LA FILA INDIANA
(La fila india, Antonio Ortuno 2013)
Traduzione di Silvia Sichel
Sur
Nuova Serie 7
pp.206, settembre 2017, Euro 16,50, brossura
L’incipit
“Una mano uscì dall’ombra. Aperta, patetica. Gloria, si
chiamava l’assistente sociale. Si raddrizzò gli occhiali sul naso e riuscì a
distinguere, alla luce incerta della lampada che illuminava il portone, le dita
pulite dell’uomo acquattato nel buio. Aprì la borsa, brutta, di plastica, che
le avevano regalato per un compleanno, e si dispose ad accontentare il
mendicante con una moneta. Gli altri impiegati che si occupavano del dormitorio
per migranti gli avrebbero offerto un letto, acqua, un pasto, qualche vestito
rammendato. Ma Gloria sapeva che a mezzanotte, quando la fame e la sete si
considerano implacabili, un uomo vuole soddisfare solo gli appetiti della carne
o quelli provocati dall’abitudine al vino, all’erba e alla colla da sniffare.
Che fossero adolescenti forforosi o nonnetti, non faceva differenza..”.
Il libro
Santa Rita è un’immaginaria città di frontiera nel sud del
Messico, un passaggio obbligato per chi cerca fortuna negli Stati Uniti. È qui
che Irma, una giovane assistente sociale con una figlia di sette anni e un
divorzio alle spalle, viene inviata per gestire un’emergenza presso la
Commissione Nazionale Migrazione: la morte di centinaia di migranti a seguito
di un incendio in un centro di accoglienza. Quello che però Irma ancora non sa
è che portare sua figlia con sé non è stata una buona idea, come non lo è
entrare in contatto con una sopravvissuta, tentando di proteggerla. Ancor meno
lo è fidarsi dei funzionari governativi del posto, incompetenti e corrotti, che
sembrano non far nulla per prendere in mano la situazione.
Costruendo il romanzo come un caleidoscopio di voci e punti
di vista, che alternano sarcasmo e amarezza, Ortuño ci offre una storia
appassionante ed estremamente attuale, dai toni noir, e al tempo stesso indaga
il difficile rapporto tra un individuo e il paese in cui vive.
“Ortuño è uno degli autori messicani più famosi della sua
generazione, uno scrittore brillante e un ritrattista in grado di trasformare i
vizi e i sentimenti più triviali, ma estremamente umani, in letteratura pura.”
El País
L’autore
Antonio Ortuño (1976) è uno scrittore e giornalista
messicano. Dal 1999 lavora come reporter, editor e redattore. Ha pubblicato i
romanzi El buscador de cabezas, Risorse umane (Neri Pozza, 2007) Ánima,
e Méjico. Considerato dalla rivista Granta uno dei migliori
giovani scrittori in lingua spagnola, nel 2017 ha vinto il Premio
Ribera del Duero con la raccolta di racconti La vaga ambición.
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