La grande forza spirituale di Dante si
sviluppa attraverso un radicale impegno poetico che può esprimersi
solo in una lingua naturale, comprensibile a tutti, dunque
potentissima perché capace di coinvolgere uomini e donne:
il volgare (la lingua del “sì”
), «che
i bambini imparano ad usare da chi li circonda quando incominciano ad
articolare i suoni
; […] quella che
riceviamo imitando la nutrice, senza bisogno di alcuna
regola
». Un’altra lingua
volgare “sorella”
, il
provenzale (la lingua d’oc, parlata nel sud della Francia), risuona
per otto versi nel canto XXVI del Purgatorio
. È la
voce di Arnaut Daniel che, secondo Dante, superò chiunque in
tutte le forme della letteratura, in
«versi
d’amore e prose di romanzi
». Proprio
questo verso, il 118
, è stato
scelto come titolo della XIV edizione dell’unico festival
interamente dedicato al Poeta. Promosso dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia
della Crusca, Prospettiva Dante è in scena a Ravenna dal
17 al 21 settembre per invitarci a scoprire e riscoprire le radici
dantesche di un’idea di cultura e letteratura come sede di
un’esemplare e tuttora attuale tensione spirituale e morale, che si
fa anche linguistica. Per tornare a tessere insieme ricerca, alta
divulgazione e arti dello spettacolo, quest’anno le cinque giornate
di incontri ed eventi contano su ospiti come Paolo Rumiz, Tosca,
Jacopo Veneziani, Gabriele Lavia, Roberto Mercadini, dom Bernardo
Gianni, Paolo Squillacioti, Gregorio Nardi, Virginio Gazzolo, Amerigo
Fontani, Marcello Prayer, Vincenzo De Angelis, Giovanna Famulari,
Massimo De Lorenzi, Luca Scorziello… Tutti gli appuntamenti
sono a ingresso libero e sono in programma nella “casa” del
festival, gli Antichi Chiostri Francescani di proprietà della
Fondazione Cassa di Risparmio
.
«Conservare,
celebrare e rendere accessibili le eredità che compongono
l’identità di Ravenna e del suo territorio è parte
integrante e preziosa della nostra vocazione di
fondazione – sottolinea Mirella Falconi Mazzotti,
presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna – È una
progettualità che riguarda uno straordinario patrimonio
materiale e immateriale, come Palazzo Guiccioli, storica scena della
passione romantica e civile di Byron e oggi complesso museale che
già conta la Regina Camilla fra i suoi illustri
visitatori, o come i Chiostri Francescani accanto alla Tomba del
Poeta, cuore storico e ideale della Ravenna dantesca. Ma questa
progettualità si esprime anche nel promuovere iniziative che ne
offrono una rilettura viva, coinvolgente e dinamica e si
propongono come spazio di riflessione collettiva. In questo senso,
poiché Dante è parte della nostra storia e chiave
per comprendere il presente e trasmettere alle nuove generazioni
un’idea di cultura come bene comune, condiviso, e necessario,
Prospettiva Dante rappresenta uno degli strumenti più efficaci
con cui la Fondazione interpreta la propria missione sul territorio,
rendendo la Città non solo custode della memoria ma laboratorio
di futuro
.»
«Anche
quest’anno – sottolinea l’assessore alla Cultura
Fabio Sbaraglia – l’impegno culturale della Fondazione
Cassa di Risparmio di Ravenna, accompagnato dall’autorevolezza
scientifica dell’Accademia della Crusca, offre alla
città un’edizione del festival coinvolgente e stimolante.
Prospettiva Dante si conferma capace di rinnovarsi di anno in anno,
approfondendo via via aspetti della vicenda umana e poetica
dantesca
, ma mantenendo
un’identità ben definita. Una manifestazione che si inserisce
come una tessera preziosa nel mosaico del Settembre Dantesco,
rassegna profondamente radicata, partecipata e autentica espressione
del legame che unisce Ravenna e Dante
, frutto
dell’impegno coordinato di istituzioni e numerosissimi attori e
operatori della nostra comunità
.»
