lunedì 30 giugno 2025

Michelangelo Bartolo - MATTI D'AFRICA - Infinito

 
Michelangelo Bartolo
MATTI D'AFRICA
Appunti di viaggio di un medico digitale

introduzione di Giuseppe Quintavalle
postfazione di Lorena Poldrugo
Infinito edizioni
2025
pp. 124, euro 15
ISBN 9788868618421

 
Grégoire Ahongbonon, ormai noto con l’appellativo di “Basaglia d’Africa”, l’uomo che ha liberato migliaia di persone legate con ceppi e catene ai margini di tanti villaggi, è tra i protagonisti del nuovo reportage di Michelangelo Bartolo, medico che da oltre vent’anni percorre il continente africano in lungo e in largo per aprire servizi di Telemedicina mettendo in contatto le necessità sanitarie locali con una rete di specialisti italiani, in un dialogo intercontinentale che unisce scienza e solidarietà. L’incontro con i centri di cura per malati di mente conduce l’autore a confrontarsi con la realtà della malattia mentale, spesso attribuita a fenomeni di stregoneria, sortilegi, credenze demoniache che talvolta si mischiano e si confondono con malattie neurologiche.
Bartolo ci guida in questo viaggio con uno stile diretto e intriso di sana ironia regalando al lettore momenti paradossali e toccanti, nei quali la tecnologia diventa strumento di incontro e speranza.
Un libro che racconta di una sanità sempre più connessa e globale: ponti di prossimità che travalicano i tanti, troppi muri del nostro mondo.
Un libro che racconta la possibilità di impiegare meglio le nostre risorse personali, non solo per restituire sorrisi e dignità, ma per guadagnare quella crescita umana che non sempre abbiamo la fortuna di raggiungere”. (Giuseppe Quintavalle)
 
Michelangelo Bartolo (Roma, 1964), angiologo, medico ospedaliero e responsabile del reparto di Telemedicina dell’ospedale San Giovanni di Roma, dal 2001 compie missioni di cooperazione internazionale in ambito sanitario con il Programma DREAM di Sant’Egidio e per aprire centri sanitari di Telemedicina. È fondatore e segretario generale della Global Health Telemedicine (www.ghtelemedicine.org), una onlus che ha aperto decine di centri di telemedicina in Africa, America Latina e Italia. Ha pubblicato: La nostra Africa (2013); Sognando l’Africa in Sol maggiore (2014); Gioia e le altre (2016); Multidisciplinary teleconsultation in Developing Countries (2018); e, con Infinito edizioni, L’Afrique c’est chic (2018); Dottore le giuro che era morto (2020), Come un pesce rosso (2021); Samos (2022). Ha ricevuto decine di riconoscimenti letterari.

Edo Bricchetti - ANDAR PER ABBAZIE - Meravigli

 
Edo Bricchetti
ANDAR PER ABBAZIE
Meravigli edizioni
pp. 112 con ill. a colori, euro 14,50
ISBN 9788879555487


Oggi si parla, a ragion veduta, della “Strada delle Abbazie”, un cammino che unisce idealmente la chiesa di San Pietro in Gessate, l’abbazia di Monluè, l’abbazia di Chiaravalle, la basilica di Santa Maria in Calvenzano (Vizzolo Predabissi), l’abbazia di Viboldone (San Giuliano M.), l’abbazia di Mirasole (Opera), l’abbazia di Morimondo e la certosa di Garegnano. Nonostante non sia ormai più in vigore in tutte l’originaria regola monastica, il potere evocativo delle loro architetture e degli straordinari scrigni di storia e arte racchiusi al loro interno riescono a regalarci la scoperta e lo stupore di una visita che appaga l’occhio e fa riposare la mente.
Dietro la guida appassionata e appassionante di Edo Bricchetti, un prezioso volume dal ricco apparato iconografico, che ci conduce in un sorprendente viaggio a chilometro zero.
 
Edo Bricchetti (Milano, 1946), umanista e architetto, ha insegnato al Politecnico e all’Università Bicocca. È membro del Board dell’I.W.I. (Inland Waterways International), consigliere regionale ICOM (International Council of Museums), referente dei Paesaggi Culturali della Rete degli Ecomusei Lombardi, membro del Comitato Tecnico della Consulta degli Ecomusei Lombardi. Animatore di progetti europei sui beni culturali materiali, immateriali e paesaggistici, è ideatore e progettista di: Ecomuseo Adda di Leonardo, Ecomuseo Martesana, Ecomuseo Valvarrone, Ecomuseo Valle Spluga, Ecomuseo del Distretto dei monti e laghi briantei. Già membro del Comitato Tecnico Scientifico dei “Percorsi di Leonardo” (Navigli Lombardi s.c.a.r.l.) per la promozione e la valorizzazione culturale e turistica del Sistema Navigli. Il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Commissione Nazionale per i Beni Culturali industriali, gli ha conferito un attestato di benemerenza per la sua opera pluridecennale nel campo dell’archeologia industriale. A seguito dei suoi studi sulle vie d’acqua interne è stato nominato “Custode delle Acque”. Dalla Fondazione dei Rotary International ha ricevuto il titolo di “Paul Harris Fellow” in segno di apprezzamento e riconoscenza per il suo tangibile e significativo apporto nel promuovere una migliore comprensione reciproca e amichevoli relazioni fra i popoli di tutto il mondo. Al suo attivo ha numerosi libri. Per Meravigli ha pubblicato Il Naviglio Grande è bello anche in bici e Naviglio Pavese e di Bereguardo belli anche in bici (nella collana “Andar per Navigli”, di cui è curatore); Navigli del Milanese ieri e oggi (con testi di Giuseppe Codara); I Navigli di Milano – Viaggio pittorico; Borghi milanesi del Naviglio Piccolo (in collaborazione con sua figlia Alessandra); Leonardo: la pittura, i navigli, l’acqua; Storia e storie degli antichi borghi milanesi; Corpi Santi – Storia e storie del Comune che circondava Milano; Andar per abbazie.

Thomas Korsgaard - NESSUN ALTRO POSTO DOVE ANDARE - Sellerio

 
Thomas Korsgaard
NESSUN ALTRO POSTO DOVE ANDARE
(titolo originale Hvis der skulle komme et menneske forbi, 2017)
traduzione dal danese di Andrea Romanzi
Sellerio
collana Il contesto / 167
maggio 2025
pp. 304, euro 17
ISBN 9788838948176

 
Il sorprendente romanzo di esordio di una voce giovanissima, scritto a 21 anni con la maturità del
grande autore.
«Con una lingua mai scesa su questa terra, Thomas Korsgaard ci porta nel luogo dove la vita si forma o maledice: l'infanzia. E lo fa togliendoci le nostre sicurezze / togliendoci la pelle, lembo a lembo». - Daniele Mencarelli
«Brutale, toccante e di una bellezza struggente. Thomas Korsgaard ha scritto un esordio emozionante su un’infanzia dura in parte ispirata alla sua». - Kristeligt Dagblad

