LEICA
FORMAT
(Leica
Format,
2003)
Traduzione di Ljiljana Avirović
La
Nave di Teseo
Collana Oceani 49
pp. 420, gennaio 2019, Euro 22,
brossura
Il libro
Dall’autrice
di Trieste – tradotto in numerose lingue e divenuto un caso
internazionale – un romanzo luminoso e caleidoscopico, che compone,
come in un collage mozzafiato, fatti realmente accaduti e storie di
pura invenzione, parole e immagini. In un continuo sovrapporsi di
istantanee, Leica format ci conduce nei mondi percorsi dai
suoi protagonisti, a volte destinati a incrociarsi, a volte invece
costretti a rimanere solo prossimi: una pianista che ha perso la
memoria incontra uno sconosciuto che le rivela che la sua identità è
soltanto una menzogna; un ospedale austriaco che conserva ancora
segretamente gli esperimenti di eugenetica condotti sotto al Nazismo;
una viaggiatrice che arriva in una cittadina e si avvicina,
inconsapevolmente, al suo passato; un uomo sordo che sembra essere al
centro di un’opera di Beckett.
Tra Fiume, Vienna, gli anni
dell’Olocausto e quelli della fine della Jugoslavia, Daša Drndić
ci fa dono di un’opera poetica ed errante, che – come la sua
pagina, graficamente mossa, vitale – accende la narrazione di salti
e fughe, di segreti nascosti nel cuore di altri, oscillando tra i
temi della memoria e della perdita, prendendo in prestito qualcosa da
ogni grande tradizione letteraria (da Pessoa a Calvino, da Sebald a
Eliot, da Bernhard a Baudelaire), per tessere un racconto sull’amore
e sull’inesausta indagine della vita e della Storia, fra le domande
più difficili da porsi e le risposte impossibili da trovare.
L'autore
Daša Drndić (Zagabria, 10 agosto 1946 – Fiume, 5 giugno 2018) è stata una scrittrice croata. Ha studiato lingua e letteratura inglese all'Università di Belgrado. Drndić ha ottenuto un Master universitario alla Southern Illinois University negli Stati Uniti in teatro e comunicazioni. La frequenza è stata resa possibile dal Programma Fulbright.[1] All'Università degli Studi di Fiume ha ottenuto il dottorato, ha quindi insegnato in Canada e negli Stati Uniti per tornare poi nuovamente a Fiume.Ha lavorato per molti anni come editrice e drammaturga alla Radio Televizija Beograd scrivendo numerosi spettacoli radiofonici ed ha iniziato a pubblicare i suoi libri nel 1982, quando ancora esisteva la Jugoslavia. Nel 1982 ha esordito pubblicando Put do subote (inglese: The Way to Saturday) seguito da Kamen s neba (inglese: The Stone from Heaven), Mary Częstochowska continua ad annegare o Morire a Toronto, Canzone di guerra, Totenwande, Doppelgänger (italiano: Il doppio), Leica format, After Eight, Manoscritto femminista o parabola politica, Sonnenschein (in italiano: Trieste), April u Berlinu, Belladonna ed infine EEG nel 2016.
Sonnenschein è stato tradotto in più di dieci lingue. Nel romanzo Drndić affronta il tema della persecuzione razziale e in 43 pagine riporta i nomi di 9.000 ebrei che furono deportati o uccisi in Italia e in altri paesi occupati tra il 1943 e il 1945. Di queste, quasi due pagine intere sono composte da persone che portano il cognome Levi. Nel testo ricorda anche la Risiera di San Sabba, il lager nazista della città di Trieste.
Belladonna è stato tradotto in inglese da Celia Hawkesworth ed ha ricevuto nel 2018 il riconoscimento postumo al Warwick Prize per Women in Translation. Le tematiche affrontate in modo frammentato e tipico di Daša Drndić, quasi immagini fotografiche senza apparente legame cronologico, sono la malattia che tocca i protagonisti e la società, la necessità della memoria, le atrocità commesse durante l'occupazione della Croazia da parte delle truppe naziste tra il 1941 ed il 1945.È morta il 5 giugno 2018 a Fiume all'età di 71 anni. Da due anni combatteva una sua battaglia contro il cancro.
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