PER LEI VOLANO GLI EROI
(Bishvila Ghiborim Afim, 2008)
Traduzione di Raffaella Scardi
Neri Pozza
Collana Bloom 194
pp. 560, aprile 2021, Euro 19, brossura
Il libro
In uno
di quei caseggiati popolari degli anni Sessanta, nel cuore di Haifa,
cinque ragazzini si incontrano ogni giorno per dare dei calci a un
pallone. Sono compagni di classe, immortalati perfettamente nella
foto scattata a scuola.
C’è Yoram, l’ultimo arrivato, con lo
sguardo perso nel vuoto. Ogni tanto si presenta al campetto con un
livido o un labbro tumefatto e nessuno sa il perché. La madre,
bionda, occhi perpetuamente arrossati, e il padre, tozzo, con un viso
che trasuda violenza, sono per tutti un enigma irrisolto. C’è
Benni, sguardo sveglio, mento sollevato. A scuola lo chiamano il
senatore, un soprannome che in apparenza lo infastidisce, ma in
realtà gli procura una certa soddisfazione. Entra in classe con
l’andatura fiera di chi si dirige in parlamento, anziché alla
scuola elementare Yizreeliya, nel quartiere di Neve Shaanan. C’è
Gideon, perfettamente pettinato. Detesta fango e sporcizia, e parla
con entusiasmo di igiene e di ordine. Ha casse piene di pezzi di vero
Lego e un cane che cammina solo in linea retta. I suoi genitori
viaggiano addirittura all’estero e festeggiano gli anniversari di
matrimonio al ristorante. C’è Zion, basso, la testa quasi
nascosta, gli occhi bellicosi. Da grande vuole fare l’astronauta.
Intanto vagabonda senza meta per il quartiere. Quando riceve un
calcio al campetto, si accascia in silenzio per poi rialzarsi con un
sorriso, le labbra serrate, indifferente al dolore. C’è Arik,
figlio di un sopravvissuto alla Shoah arrivato in Israele dalla
Polonia e di una madre che, proveniente da una famiglia di nobili
fondatori dei primi kibbutz, non si capacita di come la vita l’abbia
condotta in un appartamento in un quartiere operaio di Haifa.
C’è,
infine, Israele, con i suoi strambi personaggi, lo zio Peretz “porta
jella”, capace di prevedere sciagure e attentati; Meir, il
bibliotecario sfortunato che introduce Arik alla lettura; Yankele
Breid, il sensale di matrimoni che crede nell’amore; e,
soprattutto, c’è la Storia con i suoi ineluttabili eventi: gli
attentati, le operazioni militari, le guerre, le conversioni
religiose. La Storia che, a metà degli anni Novanta, chiamerà
alcuni di quei ragazzi del campetto, divenuti adulti ognuno alla sua
maniera, a un’impresa in nome dell’antica fratellanza: salvare
Michal, l’attraente sorella di Benni, segregata a Chicago,
prigioniera di una setta guidata dal guru Epstein, israeliano rimasto
ferito nel corpo e nell’anima nella battaglia per il monte Hermon
durante la guerra del Kippur.
L'autore
Amir Gutfreund è nato il 23 luglio 1963 ad Haifa e morto il 27 novembre 2015 nella stessa città. Ex colonnello dell’aeronautica militare israeliana e ricercatore di matematica e fisica, è unanimemente ritenuto uno dei maggiori scrittori israeliani. Per le sue opere è stato insignito del Buchman Prize, del Sapir Prize e del Book Publishers Association’s Gold Book Prize. Da Per lei volano gli eroi è stata tratta la serie tv Netflix omonima ed è in corso di realizzazione una nuova serie per Apple tv.
L'incipit
Il giorno in cui Zahal diede avvio all'operazione Karameh, sul muro delle nostre cassette della posta comparve la scritta “Yona Guien è un finocchio”.
Quel giorno nel villaggio giordano di Karameh morirono ventotto paracadutisti israeliani, e altri novanta rimasero feriti. Yona Guilen, che si trovava in vacanza nella natia Francia, si risparmiò l'imbarazzo.
Nel complesso di caseggiati in cui vivevamo si parlò per un paio di giorni di Yona Guilen, dei morti, dei feriti e dei tre soldati dispersi rimasti in territorio giordano. Si parlò dell'imbarazzo. Era strano non aver riportato una facile vittoria senza perdite meno di un anno dopo la guerra dei Sei giorni. Neanche una settimana dopo il signor Tiran, presidente del consiglio condominiale, diede ordine al giardiniere arabo di sfregare e cancellare la scritta ignominiosa contro Yona Guilen, ma tutti avevano comunque già cambaito argomento: una nuova famiglia si era trasferita nell'appartamento vuoto del povero Yaish Shlush.
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