Il mondo di Tue, un ragazzino di dodici anni, sta dentro una fattoria in fondo a una strada sterrata. Vive con i genitori e due fratelli, nel campo attorno alla casa ci sono otto cani, mucche e carcasse di animali. Sul soffitto sopra il suo letto c’è una stella fosforescente appiccicata con la gomma da masticare. Il padre sembra più affezionato ai suoi cani che al resto della famiglia. La madre gioca d’azzardo e parla poco, anche se ha una voce bellissima. I soldi scarseggiano, eppure con l’allevamento, la vendita di denti d’oro e il furto di cavi di rame riescono a sopravvivere.
Basta spostarsi di poco da Copenaghen, dal cuore dell’Europa più ricca e confortevole, e tutto cambia. Nel panorama perfetto e opulento si insinua la malinconia e l’incuria, i bambini sono abbandonati a loro stessi, i loro parenti distratti e spossati, i lavori umili e faticosi. Eppure negli occhi di Tue, nel timbro del suo racconto, fiorisce l’innocenza, lo stupore, si fa strada una stralunata speranza, una tenacia che sfocia nella comicità. Anche quando niente va per il verso giusto, tra incomprensioni e incidenti, i continui richiami nell’ufficio della preside, nessun amico che sia davvero come lui. E l’esplosione di un sentimento che non si riesce a trattenere, la cui bellezza ha bisogno di parole e di un coraggio nuovi.
Nessun altro posto dove andare è un esordio che ha avuto un inatteso e grandissimo successo. Forse perché è un romanzo duro e spietato ma di strampalato umorismo, o perché la sua oscurità è continuamente squarciata dalle emozioni inaspettate del protagonista, un adolescente nel pieno della ricerca di sé e del proprio posto nel mondo. Alla periferia del benessere le differenze sociali sono profonde ed è facile rimanere ingabbiati. Può farcela solo un ragazzo come Tue, ingegnoso e creativo, che cerca sempre di cavarsela e di trovare un equilibrio che sia tutto suo.

Thomas Korsgaard (Viborg, 1995) ha esordito a 21 anni nel 2017 con Nessun altro posto dove andare. L’anno successivo è uscito il seguito e nel 2021 ha concluso la trilogia. I romanzi, ispirati all’infanzia di Korsgaard, hanno ricevuto un’accoglienza straordinaria, e l’autore ha vinto il Gyldne Laurbær, il più prestigioso premio letterario danese. Oltre ai tre romanzi con protagonista Tue e alla raccolta di racconti Tyverier, ha pubblicato nel 2020 assieme a Frida Brygmann il libro per bambini Minimund.




Tonio Schachinger - IN TEMPO REALE - Sellerio

Tonio Schachinger
IN TEMPO REALE
(titolo originale Echtzeitalter, Rowohlt Verlag, marzo 2023)
traduzione dal tedesco di Francesca Gabelli
Sellerio
collana Il contesto / 169
maggio 2025
pp. 400, euro 17
ISBN 9788838948459


Till Kokorda si divide tra il collegio d’élite in cui è stato iscritto dalla madre e il fantastico mondo del videogioco, l’unico in cui sembra potersi esprimere, in cui si sente davvero libero di essere se stesso. Vincitore del Deutscher Buchpreis 2023, un potente romanzo sociale, che mette in scena le relazioni di oggi e di domani.
«Schachinger ha un umorismo fine ma allo stesso tempo cupo, le frasi e gli anni scolastici scorrono leggeri come una piuma. Un’opera letteraria notevole». - Süddeutsche Zeitung

Sembra la cornice di una grande avventura: un prestigioso, tradizionale collegio, circondato da un parco con colline e campi sportivi. Nella scuola d’élite in cui è stato iscritto dalla madre si formano la classe dirigente austriaca e i potenti del futuro. Le regole sono dure, la gerarchia è repressiva. E Till, che a quell’ambiente è del tutto estraneo, appena torna a casa si chiude subito in camera senza salutare nessuno, accende il pc e trascorre ore e ore online: quello del videogioco è l’unico mondo in cui sembra potersi esprimere, l’unico luogo in cui si sente davvero libero di essere se stesso. Diventa difficile capire se la vita reale del collegio e dei genitori è davvero più reale dell’altra, digitale e apparentemente evanescente. Forse, in fondo, non è così importante.
A dominare le sue giornate c’è un professore che potrebbe essere Lord Voldemort. Esige totale attenzione, letture impegnative, nessun errore o distrazione. Per questo docente rispettato, temuto e odiato, il presente e il mondo moderno sono solo una versione degradata del passato, e i giovani vanno corretti, limitati nelle loro azioni, controllati e puniti. Till non vuole mai mettersi in mostra, il suo spazio è nell’ombra, senza dare nell’occhio. E intanto, in un videogioco di strategia ambientato nel medioevo, Age of Empires 2, incontra gente da tutto il mondo. Al suo interno, senza che nessuno lo sappia, trova gratificazioni che non esistono altrove. Ma questa felicità è reale o illusoria?
Tra il fascino dei videogiochi e l’incomprensione delle generazioni più anziane, l’esperienza enigmatica dell’adolescenza, la scoperta dell’amicizia e dell’amore, e l’affannoso inseguimento degli adulti, In tempo reale rappresenta un ponte tra i classici del Novecento e la letteratura del futuro. È un romanzo di formazione narrato con finezza stilistica e ricco di trovate brillanti; racconta in modo sfaccettato e ironico l’influenza delle strutture autoritarie e come sia possibile ingannarle, per stabilire le proprie regole e diventare finalmente grandi. Divertente, graffiante, sentimentale e coinvolgente, con un’ironia sottile e una maestria sorprendente, Tonio Schachinger ha scritto un potente romanzo sociale su un ragazzo e le sue illusioni, tra sogni e contraddizioni.

Tonio Schachinger (Nuova Delhi, 1992) ha studiato Letteratura tedesca all’Università di Vienna. Il suo primo romanzo, Nicht wie ihr (2019), è stato selezionato per il Rauriser Literaturpreis e per il Deutscher Buchpreis, il maggiore premio letterario tedesco, che ha vinto nel 2023 con In tempo reale, diventato un inaspettato successo da centinaia di migliaia di copie.

Iacopo Ricci - COMBATTERE PER POTER COMBATTERE - Hellnation Libri

 
Iacopo Ricci
COMBATTERE PER POTER COMBATTERE
Storia del pugilato femminile: dalle pioniere della boxe fino alle campionesse dei giorni nostri

con illustrazioni di Marta Sicigliano
Hellnation Libri / Sport popolare
2025
pp. 112 con illustrazioni in b/n, euro 13
ISBN 9788867184637


Combattere per poter combattere. Questo è quello che si può dire nell’introdurre la storia della boxe femminile. Una storia che, a tutti gli effetti, scorre parallela alla lotta per l’emancipazione delle donne e che, affondando le radici nel Settecento e nel secolo dei Lumi, arriva fino ai giorni nostri: un tempo in cui si registrano i nomi di campionesse in grado di riscuotere borse milionarie per incontri di cartello trasmessi in mondovisione, senza che questo abbia risolto questioni annose, dal gap salariale fino alla libertà di decidere del proprio corpo. Da Nell Saunders, la donna che nel 1876 si aggiudicò il primo match “ufficiale” di boxe nella storia del pugilato femminile, a Katie Taylor, il cui combattimento contro Amanda Serrano verrà considerato “evento dell’anno” nel 2022 dalla rivista «The Ring», Combattere per poter combattere scava nelle radici di uno sport cruciale nella battaglia contro i pregiudizi di genere. Un’epopea che, con atlete come Marian “Lady Tyger” Trimiar e Jackie Tonawanda, dovette affrontare i giudici dei tribunali in match più duri da quelli da disputare sul ring per vedersi riconoscere il diritto di praticare il pugilato ai massimi livelli. Ma anche un’avventura in grado, sebbene solo nel 2012, di contendersi lo sguardo nel mondo conquistando l’ammissione alle Olimpiadi di Londra. Il libro di Iacopo Ricci e Marta Sicigliano, da questo punto di vista, recupera, insieme alla storia della boxe femminile, quella che possiamo considerare la memoria rimossa di uno sport globale.

Iacopo Ricci, romano, classe 1990, lavora come tecnico di pugilato nella palestra “La Popolare” nella città in cui è nato. È autore, oltre che di Sedici Corde e di Combattere per poter combattere (con Marta Sicigliano), pubblicati da Hellnation Libri – Red Star Press, del libro Pugni di fama e di sventura (2020), sempre dedicato alle storie e agli eroi della boxe.

