martedì 5 luglio 2022

Bernard Malamud - GLI INQUILINI - minimum fax

 Bernard Malamud
GLI INQUILINI
(The Tenants, 1971)
traduzione di Floriana Bossi
minimum fax
pp. 200, luglio 2018, Euro 12
ISBN 978-88-7521-951-2






Il libro

Gli inquilini, pubblicato originariamente nel 1971, è la storia di Harry Lesser, l’ultimo occupante di una decrepita palazzina di New York che deve essere abbattuta per far posto a un condominio di lusso. Nonostante i goffi tentativi di sfratto da parte del proprietario, Lesser non vuole lasciare l’appartamento, perché lì ha iniziato a scrivere il suo romanzo ed è lì che intende terminarlo, dopo dieci anni di lavoro. Quando nella palazzina si trasferisce, per abitarci abusivamente, Willie Spearmint, anche lui scrittore, fra i due si instaura una rivalità letteraria (Willie, sebbene disponga di scarsi mezzi tecnici, è molto più motivato del collega) e razziale (Lesser è ebreo, Spearmint afroamericano) che assume uno sfondo anche sessuale quando entra in scena Irene, la donna di Willie. Romanzo politico, provocatorio e visionario, Gli inquilini è, come scrive Aleksandar Hemon nella sua prefazione, «un libro da odiare o da amare; una lettura da cui si esce arrabbiati, combattuti – e vivi».


L'incipit

Cogliendo il proprio riflesso nello specchio solitario Lesser si sveglia per finire il suo libro. Sente l’odore della terra viva nella morte invernale. In lontananza il lamento di una nave che lascia il porto. Ah, se potessi andare anch’io dove va quella nave. Cerca di riaddormentarsi ma non ci riesce, è come se un cavallo lo trascinasse fuori dal letto per le gambe legate. Devo alzarmi e scrivere, altrimenti non avrò pace. In questo senso non ho scelta. «Mio Dio, gli anni». Butta via la coperta e vacillando accanto alla sedia sgangherata dove ha posato i vestiti s’infila lentamente i pantaloni gelidi. Oggi è un altro giorno. Lesser si veste malvolentieri, deludente sorpresa, perché era andato a letto bruciando dal desiderio di scrivere al mattino. Aveva pensieri gradevoli, impazienti per il giorno dopo. Va a dormire pieno di speranza e si sveglia pieno di resistenza, lamentandosi. Perché? Per chi? Quali inutili sogni sono intervenuti? Anche se non ne ricorda nemmeno uno (ma il suo sonno ne è pieno zeppo), Lesser fantastica di un sogno toccato dalla paura: Ecco lo sconosciuto che incontro per le scale. «Chi cerchi, fratello?» «Chi chiami fratello, mammina?» Esce l’intruso. Un predatore di ieri o già di oggi? Levenspiel travestito? Un sicario assoldato da lui per bruciare o far saltare in aria l’edificio? È la mia immaginazione iperattiva che lavora a tradimento. Lesser si rende le cose difficili per qualche ragione. È una lunga storia ma ora come ora significa che non sa in che modo finire il suo libro. Né perché la fine, questa volta, sia così difficile quando invece hai costruito ogni gradino per arrivarci, anche se alcuni si riducono in polvere se li osservi attentamente. Tuttavia, prima o poi deve venire, è sempre venuta. Che sia una forma di ripulsa escatologica? Come se la fine fosse qualcosa che non posso sopportare? Ogni libro che scrivo mi spinge a tal punto più vicino alla morte? Appena ne ha finito uno ne comincia un altro. Ora che l’immaginazione sta immaginando, Lesser s’immagina di aver terminato, la lunga fatica finalmente conclusa. Sollievo, calma, mattinate a letto per un mese. Alba sul mare, luce rosea sulle onde inquiete che lambiscono un’isola al risveglio, respirare il fresco respiro dei suoi alberi, fiori, cespugli di mirto, conchiglie. Ah, gli odori di nuovo sensuali della terra circondata dal femmineo mare. Gli uccelli si alzano dalla riva, volteggiano, si librano sopra le ispide palme simili ad alberi di nave nel cielo luminoso. Gabbiani che stridono, improvvise tempeste di merli strillanti sull’acqua violacea. Ah, questa terra viva, quest’isola sovrana su un mare argentato, quest’angolo fra la Trentunesima Strada e la Terza Avenue. Questa casa dimenticata. Questo felice infelice Lesser che deve scrivere.


L'autore

Bernard Malamud (1914-1986) è considerato uno dei più grandi narratori del secondo dopoguerra, e un maestro nell'arte del romanzo quanto in quella del racconto. Ha vinto due volte il National Book Award e una volta il Premio Pulitzer. minimum fax ha ripubblicato la sua opera omnia.




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