Emily Dickinson
CINQUANTACINQUE POESIE
traduzioni di Maria Borio, Jacob Blakesey
Crocetti Editore
gennaio 2025
pp. 184, euro 15
ISBN 9788883064517
Le poesie scelte da Jorie Graham qui raccolte rappresentano un campionario esemplare della vastissima produzione di Emily Dickinson e racchiudono i motivi più rilevanti e le caratteristiche stilistiche principali della sua poetica. L’obiettivo principale di questa traduzione è innovare la resa in italiano del linguaggio di Emily, rispettando nel modo più fedele possibile l’effetto realistico rispetto all’epoca: una lingua non artefatta né letteraria in modo innaturale. Questa traduzione vuole presentare, dunque, una versione quanto più autentica della scrittura poetica di Dickinson e del suo carattere di autrice: una figura che non fu soltanto la sacerdotessa di un culto lirico confessionale, ma un’intellettuale donna al passo con i tempi, pronta a dibattere su questioni di politica, filosofia, scienza e religione. Lo stile e la lingua di questa poesia testimoniano, infatti, che Dickinson si confrontava acutamente con le questioni intellettuali e sociali più rilevanti della sua epoca, anzi che era all’avanguardia, anticipando fenomeni artistici e di pensiero del Novecento.
dall'introduzione
La luce scura di Emily Dickinson
di Maria Borio (nella foto)
1. Quando nel 1939 Eugenio Montale recensisce una delle prime traduzioni italiane di Emily Dickinson, curata da Emilio e Giuditta Cecchi, ne parla in modo scettico: “Crediamo che il suo influsso, con quello di vari poeti inglesi cattolici o cattolicheggianti, dal Thompson al Patmore fino al Hopkins, rimarrà mediato, marginale, operando su giovani aggiornati solo di terza mano e in perpetua ricerca di contenuti”. Aggiunge, però, cauto: “influsso non mancherà in qualche modo”. L’immaginario di Montale è esistenzialista e ateo. Inoltre, considera negativamente sia lo spiritualismo puritano, sia il trascendentalismo e l’utopia democratica che Dickinson respira quotidianamente ad Amherst nel New England. Dickinson è chiusa in un cliché: cristallizzata, come nel dagherrotipo di Otis H. Cooley, scattato nel 1847, che la ritrae da adolescente. Montale la etichetta: un’autrice mistica, focalizzata sulla sua interiorità, lontana dai problemi dell’esistenza concreta, senza quello che potremmo chiamare un pensiero critico. Tuttavia, non potrà fare a meno di occuparsene, forse riconoscendo i legami di Dickinson con la poesia metafisica inglese del Seicento, che per lui era fondamentale: infatti, la include nel suo Quaderno di traduzioni (1948).
L’inclinazione metafisica è sembrata a lungo il tratto dominante nella poesia di Dickinson. Montale è colpito dalla sua capacità originale di proiettare gli stati d’animo personali in un orizzonte trascendente. D’altra parte, lui stesso pubblica, sempre nel 1939, le Occasioni, che trasfigurano l’esperienza soggettiva in significati allegorici. Ma se il carattere metafisico di Dickinson ha anche un fondo spirituale, questo aspetto non sarà irrilevante per autori come Margherita Guidacci, Cristina Campo, Mario Luzi. Guidacci inizia a tradurla nel 1947 e continua a occuparsene fino all’edizione Poesie del 1979. Le traduzioni di Campo appaiono nella Tigre assenza del 1991, ma risalgono al 1953: erano destinate al progetto del Libro delle Ottanta Poetesse, mai andato in stampa; e, probabilmente, furono ben viste da Elémire Zolla, filosofo del pensiero mistico e suo compagno di vita, che nel 1961 allestisce la raccolta Selected Poems and Letters, dove raggruppa una sua scelta di poesie, senza traduzione, ma con la prima importante bibliografia sull’autrice apparsa in Italia. Anche Luzi lavora a Dickinson. Le sue traduzioni sono raccolte nella sezione Versioni d’autore curata da Marisa Bulgheroni per Tutte le poesie del 1991, dove troviamo anche quelle di Amelia Rosselli. Rosselli, in particolare, cresciuta in una famiglia anglofona, e libera dalla preoccupazione di cadere in equivoci spiritualistici come Montale, sembra confrontarsi con Dickinson quasi fosse una specie di alter ego: trova un’intensità espressiva affine nell’intelligenza visionaria di questa minuta donna del New England, sulla cui vita è stato costruito un mito letterario. Così la poesia di Dickinson, a lungo sclerotizzata dagli interpreti, inizia a essere presa in considerazione in modo più attento. Il carattere metafisico si rivela solo uno degli aspetti della ricerca di Emily, che è più ampia e riguarda anche il problema della conoscenza autentica di sé stessi e della realtà.
Emily
Elizabeth Dickinson (Amherst, 10
dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886) è
stata una poetessa statunitense, considerata tra i maggiori
lirici moderni
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