venerdì 15 luglio 2022

Prestigiosa onorificenza in Albania per l'editore Livio Muci

 


Martedì 12 luglio, a Tirana, si è svolta la cerimonia che ha insignito l'editore salentino Livio Muci del prestigioso titolo di "Mjeshtër i Madh”. 
L'alta onorificenza è concessa esclusivamente dalle mani del Presidente della Repubblica albanese per importanti meriti culturali. 
Si è trattato dell'ultimo atto pubblico della presidenza di Ilir Meta prima della scadenza del suo mandato, il prossimo 24 luglio. 
Il presidente Meta ha espresso personalmente le motivazione della consegna dell'onorificenza, "per il contributo alla diffusione della cultura e della letteratura albanese in Italia, tramite la più che trentennale pubblicazione dei libri realizzati da autori albanesi". 

La stessa casa editrice Besa porta un nome ripreso dal Kanun albanese, l'importante codice consuetudinario del costume balcanico e che è traducibile come una parola d'onore. 
Così Livio Muci: "Ringrazio la Presidenza della Repubblica per la sensibilità verso un settore, quello dell'editoria, che è delicato e decisivo; tutti gli autori che hanno permesso di tracciare un percorso culturale ignoto fino a un certo punto in Italia. Ringrazio tutti gli Albanesi d'Albania e quelli che vivono in Italia, da sempre impegnati nel dialogo tra le culture". 
L'editore di Nardò (Lecce) è al suo secondo riconoscimento in Albania. Il primo è avvenuto nel 1995, all'indomani della costituzione della casa editrice, quando è stato insignito della cittadinanza albanese per meriti culturali.
Numerosi e impossibili da citare qui i titoli e gli autori pubblicati da Besa Muci negli ultimi trent'anni. Citiamo qui il più recente Flama di Tom Kuka, pseudonimo del giornalista e autore Enkel Demi, vincitore del premio dell'Unione Europea per la Letteratura nel 2021. O anche Diana Çuli, che è appena tornata con il suo Angeli Armati, o Virgil Muci, Fatos Kongoli, Ismail Kadare.
L'impegno di Besa nel portare in Italia le voci dai Balcani proseguirà ancora con coraggio e volontà di costruire ponti di dialogo e di pace.

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