LE DONNE DI GIOACHINO ROSSINI
Nate per vincere e regnar
Odoya
Collana Odoya Library
pp.416, giugno 2018, illustrato, Euro 22,00,
brossura con bandelle
Il libro
Nell’immaginario collettivo
l’eroina del melodramma è votata al sacrificio: dalla tisi di Violetta al
suicidio di Cio Cio San, per malattia fisica o mentale, per mano propria o
altrui, sembra difficile uscire dal cliché che vorrebbe la donna o vittima angelicata
o incarnazione del male. Si tratta, tuttavia, di una visione parziale che
trova, nella secolare storia dell’opera lirica, numerose eccezioni. La
principale di queste è costituita dal catalogo rossiniano, che inanella una
serie di ritratti femminili di grande potenza e complessità, tanto che perfino
una vittima per eccellenza come Desdemona, nell’opera di Rossini, appare, nel
momento fatale, ben più forte e risoluta di Otello.
Dalla principessa Lisinga, pronta a impugnare le armi per salvare l’amato in Demetrio e Polibio, fino alla principessa austriaca Mathilde, che abbraccia la causa rivoluzionaria in Guillaume Tell, si susseguono eroine buffe e tragiche che, quale sia la loro sorte, delineano un’immagine della donna ricca di sfaccettature.
Fra tutte, Matilde di Shabran, intrepida emula di Armida decisa a sedurre un castellano folle, sadico e misogino e a riportare la giustizia nel suo feudo.
L’attenzione è focalizzata proprio ai personaggi femminili delle opere rossiniane, messi a confronto e analizzati per tematiche sia nei testi dei libretti sia nella trattazione musicale rossiniana, attraverso esempi precisi sia per il lettore più smaliziato sia per il meno esperto. Due capitoli introduttivi contestualizzano l’analisi della produzione operistica del Cigno di Pesaro.
Dalla principessa Lisinga, pronta a impugnare le armi per salvare l’amato in Demetrio e Polibio, fino alla principessa austriaca Mathilde, che abbraccia la causa rivoluzionaria in Guillaume Tell, si susseguono eroine buffe e tragiche che, quale sia la loro sorte, delineano un’immagine della donna ricca di sfaccettature.
Fra tutte, Matilde di Shabran, intrepida emula di Armida decisa a sedurre un castellano folle, sadico e misogino e a riportare la giustizia nel suo feudo.
L’attenzione è focalizzata proprio ai personaggi femminili delle opere rossiniane, messi a confronto e analizzati per tematiche sia nei testi dei libretti sia nella trattazione musicale rossiniana, attraverso esempi precisi sia per il lettore più smaliziato sia per il meno esperto. Due capitoli introduttivi contestualizzano l’analisi della produzione operistica del Cigno di Pesaro.
“Son donna e tutto ho detto.
Portatemi rispetto,
O ve la fò pagar.
[…]
Femmine mie, guardate,
L’ho fatto delirar!
Femmine, siamo nate
per vincere e regnar.”
– da Matilde di Shabran, ossia Bellezza e cuor di ferro, 1821 –
Portatemi rispetto,
O ve la fò pagar.
[…]
Femmine mie, guardate,
L’ho fatto delirar!
Femmine, siamo nate
per vincere e regnar.”
– da Matilde di Shabran, ossia Bellezza e cuor di ferro, 1821 –
L’autrice
Roberta Pedrotti, critico
musicale, fondatrice e direttore della testata online L’ape musicale, si è
laureata in drammaturgia musicale all’Università di Bologna.
All’attività giornalistica affianca la ricerca musicologica, l’impegno per la valorizzazione e la formazione di nuovi talenti con concorsi di canto e master, nonché la direzione artistica di eventi fra cui l’annuale concerto dedicato alla memoria del tenore Giacinto Prandelli a Lumezzane (BS).
All’attività giornalistica affianca la ricerca musicologica, l’impegno per la valorizzazione e la formazione di nuovi talenti con concorsi di canto e master, nonché la direzione artistica di eventi fra cui l’annuale concerto dedicato alla memoria del tenore Giacinto Prandelli a Lumezzane (BS).
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