traduzione e cura di Gianmaria Finardi
Prehistorica editore
collana Chevillardiana
2024
pp. 200, euro 17
ISBN 9788831234283
Prehistorica editore
collana Chevillardiana
2024
pp. 200, euro 17
ISBN 9788831234283
Vediamo spuntare Palafox da un uovo che Algernon Buffoon, pedante ambasciatore inglese in pensione, si sta accingendo a mangiare per colazione, per lo stupore dei commensali.
Certo, a prima vista, tutto lascia pensare che Palafox sia un pulcino; al massimo uno struzzo, dalle lunghe zampe e il collo smisurato. Un comune cucciolo di giraffa allora, col pelo giallo maculato, sì uno di quei leopardi silenziosi e temibili mangiatori d’uomini; un altro squalo assetato di sangue, una seccante zanzara con la sua tromba caratteristica, di qualsivoglia elefantino… ma presto si inizia a dubitarne. Palafox gracida, ci lecca la faccia, e le nostre certezze vacillano.
Romanzo di scintillante ironia, una sfida lanciata al lettore che, come gli altri personaggi, sarà letteralmente chiamato ad acciuffarlo. Dietro un velo di umorismo, Palafox incarna la quintessenza della letteratura che -lungi da mode e ricette- dimostra di sapersi ancora muovere splendidamente sul terreno della fantasia e dell’invenzione pura.
“Un romanzo di fulgida intelligenza e umorismo, probabilmente il più divertente di Chevillard.” The Times
L'incipit
Si scapsula un uovo, o cosa, come nominare la delicata operazione che consiste nel farne saltare il quarto superiore, ritenuto superiore, con l’ausilio di un cucchiaino da caffè? Si scavezza, scapotta, scalotta un uovo? Non ne sapevano niente i tre commensali, che archiviarono la questione con un gesto della mano, un gesto tecnico mirabile, breve e preciso, mai la parola maestria sarà stata impiegata meglio. Si complimentarono vicendevolmente quando a sua volta, ma lui beccandolo e senza fare il furbo, Palafox ruppe il suo guscio. Eppure la sua intenzione non era quella di uscire, no, non così presto, voleva giusto ingrandirsi un po’, giusto appropriarsi del locale attiguo. Crescere in un uovo, arriva il giorno in cui non si può più. Palafox cominciava a mancare di spazio. Attorno al tavolo, in compenso, disponevano di un margine di manovra confortevole, troppo distanti gli uni dagli altri per piantarsi accidentalmente una forchetta nell’occhio, infastiditi persino dalle bottiglie. Venne evocata la guerra, poi la conversazione deviò sul prossimo matrimonio, e s’imperniò sulle uova quando Palafox fece irruzione. Tuttavia, allungando il braccio, Maureen poteva benissimo e molto facilmente cavare un occhio al padre, o al futuro marito, in caso di improvviso disaccordo su questo o quel soggetto. E a Chancelade sarebbe bastato un gesto per 7cavare un occhio, a scelta, al futuro suocero o alla futura moglie, anzi al futuro suocero e poi alla futura moglie, o all’inverso, per prima cosa alla futura moglie e solamente allora al futuro suocero. Algernon malgrado il sangue che lo accecava poteva rispondere e, colpo su colpo, cavare un occhio alla figlia e poi al futuro genero, o all’inverso, ma nulla di simile si verificò, per fortuna, ci si intendeva sull’essenziale. Chancelade doveva partire per il fronte. Non importa, Maureen lo aspetterà. Algernon era troppo vecchio per battersi. Invidiava il suo giovane amico. Il matrimonio avrà luogo al suo ritorno, una volta sconf itto il nemico. Si farà qualcosa di intimo. A meno, oh! sì, che non si affitti un castello per l’occasione. Si potrebbe dunque fare qualcosa di sontuoso. Maureen ne voleva tre, il primogenito si chiamerà Algernon. C’era, del resto, tutto il tempo di pensarci. Almeno per il momento, torniamo sulla terra, a Chancelade piacevano le uova fresche? Le acquistavano ogni mattina da un produttore locale, a prezzo di fabbrica. Non avevano per così dire lasciato la regione. Molto, Chancelade ne andava matto letteralmente, cascavano a fagiolo, delle uova fresche.
Éric Chevillard è nato nel 1964 a La Roche-sur-Yon e, come recita non senza ironia il suo sito, “ieri il suo biografo è morto di noia”. Si tratta indubbiamente di uno dei massimi scrittori francesi contemporanei, che ha saputo suscitare il vivo interesse di critica e pubblico, anche all’estero. Ideatore del fortunatissimo blog letterario, L’Autofictif, ha nel corso degli anni ottenuto diversi e prestigiosi premi, come il PRIX FÉNÉON, Il PRIX WEPLER, il PRIX ROGER-CAILLOIS, il PRIX VIRILO e il PRIX VIALATTE per l'insieme della sua opera. Molti dei suoi capolavori sono tradotti, in inglese, spagnolo, tedesco, russo, croato, romeno, svedese e cinese. Nel 2013, la traduzione di un suo romanzo, Préhistoire (1994; Prehistoric Times), si è aggiudicata il Best Translated Book Award – premio statunitense assegnato dalla rivista “Open Letters” e dall’università di Rochester. Ha scritto oltre venti opere - volendo menzionare solo i romanzi - pubblicate dalla leggendaria casa editrice francese Les Éditions de Minuit, diventata grande con Samuel Beckett e il Nouveau Roman. Sul riccio è il primo testo in assoluto pubblicato da Prehistorica Editore, tutti sono stati tradotti da Gianmaria Finardi.
Gianmaria Finardi, il traduttore di questo libro, è dottore della ricerca in letteratura francese ed editore. I suoi lavori si concentrano principalmente sulla semiotica e l’ermeneutica, per estendersi alla critica letteraria, sino agli aspetti teorici della traduzione. È autore del blog di Prehistorica Editore, Incisioni del traduttore. È il traduttore, in Italia, di tutte le opere di Éric Chevillard.
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