INTRODUZIONE AI FEMMINISMI
Genere, razza, classe, riproduzione: dal marxismo al queer
DeriveApprodi
Collana Input
pp. 128, 2021, Euro 10, brossura
Il libro
Cinque tappe della critica femminista lungo il Novecento: dal femminismo marxista della rottura al femminismo Nero, dal pensiero della differenza al femminismo materialista, fino ad arrivare ai nessi tra femminismo e queer. Con punti di vista differenti, le autrici propongono un’analisi di alcune tra le più importanti esperienze politiche e teoriche del femminismo, permettendo di orientarsi tra le questioni centrali poste dalle mobilitazioni internazionali di cui le donne sono protagoniste negli ultimi anni: tra queste il nesso tra capitalismo e patriarcato, il nodo del potere, il rapporto tra razza e genere, i temi del lavoro e della riproduzione della vita, della sessualità e dei diritti.
Contributi di Anna Curcio, Sara Garbagnoli, Federica Giardini, Marie Moïse, Lorenza Perini, Federico Zappino.
La curatrice
Anna Curcio studia i conflitti e le trasformazioni del lavoro in relazione a razza e genere. Tra le sue pubblicazioni La razza al lavoro (2012) e Comune, comunità, comunismo (2011). È inoltre curatrice dei saggi di Silvia Federici, Genere e Capitale (2020) e di Introduzione ai femminismi (2019), entrambi pubblicati presso le edizioni DeriveApprodi.
Un assaggio
Marx, il femminismo, la rottura
Anna
Curcio
Con l’espressione «femminismo marxista
della rottura» mi riferisco all’incontro proficuo e critico
tra marxismo e femminismo radicale per come si è declinato a partire
dal dibattito aperto dalla pubblicazione di Potere femminile e
sovversione sociale di Mariarosa Dalla Costa nel 972. Un
femminismo che le stesse protagoniste definiscono «militante», cioè
mosso dall’urgenza di un’analisi teorica per l’intervento
politico, che ha prodotto una rottura con i gruppi
rivoluzionari,
con la tradizione teorica marxista e soprattutto
con i discorsi sull’emancipazionismo.
Potere femminile è
una riflessione collettiva, sviluppata all’interno del collettivo
Lotta femminista di Padova, preceduta dall’incontro politico e
intellettuale tra Mariarosa Dalla Costa e Selma James: l’incontro
tra il metodo operaista da cui proveniva Dalla Costa e la critica
all’emancipazione femminile attraverso il salario sviluppata da
James sin dagli anni Cinquanta (ripresa nel saggio Il posto
della donna pubblicato in appendice al volume).
A partire da
quel testo e attraverso una serie di incontri sul piano
transnazionale, si definisce la campagna «Wage For Housework»
(Salario al lavoro domestico) che nella prima metà dei Settanta
coinvolgerà donne diverse per provenienza geografica e sociale, per
esperienza e appartenenza politica. Sono anni di profonde
trasformazioni e sul piano internazionale esplode il conflitto
sociale: lotte operaie, di studenti, contro la guerra e per i diritti
civili. La lotta delle donne, dentro e fuori la famiglia, produrrà
un profondo cambiamento della mentalità, delle abitudini e dei
costumi. Ed è in questo contesto che va letta la nascita di ciò che
qui chiamo femminismo marxista della rottura.
Con questa locuzione
mi riferisco anche ai successivi sviluppi ancorché critici di quel
dibattito, di cui si può trovare una traccia importante nel
libro Oltre il lavoro domestico di Lucia Chisté, Alisa Del
Re ed Edvige Forti, uscito nel 1979. Un volume che sin dal titolo
segna una discontinuità con l’esperienza dei gruppi per il salario
e raccoglie le riflessioni di esperienze femministe che progettavano
forme «concrete» di liberazione dal lavoro domestico: traslando
nella lotta femminista le lotte operaie, che – ricorda Alisa del Re
in un’intervista del 2005 – «chiedevano “cinquemila lire
subito” (…) per vivere meglio, anche se [si sapeva] non si
trattasse di un atto immediatamente rivoluzionario». Con lo stesso
orientamento individuavano il terreno del conflitto nella lotta per i
servizi sociali. Il femminismo marxista della rottura, allora, non si
esaurisce nell’esperienza dei gruppi per il salario ma si delinea
come metodo, una prassi teorico-politica che vive l’urgenza
militante di mettere a critica l’analisi marxiana del lavoro e
della riproduzione della forza-lavoro.
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