Jane
Austen
AMORE E AMICIZIA
a cura di
Franco Venturi
Traduzione
di C.Ferrari, testo inglese a fronte
La Vita
Felice
Collana Il
Piacede di Leggere 49
pp.132, giugno
2012, Euro 10,00, brossura
Incipit
PRIMA LETTERA
Da Isabel a Laura
Quante volte, in risposta alle mie ripetute suppliche
di dare a mia Figlia un ordinato resoconto delle Disgrazie e della Avventure
della vostra Vita, avete detto "No, amica mia non acconsentirò mai alla
vostra richiesta fino a quando non correrò più il Rischio di sperimentarne di
altrettanto terribili."
Certamente quel momento è ormai prossimo. Oggi voi
avete 55 anni. Se mai una donna può essere ritenuta al sicuro dalla risoluta
Perseveranza di sgradevoli Innamorati e dalle crudeli Persecuzioni di Padri
ostinati, certamente dev'essere in quest'epoca della Vita.
Isabel.
2ª LETTERA
Laura a Isabel
Sebbene io non possa essere d'accordo con voi nel
supporre che non sarò mai più esposta a Disgrazie immeritate come quelle che ho
già sperimentato, tuttavia per evitare l'accusa di Ostinazione o cattiveria,
appagherò la curiosità di vostra figlia, e possa la forza d'animo con la quale
ho sopportato i molti Dolori della mia Vita passata, rivelarsi per lei un'utile
Lezione per sostenerla in quelli che potranno capitarle nella sua.
Laura
3ª LETTERA
Laura a Marianne
Come Figlia della mia più intima amica ritengo che
abbiate il diritto di conoscere la mia infelice Storia, che vostra Madre mi ha
così spesso sollecitata a raccontarvi.
Mio Padre era originario dell'Irlanda e viveva nel
Galles; mia Madre era la Figlia naturale di un Pari di Scozia e di una
ballerina italiana dell'Opera - io sono nata in Spagna e sono stata educata in
un Convento in Francia.
Una volta raggiunti i diciotto Anni fui richiamata dai
miei Genitori al tetto paterno in Galles. La nostra casa era situata in una
delle zone più romantiche della Valle dell'Usk. Sebbene il mio Fascino sia ora
considerevolmente attenuato e alquanto compromesso dalle Disgrazie patite, un
tempo ero bella. Ma per quanto fossi attraente le Grazie della mia Persona
erano la minima parte delle mie Perfezioni. Di tutte le doti tipiche del mio
sesso, ero Padrona. - In Convento, i miei progressi andavano sempre oltre gli
insegnamenti; i miei Risultati erano sorprendenti per la mia Età, e in breve
tempo avevo superato i miei Maestri.
Nella mia Mente, erano riunite tutte le Virtù capaci
di renderla attraente; era il punto d'incontro di ogni buona Qualità e di ogni
nobile sentimento.
Una sensibilità troppo viva per ogni pena dei miei
Amici, dei miei Conoscenti e in particolare per ogni pena che mi riguardasse
personalmente, era il mio unico difetto, se difetto si può chiamare. Ahimè!
come sono cambiata ora! Anche se per la verità le mie Disgrazie non mi toccano
meno di quanto facessero prima, tuttavia ora non provo più nulla per quelle
degli altri. Anche le mie doti, cominciano ad affievolirsi - non sono più
capace di cantare così bene né di Danzare in modo così elegante come un tempo -
e ho completamente dimenticato il Minuetto Di Corte -
Adieu.
Laura
Laura
Il libro
Amore e amicizia, il più
famoso tra gli Juvenilia, è una parodia in forma epistolare dei
racconti romantici; le protagoniste (Laura, Isabel e Marianne) descrivono per
corrispondenza le proprie emozioni amorose con toni forti e violenti
dimenticando il decoro e il buon senso.
La Austen tratterà
approfonditamente questo tema pochi anni dopo con il personaggio di Marianne
Dashwood in Ragione e sentimento. È il romanticismo portato
all’estremo con accenti languidi e un concentrato di sventure che invece di
mettere in rilievo l’eroicità dei protagonisti, ne svelano la mediocrità e
insulsaggine, suscitando sentimenti di ridicolo anziché di stima.
Laura ad esempio, l’autrice
delle 15 lettere indirizzate alla figlia della sua migliore amica, narra “i
molti dolori” della sua vita passata e quindi del suo amore contrastato per
Edward, dell’incontro con la coppia Sophia e Augustus, della serie apocalittica
di disgrazie, colpi di scena a lei occorsi. Già nel 1770, quando l’autrice
aveva soli 15 anni, Jane Austen aveva stabilito, se non come dare forma alla
sua opera creatrice, almeno la direzione verso cui indirizzarla, direzione
totalmente opposta al romanzo sentimentale propriamente detto, dove svenimenti
e disgrazie erano all’ordine del giorno.
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