L'INCURSIONE AEREA SU HALBERSTADT DELL'8 APRILE 1945
(Der Luftangriff auf Halberstat am 8. April 1945, 2008)
Traduzione dal tedesco di Anna Ruchat con le studentesse della Civica Scuola Interpreti e Traduttori “Altiero Spinelli” di Milano: Ilaria Antonini, Chiara Bonaiti, Stefania Ceraolo, Beatrice Mereghetti
Collana Biblioteca / Culture Visuali 14
pp. 140, marzo 2019, Euro 14, brossura
Il libro
Alexander Kluge aveva undici anni quando ebbe luogo il bombardamento di Halberstadt, l’8 aprile 1945. Il suo non è un libro di testimonianza, bensì una ricostruzione ironica, distaccata e analitica di quella distruzione. Nella descrizione del disastro Kluge ripesca quel resto di razionalità e fiducia che ancora può rendere comprensibili le circostanze della catastrofe, rompendo così l’anatema del silenzio e mostrando possibili future vie d’uscita. Pubblicato per la prima volta nel 1977 e poi nel 2008 in questa forma accresciuta, L’incursione aerea su Halberstadt dell’8 aprile 1945 ci consegna un tassello fondamentale per scoprire la poliedricità del grande regista e uno sguardo illuminante sul possibile significato degli orrori della guerra.
L'autore
Alexander Kluge, nato a Halberstadt nel 1932, è regista e scrittore. Nel 1962 è stato uno dei firmatari del Manifesto di Oberhausen, che ha dato avvio al Nuovo cinema tedesco. Nel 1968 ha vinto il Leone d’oro alla Biennale di Venezia e nel 2002 l’Orso d’oro alla carriera. Dei molti libri pubblicati in Germania ricordiamo, in italiano, Antico come la luce. Storie del cinema (2016).
L'incipit
(Matinée interrotta al cinema Captol, domenica 8 aprile, proiezione del lungometraggio Ritorno a casa con Paula Wessely e Attila Hörbiger) Il cinema Capitol appartiene alla famiglia Lenz. Direttrice, nonché cassiera, è la cognata, la signora Schrader. Le tavole in legno che rivestono i palchi, la galleria e il parquet della platea sono color avorio, le poltrone di velluto rosso. I rivestimenti delle lampade sono in finta pelle di porco marrone. Alla proiezione è arrivata in marcia una compagnia di soldati dalla caserma Klus. Non appena echeggia il suono del gong, alle 10 in punto, nel cinema cala lentamente il buio (la resistenza speciale inserita nell'interruttore l'ha costruita la signora Schrader con il proiezionista). Per quanto riguarda i film, questo cinema ne ha visti di molto emozionanti, introdotti dal suono del gong, dall'atmosfera della casa, dal lento smorzarsi dei faretti di colore marrone-giallastro, dalla musica iniziale, ecc.
La signora Schrader, scaraventata in un angolo, vide ora, nel punto in cui la galleria destra toccava il soffitto, un pezzo di cielo cinereo: una bomba aveva scoperchiato l'edificio e sfondato il pavimento fino a raggiungere la cantina. La signora Schrader si è voluta sincerare che dopo l'allarme generale la sala e i bagni fossero stati sgomberati completamente. Dietro il muro tagliafuoco della casa vicina, tra le nuvole di fumo, tremolavano le fiamme di un incendio. La devastazione del lato destro del teatro non aveva alcun nesso né logico né drammaturgico con il film in cartellone. Dov'era il proiezionista ? Corse al guardaroba, da dove vide l'atrio di rappresentanza (porte a vento di vetro smerigliato) e i cartelloni, tutto sottosopra. Voleva mettersi a sgomberare le macerie con una pala della protezione antiaerea per lo spettacolo delle quattordici.
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