mercoledì 11 giugno 2025

Stefano Carrai - L'AUTOGRAFO DI 'A MIA MOGLIE' e altri studi di filologia e critica sabiana - Edizioni della Normale

 
Stefano Carrai
L'AUTOGRAFO DI 'A MIA MOGLIE'
e altri studi di filologia e critica sabiana

Edizioni della Normale
2025
pp. 200, euro 10
ISBN 9788876427930

 
Questo libro riunisce alcuni studi sulla poesia di Umberto Saba accomunati, oltre che dall’oggetto dell’indagine, dal taglio della riflessione o della ricerca: filologico o di ricostruzione storica ed erudita sui testi, sulla cultura e sull’ambiente del poeta. Essi si raccolgono intorno a una preziosa scoperta di carattere documentario, che non a caso dà il titolo al volume stesso e lo apre: il ritrovamento dell’autografo, rimasto fino a oggi sconosciuto, di A mia moglie, una delle poesie più celebri di Saba. I saggi successivi cercano di far emergere certe specificità del percorso sabiano anche attraverso il confronto con l’arte e il pensiero di amici come Italo Svevo e Virgilio Giotti, che si prestano bene a fare da reagente. L’ultimo studio, ripercorrendo l’amicizia con Giacomo Debenedetti, ne mette a fuoco l’esperienza critica su Saba, fondamentale per l’affermarsi del poeta nel panorama italiano.
 
