domenica 9 marzo 2025

Alla Gorbunova - LA ROSA DELL'ANGOLA - Marco Saya

 
Alla Gorbunova
LA ROSA DELL'ANGOLA
traduzione e cura di Paolo Galvagni
Marco Saya editore
collana Kēlen
giugno 2016
pp. 94, euro 10
ISBN 978-8898243372


Nel mondo incantato e sospeso di Alla Gor­bunova, giovane poetessa di San Pietroburgo, già riconosciuta come una delle voci poetiche più significative della nuova generazione della poe­sia russa, vi sembra essere una costanza del di­scernimento tra preghiera e fusione col mondo, sia interno che esterno. Questa fusione, misurata alla mistica del silenzio, interviene con veemenza sulla natura e sull’essere della Gorbunova che, con impeto e disincanto, prova una sorta di “trasformazione” della materia organica in materia ritmica, cer­cando nella solennità e nel processo alchemico lo scioglimento dell’estasi, la purificazione del gesto e dell’evocazione gravida, da dove nasce questa poesia fortemente visionaria, sacrale, connessa al primordiale e al pen­siero cosmico dell’eterno ma rifuggita dal perdono umano. Il risultato è del mondo che si disabita, proprio perché, attraversandolo, la poetessa immagina la sua fibra germinare nella stessa coscienza del sovrumano, ed è ciò a cui aspirano, forse, tutti i riti del pensiero e della mediazione, una volta provati ad esprimere: e cioè di diventare un tutt’uno con l’universo ap­pena intuito, tramite l’invocazione dell’invisibile e delle forze celesti. Questo cerca, forse, di in­nescare la Gorbunova: l’invenzione della rosa, di una nuova terra aperta al mito, nella rigenera­zione del pensiero poetico.
Antonio Bux

 

una poesia dalla raccolta

nella promessa di una catastrofe
 
c’è un lungo momento, quando si paralizzano persone e fiere,
come il sole, fermato da Giosuè, sul vetro dei grattacieli.
atomi e molecole, virus e amebe pare
abbiano puntato a carte giocando a “credi – non credi”.
 
il momento lento è sospeso nell’aria prima che
il tuono rimbombi, e questo momento di rallentamento
prima della catastrofe dura millenni,
finché non si spegne l’esile miccia della speranza.
 
come sott’acqua, i corpi compiono
movimenti rallentati, bramano amore e sangue,
sotto un cielo crudelmente chiaro, l’ultimo cielo.
 
come i pesci sul fondo, le generazioni condannate
riescono a nascere e a morire prima dell’ira,
nella promessa di una catastrofe.


Alla Glebovna Gorbunova è nata a Leningra­do/San Pie­troburgo nel 1985. Si è laureata in Fi­losofia presso l’Ateneo della sua città. Ora vive tra Mosca e San Pietroburgo. Ha de­buttato nel 2003 su Poetomu [Pertanto], volume curato dai poe­ti dell’università. Ha pubblicato versi su riviste (“Novyj mir”, “Deti Ra”, “Den’ i noč’”, “Zinzi­ver”, “Kreščatik”), in siti let­terari (“Polutona”, “Kamera chranenija”, “TextOnly”, “litkar­ta.ru”) e nei volumi collettanei Stichi Peterburga – 21 vek [I versi di Pietroburgo – XXI secolo] (2005), Sobranie sočinenij – poezija Peterburga [Raccolta delle opere – la poesia di Pietroburgo] (2009). Scrive saggi e articoli per riviste (“Novoe literaturnoe obozre­nie”, “Kritičeskaja massa”). È autrice anche di prose brevi. Nel 2005 è stata insignita del premio letterario “Debjut”. Ha pubblicato le raccolte poe­tiche: Pervaja ljubov’, mat’ ada [Il primo amore, ma­dre dell’inferno] (2008), Kolodeznoe vino [Il vino di pozzo] (2010), Al’pijskaja fortočka [Finestrina al­pina] (2012).  Traduzioni italiane dei suoi testi sono apparse sulla rivista “Poesia”, sul sito irisnews.net e nel volume Tutta la pienezza del mio petto (Lietocolle 2015).

 


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