«Nel XXVI
canto del Purgatorio
, Dante
incontra quello che considera il proprio “padre” quanto
alla poesia, il bolognese Guido Guinizelli che, in effetti, il poeta
fiorentino conobbe solo attraverso le sue liriche – spiega
Domenico De Martino, direttore di Prospettiva Dante – A
sua volta, Guinizelli gli addita l’anima di Arnaut Daniel, poeta
provenzale, di una generazione ancora precedente
(era
morto nel 1210). Arnaut viene definito come il “miglior
fabbro”
(costruttore, forgiatore a fini
poetici, espressivi e di conoscenza) della propria lingua. Si
manifesta così una catena di poeti qualificati dalla scelta di
scrivere in lingua volgare (che per primo Dante definisce “parlar
materno”
): non solo italiani, ma
anche dell’altra grande tradizione romanza. Emerge la definizione
di una nuova letteratura europea, che comprende sia testi lirici che
in prosa
(“Versi d’amore e prose
di romanzi”
), tanto fortemente
affiatata nella scelta del volgare, quanto tesa, attraverso una
severa elaborazione tecnica, a una poesia superiore. A questa idea di
letteratura e, più ampiamente
, di
cultura, frutto di condivisione e dialogo, di impegno, di ricerca e
di tensione conoscitiva e morale, dedichiamo questa edizione del
festival: ancora una esaltante e appassionata proiezione dantesca
nella speranza verso il futuro
».
La manifestazione, posta sotto l’Alto
patronato del Presidente della Repubblica, ha il patrocinio della
Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ravenna, della Fondazione Enzo
Bettiza e degli Amici dell’Accademia della Crusca; media partner
media partner
«QN Quotidiano
Nazionale
», «La Nazione
»,
«il Resto del Carlino
» e
«Il
Giorno
».
L’apertura del
festival è
mercoledì 17 settembre,
alle 17.30 con i saluti di Mirella Falconi
Mazzotti
(presidente della Fondazione
Cassa di Risparmio di Ravenna
), Rosario
Coluccia
(membro del Consiglio
direttivo dell’Accademia della Crusca e fra i coordinatori del
comitato di direzione del Vocabolario Dantesco della Crusca)
e Domenico De Martino
(direttore
di Prospettiva Dante). Il confronto serrato con le parole di Dante
spetta a un maestro del teatro italiano quale l’attore e
regista Gabriele Lavia
, che
metterà al servizio del Poeta quel suo approccio al contempo
rigoroso e intenso che ne ha fatto un indimenticabile interprete di
classici della scena e non
.
Alle 21 Roberto
Mercadini propone Un monologo per Dante
:
«più nobile è il volgare
». L’affabulatore,
drammaturgo, scrittore e youtuber cesenate non è certo
nuovo al confronto, attraverso la forma del monologo, con figure ed
eventi chiave della Storia. Che si tratti di celebrare il genio di
Leonardo da Vinci o prestare voce all’Eneide
, ricostruire
la storia della bomba atomica o discutere di filosofia,
evoluzionismo, felicità
, testi
biblici, ingegno e ossessione, Mercadini è sempre un
narratore d’eccezione, capace di dosare competenza e ironia, senso
critico e meraviglia
.
Giovedì 18 settembre
alle 21 ci attende un raffinato recital pianistico dal
titolo
«Donne ch’avete intelletto
d’amore
». Le donne di Dante nella
musica del Romanticismo
. Si evocano
Beatrice, Francesca, Pia e altre figure femminili attraverso il
repertorio di compositori come Liszt e Prokof’ev, ma anche pagine
meno note come quelle di Hans von Bülow, Hermann Goetz, Antonio
Scontrino e Teodulo Mabellini – quest’ultimo compose
anche per le celebrazioni del sesto centenario della nascita di Dante
nel 1865, tra i primi eventi della
Firenze “italiana” post-risorgimentale. A unire
virtuosismo e sensibilità filologica, come ideatore del
programma e suo interprete
, è il
pianista Gregorio Nardi
, che da
sempre si dedica alla ricerca di composizioni nuove, inedite o
pressoché sconosciute
.
Il concerto introduce uno degli
appuntamenti diventati una vera e propria tradizione del
festival, ovvero il Premio Dante-Ravenna
, quest’anno
destinato al giornalista e scrittore “errante” Paolo
Rumiz
. Come Dante, Rumiz ha trovato
nel viaggio un atto narrativo e uno strumento di interpretazione
della nostra realtà
: nei suoi libri e
reportage in cui racconta l’Italia, l’Europa e le sue frontiere,
Rumiz concilia il passo del pellegrino con quello del cronista,
sguardo poetico e coscienza civile, finché la geografia non
diventa metafora e la memoria si fa bussola
.
