Bernhard Schlink
IL TEMPO CHE RESTA
(titolo originale Das Späte Leben, Diogenes, dicembre 2023)
traduzione di Susanne Kolb
Neri Pozza
collana Bloom
2025
pp. 192, euro 19
ISBN 97888545330126
Accadeva di continuo, anche se di solito accadeva agli altri: un giorno andavi dal medico per un controllo e ti veniva comunicato che non ti rimaneva molto da vivere. A Martin, settantasei anni, è accaduto proprio quello che finora aveva visto succedere alle altre persone. Se solo non fosse andato dal medico, non avrebbe saputo quel che aveva saputo e, non sapendolo, sarebbe stato come se non fosse mai accaduto. Avrebbe vissuto normalmente il tempo che restava, come se fosse il tempo di prima, non l’ultimo. Ignaro della prossimità della fine, che una volta nota diventa intollerabile. Ora però l’inconsapevolezza non c’è più, c’è solo il dopo. Ora si tratta di lui, o meglio, non solo di lui. Nella sua vita c’è Ulla, la sua giovane e bella moglie, ma soprattutto c’è il piccolo David, che di anni ne ha solo sei. Come può Martin distaccarsi da loro liberandoli dall’angoscia del distacco? Come può Martin accettare un tempo a termine e viverlo con pienezza? Cosa può lasciare Martin dietro di sé che accompagni gli amori della sua vita in un futuro senza di lui? Saprà aiutare Ulla a guardare negli occhi un mistero del passato? Saprà trasmettere a David la capacità di crescere misurandosi con le fragilità e i talenti? Con questo romanzo sobrio e struggente, Bernhard Schlink ci guida, col passo fermo della sua scrittura, nella terra ignota di un’esistenza che finisce. Lo fa con coraggio, senza risparmiarci il dolore ma tracciando tante vie da percorrere. E regalandoci un’eco di dolcezza e sorprendente speranza.
«Vorrei solo continuare così, che tutto continuasse come prima». Poi le scappò un risolino che tentò di trattenere, ma non ci riuscì, e piangeva e rideva. «Mi piacerebbe andare all’autolavaggio e rimanere seduta in macchina con te».
«Il tempo che resta non è solo un bel libro sulle cose ultime, fa riflettere, discutere, e non finisce quando finisce». Literaturkritik
«Bernhard Schlink è uno dei massimi talenti della letteratura tedesca di oggi. È un narratore sensibile e intelligente, acutissimo osservatore. La sua prosa è chiara, precisa e splendidamente elegante». Frankfurter Neue Presse
Un estratto
Non prese l’ascensore, ma le scale. Scese lentamente, gradino dopo gradino, piano dopo piano; percepì il bianco delle pareti, il verde dei numeri che a lato dell’ascensore indicavano i singoli piani, il verde delle porte. Poi si ritrovò davanti al palazzo e percepì l’aria fresca, scorse i pedoni sul marciapiede, le macchine in strada, le impalcature della casa di fronte.
Il suo primo pensiero fu che invece delle scale avrebbe dovuto prendere l’ascensore, adesso che non gli restava più molto tempo. Quando vide passare un taxi, lo fermò e salì. Il tassista lo salutò e commentò la bella mattinata spuntata dopo la pioggia dei giorni precedenti. Il cielo era azzurro, il sole splendeva, nell’aiuola spartitraffico fiorivano i crochi. Sì, pensò, che bella mattinata. Quanta gioia mi ha sempre dato l’arrivo della primavera, dopo i lunghi mesi di cielo grigio e incombente!
Nell’attraversare la città ricordò il temporale dal quale aveva cercato riparo sotto la tal tettoia, la conferenza che aveva tenuto nella tal chiesa, la serata trascorsa in quel ristorante insieme alla giovane donna poi diventata sua moglie, l’ufficio postale all’angolo dove aveva comprato francobolli, consegnato e ritirato pacchi finché non aveva chiuso, qualche anno prima; ricordò l’insegnante di yoga che andava da lui due volte la settimana e viveva in quel palazzo, qui un uomo anziano che per un’estate intera era ri¬masto seduto davanti a casa a salutare i passanti, là quella caduta dalla bicicletta l’autunno precedente per via delle foglie bagnate. Erano solo frammenti di ricordi: da dove arrivasse e dove stesse andando quando era scoppiato il temporale, di che cosa avesse parlato in chiesa, quanto fossero innamorati lui e la giovane donna – ma lo erano già? –, quel che era accaduto prima e dopo la caduta non era più presente nella sua memoria.
Adesso invece gli si stava insinuando un dubbio: d’ora in poi avrebbe dovuto affrettarsi? Perché aveva deciso di prendere le scale invece dell’ascensore? In realtà non aveva deciso, si era incamminato e basta, così come non aveva deciso di prendere il taxi, ma ci era salito e basta. Ormai era il caso di rinunciare a quel genere di iniziative spontanee e abituarsi piuttosto a riflettere bene su come impiegare il proprio tempo? Ma anche riflettere bene richiedeva tempo, no? Non voleva pensare a tutto questo, erano considerazioni infruttuose, eppure non riusciva a togliersele dalla testa. Quando finalmente se ne liberò, dentro di lui riaffiorarono i colori, il bianco delle pareti e il verde dei numeri e delle porte, pensieri altrettanto infruttuosi.
«Siamo arrivati». Non aveva prestato attenzione, né guardato il tassametro come invece faceva di solito, e non aveva nemmeno tirato fuori il portafoglio. Se ne accorse soltanto quando il taxi si fermò e il conducente si girò verso di lui. Pagò, scese dall’auto e si diresse verso casa, entrando dal cancelletto del giardino che non si chiudeva più in automatico ma andava accompagnato. Era da un pezzo che voleva far riparare quel cancello. Adesso era urgente oppure non importava più?
In casa non c’era nessuno: sua moglie aiutava un’amica che aveva una galleria d’arte e il figlio era alla scuola materna. Non riusciva a decidersi: né a togliersi il cappotto e appenderlo, né ad andare in cucina a farsi un caffè, né a recarsi nello studio dove si trovava il manoscritto di un articolo a cui stava lavorando da una settimana, e nemmeno a sedersi in poltrona in salotto. Rimase lì dov’era.
Bernhard Schlink (Bielefeld, 6 luglio 1944) è uno dei maggiori scrittori tedeschi contemporanei. Ha esercitato la professione di giudice presso la Corte Costituzionale della Renania Settentrionale-Vestfalia sino al 2006. Nel 2006 è stato ordinato professore di Filosofia del diritto presso la prestigiosa Humboldt-Universität di Berlino. In Neri Pozza ha pubblicato Olga (2018), Il lettore (2018), Bugie d’estate (2019), Donna sulle scale (2021), I colori dell’addio (2021) e La nipote (2022), in BEAT il romanzo La giustizia di Selb, scritto con Walter Popp (2022).
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