mercoledì 12 febbraio 2025

Arrigo Boito - BASI E BOTE - Leo S.Olschki

 
Arrigo Boito
BASI E BOTE
a cura di Greta M.A. Redaelli
Leo S.Olschki
Fondazione Giorgio Cini. Edizione nazionale delle opere di Arrigo Boito, 2
2024
pp. x-274. con 16 tavv. f.t. a colori, € 30,00
ISBN 9788822269553

Unica commedia lirica di Arrigo Boito dedicata all’amato «vernacolo venezïan» e alle maschere della tradizione, Basi e bote fu a lungo nota per frammenti, diffusi in contesti estranei alla naturale destinazione dell’opera. Nel 1914 l’edizione integrale fissò un testo dallo statuto ambiguo. L’incompiutezza della musicazione, tentata da Boito ma firmata solo nel 1927 da Riccardo PickMangiagalli su libretto adattato, si somma alla fluidità della storia testuale. Del testo, però, i contemporanei colsero subito la vivacità linguistica, esaltandone la brillante efficacia degli accostamenti sonori, metrici e rimici: pregi riconosciuti dalla critica moderna, alla quale pure Basi e bote è apparsa ‘eccentrica’ tanto da porla a margine nella produzione dell’autore, complici anche trama e personaggi. L’opera, al contrario, può e deve essere legittimamente collocata all’interno del percorso artistico e della poetica boitiani, dei quali costituisce snodo coerente. Questa prima edizione condotta con criteri moderni approfondisce tale lettura, offrendo una panoramica completa dei materiali a stampa e degli autografi noti, con uno sguardo anche agli estemporanei appunti musicati da Boito.

Greta Redaelli, alumna della Scuola Normale Superiore di Pisa, è dottoranda in Scienze del patrimonio letterario, artistico e ambientale all’Università degli Studi di Milano. Accostatasi agli studi boitiani negli ultimi anni universitari, con questo contributo rielabora e amplia la sua tesi magistrale discussa nel 2018 presso l’Università di Pisa. Attualmente lavora al progetto di un’edizione commentata del «Figaro», il multiforme e battagliero periodico diretto da Arrigo Boito ed Emilio Praga tra il gennaio e il marzo 1864. È diplomata in Arpa al Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Milano.

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