Venerdì 19 settembre
alle 17.30 dom Bernardo Gianni
, Abate
dell’Abbazia di San Miniato al Monte a Firenze, guida la
riflessione sul tema Caritas, bellezza e tempo tra Dante e
noi
, per una prospettiva profonda e
ispirata sulla dimensione spirituale che ha segnato tanto
profondamente l’opera del Poeta, in una visione della fede
come viaggio trasformativo, personale e universale. Con dom Gianni,
la comunità monastica di San Miniato, da sempre punto di
riferimento spirituale e culturale per Firenze (e non solo),
si è ulteriormente aperta alla città
, forse
proprio perché il monastero, come l’abate ha confidato in
un’intervista
«desta nel mio cuore
una sovrasensibilità alla novità
, generando
la passione per il futuro
».
Sabato 20 settembre alle 17.30 siamo
invitati a intraprendere un viaggio drammatico attraverso tre dei
personaggi più memorabili della Commedia
, ovvero
Ulisse, il consigliere fraudolento, cercatore di conoscenza oltre
ogni limite, Ugolino, figura del dolore e della ferocia umana, e
Lucifero, il male assoluto nel glaciale cuore dell’abisso: con il
suo Pas de trois infernal
, Virginio
Gazzolo
, decano degli interpreti
danteschi, dà corpo e anima a questi archetipi tragici, in un
intreccio di poesia e teatro che rinnova l’eco dei versi danteschi
.
A seguire un appuntamento
pienamente in tema con il titolo di questa XIV edizione: con Luce
fuoco ardore. I trovatori nella Commedia
, Paolo
Squillacioti
, filologo romanzo ma
studioso anche di letteratura contemporanea e direttore dell’Opera
del Vocabolario Italiano del CNR, ci accompagna in una viva indagine
sul rapporto tra Dante e la lirica provenzale. Un’occasione per
confermare una volta ancora quanto Dante sia stato capace di
dialogare con le voci del passato per plasmare la lingua del futuro.
Esperto in particolare della letteratura galloromanza e italiana
medievale, dal 2020 Squillacioti dirige l’impresa del Vocabolario
storico della lingua italiana dalle Origini alla morte di Boccaccio
(Tesoro della Lingua Italiana delle Origini
).
Alle 21 Vincenzo De Angelis,
Amerigo Fontani e Marcello Prayer propongono Come
in un giuoco di specchi: Dante, Lord Byron e Lorenzo Da
Ponte
, dialogo animato attorno alla
traduzione che, dalla New York del 1819, il librettista di Mozart
propose della Profezia di Dante composta da Byron proprio a
Ravenna, ispirato dall’amata Teresa Guiccioli. La performance
precede la consegna del Premio Musica e Parole a Tosca
. Cantante
e ricercatrice musicale tra le voci più intense e versatili
della scena italiana e non solo, in oltre trent’anni di carriera ha
saputo portare in scena un raffinato repertorio dove la musica
italiana si contamina di altre culture, anche attraverso
collaborazioni con artisti come quelli che hanno contribuito al suo
disco Morabeza
, con cui nel 2020
ha ottenuto due Targhe Tenco. Dal 2022 è inoltre
supervisore artistico dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini,
il Laboratorio e HUB culturale della Regione Lazio che dal 2015 ha
guidato già come coordinatore e direttore della sezione
Canzone. A Ravenna, Tosca sarà in conversazione con Domenico De
Martino, direttore di Prospettiva Dante, e regalerà al pubblico
alcune delle sue interpretazioni, accompagnata da Giovanna
Famulari al violoncello
, Massimo
De Lorenzi alla chitarra e Luca Scorziello alle
percussioni
.
Domenica 21 settembre, alle 11 conclude
il programma il Premio Dante Web
, introdotto
nel 2024. Lo riceve quest’anno lo storico dell’arte Jacopo
Veneziani
, la cui capacità di
rendere accessibile il sapere senza tradirne la complessità
, unendo
cura scientifica e passione comunicativa, l’ha già reso un
beniamino del piccolo schermo – è ospite fisso
di In altre parole di Massimo Gramellini – e
della rete (solo su Instagram conta oltre centomila followers).
Inoltre da giugno è su Rai 3 con il nuovo programma Vita
d’artista
, che “apre” al
pubblico le case di Canova, Manzoni, Leopardi, Puccini, Michelangelo,
de Chirico, Sordi… Per Prospettiva Dante, Veneziani
discuterà de Il cammino di Dante nella storia dell’arte
.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso
libero, fino a esaurimento posti disponibili.