Giorgio Ricca
GLI SCACCHI FATTI A PEZZI
Saperne abbastanza per non sfigurare a cena
Dedalo edizioni
collana Gli Asteroidi
giugno 2025
pp. 272, euro 18
ISBN 9788822057099
Quanto serve conoscere gli scacchi per orientarsi nel mondo d’oggi? Non molto, per la verità. Non si può però ignorare che negli ultimi anni l’interesse per gli scacchi stia pericolosamente aumentando e di conseguenza il rischio di ritrovarsi intrappolati, inermi, in una discussione sul tema. Un amico, un collega o un partner potenziale potrebbero un giorno parlarvi della Siciliana, la loro apertura preferita, escludendovi di fatto dalla conversazione. Magari è già successo, con un sottotesto di inadeguatezza.
La buona notizia è che è sufficiente sapere cosa sono un’apertura, un sacrificio, lo scacco matto e poco altro per fare bella figura, mescolando oculatamente tecnicismi e aneddotica. Conoscerne le regole non guasta, ma è comunque secondario rispetto a esplorare un mondo che coinvolge, tra le altre cose, storie di truffe, spionaggio, esperimenti sui bambini, massoneria e follia. Sarete così in grado di capire ed essere partecipi di un inaspettato e impronosticabile recente successo di un gioco-sport dalla natura lenta, riflessiva e antisociale.
Un estratto dall'Introduzione
Se siete scacchisti o aspiranti tali questo libro potrebbe essere inutile. Non vi insegnerà a giocare a scacchi e non intende migliorare il vostro gioco se già conoscete le regole. Non vi aiuterà a battere il vostro avversario storico o a vincere più partite. Non spalancherà le porte della percezione di un mondo purificato e infinito. Se siete persone equilibrate o aspiranti tali potrebbe risultare incomprensibile perché parla di scacchi, un gioco inventato per truffare e sfruttato per sfogare gli istinti più inconfessabili. Questo non è propriamente un libro di scacchi ma sugli scacchi. Propone una panoramica del mondo che vi gravita attorno e vi fornirà un’idea del perché e in quali termini un gioco, che ha tutti i presupposti per essere decrepito, è invece ancora vivo oggi e di quali leve sfrutti per diventare passione e, in alcuni casi, ossessione. Vi introduce a un ambito che potrebbe essere definito “cultura scacchistica”, detto in modo meno ambizioso e più concreto: vi fornisce argomenti e tecnicismi necessari per capire ed essere partecipi di un inaspettato e imprevedibile recente successo di un gioco-sport dalla natura lenta, riflessiva e antisociale. Questo libro non vuole ingannare nessuno, pertanto ecco tre scenari possibili che vi aiuteranno a capire se fa per voi.
Scenario 1. Alcuni mesi fa un vostro amico vi ha comunicato con un mal celato senso di superiorità che ha iniziato a giocare a scacchi. Spinti più dall’ego che da un reale interesse, avete studiato le regole degli scacchi, almeno per sapere di cosa stesse parlando il vostro amico e poter argomentare perché è un gioco che non fa per voi: troppo mnemonico, statico, antico. Qualsiasi cosa pur di respingere al mittente quella sfida velata. Purtroppo internet ha interpretato le vostre ricerche come un reale interesse e vi ha insistentemente sottoposto articoli sul tema. Dopo il primo, sconsiderato click, siete finiti in un vortice senza uscita: partite con il computer, salire di livello, giocare contro giocatori umani, e quindi vincere, perdere, vincere, perdere, perdere, perdere. Prima di addormentarvi guardate video-cronache di partite dei campioni del mondo, avete seguìto i Mondiali in diretta ma nonostante tutto continuate a perdere. Quindi vi chiedete: “come faccio a migliorare a scacchi?”. Bene, questo non è il libro che fa per voi.
