Alia Mamduh
IL CUBO
traduzione di Federico Pozzoli
emuse
collana Notturnali
settembre 2025
pp. 288, euro 17,10
ISBN 9791282248051
Questo libro è stato pubblicato nell’ambito del progetto MIRRORS grazie al sostegno del Programma Europa Creativa Circolazione delle opere letterarie europee (CREA-CULT-2024-LIT)
Nel tentativo di ricostruire le vicende di Afaf, artista irachena scomparsa a Parigi, Alia Mamduh compone un romanzo polifonico, dove memoria, esilio e desiderio si intrecciano attorno alla protagonista e al quartiere bagdadino che ospita “il Cubo”: una casa ideale concepita dall’architetto Maʿadh come rifugio per chi ricerca una bellezza austera e radicale, uno spazio mentale e metafisico.
Questa visione utopica si trasforma in una metafora profonda che pervade l’intero romanzo, diventando la struttura stessa del testo e la lente cubista con cui si frantumano volti, identità, e ricordi, alla ricerca di una verità interiore e collettiva.
Al tempo stesso, il romanzo è anche una mappa emotiva e architettonica della Baghdad negli anni dell’ascesa di Saddam e dell’occupazione statunitense: una città in lenta decomposizione, attraversata da memorie, guerre, e crolli morali.
Visionario e intimamente politico, Il Cubo è una riflessione sul sé frantumato, sull’esilio come condizione dell’anima, e sull’arte come spazio di resistenza e trasformazione. Come un autoritratto cubista, il testo non mostra un volto, ma la sua esplosione: e da questa deflagrazione può nascere, forse, una nuova idea di bellezza e libertà.
“Sono certo che Il Cubo sia una delle opere più belle e profonde della letteratura araba moderna sull’amputazione dei luoghi da noi, o la nostra amputazione da essi, finché la patria non camminerà da sola, e noi cammineremo da soli, lontani da essa. Leggendo il romanzo, ho sentito il peso della topografia, che è diventata una mappa del nostro io interiore, un campo invaso da violenza, dal rimpianto e dalla morte lenta. E poi c’è questo cubo che assomiglia a una nave alluvionale, che appendiamo sopra a ciò che resta delle rovine della città e vi saliamo a bordo, cercando salvezza da essa e da noi stessi. Un romanzo di dolore che può essere domato solo dal piacere della scrittura.”
Mohammed Al Ashari
Alia Mamdouh è considerata una delle voci più autorevoli della narrativa irachena contemporanea. Attiva dalla metà degli anni Settanta, è autrice di nove romanzi, oltre che di numerosi saggi e raccolte di racconti. La sua scrittura, che coniuga una profonda esplorazione della sessualità femminile e una forte impronta femminista, ha suscitato dibattito e controversie, portando alla censura di alcune sue opere in diversi paesi arabi.
Si è imposta sulla scena letteraria con il romanzo Naftalina, tradotto in nove lingue. Nel 2003 ha ricevuto la Mahfouz Medal for Literature per Le amate, mentre Il Cubo è stato finalista all’International Prize for Arabic Fiction.
I suoi interessi di ricerca si concentrano in particolare sulla letteratura irachena contemporanea.
Nel 2021 ha vinto il premio per la traduzione “In altre parole” di Bologna Children Book Fair
Nessun commento:
Posta un commento