempo, mescolando verità e menzogna, l’agonia trascina il dottore in un limbo che non è più vita – ma nemmeno ancora morte – dove gli insulti oscurano il rimorso, costringendo le donne che lo assistono ad affrontare paure, dubbi e un senso costante di
inadeguatezza. E se una tale perseveranza nell’errore, anche a un passo dalla fine, attestasse di per sé l’innocenza di chi sembra aver sbagliato? E se fossero le vittime a nascondere sotto le ferite, perfino a se stesse, la più inconsapevole delle colpe? Forse non c’è una risposta. Ed è meglio così. Che disgrazia sapersi per certo dalla parte della ragione, quando ad aver torto è comunque il più forte. - Gerardo Masuccio, editor di Utopia / Lettera a uno sconosciuto, 48
Ananda Devi è nata nel 1957 sull’isola di Mauritius, terra di confluenza tra numerosi elementi etnici, culturali e linguistici. Autrice di ascendenza indiana, è tra le voci più acclamate della letteratura africana contemporanea. Scrive in francese, ma parla fluentemente l’inglese e il creolo mauriziano. Ha esordito giovanissima come autrice di racconti. Dopo aver conseguito un dottorato in antropologia a Londra, è vissuta per molti anni in Congo, per poi trasferirsi in Svizzera. Ha pubblicato romanzi, racconti e poesie, ottenendo nel 2006, con Eva dalle sue rovine, il Premio dei cinque continenti della francofonia per il miglior romanzo dell’anno in lingua francese. Nel 2010 è stata nominata dal governo francese cavaliere dell’Ordine delle arti e delle lettere. Ha ricevuto il Prix de la langue française nel 2023 e il Neustadt Prize del 2024.
Le sue opere, già tradotte in molte lingue in Africa, Ame rica ed Europa, sono in corso di pubblicazione nel catalogo di Utopia.
Giuseppe Giovanni Allegri, lomellino di origine e milanese di adozione dal 1980, è stato a lungo libraio presso le Rizzoli della galleria Vittorio Emanuele e di piazza Cavour, per approdare poi alla francese FNAC, al suo arrivo in Italia nel 2000, come capo del settore libri.
Cultore appassionato di letteratura, lingue e pratiche traduttive, dopo le esperienze librarie si è dedicato alla traduzione letteraria dal francese. Sue le traduzioni di alcuni testi di George Steiner, Ali Bécheur, Guy de Maupassant, André Gide e Scholastique Mukasonga.
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