sabato 3 aprile 2021

Nguyễn Phan Quế Mai - QUANDO LE MONTAGNE CANTANO - Nord

 Nguyễn Phan Quế Mai

QUANDO LE MONTAGNE CANTANO
(The Mountains sing: a novel
, 2020)
Traduzione di Francesca Toticchi
Casa Editrice Nord
Collana Narrativa Nord
pp. 384, gennaio 2021, Euro 18, brossura fresata con alette


Il libro

Dal loro rifugio sulle montagne, la piccola Huong e sua nonna Dieu Lan sentono il rombo dei bombardieri americani e scorgono il bagliore degli incendi che stanno devastando Hanoi. Fino a quel momento, per Huong la guerra è stata l'ombra che ha risucchiato i suoi genitori, e adesso quell'ombra sta avvolgendo anche lei e la nonna. Tornate in città, scoprono che la loro casa è completamente distrutta, eppure non si scoraggiano e decidono di ricostruirla, mattone dopo mattone. E, per infondere fiducia nella nipote, Dieu Lan inizia a raccontarle la storia della sua vita: degli anni nella tenuta di famiglia sotto l’occupazione francese e durante le invasioni giapponesi; di come tutto fosse cambiato con l’avvento dei comunisti, per i quali possedere terre era un crimine da pagare col sangue; della sua fuga disperata verso Hanoi senza cibo né denaro e della scelta di abbandonare i suoi cinque figli lungo il cammino, nella speranza che, prima o poi, si sarebbero ritrovati. E così era accaduto, perché lei non si era mai persa d’animo. 
Quando la nuova casa è pronta, la guerra è ormai conclusa. I reduci tornano dal fronte e anche Huong finalmente può riabbracciare la madre, Ngoc. Ma è una donna molto diversa da quella che lei ricordava. La guerra le ha rubato le parole e toccherà a Huong darle una voce, per aiutarla a liberarsi del fardello di troppi segreti… 

La saga di una famiglia che si dipana lungo tutto il Novecento, in un Paese diviso e segnato da carestie e guerre, dittature e rivoluzioni. Tre generazioni di donne forti, che affrontano la vita con coraggio e determinazione. Una storia potente e lirica insieme, che ci ricorda il valore dei legami familiari e gli ostacoli che siamo disposti a superare per rimanere accanto alle persone che amiamo.

«Un romanzo memorabile… Intimo e allo stesso tempo di ampio respiro, trascinante e commovente. » - Viet Thanh Nguyen, autore premio Pulitzer del bestseller "Il simpatizzante"

«Attraverso l’appassionante epopea delle protagoniste, questo romanzo riesce – in più di un senso – a curare le ferite della Storia. » - The New York Times

«Un debutto eccezionale.» - Publishers Weekly

«L’epico racconto delle vicende di una famiglia che attraversa la storia del Vietnam dall’occupazione francese fino quasi ai giorni nostri. » - The Washington Post

«Nguyen ha il talento di trasportare i lettori in un mondo lontano in cui vorranno tornare anche dopo aver girato l’ultima pagina. » - Library Journal

L’autore

Nguyễn Phan Quế Mai, giornalista e poetessa, è nata nel 1973 in Vietnam, dove ha lavorato per anni come venditrice ambulante e coltivatrice di riso. Si è trasferita all'estero grazie a una borsa di studio, che le ha permesso di dedicarsi all'analisi degli effetti a lungo termine della guerra. Attualmente vive a Giacarta con il marito e i due figli e lavora per diverse organizzazioni internazionali. 