Marta Sicigliano, nata nel 1990 a Roma, città nella quale vive, disegna e pratica kick boxing in una palestra popolare.

Ludovica Gatta, Francesco Zappitelli - VENTISEI TOMBINI A VASTO - Graphe.it

 
Ludovica Gatta, Francesco Zappitelli
VENTISEI TOMBINI A VASTO
Graphe.it
collana Varia / 7
gennaio 2025
pp. 80, euro 18
Edizione bilingue italiano/inglese
Edizione numerata
ISBN 9788893722421

 
Esiste una visione contemporanea – inaugurata sessant’anni fa dall’artista concettuale Edward Ruscha – per la quale quello che sfogliate tenendolo fra le mani, o poggiandolo sul tavolo del bookshop dei musei, non è nulla di più che un oggetto: il libro d’arte viene in tal modo inteso come essenziale supporto per “una quotidianità senza grazie”, depauperato di qualunque altro elemento che non sia il documento di cui è testimonianza.
In questo volume, il documento è “una delle presenze urbane apparentemente più trascurabili” che la nostra civiltà postindustriale abbia prodotto, e di cui ha disseminato ogni angolo dei nostri spazi cosiddetti antropici: il tombino stradale.
Le fotografie minimaliste, volutamente antiartistiche di Francesco Zappitelli, ritraggono un catalogo dei chiusini posti al di sopra di ciò che la città trascura, lasciandolo defluire nel sottosuolo. 
Le immagini compaiono circondate dal bianco della pagina, accompagnate solo dal numero progressivo e dall’indicazione del luogo, come a dirci: qui non c’è altro. 
A precederle, il breve saggio di Ludovica Gatta fornisce la giusta chiave di lettura che ci permette, al contrario, di concludere: eppure, c’è tutto.
 
Ludovica Gatta è italianista, oltre che studiosa di editoria e protostampa, come si evidenzia nel suo libro d’esordio su Aldo Manuzio nell’immaginario letterario (L’Aldo degli scrittori, 2018). È inoltre la curatrice di una serie di volumi dedicati alla tipografia del Novecento, all’editoria tra Sette e Novecento e ai fumetti, tra i quali Sui colophon di Franco Riva. Umanesimo e tipografia (2021), Dialogo della Stampa (1562) di Lodovico Domenichi (2021), Omaggio a Nicolò Bettoni 1770-1842 (2021), WUZ 2002-2007. Indici e copertine (2021), I primi cinquanta anni di attività della Libreria antiquaria editrice all’Insegna delle Spine di Aldo Lo Presti (2021), Bibliocomics. Libri e librerie degli eroi di carta di Aldo Lo Presti (2021), Il Procuste di Baxter di Charles W. Chesnutt (2021). Tra le ultime curatele Italo Calvino direttore del “Notiziario Einaudi” (2023) e Che cos’è un libro (1880). Riflessioni sulla natura dei libri all’ombra dell’Encyclopédie, del 2023.
 
Francesco Zappitelli è fotografo freelance e graphic designer. Da anni si interessa di street photography con una serie di servizi dedicati alla mutevole realtà urbana contemporanea, in particolare al movimento e alle azioni, legate soprattutto allo sport. I fotografi e gli artisti ai quali fa riferimento nel suo lavoro sono Oliviero Toscani, Andrew Bernstein, Matteo Marchi e lo stesso Ed Ruscha. Una riflessione costante, quella che anima il fotografo, intorno alla luce e alla realtà che si dipana dietro l’immagine, nei vuoti apparenti, alla ricerca di quello che si nasconde negli interstizi della vita e nei confini, così come una profonda attenzione alle soglie, che in questo servizio fotografico sono rappresentate dai tombini stradali, e per il quale ha utilizzato una macchina Canon R7, con lente Sigma 18-35mm f/1.8 DC HSM Art.


Christiane Hoffmann - QUELLO CHE NON RICORDIAMO - Exorma

 
Christiane Hoffmann
QUELLO CHE NON RICORDIAMO
Da Rosenthal a Klinghart, 550 chilometri a piedi sulle orme di mio padre in fuga

(titolo originale Alles, was wir nicht erinnern: Zu Fuß auf dem Fluchtweg meines Vaters, C.H.Beck. febbraio 2022)
Traduzione di Gaia Bartolesi
Exorma
collana Scritti Traversi
2025
pp. 328, euro 18,50
ISBN 9788831461726
La traduzione dell’opera è stata sostenuta dal Goethe-Institut nell’ambito del programma Litrix.de
 
È strano invecchiare in questo tempo.
Voi, una volta finita l’infanzia, vi siete lasciati il peggio alle spalle. Per noi potrebbe essere il contrario: prima i pacifici anni Settanta, poi i noiosi anni Ottanta, gli euforici anni Novanta e ora che invecchiamo ci aspettano i tempi più duri. Noi saremo i vecchi che si siedono sui carri.


Il 22 gennaio 2020, Christiane Hoffmann parte da Różyna (un tempo Rosenthal), in Bassa Slesia, e cammina in solitaria per 550 chilometri verso ovest, seguendo lo stesso percorso che fece suo padre da bambino, nell’inverno del 1945, per fuggire davanti all’avanzata dell’Armata Rossa alla fine della Seconda guerra mondiale.
Dal suo viaggio e dai suoi incontri, tra Polonia e Cechia oggi, emerge il presente di questa Europa delle frontiere. Hoffmann percorre strade dimenticate e attraversa villaggi, visita luoghi simbolici come il cimitero o la sinagoga abbandonata del villaggio; siede nelle cucine e nei salotti, incontra persone che portano con sé storie di guerra e migrazione. Esplora le zone d’ombra della storia europea del Novecento e le cicatrici invisibili lasciate dalla guerra attraverso tre generazioni.
«Non si tratta solo di ricordare, ma di comprendere – afferma l’autrice. – Questo libro è il tentativo di dare voce a chi è stato dimenticato, di costruire ponti tra le generazioni e di esplorare cosa significhi davvero appartenere a un luogo, a una storia, a una famiglia».
 
Christiane Hoffmann è portavoce del Governo federale tedesco e vicedirettrice dell’Ufficio stampa e informazione.
Ha lavorato a lungo per “Frankfurter Allgemeine Zeitung” come corrispondente dall’Iran, dall’Afghanistan e da Mosca. È stata vicedirettrice della sede centrale dello “Spiegel” a Berlino.
I suoi genitori sono arrivati in Germania da bambini come rifugiati, il ramo paterno della sua famiglia proviene dalla Slesia, quello materno dalla Prussia orientale.

Iris Wolff - RADURE - Neri Pozza

 
Iris Wolff
RADURE
(titolo originale Lichtungen, Klett-Cotta-Verlag, Stuttgart 2024)
traduzione di Cristina Vezzaro
Neri Pozza
collana Bloom
2025
pp. 240, euro 19
ISBN 9788854532199

 
Transilvania, di là dalla Cortina di ferro. Lev ha solo undici anni quando, in seguito a un trauma, si trova prigioniero per mesi di un letto. I libri che girano per casa sono del secolo precedente, come dice la sua maestra. È deciso: qualcuno verrà a portargli i compiti, anche se Lev, potendo scegliere fra tutti i compagni, certo non vorrebbe Kato, quella strana ragazza scarmigliata che a scuola rimane sempre in disparte. Spirito libero e selvatico, Kato invece si presenta tutti i giorni col suo sguardo di velluto, i buchi nei vestiti, i compiti in mano, la risata che sfiora l’allegria e, goccia dopo goccia, tra i due bambini nasce un legame indissolubile che strapperà Lev alla sua prigione di lenzuola. Un’amicizia speciale che negli anni crescerà in un amore schivo. Poi, un giorno accade l’impensabile: il loro mondo, quell’Europa in miniatura dalle tante lingue, si ritrova senza più muri invalicabili a contenerlo e si spalancano orizzonti che separano Lev e Kato. Lui, malinconico e introverso, rimane. Lei, coraggiosa e affamata di spazi, va. Lui lavora a stretto contatto con la geografia della sua terra più che con le persone. Lei si trasferisce all’Ovest e fa l’artista di strada. Il filo che tiene uniti Lev e Kato si allunga attraverso quattro decenni senza mai recidersi, fino al giorno in cui Lev riceve una cartolina con una sola frase: Quando vieni? Con una lingua misurata e poetica al tempo stesso, Iris Wolff celebra il momento glorioso in cui una vita ne tocca per sempre un’altra, riannodando ricordi disseminati nel tempo come radure di luce in un bosco fitto, il cui bagliore persiste a lungo.
In ogni cosa c’erano punti oscuri, dove finiva l’esperienza e iniziava il ricordo. Qualcosa restava e qualcosa andava perso, a volte nel momento stesso in cui accadeva e, per quanto ci si sforzasse, non tornava più. I ricordi erano disseminati nel tempo come radure.