Scenario 2. Fin da quando eravate bambini vi ha sempre
incuriosito quel gioco da tavolo in palissandro intarsiato dello zio
facoltoso che lo poneva in bella mostra sul tavolino nel salotto. Il
vostro entusiasmo si è smorzato quando gli chiedeste di insegnarvi a
giocare ma vi rispose che era semplicemente un complemento d’arredo.
Recentemente il magnetismo misterioso verso quell’oggetto è
riemerso. Qualcosa di non definito vi suggerisce che al suo interno
si celi un segreto, fonte di quella ossessione che da secoli
imprigiona gli iniziati nel suo abbraccio. Finalmente decidete che è
giunto il momento di approcciarvi agli scacchi. Non desiderate solo
imparare le regole o vincere, volete avvicinarvi a una delle tante
rappresentazioni della bellezza. Desiderate rivivere quel senso di
stupore e di pienezza che provarono i campioni di cento anni fa
ripercorrendo le loro partite. Quindi vi chiedete: “come faccio a
creare una connessione tra la mia anima e quella degli scacchi?”.
Bene, questo non è il libro che fa per voi.
Scenario 3. Siete a una
cena allargata con amici di amici e uno di questi riesce, pur con
notevole grazia, a spostare il discorso verso un tema con cui sa di
poter fare bella figura. «Quanto sono belli gli scacchi... ho
imparato le regole solo un mese fa e ho già 800 di Elo... la mia
apertura preferita è la Siciliana... dite che sono intelligente? No,
penso solo di essermi abituato a questo gioco vecchio di secoli...».
Tiene banco già da venti lunghissimi minuti destreggiandosi
oculatamente tra la modestia e la spocchia. Tutte le donne al tavolo
hanno occhi solo per lui, gli uomini vorrebbero essere lui, ma allo
stesso tempo lo odiano. Voi non sapete bene come intervenire nel
discorso, nonostante alcuni anni fa al doposcuola abbiate ricevuto i
rudimenti del gioco. «Lo sapevate che “scacco matto” viene dal
persiano shah mat, che significa “re sconfitto”?» è tutto
quello che vi ricordate e lo dite ad alta voce. Avreste potuto
giocarvela meglio, d’accordo, ma almeno avete detto qualcosa.
Purtroppo vi esce fuori nel momento sbagliato e con una voce
leggermente stridula. Nel momento sbagliato perché ormai sono
passate alcune ore dalla cena e con quell’acuto avete svegliato
chi, nonostante tutto, vi dormiva accanto. Quindi vi chiedete: “come
faccio a saperne abbastanza di scacchi da fare bella figura durante
le cene con gli amici, soverchiare con argomenti brillanti i
commensali boriosi e sentirmi intimamente superiore rispetto a chi mi
sta intorno?”. Bene, questo è il libro che fa per voi. Lo scopo
del volume è esplicitamente quello di fornire al lettore gli
argomenti per vincere una discussione quando si parla di scacchi. Non
aspettatevi una crescita personale come scacchisti o esseri umani. È
possibile che incidentalmente la vostra passione per il gioco
aumenterà e di conseguenza migliorerà il vostro gioco, ma quasi
sicuramente leggendolo diventerete persone peggiori. Questo libro vi
farà sicuramente fare bella figura se sfoggiato nella vostra
libreria o sfogliandolo in treno, ma il consiglio è comunque quello
di leggerlo. Se lo farete, diventerete degli Scaltri Utilizzatori di
Cultura Scacchistica (SUCS) in grado di affossare ogni Scacchista
Novizio Inconsapevole e Borioso (SNIB) con argomenti dettagliati e
che vanno più in profondità rispetto alla preparazione di un vostro
interlocutore medio.
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Giorgio Ricca è laureato in matematica e Candidato Maestro di scacchi. Non brilla in nessuna delle due discipline e non ha il dono della prosa scorrevole, questo non gli ha impedito di scrivere un libro su cui riversa le sue aspettative di riscatto. È il fiero vicepresidente del circolo di scacchi ASD Poldo’s e una volta ha visto dal vivo il Gran Maestro Viswanathan Anand, di cui sa anche pronunciare il nome.
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