venerdì 13 giugno 2025

Fuchsia Dunlop - INVITO A UN BANCHETTO - add

 
Fuchsia Dunlop
INVITO A UN BANCHETTO
Sapori e storie della cucina cinese

(titolo originale Invitation to a Banquet. The Story of Chinese Food © Fuchsia Dunlop, 2023)
traduzione di Anita Taroni e Stefano Travagli
add editore
Asia. Collana a cura di Ilaria Benini e Ilaria Peretti
giugno 2025
pp. 516, euro 22
ISBN 9788867835287

VINCITORE DEL FORTNUM AND MASON FOOD BOOK AWARD


«Il cibo in Cina può avere molti significati. Può essere un sacrificio solenne agli dèi e agli antenati, l’offerta che ci collega al mondo degli spiriti. Ma anche un simbolo di rango e autorità politica, una metafora per l’arte del governo. Il cibo è la medicina che nutre il corpo e la mente, che cura le malattie. È l’espressione del territorio e della stagione, dell’incessante movimento di yin e yang, del nostro legame con il cosmo.»
Sospesa fra tecnica e magia, conoscenza degli ingredienti e sperimentazione, la cucina cinese ha una storia millenaria e ramificata, che Fuchsia Dunlop ci invita a esplorare come si fa con un continente: a piccole tappe, partendo dai fondamentali. Dal fuoco e dal riso, fino ai più ricercati metodi di cottura e al cerimoniale della tavola. Bocconcini di pollo con peperoncini alla maniera di Chongqing, spaghetti tagliati al coltello, mapo tofu, ravioli ripieni di brodo, ricette vegetariane della tradizione buddhista: ognuno di questi ventotto capitoli illustra un piatto o una tecnica culinaria, oltre a presentarci i professionisti del settore, i cuochi dilettanti, i gourmet, in un racconto che intreccia storia culturale e inguaribile passione per il cibo.

Un estratto dal Prologo
Nel 1994 mi trasferii in Cina con una borsa di studio per frequentare l’università del Sichuan. Ufficialmente ero a Chengdu per motivi accademici, ma sin da quando ero piccola il cibo e la cucina mi interessavano più di ogni altra cosa, così misi presto da parte le lezioni e mi tuffai nello studio del tutto amatoriale della cucina del posto. Terminato l’anno di università, restai a Chengdu, dove mi proposero di iscrivermi all’Istituto superiore di cucina del Sichuan. Accettai immediatamente. È buffo quanto le piccole decisioni prese d’impulso possano condizionare la nostra vita e il nostro destino. All’inizio la scelta di formarmi come chef in Cina era stata dettata semplicemente dall’amore per la cucina del Paese e dal desiderio di vivere per un po’ in una città che mi aveva letteralmente conquistato. Dopodiché l’esplorazione del cibo del Sichuan – e della cucina cinese in generale – è diventata un’ossessione e, a differenza delle premesse iniziali, anche un lavoro. Da quei primi giorni a Chengdu, ho percorso la Cina in lungo e in largo; ho visitato cucine, fattorie e musei, ho letto moltissimo, e ho parlato di cibo e cucina con un’infinità di cinesi, esperti e dilettanti. Esperienza ugualmente importante, ho assaggiato ingredienti e piatti straordinari, più di quanti avrei mai immaginato fosse possibile. È stata questa la mia vera formazione: assaggiare, assaggiare e assaggiare di nuovo, gustare i sapori delle diverse regioni, sperimentare le infinite variazioni della cucina cinese, verificare cosa significano nella pratica – in bocca e sulla lingua – le teorie, le descrizioni, le leggende e le ricette. Un esperto di arti marziali o un musicista imparano attraverso l’esercizio; per chi mangia per professione è lo stesso. Si dice che servano tre generazioni per diventare un gastronomo cinese. Io f inora ho avuto una vita soltanto – sono una neofita arrivata in Cina a poco più di vent’anni –, ma in questi tre decenni ho avuto il privilegio di accumulare un’educazione gastronomica che nessuno potrebbe sperare di ottenere in diverse vite. Per questo privilegio devo ringraziare la generosità dei miei amici e dei miei insegnanti cinesi, oltre alle tante persone che ho incrociato più o meno per caso in tutto il Paese e che con pazienza mi hanno nutrito, parlato, e infine hanno trasformato il mio palato barbaro. Certo, quando mi sono trasferita, non ero completamente priva di nozioni sulla cucina cinese. Anzi, era stata una parte piccola ma indimenticabile della mia infanzia. Come molti occidentali delle ultime due o tre generazioni, in un certo senso ero cresciuta mangiando cinese.
(...)

Fuchsia Dunlop è stata la prima occidentale a studiare come chef all’Istituto superiore di cucina del Sichuan. Nata in Inghilterra, ha dedicato alla tradizione culinaria cinese trent’anni di viaggi e ricerche, oltre che diversi libri e articoli. Nel 2017 il suo Every Grain of Rice ha vinto il prestigioso James Beard Award per la scrittura gastronomica.

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