La premessa
Questo libro riunisce una scelta dei miei studi sulla poesia di Umberto Saba successivi al 2017, anno in cui ho pubblicato la monografia Saba per l’Editrice Salerno di Roma. Si tratta di scritti nati spesso da un’occasione convegnistica o per un volume collettaneo, omogenei però perché accomunati, oltre che dall’oggetto dell’indagine, dal taglio della riflessione o della ricerca: filologico o di ricostruzione storica ed erudita intorno ai testi, alla cultura e all’ambiente di Saba. Essi si raccolgono intorno ad una preziosa scoperta di carattere documentario, che non a caso dà il titolo al volume stesso e lo apre: ovvero al ritrovamento dell’autografo rimasto fino ad oggi sconosciuto di una delle poesie più celebri di Saba, cioè A mia moglie. La filologia sabiana ha scalato, per così dire, un picco di eccellenza con l’edizione critica del Canzoniere 1921 data alle stampe da Giordano Castellani nel 1981 per la fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. In seguito altri lavori puntuali di Castellani e qualche incursione mia hanno preparato il terreno all’edizione critica del Canzoniere definitivo del 1945, insieme con le sue appendici, procurata da un mio allievo di quando insegnavo all’Università di Siena, Giuseppe Emiliano Bonura, che prima l’ha realizzata come tesi di laurea e poi ha continuato a lungo a perfezionarla f ino al momento di pubblicarla nel 2019 per l’editore Libreria-universitaria di Padova. Il nuovo reperto, ora alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, è d’importanza straordinaria per la storia del testo e, vista l’appartenenza alla sua fase genetica, viene a integrare il lavoro, di per sé mirabile, di Castellani, che a suo tempo non lo poté rintracciare. Voglio perciò ringraziare subito i bibliotecari, e in particolare la dottoressa Eleonora Cardinale, che mi hanno dato la possibilità di studiarlo. Così come il primo di questi sette studi fa conoscere appunto il manoscritto rinvenuto, il penultimo integra la documentazione relativa a un divertissement poetico sabiano su testo di Leopardi ripescandone un testimone dimenticato e illustrandone l’intera vicenda redazionale. Il secondo ricostruisce la fortuna nella Trieste di Saba di quel verbo freudiano che costituisce un elemento fondativo di tanta sua poesia, mentre il terzo ripercorre le vicende del mito di Dante nella cultura letteraria triestina fino appunto all’approdo nella pratica scrittoria e nella riflessione critica di Saba. Il quarto prende in esame Il piccolo canzoniere in dialetto triestino di Giotti in rapporto al necessario e stringente pendant con la poesia di Saba e il quinto focalizza l’attenzione su un anno di capitale importanza come il 1917, ricco di fermenti e di esperimenti importanti per il formarsi della sua poetica matura. L’ultimo studio ripercorre l’amicizia con Giacomo Debenedetti e l’esperienza critica di Debenedetti su Saba, fondamentale per l’affermarsi del poeta nel panorama italiano. Nel caso di Debenedetti, e ancor più in quelli di Svevo e di Giotti, l’indagine relativa a Saba vorrebbe dispiegarsi sulla falsariga del confronto con la diversamente correlata arte dell’altro, che dovrebbe fare da reagente o da mezzo di contrasto per la riflessione critica. Il primo saggio è inedito. I risultati della disamina del manoscritto di A mia moglie sono stati tuttavia comunicati a voce in varie sedi: dapprima proprio alla BNCR, nell’ambito di una giornata di studi sui fondi novecenteschi della Biblioteca, organizzata il 27 settembre 2018 («Spazi 900: studi sulle nuove acquisizioni letterarie della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma»); poi a Firenze come seminario per il dottorato in Filologia, Letteratura italiana, Linguistica dell’Università di Firenze, il 10 maggio 2019, su invito dell’allora coordinatrice Anna Nozzoli; in seguito come lezione conclusiva del corso di Filologia italiana dell’amico Carlo Caruso presso l’Università di Siena, il 15 gennaio 2024; poi ancora a Trieste, nell’ambito di un incontro di studi organizzato dalla Biblioteca Civica Attilio Hortis e dall’Università di Trieste, il 20 settembre 2024, per iniziativa di bibliotecari benemeriti degli studi sabiani quali Cristina Fenu e Riccardo Cepach; infine come lezione inaugurale del ciclo di lezioni del dottorato di Italianistica dell’Università di Roma Tor Vergata, su invito di Roberto Rea, il 18 novembre 2024. Ringrazio l’attuale direttore della Nazionale di Roma, l’amico Stefano Campagnolo, che in attesa della pubblicazione di un volume edito dalla Biblioteca che raccoglierà vari interventi sui fondi manoscritti novecenteschi mi ha concesso di anticipare il lavoro in questo libro che – come detto – gli è solidale nei contenuti e nel metodo.
Già editi sono invece gli altri sei saggi. 
Svevo, Saba e la psicanalisi a Trieste è apparso, col titolo Trieste, gli anni della psicoanalisi, in Letteratura e psicoanalisi in Italia, a cura di G. Alfano e S. Carrai, Roma, Carocci, 2019, pp. 81-107. 
Dante in Saba e nella letteratura triestina del Novecento è stato presentato oralmente al convegno «Dante sulle colline» della Fondazione Palmisano, a San Salvatore Monferrato, il 10 ottobre 2022 ed è poi andato a stampa, col titolo Dante nella cultura triestina del Novecento, nel «Bollettino d’Italianistica», n.s., 20, 2023, pp. 92-8. 
Giotti, Saba e il ‘Piccolo canzoniere in dialetto triestino’ è uscito, col titolo Piccolo canzoniere in dialetto triestino, in I Colori di Virgilio Giotti, a cura di L. Tommasini, Trieste, Centro Studi Scipio Slataper, 2021, pp. 9-38. 
Saba 1917 è stato pubblicato in Alla frontiera del testo. Studi in onore di Maria Antonietta Terzoli, a cura di M.M.S. Barbero e V. Vitale, Roma, Carocci, 2022, pp. 319-26. 
Storia redazionale di una riscrittura leopardiana di Saba è stato edito, col titolo Per la storia redazionale di una riscrittura leopardiana di Saba, in «La modernità letteraria», 12, 2019, pp. 65-70. Debenedetti critico di Saba è in origine la prefazione a G. Debenedetti, Saba. Scritti e saggi (1923-1974), a cura di S. Carrai, Roma, Carocci, 2024, pp. 9-26. 
In ogni saggio ho introdotto lievi ritocchi e brevi aggiunte. Dedico il libro ai miei allievi della Scuola Normale Superiore di Pisa, con i quali durante il corso dell’anno accademico 2023-24 ho discusso parecchi dei temi qui affrontati. 
Firenze-Pisa, ottobre 2024

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