«Questo romanzo vive di una lingua incredibilmente delicata che entra sotto pelle. Un capolavoro». Denis Scheck
«Con la sua scrittura Wolff sa cogliere gli spazi tra gli esseri umani. Dal ritmo delle sue frasi risuonano amore, amicizia, distanza». Berliner Zeitung
«Wolff con una prosa trattenuta e lieve, precisa e piena di poesia, evoca bellezza e malinconia». Tagesspiegel
«Iris Wolff in quest’ultimo romanzo si rivela maestra del realismo impressionista». Rolling Stone

Un estratto

nove

Il traghetto si lasciava dietro una scia di schiuma spumeggiante. Un arco bianco nel blu che ricalcava ancora a lungo il suo tragitto. Odore di gasolio, annunci all’altoparlante frammentati dal vento; era talmente forte che potevano appoggiarcisi contro, le camicie gonfie, i pantaloni svolazzanti, il fragore nelle orecchie, in testa, nel corpo. Vari minuti dopo, all’interno del traghetto, si poteva ancora sentire il fragore che si assestava, risuonava, e Lev si trovò a pensare di riflesso alle lame di sega che continuavano a vibrare al ritmo di un ronzio ostinato, al pavimento che d’un tratto ritrovava la quiete mentre la segatura sospesa sopra il macchinario cadeva giù – leggermente in ritardo, stupita, sorpresa dalla forza di gravità. Dall’impianto di condizionamento usciva aria fredda, afferrava mani e caviglie, carte, sassi, conchiglie che avevano in tasca come relitti portati a riva. Kato si avvolse la sciarpa attorno alle spalle, rannicchiò le gambe. Lev si rigirava una pigna tra le mani, veniva da un albero alla cui ombra avevano pranzato. Kato faceva uno schizzo a tratti rapidi, abbozzati, di una bambina che si era addormentata sul sedile di fronte. Aveva documentato ogni giorno del loro viaggio insieme, immortalato scene che avevano osservato, vissuto, e a volte anche lui: un uomo con una barba insolitamente lunga, mentre leggeva in un bar, in piedi accanto a un chiosco, appoggiato all’automobile, una cartina stradale in mano.
Lev cercò lo sguardo di lei, ma era impigliato tra la bambina e il blocco da disegno. Il carboncino anneriva carta, dita e palmi delle mani. Kato voltò pagina, ricominciò da capo. Era talmente assorta che era impossibile disturbarla.
Sotto il pino le aveva annunciato che lui doveva tornare. Kato non era parsa arrabbiata né sorpresa, aveva reagito con pacatezza, come se sapesse già da tempo cosa gli passava per la mente. Magari anche lei voleva tornare alla sua routine, alla sua vita. Solo: in che città, in che Paese? Per lui quel viaggio era un inizio, per lei un passaggio, forse persino una fine. Eppure, in quei movimenti opposti si erano ritrovati.
Erano in giro da sei settimane, da Zurigo a Parigi, poi Nantes, Montpellier e oltre, in direzione est lungo la costa. Si erano fatti trascinare, a volte avevano trascorso anche giornate lontani l’uno dall’altra, non avevano bisogno di molte parole per i loro stati d’animo e le loro scoperte. Si conoscevano troppo bene, erano stati lontani troppo a lungo. Visitavano città e paesi, facevano gite, andavano a nuotare, mentre le spiagge si svuotavano a mano a mano che si avvicinava l’autunno, come se davanti a loro non ci fosse tempo, solo quell’interminabile spazio fatto di strade. E per un po’ era andata avanti così, Lev non si era sbagliato – lo strato fra ieri e domani era sottilissimo. A un certo punto aveva iniziato a pensare sempre più a casa, in un misto di apprensione e nostalgia che era un richiamo, ma non aveva detto niente, in attesa del momento giusto, che non arrivava.
Bisogna essere sempre pronti a partire, disse Kato senza alzare gli occhi dal suo disegno.
«Anche quando si è appena arrivati?»
«Soprattutto allora».
Kato infilò i disegni della bambina nella cartelletta. Durante il viaggio non aveva lavorato, solo a Parigi, al Louvre, aveva dipinto un quadro per strada. Per tutti coloro che non potevano vedere la Monna Lisa originale.
Davanti agli oblò la costa si avvicinava, il porto, frangiflutti, navi, la passeggiata orlata di palme. Le alte case variopinte con le centinaia di occhi e imposte. I lampioni si accendevano, le luci in strada ricoprivano le colline di un tremulo bagliore. Sulla terraferma sembrava esserci vento.
Di colpo accadde tutto molto in fretta.
«Vengo anch’io» disse Kato. Lev, che stava sistemando la bottiglia d’acqua e la pigna nella borsa, rimase immobile. Per la sorpresa si scordò quasi di respirare. Kato lo guardò divertita e un po’ beffarda. All’interno del traghetto iniziava a regnare agitazione. I passeggeri raccoglievano le loro cose, si accalcavano verso le uscite. La serranda del chiosco si abbassò sferragliando. La bambina fu svegliata, si avviò verso le scale attaccata alla mano della madre, il suo sorriso sfiorò Kato.
«Torniamo indietro insieme?» si sincerò lui quando furono arrivati alla Land Rover sul ponte auto. Tanto ci era voluto perché ritrovasse la lingua
Non voleva lasciarsi andare alla felicità troppo presto.
Non voleva perderla un’altra volta.
«Sì» disse Kato. Solo quello: sì.
Per il momento gli bastava.

