SE TUTTI I DANESI FOSSERO EBREI
a cura di Lorenzo Gafforini
con un saggio di Francesco De Napoli
prima traduzione italiana di Evelina Pascucci
Lamantica Edizioni
aprile 2022
Il libro
«Nel
Poeta ribelle s’era radicata l’idea – in un certo senso
“gramsciana” – che il compito dell’uomo di cultura debba
consistere nel cercare di guidare verso obiettivi edificanti e giusti
le croniche faziosità del politicume, e in tal modo riuscire a
condizionare il corso degli eventi. Le sue prime sortite risalenti
agli anni di Chruščëv – sempre arrischiate ma vittoriose – lo
avevano convinto che fosse quella la strada giusta. Era l’unica
possibilità per cercare risposte ragionevoli alle mostruose
aberrazioni del potere. Occorreva una cultura coraggiosa, libera,
controcorrente, se necessario agguerrita e sfrontata. […] È un
teatro dell’assurdo che ritrae fedelmente, per intero, la vita
nella sua ordinaria mostruosità: l’assurdo reale intessuto
di caratteri stucchevolmente fiabeschi. Il talento di Evtušenko
evidenzia come non occorra inventarsi l’assurdo inseguendo
i gratuiti fantasmi della mente. L’assurdo è
nella quotidianità, in tutte le circostanze anche minimali che
segnano l’esistenza degli uomini. L’assurdo è
dato dai castelli di nequizie e di prevaricazioni a cui tacitamente
sottostiamo nell’illusione di salvaguardare il nostro quieto
vivere, le convenzioni sociali, i meschini traffici che ci consentono
di sopravvivere. Ma contro l’assurdità del male – ammonisce
Evtušenko – sempre deve trionfare la fiducia nel domani. Perché
una speranza esiste, sia pure remota. La cultura può, e deve,
trasmetterci questa fede. Tutto il resto è barbarie, fanatismo,
menzogna, ignoranza.»
(dall'Introduzione di Francesco De Napoli)
Un estratto
TESTA
CON CAPPELLO Vedo camion coperti… I tedeschi, con il calcio dei
fucili, stanno spingendovi delle persone, tra cui vecchi, donne,
bambini… Non somigliano affatto a terroristi… Possibile che
abbiano cominciato ad arrestare pacifici danesi? Sono forse diventati
cani rabbiosi, dopo Stalingrado, i tedeschi? Non dovremmo svignarcela
prima che ci prendano? Chi sono questi sfortunati? Ah, tra loro vedo
un vecchio rabbino. (con
sollievo)
Ora è tutto chiaro: è solo una retata di ebrei… è terribile ma,
per fortuna, l’orrore non è il nostro…
TESTA CON BERRETTO Io
penso che qualsiasi orrore sia nostro… Non ci sono orrori altrui.
Tutti i passati orrori sono nostri e anche quelli futuri lo saranno…
E quelli odierni tanto più… Infatti, come ha la certezza di non
essere ebreo?
TESTA CON CAPPELLO (sbigottito)
Scusi, non l’ho capita…
TESTA CON BERRETTO (cupamente)
Conosce forse le scappatelle di sua nonna?
TESTA CON CAPPELLO I
suoi scherzi sono fuori luogo.
TESTA CON BERRETTO E perché non
scherzare un po’… tutto quello che ci sta accadendo è pure lo
scherzo fuori luogo di qualcuno. Il brutto scherzo della
Storia…
(Da Se
tutti i danesi fossero ebrei,
pp. 112-113)
L'autore
Evgenij Aleksandrovič Evtušenko (1932- 2017) nacque in una cittadina siberiana da uno studente di geologia moscovita e una cantante lirica ucraina, da cui prese il cognome. Fu autore di poesie, memoriali, romanzi, sceneggiature e testi teatrali. Per tutta la vita si espresse in difesa dei diritti umani e civili, stigmatizzando i soprusi e i torti storici cui assistette nel lungo e tribolato arco temporale della sua vita. Tra le opere, alcune tuttora inedite, ricordiamo La stazione di Zimà, Babij Jar, L’università di Kazan, Non morire prima di morire, Le betulle nane (con Prefazione di P.P. Pasolini nella prima edizione italiana), I Sessantisti. Memorie in prosa, Arrivederci, bandiera rossa. Dagli anni Novanta, fu professore honoris causa di letteratura russa presso l’università di Tulsa in Oklahoma.
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