L'incipit

Ha` Noˆ ˙ i, 1972-1973

La nonna mi tiene la mano mentre camminiamo verso scuola. Il sole e` un grosso tuorlo d’uovo che fa capolino tra i tetti in lamiera. Il cielo e` azzurro come la camicetta preferita di mia madre. Chissa` dov’e`. Avra` trovato il papa`? Stringo il colletto della giacca perche´ il vento sferza la terra e solleva una nuvola di polvere. La nonna si china a coprirmi il naso col suo fazzoletto. La mia cartella le dondola sul braccio mentre si protegge il viso con la mano. Non appena la nuvola di polvere si deposita riprendiamo a camminare. Tendo le orecchie, ma non sento uccelli. Cerco con gli occhi, ma non vedo un solo fiore lungo la strada. Non c’e` erba intorno a noi, solo mucchi di mattoni rotti e lamiere contorte. « Guava, stai attenta. » La nonna mi tira via dal cratere lasciato da una bomba. Mi chiama per soprannome, per proteggermi da quegli spiriti malvagi che secondo lei aleggiano sulla Terra in cerca di bei bambini da rapire. Dice che H ng, il mio vero nome, li attrarrebbe perche´ significa « fragranza ». « Oggi, quando torni a casa, ti faccio trovare il tuo piatto preferito, Guava. » « Il ph ? » Saltello per la felicita`, pensando alla zuppa che amo tanto. 12 « Esatto... I bombardamenti mi hanno tenuto lontano dai fornelli. Ma adesso che c’e` un po’ di calma dobbiamo festeggiare. » Prima che io possa rispondere, una sirena distrugge il nostro momento di pace. Una voce femminile si diffonde da un altoparlante attaccato a un albero: « A tutti i cittadini! A tutti i cittadini! I bombardieri americani si avvicinano ad Ha` Noˆ ˙ i. Sono a cento chilometri di distanza ». « Oˆ i tr i d¯aˆ ´t i! » esclama la nonna, invocando il Cielo e la Terra. Poi comincia a correre, tirandosi dietro anche me. Fiumi di persone si riversano fuori dalle loro case, come formiche in pericolo che abbandonano i nidi. Lontano, sul tetto del Teatro dell’Opera di Ha` Noˆ ˙ i, le sirene imperversano. « Laggiu`. » La nonna corre verso un rifugio antiaereo scavato a bordo strada. Solleva il pesante coperchio di cemento. « Non c’e` posto », urla una voce da sotto. Dentro quella fossa rotonda, grande abbastanza per ospitare una sola persona, c’e` un uomo mezzo inginocchiato. L’acqua melmosa gli arriva al petto. La nonna chiude subito il coperchio. Mi tira con se´ verso un altro rifugio. « A tutti i cittadini! A tutti i cittadini! I bombardieri americani si avvicinano ad Ha` Noˆ ˙ i. Sono a sessanta chilometri di distanza. Ci prepariamo al contrattacco. » La voce si fa piu` incalzante. Le sirene sono assordanti. Tutti i rifugi sono pieni. Le persone ci sfrecciano davanti come uccelli con le ali spezzate, abbandonano biciclette, carretti, borse. C’e` una bambina da sola in mezzo alla strada che piange e chiama i genitori. « A tutti i cittadini! A tutti i cittadini! I bombardieri americani si avvicinano ad Ha` Noˆ ˙ i. Sono a trenta chilometri di distanza. » Resa goffa dalla paura, inciampo e cado. La nonna mi aiuta a rialzarmi. Getta la mia cartella al lato 13 della strada, poi si china per prendermi a cavalcioni. Si mette a correre, sorreggendomi le gambe. Il frastuono si avvicina. In lontananza si sentono le esplosioni. Stringo le mani sudate sulle spalle della nonna, nascondendomi dietro la sua schiena. « A tutti i cittadini! A tutti i cittadini! Altri bombardieri americani si avvicinano ad Ha` Noˆ ˙ i. Sono a cento chilometri di distanza. » « Correte alla scuola. Non la bombarderanno », urla la nonna a un gruppo di donne con bambini piccoli in braccio o sulle spalle. Lei ha cinquantadue anni ed e` forte. Supera il gruppo di donne e raggiunge coloro che ci stanno davanti. Sballottata su e giu`, affondo il viso tra i suoi capelli lunghi e neri che profumano come quelli di mia madre. Finche´ sentiro` questo profumo, saro` al sicuro. « H ng, adesso corri con me. » La nonna si accovaccia davanti alla scuola, ha il fiatone. Poi mi trascina dentro il cortile. Arrivate accanto a un’aula, scivola in un rifugio vuoto. Mi c’infilo anche io, e l’acqua mi arriva alla vita, attanagliandomi con le sue mani gelide. Fa freddissimo. Siamo all’inizio dell’inverno. La nonna si allunga a chiudere il coperchio. Mi abbraccia, e il suo cuore che batte come un tamburo mi riecheggia nelle vene. Ringrazio Budda per questo rifugio, che e` grande abbastanza per tutte e due. Temo per i miei genitori sul campo di battaglia. Quando torneranno? Avranno incontrato lo zio D¯ a ˙ t, lo zio Thuaˆ ˙ n e lo zio Sa´ng? Le esplosioni sono piu` vicine. La terra ondeggia, come un’amaca. Mi copro le orecchie con le mani. L’acqua si alza e mi bagna il viso e i capelli, mi oscura la vista. Polvere e sassi mi piovono in testa da una fessura. Si sente il fuoco della contraerea. Ha` Noˆ ˙ i si difende. Ancora esplosioni. Sirene. Urla. Un forte puzzo di bruciato.

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