otto
«Chiedo scusa».
Lev si fermò.
Lo spintonavano, lo guardavano male, erano tutti in movimento, di corsa, pigiati, con lo stesso passo spedito. Lev si era unito alla fiumana, si era lasciato trascinare, nello scompartimento, sul binario, dove i treni erano già pronti a partire e i viaggiatori aspettavano impazienti, chiusi in sé stessi. Nell’alto atrio si era fermato, annunci all’altoparlante, passi, voci, valigie con le rotelle, tutto si perdeva in quell’altezza enorme. Poi scorse il grande orologio, proseguì, svoltò a destra nel passaggio, verso la fontana. I rumori della strada si fecero più forti, clacson, rombo di motori, il fragore, il brusio sparì, la gente si disperse nella piazza, finalmente poté fermarsi in pace, guardarsi attorno.
Davanti a lui c’era una strada a più corsie, strisce pedonali, file di case a cinque piani; arrivavano tram bianchi e blu, lui teneva in mano il foglietto con sopra il numero del tram, la direzione, la fermata. Confrontò le linee dei tram con i suoi appunti, non fidandosi del suo giudizio ripercorse ancora una volta tutti i percorsi affissi. Per il centro città c’era un’altra fermata. La sensazione di sollievo durò però ben poco, alla biglietteria automatica fu pervaso da una sensazione di calore alla nuca, gli vennero le vertigini alla vista del distributore, tasti, tariffe orarie, fessura per le monete, tasto di correzione – bisognava prima infilare il denaro o premere qualcosa? Incerto pigiò vari pulsanti, qualcuno lo incalzò con una domanda. Lev si fece da parte, lasciò che l’uomo pagasse, cercò di memorizzare i passaggi, ma quando toccò di nuovo a lui, il suo tram era già in arrivo. La gente salì, per un istante valutò se salire anche lui, quanto sarebbe stato umiliante però farsi sorprendere senza biglietto, fu colto da una sensazione di inconcludenza, come se quello fosse stato l’ultimo tram e lui avesse perso la sua occasione.
Anticipato da un crepitio lungo i binari, il tram ripartì. Lev rimase in piedi alla fermata, posò a terra la borsa da viaggio, si rigirò il foglietto tra le mani come se potesse esserci scritto qualcosa che non aveva ancora visto. Una donna con i capelli ramati lunghi fino alla vita si annodava tre ciocche in una treccia, un uomo su una panchina la fissava a bocca aperta. Alcuni piccioni si alzarono in volo, passarono da un lato all’altro della strada e si posarono in fila sul cornicione di un edificio. Qualcosa li disturbò di nuovo. Erano color grigio scuro con la parte inferiore bianca.
Lev li contemplò, contemplò i loro giri in volo. Da chiaro a scuro. Da scuro a chiaro.
Qualcosa lo indusse a voltarsi. Forse lo stava osservando già da un po’, forse non sapeva come rivolgergli la parola, preferiva starsene da sola ancora un istante a gustarsi lo stupore di averlo riconosciuto – era quello che avrebbe voluto lui. Rimanere fermo, non dire una parola, guardarla: gli occhi chiari, la linea disegnata da tre nei sulla guancia, il suo sguardo di sfida, di superiore distacco.
In quel gioco aveva trionfato sempre lei. Riusciva a reggere lo sguardo più a lungo, non era mai la prima a sciogliersi da un abbraccio con quell’accenno a ritirarsi che fa sì che due corpi si stacchino l’uno dall’altro. Lev non ebbe molto tempo per quel primo sguardo fugace, osservò i tratti del suo viso, il suo portamento, notò i cambiamenti e ciò che era rimasto uguale; era sorpreso di provare tanta gioia, agitazione, e constatò sollevato che la vecchia amarezza era svanita. Lei era in jeans, scarpe da ginnastica e una maglietta verde, niente giacca, sebbene quella sera fa cesse fresco. Portava un borsone a tracolla. Sembrava diventata più esile, ma anche più muscolosa, da quel che riusciva a intuire, i capelli le arrivavano alle spal le, sempre indecisi se essere lisci o ricci. Le guardò le mani, le ossa appuntite dei polsi, i residui di colore sotto le unghie. Qualcosa era come sempre, qualcosa era nuovo. «Che ci fai qui?»
«Avevo come una sensazione» disse Kato.

Iris Wolff, nata a Sibiu, in Romania, nel 1977, si è trasferita in Germania all’età di otto anni. La sua opera ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui l’Eichendorff-Literaturpreis, il Marieluise-Fleißer-Preis, il Solothurner Literaturpreis. Radure è stato in particolare insignito dell’Uwe-Johnson-Preis, del premio svizzero Spycher: Literaturpreis Leuk, selezionato per il Deutscher Buchpreis. In Italia era apparso anche La sfocatura del mondo (Rizzoli 2021). Oggi vive a Friburgo in Brisgovia.

Gesuino Némus - LA DONNA CHE UCCIDEVA LE FATE - Elliot

 
Gesuino Némus
LA DONNA CHE UCCIDEVA LE FATE
Elliot
collana Scatti
giugno 2025
pp. 224, euro 18,50
ISBN n/d


Una nuova avventura e un nuovo mistero dall’autore del fortunato La teologia del cinghiale, in cui ritroviamo il mitico paesino dell’entroterra sardo, Telévras, con i suoi eccentrici abitanti, impegnati – tra partite a carte ed epiche bevute di cannonau – ad aiutare il maresciallo dei carabinieri Tigàssu a risolvere un caso di omicidio. Durante i giorni delle battaglie sul prezzo del latte, il pastore Gioacchino Dicciòsu viene ritrovato morto nel suo ovile, ucciso da una scarica di pallettoni alla schiena. Non ha moglie né figli e l’unica erede è la sorella Elvira, dichiarata, però, incapace di intendere e di volere già nel 1951, dopo la perdita tragica della sua bambina di pochi mesi. Internata fino alla chiusura dei manicomi, avvenuta in seguito alla legge Basaglia, torna a vivere nella vecchia casa di un tempo, con qualche piccolo aiuto da parte delle donne locali. Presto però si fa odiare da tutti perché lancia maledizioni a bambini e adulti che si avvicinano al suo rudere per cercare le casette delle janas, le fate che popolano il mondo immaginario sardo. Nei giorni successivi al delitto (come al solito senza testimoni), mentre il maresciallo Tigàssu tenta di dare un abbrivio alle indagini, giunge a Telévras Marco Vantini, psichiatra e luminare di fama internazionale che, affascinato dalla storia di questa donna, darà un contributo fondamentale alla ricerca della verità.
 
Gesuino Némus è nato a Jerzu, in Sardegna. Elliot ha pubblicato La teologia del cinghiale (2015), I bambini sardi non piangono mai (2016), Ora pro loco (2017), Il catechismo della pecora e L’eresia del Cannonau (2019).

Doris Lessing - LE PRIGIONI IN CUI SCEGLIAMO DI VIVERE - minimumfax

 
Doris Lessing
LE PRIGIONI IN CUI SCEGLIAMO DI VIVERE
Cinque lezioni sulla libertà

(titolo originale Prisons We Choose to Live Inside, 1986)
traduzione di Maria Baiocchi
minimumfax
giugno 2025
pp. 88, euro 12
ISBN 9788833895994

 
«Quando sembra che tutto vada liscio – e mi riferisco alle vicende umane in generale – all’improvviso si assiste a una qualche orrenda ondata di primitivismo e la gente torna a comportamenti barbarici. È di questo che intendo parlare nelle presenti cinque conferenze, di quanto e quanto spesso siamo dominati dal nostro passato selvaggio, come individui e come gruppi. Eppure, anche se a volte sembriamo impotenti, andiamo accumulando, e anche molto rapidamente – troppo rapidamente per assimilarle – le informazioni che ci riguardano, non solo come individui, ma come gruppi, nazioni e membri della società. È spaventoso vivere in un’epoca come la nostra in cui è difficile pensare all’essere umano come a una creatura raziocinante. Dovunque ci volgiamo vediamo brutalità, stupidità, tanto che sembra che non ci sia altro che questo – ovunque una discesa nella barbarie, una discesa che non siamo in grado di controllare».
 
Vincitrice del Nobel per le sue opere narrative, in questi brevi saggi Doris Lessing si concentra sul sottile filo che separa l’esercizio della libertà da quello della brutalità. Cercando risposte alla domanda che da secoli tormenta gli uomini – Dove finisce la nostra libertà e comincia quella del vicino? – e alle infinite domande che ne scaturiscono – È lecito esercitare l’autorità in nome di una causa nobile? Perché le brave persone commettono atti ignobili quando stanno «ubbidendo agli ordini»? Perché è così difficile sottoporre a un esame critico rigoroso le idee del nostro gruppo di appartenenza? – la scrittrice mette in luce il pericoloso ritorno al primitivo che caratterizza i rapporti individuali e il dibattito pubblico nella nostra epoca, e affronta il tema della libertà e della responsabilità personale in un mondo sempre più soggetto alla retorica politica, alla polarizzazione acritica, all’emotività di massa e alle fideistiche convinzioni che abbiamo ereditato dal passato e che siamo riluttanti a mettere in discussione.
 
