IL VOLO DELLO STORNO
(Starling Days, 2019)
Traduzione di Piernicola D'Ortona
Codice Edizioni
pp. 336, marzo 2021, Euro 21, brossura
Il libro
Mina ha un lavoro che le piace e un marito che la ama, è in buona salute e ha tutta la vita davanti. Perché allora si ritrova in piedi sulla balaustra del George Washington Bridge di New York, di notte, a fissare il fiume nero da cui vorrebbe farsi inghiottire? La possibilità di trasferirsi per qualche mese a Londra insieme al marito Oscar le dà l’occasione di conoscere Phoebe, una blogger attraente e squattrinata che sembra la risposta a tutte le sue domande. In particolare, a quella che assilla Mina fin dall’adolescenza: come si può sopravvivere quando una vocina nel cervello ti mormora di continuo che senza di te il mondo sarebbe migliore? Come le eroine della mitologia che studia e da cui è ossessionata, Mina sarà costretta a fronteggiare un nemico più grande di lei, un dio oscuro che la spingerà fino al confine tra la vita e la morte.
L'autore
Rowan Hisayo Buchanan, crittrice e saggista americana, di padre inglese e madre giapponese. I suoi racconti sono usciti su “Granta”, “Guernica”, “The Guardian” e “The Harvard Review”. Nel 2018 ha curato Go Home!, un’antologia di scrittori asiatico-americani. Innocua come te ha vinto nel 2017 il Betty Trask Award e l’Authors’ Club Best First Novel Award.
L'incipit
Non se l'aspettava che il ponte vibrasse. Era troppo grande per mettersi a tremare. Sopra quel dorso enorme le auto sfrecciavano da New York al New Jersey. Era stato un agosto bollente, sui trentacinque gradi. Un caldo tale da afflosciare le banconote e incollarsi agli spiccioli che passavano da una mano sudaticcia all'altra.
Al calare della sera era arrivato un po' di fresco, ma nei polmoni di Mina l'afa era ancora sospesa in una nebbia rossa. Il vento galoppava sopra l'Hudson, colpendo la città coi suoi zoccoli d'aria. Il ponte si muoveva, i piloni dondolavano, e Mina chiuse gli occhi per sentire meglio il fremito delle sue ossa. Le battevano pure i denti. Il sudore del giorno le tremava in mezzo alle scapole nude. La canotta era troppo leggera e le si drizzava la peluria sulle braccia.
Fece un passo avanti sul ponte. Dopo troppi giorni passati con gli infradito, sentiva male nell'icavo dell'alluce. Si tolse i sandali e camminò facendoli penzolare dalle dita. Sotto i piedi il cemento scabro era caldo. Si interrogò sulle persone che guidavano le loro macchine buie. Venivano da uffici dove l'aria condizionata era troppo alta o da bar dove si faceva un po' di fresco con le pale di un ventilatore da soffitto ? Se ne tornavano in un appartamento vuoto o da una figlia che dormiva sotto una coperta con i dinosauri ?
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