domenica 13 ottobre 2019

Matsumoto Seicho - LA RAGAZZA DEL KYUSHU - Adelphi


Matsumoto Seicho
LA RAGAZZA DEL KYUSHU
Traduzione di Gaia Maria Follaco
Adelphi
Collana Fabula 348
pp.208, 2019, Euro 18,00, brossura



L’incipit

“Kiriko lasciò la pensione di Kanda alle dieci del mattino. Sarebbe voluta uscire prima, ma aspettò fino a quell’ora, perché aveva sentito dire che gli avvocati famosi non arrivano mai troppo presto in ufficio. Il nome dell’avvocato per cui era venuta appositamente dal Kyushu era Otsuka Kinzo. Una ventenne come lei, impiegata presso una ditta come dattilografa, non avrebbe certo avuto motivo di conoscere la sua fama di penalista se, in seguito all’incidente che le aveva sconvolto la vita, non avesse sentito tante persone fare il suo nome. Kiriko era partita dalla città di K., nel nord della regione, e dopo due giorni di viaggio era arrivata a Tokyo la sera prima, sul tardi. Era andata dritta dritta in quella pensione perché c’era già stata ai tempi delle medie, in gita scolastica, e questo la rassicurava. Inoltre, aveva pensato, se ci andavano delle scolaresche, non doveva costare molto. Anche se non conosceva Otsuka, si sentiva piuttosto fiduciosa ed era sicura che alla fine avrebbe accettato di seguire il suo caso. Dopotutto si era fatta venti ore di treno per vederlo, e incontrandola per la prima volta, l’avvocato non avrebbe potuto ignorare la sua determinazione. Quando aprì gli occhi il cielo si era appena schiarito. Se era riuscita a svegliarsi così presto, dopo tutto quel viaggio, non era soltanto per via della sua giovane età, ma per l’eccitazione che provava. La pensione era in cima a una collina e Tokyo, a quell’ora, era straordinariamente silenziosa. Questa volta le sembrava diversa, perché aveva dormito da sola. Proprio sotto alla sua finestra c’era una scuola elementare, ma quando si alzò per affacciarsi sul cortile non si vedeva ancora nessuno. Poi, lentamente, due o tre alla volta, come piccoli fagioli di soia nera, i bambini cominciarono ad arrivare, e quando la cameriera entrò nella stanza per rimettere a posto il futon, si sentiva già un gran baccano.”

Il libro

In un mattino di primavera una giovane donna entra nello studio di un illustre penalista di Tokyo. È Kiriko. Ha appena vent’anni, il volto pallido dai tratti ancora infantili, ma qualcosa di inflessibile nello sguardo, «come fosse stata forgiata nell’acciaio». Non ha un soldo e ha attraversato il Giappone dal lontano Kyūshū per arrivare fin lì, a implorare il suo aiuto. Il fratello, accusato di omicidio, è appena stato arrestato, e Kiriko è la sola a crederlo innocente. L’avvocato rifiuta il caso: non ha tempo da perdere, tanto meno per una difesa che dovrebbe assumersi senza essere retribuito. Kiriko si scusa con un piccolo inchino, esce dallo studio e così come è arrivata scompare. Il fratello verrà condannato e morirà in carcere qualche mese dopo, poco prima che l’esecuzione abbia luogo.
È solo l’antefatto da cui prende il via questo gelido noir di Matsumoto. Dove un caso-fantasma, ripercorso nei minimi dettagli, lascia spazio a una vendetta esemplare che si fa strada da lontano. E mentre ogni colpa – consapevole o inconsapevole – viene pesata accuratamente, come su una bilancia cosmica, una tensione impalpabile, un «rumore di nebbia» accompagnano questa storia da cima a fondo. Finché lei, Kiriko, la ragazza del Kyūshū, non otterrà ciò che le spetta.

L’autore

Seichō Matsumoto (松本清張, nome d’arte di Kiyoharu Matsumoto; 21 dicembre 1909 – 4 agosto 1992) nasce a Kokura (oggi Kokura Kita Ku, quartiere di Kittakyushu), Fukuoka. Abbandona gli studi ancora giovanissimo e lavora per diversi anni in una tipografia. Nel 1942 lavora per la rivista Journal Asahi, dove riesce anche a pubblicare alcuni racconti storici. Nel 1953 vince il premio Akutagawa (premio in onore dello scrittore e poeta Ryunosuke Akutagawa) per una cronaca storica: questo successo gli permette, nell'arco di pochi anni, di dedicarsi a tempo pieno all'attività di scrittore. Dal 1955, infatti, inizia a pubblicare racconti gialli di stampo prettamente realistico, in netto contrasto con l'allora vigente letteratura gialla giapponese, impregnata di elementi spesso fantastici. Nel 1957 vince il premio del Club degli scrittori polizieschi per una sua antologia. Lo stesso anno la rivista Tabi pubblica a puntate il romanzo Ten to sen, che riscuote grande successo di pubblico e viene tradotto in molti paesi esteri. Le tematiche dei suoi gialli affondano spesso le radici nei problemi sociali giapponesi, con una predilezione per l'indagine strettamente logica ed intuitiva. Spesso Matsumoto è stato definito il Simenon giapponese. La sua produzione vanta più di 300 romanzi, oltre a molti racconti, che hanno riscosso successo in tutto il mondo.
In Italia sono usciti tre dei suoi romanzi nella collana Il giallo Mondadori. Nel 2018 la casa editrice Adelphi ha pubblicato una nuova traduzione di Ten to sen con il titolo Tokyo Express e nel 2019 l'inedito Kiri no hata con il titolo La ragazza del Kyūshū.
Muore di cancro il 4 agosto1992.

 

Nessun commento:

Posta un commento