Tre continenti convivono nelle pagine e nella vita di Doris Lessing: Asia, Africa ed Europa. Un intreccio di corpi e luoghi che fa della sua opera letteraria una matassa di fili multicolori, anche quando il referente primario della sua scrittura sembra essere il solo universo femminile. Nata a Kermanshah, in Iran, nel 1919, e trasferitasi quasi subito, nel 1924, in Africa – nella Rhodesia del Sud, l’attuale Zimbabwe –, Doris Lessing ha trascorso una buona parte dell’infanzia e della sua giovinezza in una tenuta di campagna, a contatto con la decantata natura africana, ma anche con una società che offre le prime scintille del conflitto razziale in cui sprofonderà qualche anno più tardi la Rhodesia. Memoria di quegli anni sono, infatti, i libri Racconti africani e Sorriso africano. Quattro visite nello Zimbabwe.
Nel 1949 si trasferisce a Londra, dove vive tuttora, ma la sua residenza europea è movimentata, tra le altre cose, dall’impegno civile verso la Resistenza Afghana, i Mujahidin. Nel 1986 si reca in Pakistan per verificare di persona le condizioni dei profughi e per parlare con i capi dei Mujahidin; ne nasce un libro a metà strada tra reportage e romanzo: Il vento disperde le nostre parole.
Il resto della produzione letteraria di Doris Lessing è legato a intense, anche se spesso melanconiche, storie di ragazze e di donne, quasi tutte con un evidente fondo autobiografico, che rivendicano il diritto all’affettività, ad una vita più consapevole nel conflitto e nella quotidianità.
Nel 2007 ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura.

Wolfgang Hilbig - IO - Keller

 
Wolfgang Hilbig
IO
(titolo originale Ich, 1993)
traduzione di Roberta Gado e Riccardo Cravero
Keller
collana Mokla
pp. 368, euro 20
ISBN 9791259520487

 
Nei meandri oscuri della Berlino Est, tra cantine umide, cunicoli clandestini e locali soffocanti si muove W., uno scrittore di provincia reclutato dalla Stasi per pedinare con il nome in codice “Cambert” un enigmatico autore sospettato di attività sovversive. Ma il sospettato non pubblica, non parla, sembra quasi dissolversi nell’ombra. Nel tentativo di carpirne i segreti, “Cambert” si addentra sempre più in un labirinto di rapporti nebulosi, interrogatori kafkiani e apparizioni spettrali, fino a perdere il senso stesso della propria missione e della propria scrittura. Hilbig costruisce un romanzo claustrofobico in cui il controllo si fa allucinazione, la sorveglianza si trasforma in ossessione e l’identità si disintegra in un gioco di specchi in cui l’io diventa “io”. Scritto poco dopo la caduta del Muro e ambientato negli ultimi anni della DDR, il romanzo di Hilbig colpisce per densità atmosferica, umorismo grottesco e modernità della riflessione sociopolitica che lo rendono un testo iconico, un vero e proprio classico che non aveva ancora trovato un’edizione italiana.
 
Wolfgang Hilbig (1941-2007) è uno dei maggiori scrittori tedeschi del Novecento. Cresciuto dalla madre e dal nonno analfabeta a Meuselwitz, un paesino della DDR (Germania Est), si guadagna da vivere in fabbrica come fuochista per dedicare ossessivamente ogni ritaglio di tempo alla sua passione: scrivere. Osteggiato dalla censura, riesce a far pubblicare una prima raccolta di poesie nella RFT (Germania Ovest), seguita da racconti e romanzi che riscuotono un grande successo di critica e gli valgono tutti i principali premi letterari tedeschi. Nel 1985 si trasferisce nella RFT grazie a un permesso di espatrio temporaneo che fa scadere senza tornare nella DDR. Dopo la Riunificazione si sposta a Berlino con la moglie Natascha Wodin, da cui in seguito si separa. Muore alcolizzato a Berlino a sessantasei anni. I sette volumi delle opere complete sono editi in Germania da S. Fischer. 

Daniele Olschki - GIOVERA' RICORDARE - Olschki

 
Daniele Olschki
GIOVERA' RICORDARE
Meminisse iuvabit

prefazione di Liliana Segre
Olschki
collana Particelle elementari / 11
2024
pp. 40 con 10 figg. a colori n.t., euro 10
ISBN 9788822269041
 

Un’impresa editoriale, consolidata e avviata verso nuovi successi; un imprenditore bibliofilo e ricco di iniziative; una famiglia ebraica di nome straniero; una storia da compiere che si infrange contro le leggi razziali del ’38. Tutto, da quel 13 settembre in cui giunge in Casa Editrice l’intimazione a denunciare tra collaboratori e autori quanti appartengono alla razza ebraica, sembra avviarsi verso una lenta, inesorabile distruzione, sotto la guida di una regia che non dà risposta ai “perché”. Una storia che si svolge ai margini di una più terribile tragedia di morti e deportazioni, ma che denuncia l’ottusità del potere nella burocrazia del male. Gioverà ricordare.

Daniele Olschki rappresenta la quarta generazione della Casa Editrice Leo S. Olschki. Dopo la laurea in Politica economica e un periodo da pubblicista, dal 1974 assume la responsabilità dell’ufficio editoriale della Casa Editrice. Nel corso della sua attività è delegato ad intrattenere i rapporti con le principali istituzioni culturali italiane ed internazionali, in cui spesso viene chiamato ricoprire ruoli istituzionali. All’interno dell’azienda ricopre la carica di Direttore Generale, fino al maggio 2011, quando assume quella di Amministratore delegato. Partecipa a numerosi convegni e conferenze e ha scritto diversi articoli su riviste specializzate.

Marcella Olschki - TERZA LICEO 1939 - Olschki

 
Marcella Olschki
TERZA LICEO 1939
prefazione di Piero Calamandrei
Olschki
collana Particelle elementari
pp, XVI-90, euro 12
ISBN 9788822268341


Siamo alla fine degli anni ‘30 in una classe di liceo classico che si prepara alla maturità. Tra versioni di greco e latino, l’Armani Bertoli che non azzecca un’interrogazione nonostante i suggerimenti dei compagni e le ridicole iniziative del Regime, che in qualche caso sono un ottimo alleato per fare forca, Marcella Olschki osserva da protagonista felice la sua piccola comunità, i cui eventi potrebbero essere quelli di qualsiasi terza liceo di ogni tempo, se non che… uno scherzo causa un processo per oltraggio al professore fascista con l’ulteriore rischio di un cognome perseguibile dalle leggi razziali. Questa terza liceo racconta ancora quegli anni bui.

Marcella Olschki (Firenze, 1921-2001) è stata una scrittrice e giornalista italiana. Studiò a Roma e a Firenze e si laureò in giurisprudenza, lavorò poi in radio come redattrice e annunciatrice. Collaborò a «La Nazione» e al «Giornale di Brescia»; suo anche il romanzo autobiografico Oh America (Sellerio, 1996). Con Terza liceo 1939 vinse il Premio Bagutta Opera Prima nel 1954.

