domenica 11 aprile 2021

Journal-Gyaw Ma Ma Lay - LA PROMESSA DI YUMI - O barra O edizioni

Journal-Gyaw Ma Ma Lay
LA PROMESSA DI YUMI
(Thway, 1973)
Traduzione di Giulia Masperi
O barra O edizioni
Collana In-Asia/Birmania
pp. 272, 2021, Euro 16, brossura 


Il libro

Birmania, 8 marzo 1967. Yumi, giovane donna giapponese, sbarca all’aeroporto di Rangoon per ritrovare il fratello. Il padre, uffi­ciale dell’esercito imperiale in Birmania durante la Seconda guerra mondiale, le ha rivelato sul letto di morte di aver sposato per amore una donna del posto, di aver avuto un figlio e di averli abbandonati, suo malgrado, dopo la disfatta del 1945.
Yumi riesce nell’impresa di identificare il fratello Maung Maung che, persa la madre nei bombardamenti alleati sulla Birmania, è cresciuto nell’ostracismo generale per le sue origini e ha sviluppato violenti sentimenti antigiapponesi. L’incontro è scioccante al punto che la sorella non osa rivelargli la propria identità. Il ragazzo non accetta la presenza della giovane giapponese, ma Yumi cerca di vincere il trauma del fratello e guadagnarsi il suo affetto addentrandosi nelle usanze birmane.
Un romanzo delicato, in cui la grande scrittrice birmana Ma Ma Lay esprime i sentimenti laceranti e i problemi irrisolti – le comfort women e i “figli della guerra” – lasciati dall’occupazione giapponese, lancia un messaggio di riappacificazione tra i popoli e allo stesso tempo conduce alla scoperta della cultura e degli straordinari luoghi simbolo del Paese.

L'autore

Journal-Gyaw Ma Ma Lay (Pseudonimo di Ma Tin Hlaing, 1917-1982) è la più celebre scrittrice birmana e ha contribuito alla nascita della letteratura moderna del suo Paese. Donna di lettere, ma anche giornalista, editrice, studiosa di medicina tradizionale, femminista e ardente nazionalista, si è battuta contro il colonialismo britannico e l’imperialismo giapponese. È stata presidente dell’Associazione degli scrittori birmani. Con l’ascesa del regime di Ne Win fu sospettata di simpatie comuniste e incarcerata come “nemico del popolo” dal 1963 al 1967. Le sue opere sono tradotte in moltissimi paesi.

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