giovedì 18 settembre 2025

Herman Bang - GENERAZIONI SENZA SPERANZA - Lindau

 
Herman Bang
GENERAZIONI SENZA SPERANZA
(titolo originale Haabløse Slægter, 1880)
cura, traduzione e postfazione di Luca Taglianetti
Lindau
collana Senza Frontiere
agosto 2025
pp. 500, euro 32
ISBN 9791255842439


Romanzo parzialmente autobiografico, venato di una acuta sensibilità per tutto ciò che è malato, languido e morente all’interno di rapporti umani torbidi e opprimenti, Generazioni senza speranza racconta la vita e i sogni di un rampollo di un’antica casata in decadenza, segnato dalla malattia mentale del padre e dalla prematura morte della madre che l’ha cresciuto nel culto della stirpe familiare.
Esordio letterario di Herman Bang, al momento della sua uscita (nel 1880) suscitò aspre polemiche per la descrizione di alcune scene erotiche tra il giovane protagonista e una nobildonna più anziana. Bang fu accusato di oltraggio al pudore, il romanzo fu osteggiato dalla critica e l’Alta Corte di Danimarca ordinò – senza molta fortuna – il ritiro delle copie dalle librerie. In realtà Bang scontava anche altre «colpe»: innanzitutto la sua omosessualità, vissuta apertamente e con toni quasi di sfida, e poi il fatto di aver ricordato nel libro la sconfitta del suo Paese nella guerra dano-prussiana di alcuni anni prima, una ferita che ancora bruciava nella coscienza collettiva e che segnò la fine delle aspirazioni danesi a divenire una potenza continentale.
Ancora inedito in Italia, Generazioni senza speranza è una lettura imprescindibile per chiunque ami la letteratura decadente e quella nordeuropea.
 
A volte, quando passeggiavano insieme sul lungolago, i suoi occhi ardevano nei suoi con tutta la fiamma che l’esperienza concede, un desiderio sfolgorante che cercava e sapeva cosa voleva; talvolta, invece, era timido come gli altri, si ritraeva impaurito, scrutava ogni suo sguardo con l’ansiosa attenzione di un cane che osserva i movimenti del padrone; talvolta ancora era così stranamente indifferente che lei si chiedeva se fosse davvero innamorato o se non fosse piuttosto tutto un’illusione. E allora tornava a sedurlo, a cercare di risvegliare la sua passione, e il gioco ricominciava daccapo.
 
Herman Bang, nato nello Jutland nel 1857 e morto in circostanze non del tutto chiarite negli Stati Uniti nel 1912, è considerato uno dei maestri del romanzo impressionistico. Dopo essersi laureato in filosofia all’Università di Copenaghen, lavorò come giornalista per diversi quotidiani e periodici. Nel 1884 debuttò, con scarso successo, come attore e successivamente fu anche direttore di scena. Dopo lo scandalo suscitato dalla pubblicazione di Generazioni senza speranza (1880), e a causa dello stigma sociale sulla sua omosessualità, Bang lasciò la Danimarca per trasferirsi a Parigi, dove introdusse e mise in scena al Teatro dell’Opera le opere di Ibsen e Strindberg, autori insieme ai quali ha contribuito a dare alla letteratura scandinava di fine ’800 una dimensione europea. Tra i suoi romanzi pubblicati in Italia, ricordiamo: La casa bianca, La casa grigia, I quattro diavoli, L’ultimo viaggio di un poeta, editi da Iperborea, e Lungo la strada, edito da Guanda.  

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