Kirsty Loehr - BREVE STORIA DELLE DONNE QUEER - Le Plurali

 
Kirsty Loehr
BREVE STORIA DELLE DONNE QUEER
(titolo originale A Short History of Queer Women, Oneworld Publ. 2022)
prefazione di Frad
traduzione di Beatrice Gnassi
Le Plurali
giugno 2024
pp. 192, euro 18
ISBN 9791280559401

 
La Storia, si sa, la scrive chi ha il potere e a farlo è stato il patriarcato, cercando di invisibilizzare in ogni modo l’amore e la sessualità tra donne: un’irrispettosa e incomprensibile esclusione del genere maschile (no pene, no party!). 
Per questo le donne queer sono state cancellate dalla narrazione.
Con humour spregiudicato, questo saggio ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio: dalla Grecia di Saffo alla Società delle orchidee d’oro in Cina; dal gender bender sulle navi pirata agli amori lesbici nelle corti reali; da Eleanor Roosevelt al “circolo del cucito” di Hollywood. Nel percorso incontriamo il mondo del calcio, il morbo femminista che trasformava “donne normali in lesbiche rabbiose”, il lesbismo nero del Rinascimento di Harlem e i moti di Stonewall.
Con questa sequenza variopinta di aneddoti e personagge, Kirsty Loehr è intenzionata a demolire molti stereotipi sulle donne queer, ma uno su tutti: chi diavolo ha detto che le lesbiche non sono divertenti?

Kirsty Loehr è una scrittrice e insegnante di inglese. Ha conseguito un master in scrittura creativa. Ama il calcio la storia e l'umorismo, ma non necesariamente in quest'ordine. Vive a Brghton con la sua compagna e i l loro figlio.

Beatrice Gnassi, traduttrice dei testi dall'inglese per Le Plurali (Girls will be girls di Emer O'Toole, Muoviamo le montagne di Charlotte Perkins Gilman, Felicemente seduta di Rebekah Taussig, Sette peccati necessari di Mona Eltahawy, Lei che mi ha liberata di Maya Angelou, Breve storia delle donne queer di Kirsty Loehr, Hijab burch vlues di Malia H.). Editor/correttrice di bozze di tutte le pubblicazioni Le Plurali. Editor per Marsilio editore, Armando Curcio editore ed altri in corso, traduttrice per Rosenberg& Seller.

Michel Foucault - FOLLIA, LINGUAGGIO, LETTERATURA - Marietti1820

 
Michel Foucault
FOLLIA, LINGUAGGIO, LETTERATURA
a cura di Henri-Paul Fruchaud, Daniele Lorenzini, Judith Revel
Marietti1820
collana Agorà
maggio 2025
pp. 284, euro 25
ISBN 9788821143816


La follia, il linguaggio e la letteratura sono stati al cuore del pensiero di Michel Foucault. Le riflessioni, le conferenze e gli scritti qui raccolti sono per la gran parte inediti e illustrano il modo in cui fra gli anni Sessanta e Settanta il filosofo ha proseguito, riformulato e rivisitato la questione intorno allo status e alla funzione del folle nelle società occidentali e non. Il teatro barocco, il teatro della crudeltà di Antonin Artaud e l’opera di Raymond Roussel, ma anche di Sade, Hölderlin, Balzac e Flaubert diventano riferimenti fondamentali per indagare la strana parentela tra follia, scrittura e analisi letteraria. Si tratta di tredici scritti preziosi che gettano nuova luce su temi che pensavamo di conoscere e che contribuiscono a spostarne notevolmente le implicazioni, rivelando il modo sorprendente in cui Foucault li ha guardati, letti e interpretati.

Michel Foucault (1926-1984), filosofo, sociologo, accademico francese, fu una delle personalità di spicco della corrente filosofico-antropologica strutturalista e post-strutturalista tra gli anni Sessanta e i primissimi anni Ottanta. Docente del Collège de France dal 1970, è ancora oggi un autore di culto che a decenni dalla morte è indicato come uno degli intellettuali più influenti della nostra epoca. Fra le sue opere più celebri si ricordano Storia della follia nell’età classica (1963); Sorvegliare e punire (1976); Le parole e le cose (1967); La nascita della clinica (1969); La storia della sessualità (1978 e 1985). Marietti1820 ha pubblicato in italiano Discipline, poteri, verità (2008 e 2021). 


Henri-Paul Fruchaud è curatore delle opere postume di Michel Foucault. 
Daniele Lorenzini è professore associato di Filosofia all’Università della Pennsylvania. 
Judith Revel è professoressa di Filosofia contemporanea all’Università di Parigi Nanterre. 


Marilynne Robinson - LEGGERE GENESI - Marietti1820

 
Marilynne Robinson
LEGGERE GENESI
(titolo originale Reading Genesi, 2024)
traduzione di Laura Scarmoncin, Francesca Cosi e Alessandra Repossi
Marietti1820
collana I Melograni
aprile 2025
pp. 288, euro 19
ISBN 9788821103803


L’esplorazione del primo libro della Bibbia è un viaggio nel corso del quale Marilynne Robinson riflette sulla condizione umana, la capacità di fare il bene e il male, la libertà e la responsabilità morale, il valore del patto e la forza della legge, la complessità della giustizia divina e il suo mistero, il senso del sacrificio e della ricompensa, il peso dell’eredità, della benedizione e della cura provvidenziale di Dio. È una meditazione profonda che irradia gratitudine per la costanza e la benevolenza della fiducia incrollabile di Dio in tutte le sue creature. In questo itinerario, una delle più grandi scrittrici cristiane viventi mostra l’inesauribile ricchezza letteraria e teologica di Genesi, svelandone la complessità e la ricercatezza narrativa e offrendo uno spaccato originale sulla straordinaria bellezza delle Scritture e sul loro potere ininterrotto di interrogare l’attualità.

Marilynne Robinson è una delle più grandi e importanti scrittrici statunitensi del XXI secolo. Nel 2012 ha ricevuto la National Humanities Medal, insignitale dal presidente Barack Obama per «la sua grazia e intelligenza nella scrittura». Con il romanzo Gilead (2004), ha vinto il Premio Pulitzer 2005 per la narrativa e il National Book Critics Circle Award; Casa (2008) è stato premiato con l’Orange Prize e il Los Angeles Times Book Prize; Lila (2014) ha ricevuto il NationalBook Critics Circle Award; mentre Jack (2020) è stato annoverato fra i bestseller dal New York Times. Il suo primo romanzo, Le cure domestiche (1980), ha vinto il PEN/Hemingway Award per la migliore opera prima.


domenica 29 giugno 2025

Beatrice Falcucci - L'IMPERO NEI MUSEI - Pacini

 
Beatrice Falcucci
L'IMPERO NEI MUSEI
Storie di collezioni coloniali italiane

Pacini editore
2025
collana Le ragioni di Clio / 47
pp. 400, 54 immagini, euro 38
ISBN 9791254865002


Dagli albori dell’esplorazione italiana in Africa e per tutta la durata del periodo coloniale, oggetti e campioni dall’oltremare giunsero nella Penisola, trovando spazio in mostre temporanee e in oltre cento allestimenti permanenti, dove furono studiati, descritti e presentati al pubblico. Grazie a una capillare ricerca condotta in musei, biblioteche e archivi, il libro ricostruisce, per la prima volta in maniera organica, la formazione, l’articolazione e le vicende post-coloniali di queste collezioni. La varietà, la consistenza e la genesi delle raccolte sono intrecciate al ruolo cruciale svolto da curatori, funzionari, scienziati. L’analisi del complesso rapporto tra oggetti, saperi, politiche coloniali e istituzioni tra periodo liberale, ventennio fascista ed età repubblicana rivela una componente essenziale dell’esperienza storica del colonialismo. I musei rappresentano, inoltre, un osservatorio prezioso per coglierne l’impatto nei tragitti della storia nazionale e per dialogare con i più recenti dibattiti sulle eredità materiali del colonialismo nell’Italia del tempo presente.

Beatrice Falcucci ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università di Firenze. È stata assegnista di ricerca all’Università dell’Aquila e ha svolto periodi di ricerca presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, l’Istituto Neerlandese di Roma (KNIR) e il Center for the Study of Cultural Memory della School of Advanced Study di Londra. Attualmente è ricercatrice post-doc “Juan de la Cierva” presso l’Università Pompeu Fabra di Barcellona. I suoi studi vertono sulle relazioni tra colonialismo e costruzione di identità, con particolare riferimento alla cultura materiale, ai musei e luoghi di memoria.




