Alla Gorbunova
LA ROSA DELL'ANGOLA
traduzione e cura di Paolo Galvagni
Marco Saya editore
collana Kēlen
giugno 2016
pp. 94, euro 10
ISBN 978-8898243372
Nel mondo incantato e sospeso di Alla Gorbunova, giovane poetessa di San Pietroburgo, già riconosciuta come una delle voci poetiche più significative della nuova generazione della poesia russa, vi sembra essere una costanza del discernimento tra preghiera e fusione col mondo, sia interno che esterno. Questa fusione, misurata alla mistica del silenzio, interviene con veemenza sulla natura e sull’essere della Gorbunova che, con impeto e disincanto, prova una sorta di “trasformazione” della materia organica in materia ritmica, cercando nella solennità e nel processo alchemico lo scioglimento dell’estasi, la purificazione del gesto e dell’evocazione gravida, da dove nasce questa poesia fortemente visionaria, sacrale, connessa al primordiale e al pensiero cosmico dell’eterno ma rifuggita dal perdono umano. Il risultato è del mondo che si disabita, proprio perché, attraversandolo, la poetessa immagina la sua fibra germinare nella stessa coscienza del sovrumano, ed è ciò a cui aspirano, forse, tutti i riti del pensiero e della mediazione, una volta provati ad esprimere: e cioè di diventare un tutt’uno con l’universo appena intuito, tramite l’invocazione dell’invisibile e delle forze celesti. Questo cerca, forse, di innescare la Gorbunova: l’invenzione della rosa, di una nuova terra aperta al mito, nella rigenerazione del pensiero poetico.
Antonio Bux
una poesia dalla raccolta
nella promessa di una catastrofe
c’è un lungo momento, quando si paralizzano persone e fiere,
come il sole, fermato da Giosuè, sul vetro dei grattacieli.
atomi e molecole, virus e amebe pare
abbiano puntato a carte giocando a “credi – non credi”.
il momento lento è sospeso nell’aria prima che
il tuono rimbombi, e questo momento di rallentamento
prima della catastrofe dura millenni,
finché non si spegne l’esile miccia della speranza.
come sott’acqua, i corpi compiono
movimenti rallentati, bramano amore e sangue,
sotto un cielo crudelmente chiaro, l’ultimo cielo.
come i pesci sul fondo, le generazioni condannate
riescono a nascere e a morire prima dell’ira,
nella promessa di una catastrofe.
Nessun commento:
Posta un commento