Venerdì 4 luglio alle 18, GRIOT ospita la presentazione di “L’impero nei musei. Storie di collezioni coloniali italiane” di Beatrice Falcucci. Insieme all’autrice partecipa Simona Troilo, docente di Storia contemporanea all’Università dell’Aquila.

Giuseppe Mistretta - TIGRAY - Luiss University Press

 
Giuseppe Mistretta
TIGRAY
La guerra invisibile

LUISS University Press
collana Koinè
maggio 2025
pp. 152, euro 18
ISBN  9791255962205


Il conflitto in Tigray ha segnato una delle crisi più complesse e meno raccontate della geopolitica contemporanea. Tra il 2020 e il 2022, la regione settentrionale dell’Etiopia è stata il fulcro di una guerra che ha coinvolto attori regionali e internazionali, con conseguenze umanitarie drammatiche. Oltre ai costi umani e materiali, la guerra ha messo in luce le fragilità dell’assetto federale etiope e il peso degli interessi esterni, dalla diplomazia africana al ruolo degli attori globali quali Unione europea (e suoi singoli membri), Stati Uniti, Cina e Paesi del Golfo. L’accordo di Pretoria ha rappresentato un primo passo verso la stabilizzazione, ma le questioni irrisolte – dalla giustizia transitoria alla ricostruzione – ne minano la piena attuazione. Tigray. La guerra invisibile analizza il conflitto e le sue implicazioni attraverso una lente storica, politica ed economica, offrendo una chiave di lettura indispensabile per comprendere il futuro dell’Etiopia e del Corno d’Africa, nonché delle azioni diplomatiche e politiche che, in particolare per l’Italia, sono ormai indispensabili per un futuro più stabile e pacificato in tutta la regione.

Giuseppe Mistretta è stato Ambasciatore d’Italia in Angola (2009 – 2014) e in Etiopia (2014 – 2017), e ha trascorso più di vent’anni della sua vita professionale in Africa. Ha prestato servizio anche nella Repubblica Democratica del Congo, negli Stati Uniti, in Libia e in Gran Bretagna. Negli ultimi anni è stato Direttore per l’Africa Sub-Sahariana presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. È autore di diversi libri, tra i quali Un ponte lungo quattro secoli (2013), Angola. Un Paese moderno al centro dell’Africa (2014), I Noti Ospiti (2018) e, per Luiss University Press, Africa’s pathways (2021). Ha collaborato con quotidiani come “La Repubblica” e “Il Corriere della Sera” e con il mensile “Capital”.


Giovedì 3 luglio alle 18.30 GRIOT ospita la presentazione di “Tigray. La guerra invisibile” di Giuseppe Mistretta, pubblicato da Luiss University Press. Insieme all’autore partecipa il giornalista Giampaolo Cadalanu. 

sabato 28 giugno 2025

Anna Marsilii - CATEGORIA A8. Genovesi sorvegliati durante il fascismo e nell’Italia repubblicana - Malamente


Anna Marsilii
CATEGORIA A8.
Genovesi sorvegliati durante il fascismo e nell’Italia repubblicana

Edizioni Malamente
collana Ombre
giugno 2025
pp. 244, € 18
ISBN 9791280497369


La Categoria A8 appartiene alla classificazione dell’archivio della polizia politica. Significa “pericolosi per lo Stato” e varia nel tempo, a seconda dell’ordinamento politico e degli obiettivi del ministero dell’Interno. Come si organizza, quali sono le sue caratteristiche, come la categoria si stringe o si allarga a comprendere comportamenti giudicati “pericolosi” è materia di questo libro. Dall’analisi di un campione di fascicoli del Fondo Questura conservati presso l’Archivio di Stato di Genova si deducono le caratteristiche della sorveglianza, tanto durante il fascismo quanto nella prima età della Repubblica, ed emerge come tale attività rappresenti uno degli elementi di continuità nella storia dell’Italia del Novecento.
 
Anna Marsilii insegna Italiano e Storia all’Istituto tecnico nautico San Giorgio di Genova. Ha al suo attivo un libro sulla Storia degli anarchici a Genova dal 1943 al 1950 (Annexia, 2004), diversi articoli di storia contemporanea pubblicati su “Storia e Memoria”, rivista dell’ILSREC di Genova e alcuni contributi in volume, tra i quali: Il G8 di Genova a vent’anni di distanza (in Gli autonomi, autonomia operaia a Genova e in Liguria, parte seconda (1981-2001), DeriveApprodi, 2021) e L’incontro con la rivista “Movimento operaio e socialista” (in Claudio Costantini. Storia, politica, insegnamento (1933-2009), Archivio dei movimenti, 2022). Negli ultimi anni si è dedicata alla didattica delle materie umanistiche, tenendo corsi per gli insegnanti della scuola secondaria.

Susan Taubes - LAMENTO PER JULIA - Fazi

 
Susan Taubes
LAMENTO PER JULIA
e altre storie

(titolo originale Lament for Julia)
traduzione di Giuseppina Oneto
Fazi editore
collana Le strade / 602
giugno 2025
pp. 276, euro 18,50
ISBN 9791259671301


Julia Klopps, nata in una famiglia dell’alta borghesia mitteleuropea, è figlia di padre e madre Klopps, persone fredde e bizzarre che vivono in una casa decadente circondate da cameriere e tate. Da piccola Julia è una sognatrice, si rifugia nella soffitta e fantastica di essere rapita dagli zingari o da un principe nero. A quindici anni viene deflorata da Bruno, un soldato poco attraente, e a diciotto sposa Peter Brody, brillante ingegnere navale dalla testa piccola e l’aspetto grigio. Compiuti i trent’anni, quando forse dovrebbe prendere una decisione sulla donna che vorrebbe essere, Julia sparisce. A piangere la sua scomparsa e a narrare la sua storia è una voce senza corpo: uno spirito che si suppone incaricato della sua super- visione. Che cos’è questo spirito? Un operatore dall’alto (anche se non certo un santo), un io narrante, una presenza guida più che un voyeur. Di lei sa molto e molto poco, perché l’essere emotivo, fisico e sessuale di Julia è sconcertante, ma anche affascinante, per un’entità che è pura mente. I due sono una coppia male assortita, destinata al fallimento fin dall’inizio, anche se per un po’ riescono a gestire l’infanzia, mamma e papà, i brutti vestiti rosa, i balli e le cotte. Poi arrivano l’amore e il matrimonio, non necessariamente in quest’ordine, e a quel punto le cose iniziano ad andare davvero male.
Lamento per Julia, capolavoro del grottesco elogiato da Susan Sontag e Samuel Beckett, è una brillante esplorazione della doppia coscienza di una donna. Rimasto inedito durante la vita di Susan Taubes, è stato recentemente pubblicato negli Stati Uniti dalla prestigiosa NYRB insieme alla selezione di racconti inclusa in questo volume.

«Un testo corposo e vivace, una scrittrice di grande intensità e inventiva». - Susan Sontag
«Un libro pieno di tocchi erotici e di linguaggio crudo, il prodotto di un autentico talento. Lo rileggerò». Samuel Beckett

Susan Tabes, nata a Budapest in una famiglia ebrea, figlia di uno psicanalista, emigrò in America col padre nel 1939 e studiò Religione al Radcliffe College. Grande amica di Susan Sontag, è stata una delle menti più interessanti del ventesimo secolo. Insegnò alla Columbia University e pubblicò Divorzi (Fazi Editore, 2023), il suo unico romanzo, nel 1969. Si suicidò poco dopo.